Esordio psicotico - risperdal
Vi descrivo brevemente la storia di mio fratello (25 anni). 3 anni fa gli diagnosticarono un disturbo ossessivo compulsivo e la psichiatra che lo teneva in cura gli faceva prendere "serenase" e contemporaneamente andava dalla psicologa 1 volta alla settimana. Premetto che mio fratello è sempre stato restìo a rivolgersi ai medici e, secondo la sua idea, quell'anno di psicoterapia l'ha solo peggiorato! (in parte posso condividere anche io). Decidemmo di rivolgerci ad un altro psichiatra che per 1 anno gli ha fatto prendere "Anafranil" (ovviamente con dosaggi diversi durante questo periogo) e a gennaio di quest'anno, esattamente dopo 1 anno, gli interrompe (gradualmente) i medicinali perchè mio fratello non aveva più le ossessioni ( precedentemente aveva la mania di guardare continuamente i suoi documenti perchè vedeva macchie che in realtà non c'erano.. cose di questo tipo più o meno)! A fine marzo di quest'anno inizia ad avere dei comportamenti aggressivi e violenti verso di me e verso i miei genitori e si comportava letteralmente da "pazzo" tanto che decidemmo di portarlo all'ospedale con l'ambulanza e lì, tramite una psichiatra che era un'amica di famiglia, gli diederò le gocce Tranquirit. Pochi giorni dopo siamo riandati dallo psichiatra che lo aveva curato fino ad ora (con grande fatica da parte nostra visto che lui sosteneva di stare bene e che non ha bisogno di nessuno) e ci dice che ha avuto un esordio psicotico e che lui non lo può curare ambulatoriamente(questo medico è di napoli) visto che non ne vuole sapere di medici e gli ha prescritto le "Risperdal" gocce (prima 2 ml al giorno poi 4 ed ora 6 ml al giorno- presi in 2 dosi); ci ha messo in contatto con l'ASL della zona e con un suo collega psichiatra. Loro sospettano un disturbo bipolare. Questo suo collega ha detto che appena possibile dobbiamo portarlo all'asl (magari anche con una scusa) e fargli fare dei test per capire che tipo di problema ha realmente e dopo questo attuare una cura. Il problema ora è questo: mio fratello ha già detto che non vuole più prendere le gocce (non sa che prende le risperdal, pensa siano dei tranquillanti).. nel caso in cui si dovesse rifiutare è possibile mettere queste gocce nel caffè? o magari nella pasta non so.. c'è un modo per fargliele prendere senza accorgersene? Se fosse realmente un disturbo bipolare è una malattia che si può curare oppure è un problema cui si dovrà convivere per tutta la vita? Secondo voi questo è un caso da ricovero oppure no?? Grazie mille a tutti coloro che vorranno rispondere!!!
[#1]
Gentile utente,
non si può fare la valutazione via internet se il Suo fratello deve essere ricoverato o meno. Questa valutazione non spetta neanche a voi, ma lo deve valutare lo specialista.
Da quanto Lei racconta, lo psichiatra che lo aveva curato fino ad ora ha detto che "lui non lo può curare ambulatoriamente" "visto che non ne vuole sapere di medici", ma ha diagnosticato "un esordio psicotico" e lo ha prescritto la cura. Logicamente questo significa che la malattia c'è, anzi, nella fase acuta, le cure sono necessarie, e la persona deve essere seguita da uno specialista psichiatra. Se però la persona non può essere seguita ambulatorialmente, logicamente deve essere seguita in regime di ricovero, nella fase acuta (anche se lo psichiatra non l'ha detto chiaramente), sperando che poi accetti le cure volontariamente e che accetti di essere seguito.
Anche se può essere più traumatico, è però più etico e senz'altro più legale un ricovero piuttosto che farlo assumere le cure con inganno (che, dal punto di vista legale è criminoso e lo escluderei sicuramente). Solo in regime di ricovero coatto si può legalmente praticare alla persona una cura contro la sua volontà.
Un ricovero è anche un'opportunità per studiare in modo più approfondito il caso e la diagnosi, la quale ultima sembra di non essere ancora chiara e che in una persona giovane (e anche in adulto, se la malattia è "all'esordio") deve essere valutata sempre in modo approfondito che è importante anche per evitare le cure "approssimative".
Chi valuta se è opportuno il ricovero, se è possibile con il consenso della persona e se solo in modo coatto e per quali motivi è lo specialista psichiatra. Se siete già seguiti all'ASL, rivolgetevi con la richiesta di tale valutazione a loro. Se l'andamento diventa più acuto, nell'emergenza si chiama la guardia medica o il 118, e la valutazione iniziale di opportunità di ricovero in situazione di emergenza può fare anche il medico di tali servizi (poi diventa effettivo solo dopo la valutazione di uno specialista psichiatra al pronto soccorso).
La situazione è sicuramente particolare, trattandosi di un ragazzo giovane: provvedimenti coatti (ma anche i comportamenti non sinceri, inganni) possono lasciare esperienze traumatiche. Per cui la cosa più ottimale se viene valutto non nel momento di emergenza, ma dagli specialisti dell'ASL dove è ora ufficialmente seguito, eventualmente chiedendo visita domiciliare se lui non vuole venire.
non si può fare la valutazione via internet se il Suo fratello deve essere ricoverato o meno. Questa valutazione non spetta neanche a voi, ma lo deve valutare lo specialista.
Da quanto Lei racconta, lo psichiatra che lo aveva curato fino ad ora ha detto che "lui non lo può curare ambulatoriamente" "visto che non ne vuole sapere di medici", ma ha diagnosticato "un esordio psicotico" e lo ha prescritto la cura. Logicamente questo significa che la malattia c'è, anzi, nella fase acuta, le cure sono necessarie, e la persona deve essere seguita da uno specialista psichiatra. Se però la persona non può essere seguita ambulatorialmente, logicamente deve essere seguita in regime di ricovero, nella fase acuta (anche se lo psichiatra non l'ha detto chiaramente), sperando che poi accetti le cure volontariamente e che accetti di essere seguito.
Anche se può essere più traumatico, è però più etico e senz'altro più legale un ricovero piuttosto che farlo assumere le cure con inganno (che, dal punto di vista legale è criminoso e lo escluderei sicuramente). Solo in regime di ricovero coatto si può legalmente praticare alla persona una cura contro la sua volontà.
Un ricovero è anche un'opportunità per studiare in modo più approfondito il caso e la diagnosi, la quale ultima sembra di non essere ancora chiara e che in una persona giovane (e anche in adulto, se la malattia è "all'esordio") deve essere valutata sempre in modo approfondito che è importante anche per evitare le cure "approssimative".
Chi valuta se è opportuno il ricovero, se è possibile con il consenso della persona e se solo in modo coatto e per quali motivi è lo specialista psichiatra. Se siete già seguiti all'ASL, rivolgetevi con la richiesta di tale valutazione a loro. Se l'andamento diventa più acuto, nell'emergenza si chiama la guardia medica o il 118, e la valutazione iniziale di opportunità di ricovero in situazione di emergenza può fare anche il medico di tali servizi (poi diventa effettivo solo dopo la valutazione di uno specialista psichiatra al pronto soccorso).
La situazione è sicuramente particolare, trattandosi di un ragazzo giovane: provvedimenti coatti (ma anche i comportamenti non sinceri, inganni) possono lasciare esperienze traumatiche. Per cui la cosa più ottimale se viene valutto non nel momento di emergenza, ma dagli specialisti dell'ASL dove è ora ufficialmente seguito, eventualmente chiedendo visita domiciliare se lui non vuole venire.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Grazie dottore!! Noi stiamo tentando tutti i metodi possibili proprio per evitare il ricovero (che è appunto un'esperienza traumatica) ma qualora fosse necessario.... siamo pronti anche a questo! Approfitto della Sua disponibilità per chiederle un'altra cosa.. ho saputo che il ricovero in case di cura private non è possibile se non c'è la volontà del paziente; è vero tutto questo?? Non vorremmo ricorrere al TSO visto che, a detta di molti, è una misura temporanea che non aiuta il paziente a curarsi. Vorremmo, qualora fosse necessario, farlo curare in una struttura che lo aiuti REALMENTE e che non venga trattato per quel che non è. Grazie ancora!
[#3]
Gentile utente,
capisco che siete la famiglia, ma la decisione rispetto al ricovero, in regime di TSO o volontario non è vostra, né del paziente. Lo deve decidere lo specialista psichiatra che lo segue. E se non lo sta decidendo, può essere anche aggiornato e sollecitato, perché la decisione deve prendere comunque lui (lo psichiatra curante) oppure (se capita di decidere nel momento di emergenza da parte di un altro medico) lo specialista curante verrà avvisato comunque e farà la sua parte relativa assieme agli specialisti ospedalieri nelle decisioni successive.
TSO è una misura temporanea, e spesso serve proprio temporaneamente, come l'unica forma legale che permette di portare il paziente al ricovero quando non è consenziente. Si spera sempre che trovandosi ricoverato, con la cura opportuna e con l'approccio opportuno dal punto di vista psichico nel senso lato, la persona accetti di proseguire il ricovero in regime volontario se questo è necessario (prosegue nello stesso reparto o anche in una casa di cura).
Il ricovero nelle case di cura private è sempre in regime "volontario". Non si può imporre il ricovero nella casa di cura privata. Talvolta però la persona può preferire di ricoverarsi piuttosto nella casa di cura privata, tale ricovero può essere percepito in maniera diversa rispetto al ricovero in ambiente più "istituzionale". Questo è un discorso che si uò fare se la persona ha una minima consapevolezza del proprio malessere ed è d'accordo di cercare a rimediarlo. Se questa consapevolezza (anche in base ad altri motivi rispetto a quelli che vediamo noi) lui non c'è l'ha e deve solo ubbidire a voi o ai medici, il ricovero può essere formalmente anche in regime "volontario", ma vissuto come "coatto".
Comunque, vi consiglio di nuovo di consultare a proposito lo psichiatra che lo ha in cura.
capisco che siete la famiglia, ma la decisione rispetto al ricovero, in regime di TSO o volontario non è vostra, né del paziente. Lo deve decidere lo specialista psichiatra che lo segue. E se non lo sta decidendo, può essere anche aggiornato e sollecitato, perché la decisione deve prendere comunque lui (lo psichiatra curante) oppure (se capita di decidere nel momento di emergenza da parte di un altro medico) lo specialista curante verrà avvisato comunque e farà la sua parte relativa assieme agli specialisti ospedalieri nelle decisioni successive.
TSO è una misura temporanea, e spesso serve proprio temporaneamente, come l'unica forma legale che permette di portare il paziente al ricovero quando non è consenziente. Si spera sempre che trovandosi ricoverato, con la cura opportuna e con l'approccio opportuno dal punto di vista psichico nel senso lato, la persona accetti di proseguire il ricovero in regime volontario se questo è necessario (prosegue nello stesso reparto o anche in una casa di cura).
Il ricovero nelle case di cura private è sempre in regime "volontario". Non si può imporre il ricovero nella casa di cura privata. Talvolta però la persona può preferire di ricoverarsi piuttosto nella casa di cura privata, tale ricovero può essere percepito in maniera diversa rispetto al ricovero in ambiente più "istituzionale". Questo è un discorso che si uò fare se la persona ha una minima consapevolezza del proprio malessere ed è d'accordo di cercare a rimediarlo. Se questa consapevolezza (anche in base ad altri motivi rispetto a quelli che vediamo noi) lui non c'è l'ha e deve solo ubbidire a voi o ai medici, il ricovero può essere formalmente anche in regime "volontario", ma vissuto come "coatto".
Comunque, vi consiglio di nuovo di consultare a proposito lo psichiatra che lo ha in cura.
[#5]
Ex utente
Gentile dottore.. approfitto ancora per chiedere qualcosa! Mio fratello ha interrotto volontariamente la cura delle risperdal da un giorno all'altro (prendeva 6 ml al giorno). Andammo a parlare col medico e ci ha consigliato di dargli le Abilify (al posto delle risperdal) nel cibo (visto che lui non le vuole prendere).. per i primi 5 giorni ne deve prendere 5 ml e poi aumentare di 2.5 ml ogni 3 giorni fino ad arrivare ad un massimo di 15 ml al giorno! Ci ha consigliato di metterle nel cibo per farlo "rientrare" un pò nell'attesa di una visita psichiatrica. In questi giorni è diventato un pò più nervoso e agitato.. ora le mie domande sono queste:
1) questo nervosismo è dovuto all'interruzione brusca delle risperdal?
2)nel caso in cui fosse così quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere l'effetto delle abilify?
3) la pasta calda può interferire con l'azione delle gocce? sono volatili??
Spero in una Sua risposta e mi scuso per il disturbo!
Grazie mille!
1) questo nervosismo è dovuto all'interruzione brusca delle risperdal?
2)nel caso in cui fosse così quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere l'effetto delle abilify?
3) la pasta calda può interferire con l'azione delle gocce? sono volatili??
Spero in una Sua risposta e mi scuso per il disturbo!
Grazie mille!
[#6]
Gentile utente,
1) questo nervosismo è dovuto all'interruzione brusca delle risperdal?
2)nel caso in cui fosse così quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere l'effetto delle abilify?
3) la pasta calda può interferire con l'azione delle gocce? sono volatili??
Il nervosismo potrebbe essere attribuito anche all'interruzione brusca della terapia con il risperdal, ma anche agli effetti dell'abilify (il quale non di rado ha anche un'azione attivante), ed eventualmente anche alla malattia di base indipendentemente dagli effetti dei farmaci ed eventualmente anche al clima in famiglia che si è creato.
Comunque, la soluzione adottata è scorretta soprattutto nelle sue modalità.
<<..ci ha consigliato di dargli le Abilify (al posto delle risperdal) nel cibo (visto che lui non le vuole prendere)..>>
<<..Ci ha consigliato di metterle nel cibo per farlo "rientrare" un pò nell'attesa di una visita psichiatrica..>>
Purtroppo non posso condividere tale approccio al problema, lo vedo molto scorretto (per non dire di più). E' stato un consiglio dello psichiatra ? Se sì, mi dispiace, ma bisogna cambiarlo !
1) non si operano cambiamenti di terapia psichiatrica così importanti senza (o prima di) una visita psichiatrica. Si tratta di una persona giovane e di una diagnosi da chiarire, dove in passato il beneficio si è tratto dalle terapie diverse rispetto a quelle che attualmente lo si cerca di prescrivere. Insomma, bisogna visitarlo.
2) il somministrare un farmaco nel cibo all'insaputa del paziente non è legale: oltre a non essere etico, c'è un rischio legale concreto per chi lo fa.
3) la visita psichiatrica doveva essere già fatta, senza stare "in attesa" (non si capisce il motivo dell'attesa). Se il Suo fratello non la vuole fare volontariamente, il Centro di Salute Mentale può imporre una visita di "Accertamento Obbligatorio" a domicilio.
Se il Centro di Salute Mentale non lo fa, da quello che Lei descrive, potrebbero esserci gli estremi per accompagnare il Suo fratello al Pronto Soccorso obbligatoriamente, in regime della Proposta di TSO. Tale Proposta può fare non solo uno specialista, ma qualsiasi medico che visita la persona e trova gli estremi per il TSO: anche il medico di famiglia, anche il medico della Guardia Medica o del 118. Una volta al Pronto Soccorso e fatta la visita psichiatrica, la Proposta del TSO può essere anche sciolta (o confermata: dipende che cosa decide lo psichiatra del Pronto Soccorso).
Non capisco perché insistete di fare a lui le cure con queste modalità (somministrandole alla sua insaputa senza alcuna forma legale che lo permetta).
Credo che valga la pena di agire come dice la legge, ed è il mio dovere di dirvi che attualmente state agendo contro la legge.
1) questo nervosismo è dovuto all'interruzione brusca delle risperdal?
2)nel caso in cui fosse così quanto tempo dobbiamo aspettare per vedere l'effetto delle abilify?
3) la pasta calda può interferire con l'azione delle gocce? sono volatili??
Il nervosismo potrebbe essere attribuito anche all'interruzione brusca della terapia con il risperdal, ma anche agli effetti dell'abilify (il quale non di rado ha anche un'azione attivante), ed eventualmente anche alla malattia di base indipendentemente dagli effetti dei farmaci ed eventualmente anche al clima in famiglia che si è creato.
Comunque, la soluzione adottata è scorretta soprattutto nelle sue modalità.
<<..ci ha consigliato di dargli le Abilify (al posto delle risperdal) nel cibo (visto che lui non le vuole prendere)..>>
<<..Ci ha consigliato di metterle nel cibo per farlo "rientrare" un pò nell'attesa di una visita psichiatrica..>>
Purtroppo non posso condividere tale approccio al problema, lo vedo molto scorretto (per non dire di più). E' stato un consiglio dello psichiatra ? Se sì, mi dispiace, ma bisogna cambiarlo !
1) non si operano cambiamenti di terapia psichiatrica così importanti senza (o prima di) una visita psichiatrica. Si tratta di una persona giovane e di una diagnosi da chiarire, dove in passato il beneficio si è tratto dalle terapie diverse rispetto a quelle che attualmente lo si cerca di prescrivere. Insomma, bisogna visitarlo.
2) il somministrare un farmaco nel cibo all'insaputa del paziente non è legale: oltre a non essere etico, c'è un rischio legale concreto per chi lo fa.
3) la visita psichiatrica doveva essere già fatta, senza stare "in attesa" (non si capisce il motivo dell'attesa). Se il Suo fratello non la vuole fare volontariamente, il Centro di Salute Mentale può imporre una visita di "Accertamento Obbligatorio" a domicilio.
Se il Centro di Salute Mentale non lo fa, da quello che Lei descrive, potrebbero esserci gli estremi per accompagnare il Suo fratello al Pronto Soccorso obbligatoriamente, in regime della Proposta di TSO. Tale Proposta può fare non solo uno specialista, ma qualsiasi medico che visita la persona e trova gli estremi per il TSO: anche il medico di famiglia, anche il medico della Guardia Medica o del 118. Una volta al Pronto Soccorso e fatta la visita psichiatrica, la Proposta del TSO può essere anche sciolta (o confermata: dipende che cosa decide lo psichiatra del Pronto Soccorso).
Non capisco perché insistete di fare a lui le cure con queste modalità (somministrandole alla sua insaputa senza alcuna forma legale che lo permetta).
Credo che valga la pena di agire come dice la legge, ed è il mio dovere di dirvi che attualmente state agendo contro la legge.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 15.2k visite dal 09/05/2012.
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