Gli ansiolitici, se presi
Buongiorno,
voglio chiedervi delle cose: so che gli ansiolitici, se presi per lungo tempo, generano problemi di assuefazione e dipendenza; vale anche per gli antidepressivi?
E poi sui fogli illustrativi degli antidepressivi è scritto che possono verificarsi, anche se sono casi rari, episodi di autolesionismo e di suicidio; ma come è possibile questo se sono ANTIDEPRESSIVI?
Cordiali Saluti
voglio chiedervi delle cose: so che gli ansiolitici, se presi per lungo tempo, generano problemi di assuefazione e dipendenza; vale anche per gli antidepressivi?
E poi sui fogli illustrativi degli antidepressivi è scritto che possono verificarsi, anche se sono casi rari, episodi di autolesionismo e di suicidio; ma come è possibile questo se sono ANTIDEPRESSIVI?
Cordiali Saluti
[#1]
Sì gli ansiolitici Benzodiazepinici possono indurre fenomeni di dipendenza di tipo psicologico. Generalmente tali fenomeni sono moderabili mediante una sospensione molto graduale del farmaco.
Gli antidepressivi, viceversa, non inducono di per sé fenomeni di dipendenza, purtuttavia è consigliabile in occasione della sospensione del farmaco procedere ad uno scalaggio graduale della dose fino alla totale sospensione.
Il rischio di atti suicidari è legato alle modalità di risoluzione dell'episodio depressivo: nella prima fase, infatti, migliora l'aspetto anedonico della patologia (ovvero la mancanza di forza, di voglia di fare), mentre solo successivamente migliora anche il tono dell'umore. In questo periodo "finestra" in cui si è recuperata la voglia di fare ma l'umore è ancora orientato in senso depressivo sono possibilie agiti autolesivi. Ovviamente molto dipende anche dalle caratteristiche personologiche del singolo. Sinceramente non mi senro, personalmente, di sposare la tesi secondo la quale tutte le persone che assumono antidepressivi sono a rischio di commettere agiti autolesivi o atti suicidari. Di certo è un aspetto che va comunque monitorato sopratutto in soggetti già caratterizzati da uno scarso controllo della impulsività e /o in età evolutiva (soprattutto adolescenziale).
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Gli antidepressivi, viceversa, non inducono di per sé fenomeni di dipendenza, purtuttavia è consigliabile in occasione della sospensione del farmaco procedere ad uno scalaggio graduale della dose fino alla totale sospensione.
Il rischio di atti suicidari è legato alle modalità di risoluzione dell'episodio depressivo: nella prima fase, infatti, migliora l'aspetto anedonico della patologia (ovvero la mancanza di forza, di voglia di fare), mentre solo successivamente migliora anche il tono dell'umore. In questo periodo "finestra" in cui si è recuperata la voglia di fare ma l'umore è ancora orientato in senso depressivo sono possibilie agiti autolesivi. Ovviamente molto dipende anche dalle caratteristiche personologiche del singolo. Sinceramente non mi senro, personalmente, di sposare la tesi secondo la quale tutte le persone che assumono antidepressivi sono a rischio di commettere agiti autolesivi o atti suicidari. Di certo è un aspetto che va comunque monitorato sopratutto in soggetti già caratterizzati da uno scarso controllo della impulsività e /o in età evolutiva (soprattutto adolescenziale).
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
[#2]
Gentile utente,
lei fa sempre richieste in merito agli psicofarmaci.
Forse sarebbe opportuno discuterne con il suo psichiatra che potra' darle tutte le delucidazioni che richiede e potra' anche valutare la presenza di un compenso non completo oppure la presenza di sintomi che possono portare alla necessita' di queste continue richieste
lei fa sempre richieste in merito agli psicofarmaci.
Forse sarebbe opportuno discuterne con il suo psichiatra che potra' darle tutte le delucidazioni che richiede e potra' anche valutare la presenza di un compenso non completo oppure la presenza di sintomi che possono portare alla necessita' di queste continue richieste
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[#3]
Ex utente
Caro Dr. Francesco Saverio Ruggiero,
fare domande relative sempre agli psicofarmaci non significa essere malato di mente, o avere sintomi che possono portare alla necessità di queste continue richieste, come lei dice; oltretutto voi medici non avete l'obbligo di rispondere alle nostre richieste, per cui poteva anche non rispondere proprio se le mie domande le infastidiscono; io prendo Nortimil e Lexotan, che mi ha dato il mio psichiatra per la cura di uno stato ansioso, ed è chiaro che da parte mia nascono interessi, curiosità che mi portano a porre domande, richieste ma semplicemente per capire delle cose banali, quali effetti collaterali, le molecole degli psicofarmaci, ed altre cose che risultano poco chiare leggendo i foglietti illustrativi;
Caro Dottore poteva benissimo rispondere alla mia richiesta, non era il caso di rispondere come ha fatto, non ha avuto senso.
Aspetto una sua risposta
Cordiali Saluti
fare domande relative sempre agli psicofarmaci non significa essere malato di mente, o avere sintomi che possono portare alla necessità di queste continue richieste, come lei dice; oltretutto voi medici non avete l'obbligo di rispondere alle nostre richieste, per cui poteva anche non rispondere proprio se le mie domande le infastidiscono; io prendo Nortimil e Lexotan, che mi ha dato il mio psichiatra per la cura di uno stato ansioso, ed è chiaro che da parte mia nascono interessi, curiosità che mi portano a porre domande, richieste ma semplicemente per capire delle cose banali, quali effetti collaterali, le molecole degli psicofarmaci, ed altre cose che risultano poco chiare leggendo i foglietti illustrativi;
Caro Dottore poteva benissimo rispondere alla mia richiesta, non era il caso di rispondere come ha fatto, non ha avuto senso.
Aspetto una sua risposta
Cordiali Saluti
[#8]
Gentile Utente,
gli ansiolitici creano nell'uso protratto (per certi composti anche solo dopo qualche settimana continua di assunzione) una dipendenza che non è solo psichica ma anche fisica, che si associa al fenomeno della tolleranza o assuefazione per cui è necessario aumentare progressivamente la dose per mantenere il medesimo risultato. Non hanno alcun ruolo "curativo" ma solo sintomatico e quindi hanno una reale utilità solo nelle fasi iniziali del trattamento e nel controllo degli episodi improvvisi (es. crisi di panico). Generalmente gli antidepressivi non danno questi problemi anche se è raccomandata la sospensione graduale per evitare un rimbalzo della sintomatologia frequente sopratutto per quei farmaci che hanno una vita media nel sangue abbastanza breve. Il trattamento dei disturbi d'ansia è fondamentalmente costituito dall'uso costante di antidepressivi per un periodo di tempo generalmente superiore agli 8-12 mesi. E' vero che all'uso di farmaci antidepressivi può far seguito la comparsa di ideazione o gesti suicidiari, tuttavia va specificato che questo tipo di situazione è dovuta ad una diagnosi non incompleta operata dal medico, cioè alla sottovalutazione di sintomi appartenenti ad un Disturbo Bipolare (a volte è però quasi impossibile distinguere certe situazioni, soprattutto all'esordio del quadro patologico), caratterizzata dall'estrema labilità dell'umore con la comparsa di fasi di eccitazione maniacale alternata a fasi depressive e a fasi miste delle due condizioni. In questi casi l'uso degli antidepressivi è piuttosto complicato, preferibilmente di sola gestione specialistica, sempre abbinato all'uso di regolatori del tono dell'umore e antipsicotici che evitano la perdita di controllo e la messa in atto di comportamenti autolesivi. In alcuni pazienti affetti da disturbo bipolare, poi, soprattutto quelli in cui le fasi si susseguono a rapida frequenza, è addirittura consigliabile di evitare gli antidepressivi e di usare solo gli stabilizzatori dell'umore.
Cordialmente.
gli ansiolitici creano nell'uso protratto (per certi composti anche solo dopo qualche settimana continua di assunzione) una dipendenza che non è solo psichica ma anche fisica, che si associa al fenomeno della tolleranza o assuefazione per cui è necessario aumentare progressivamente la dose per mantenere il medesimo risultato. Non hanno alcun ruolo "curativo" ma solo sintomatico e quindi hanno una reale utilità solo nelle fasi iniziali del trattamento e nel controllo degli episodi improvvisi (es. crisi di panico). Generalmente gli antidepressivi non danno questi problemi anche se è raccomandata la sospensione graduale per evitare un rimbalzo della sintomatologia frequente sopratutto per quei farmaci che hanno una vita media nel sangue abbastanza breve. Il trattamento dei disturbi d'ansia è fondamentalmente costituito dall'uso costante di antidepressivi per un periodo di tempo generalmente superiore agli 8-12 mesi. E' vero che all'uso di farmaci antidepressivi può far seguito la comparsa di ideazione o gesti suicidiari, tuttavia va specificato che questo tipo di situazione è dovuta ad una diagnosi non incompleta operata dal medico, cioè alla sottovalutazione di sintomi appartenenti ad un Disturbo Bipolare (a volte è però quasi impossibile distinguere certe situazioni, soprattutto all'esordio del quadro patologico), caratterizzata dall'estrema labilità dell'umore con la comparsa di fasi di eccitazione maniacale alternata a fasi depressive e a fasi miste delle due condizioni. In questi casi l'uso degli antidepressivi è piuttosto complicato, preferibilmente di sola gestione specialistica, sempre abbinato all'uso di regolatori del tono dell'umore e antipsicotici che evitano la perdita di controllo e la messa in atto di comportamenti autolesivi. In alcuni pazienti affetti da disturbo bipolare, poi, soprattutto quelli in cui le fasi si susseguono a rapida frequenza, è addirittura consigliabile di evitare gli antidepressivi e di usare solo gli stabilizzatori dell'umore.
Cordialmente.
Dr. Claudio Lorenzetti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.6k visite dal 20/02/2008.
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