Paroxetina ed effetti collaterali
Gentili dottori,
Da qualche mese sto soffrendo di forti sbalzi d'umore e ansia. Ho grande paura della depressione e del suicidio, da quando ho ricevuto una notizia in modo traumatico (la morte di mia zia) mentre stavo trattando un banalissimo problema di salute.
Sono andato dallo psichiatra e ha impostato una prima cura con Samyr (1 compressa al giorno) e Lexotan alla bisogna. Mi ha diagnosticato una depressione non maggiore, ma lieve. Ha funzionato per due settimane, dopodichè per stress sono ripiombato nelle mie paure. Sono partito 9 giorni dalla mia ragazza e con la sua famiglia mi sono sentito davvero protetto e amato, mi sono sentito meglio, tranne che per il pensiero di tornare a casa.
Dopo esser tornato ho avuto subito una seconda visita dal mio psichiatra che mi ha prescritto il tanto temuto serotoninergico. Sono in cura con il Sereupin, mezza compressa la sera (10 mg). Ma da qualche giorno sto male peggio del solito, sospetto proprio per l'effetto della Paroxetina. Mi sento 3 volte più ansioso e triste. Avevo la mia finestra di serenità nella sera e dopo 4-5 giorni che prendo il Sereupin non ce l'ho più. Sto malissimo. E' normale che stia così per i primi giorni di questa cura? Inoltre sto mangiando molto meno. Stamattina non sono riuscito a dare una cucchiaiata alla mia colazione, l'ho lasciata lì...E questa cosa mi ha parecchio spaventato, avevo lo stomaco chiuso. Ho chiamato lo psichiatra e mi ha detto di non sospendere e di attendere 8-10 giorni perchè il farmaco inizi a fare il suo vero effetto.
Ho tanta paura, io voglio guarire, ma temo di non farcela, perchè sto farmaco sembra mi stia dando più dolori che benefici.
Da qualche mese sto soffrendo di forti sbalzi d'umore e ansia. Ho grande paura della depressione e del suicidio, da quando ho ricevuto una notizia in modo traumatico (la morte di mia zia) mentre stavo trattando un banalissimo problema di salute.
Sono andato dallo psichiatra e ha impostato una prima cura con Samyr (1 compressa al giorno) e Lexotan alla bisogna. Mi ha diagnosticato una depressione non maggiore, ma lieve. Ha funzionato per due settimane, dopodichè per stress sono ripiombato nelle mie paure. Sono partito 9 giorni dalla mia ragazza e con la sua famiglia mi sono sentito davvero protetto e amato, mi sono sentito meglio, tranne che per il pensiero di tornare a casa.
Dopo esser tornato ho avuto subito una seconda visita dal mio psichiatra che mi ha prescritto il tanto temuto serotoninergico. Sono in cura con il Sereupin, mezza compressa la sera (10 mg). Ma da qualche giorno sto male peggio del solito, sospetto proprio per l'effetto della Paroxetina. Mi sento 3 volte più ansioso e triste. Avevo la mia finestra di serenità nella sera e dopo 4-5 giorni che prendo il Sereupin non ce l'ho più. Sto malissimo. E' normale che stia così per i primi giorni di questa cura? Inoltre sto mangiando molto meno. Stamattina non sono riuscito a dare una cucchiaiata alla mia colazione, l'ho lasciata lì...E questa cosa mi ha parecchio spaventato, avevo lo stomaco chiuso. Ho chiamato lo psichiatra e mi ha detto di non sospendere e di attendere 8-10 giorni perchè il farmaco inizi a fare il suo vero effetto.
Ho tanta paura, io voglio guarire, ma temo di non farcela, perchè sto farmaco sembra mi stia dando più dolori che benefici.
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Gentile utente,
rispetto agli effetti collaterali della paroxetina posso confermare che soprattutto nei primi giorni e talvolta anche durante le prime settimane è possibile il peggioramento dello stato psichico e sono frequenti i sintomi non psichici, fra i primi quelli gastrointestinali. Normalmente si tratta degli effetti collaterali transitori. Confermo anche che il farmaco non inizia a dare gli effetti terapeutici da subito, ma deve passare il periodo di latenza di qualche settimana. Nulla vieta che gli effetti terapeutici si manifestino prima, ciò dipende dalla forma della malattia, dai fattori individuali e dal metabolismo; in particolare, secondo la mia esperienza, con la paroxetina il periodo di latenza degli effetti benefici è tendenzialmente più breve rispetto agli altri farmaci della stessa classe.
Aggiungo però che, da quello che Lei descrive, sono abbastanza evidenti i fattori ambientali nella genesi e nel mantenimento dello stato depressivo:
"..Ho grande paura della depressione e del suicidio, da quando ho ricevuto una notizia in modo traumatico (la morte di mia zia).."
"..Sono partito 9 giorni dalla mia ragazza e con la sua famiglia mi sono sentito davvero protetto e amato, mi sono sentito meglio, tranne che per il pensiero di tornare a casa..."
Coi limiti di un consulto via internet, posso ipotizzare la forma depressiva "reattiva" (agli eventi, all'ambiente). Tali forme possono essere sensibili solo parzialmente alla farmacoterapia, mentre potrebbe essere utile (da valutare) anche la psicoterapia e le misure riguardanti l'ambiente, la famiglia ed il rapporto con l'ambiente e la famiglia. Sempre coi limiti dell'internet, posso ipotizzare anche una forma del disturbo d'ansia (da diagnosticare quale esattamente), ed anche in questo caso potrebbe essere utile la psicoterapia.
Di queste ipotesi Le consiglio di parlare con il Suo psichiatra.
rispetto agli effetti collaterali della paroxetina posso confermare che soprattutto nei primi giorni e talvolta anche durante le prime settimane è possibile il peggioramento dello stato psichico e sono frequenti i sintomi non psichici, fra i primi quelli gastrointestinali. Normalmente si tratta degli effetti collaterali transitori. Confermo anche che il farmaco non inizia a dare gli effetti terapeutici da subito, ma deve passare il periodo di latenza di qualche settimana. Nulla vieta che gli effetti terapeutici si manifestino prima, ciò dipende dalla forma della malattia, dai fattori individuali e dal metabolismo; in particolare, secondo la mia esperienza, con la paroxetina il periodo di latenza degli effetti benefici è tendenzialmente più breve rispetto agli altri farmaci della stessa classe.
Aggiungo però che, da quello che Lei descrive, sono abbastanza evidenti i fattori ambientali nella genesi e nel mantenimento dello stato depressivo:
"..Ho grande paura della depressione e del suicidio, da quando ho ricevuto una notizia in modo traumatico (la morte di mia zia).."
"..Sono partito 9 giorni dalla mia ragazza e con la sua famiglia mi sono sentito davvero protetto e amato, mi sono sentito meglio, tranne che per il pensiero di tornare a casa..."
Coi limiti di un consulto via internet, posso ipotizzare la forma depressiva "reattiva" (agli eventi, all'ambiente). Tali forme possono essere sensibili solo parzialmente alla farmacoterapia, mentre potrebbe essere utile (da valutare) anche la psicoterapia e le misure riguardanti l'ambiente, la famiglia ed il rapporto con l'ambiente e la famiglia. Sempre coi limiti dell'internet, posso ipotizzare anche una forma del disturbo d'ansia (da diagnosticare quale esattamente), ed anche in questo caso potrebbe essere utile la psicoterapia.
Di queste ipotesi Le consiglio di parlare con il Suo psichiatra.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
La ringrazio della risposta tempestiva.
Sto malissimo comunque con questo farmaco, questi sintomi mi stanno invitando a smettere di prenderlo, però cerco di resistere e avere pazienza. Lei in quanto pensa che possano regredire questi sintomi?
Le dico anche che ho cambiato casa più di un anno fa cambiando completamente città ma vado comunque nello stesso posto di prima per studiare. Ma tornare a casa mi dà noia, perchè i miei sintomi sono cominciati proprio in questa casa, 2 mesi fa circa. Prima mi sentivo felice di questo cambiamento, ora rimpiango completamente di essermene andato dalla mia città natale.
E' iniziato tutto con disturbo d'ansia. Ora l'ansia lascia più spazio a tristezza e depressione...Devo dire che questo dovrebbe essere effetto del Lexotan.
Sto mettendo tutte le forze possibili in campo per cercare di curarmi al meglio. Andrò in psicoterapia e farò il possibile per stare meglio.
Posso chiederle gentilmente quali sono i tempi di guarigione medi per disturbi simili? So che varia da persona a persona, ma sono curioso e ho bisogno di parole di speranza.
Sto malissimo comunque con questo farmaco, questi sintomi mi stanno invitando a smettere di prenderlo, però cerco di resistere e avere pazienza. Lei in quanto pensa che possano regredire questi sintomi?
Le dico anche che ho cambiato casa più di un anno fa cambiando completamente città ma vado comunque nello stesso posto di prima per studiare. Ma tornare a casa mi dà noia, perchè i miei sintomi sono cominciati proprio in questa casa, 2 mesi fa circa. Prima mi sentivo felice di questo cambiamento, ora rimpiango completamente di essermene andato dalla mia città natale.
E' iniziato tutto con disturbo d'ansia. Ora l'ansia lascia più spazio a tristezza e depressione...Devo dire che questo dovrebbe essere effetto del Lexotan.
Sto mettendo tutte le forze possibili in campo per cercare di curarmi al meglio. Andrò in psicoterapia e farò il possibile per stare meglio.
Posso chiederle gentilmente quali sono i tempi di guarigione medi per disturbi simili? So che varia da persona a persona, ma sono curioso e ho bisogno di parole di speranza.
[#3]
Non bisogna mai perdere la speranza. Senza la speranza non funzionano né farmaci, né la psicoterapia.
"Quali sono i tempi di guarigione medi per disturbi simili ?"
Se parliamo della situazione come della reazione al lutto, l'alterazione acuta dello stato emotivo in seguito al lutto è considerata "fisiologica" se dura alcuni mesi, mentre, ovviamente, il lutto lascia le esperienze anche a lungo termine, senza, per questo, rimanere una "malattia". Tuttavia, se la reazione al lutto si manifesta con particolare intensità o se la situazione non è inquadrabile semplicemente come un lutto, queste "convenzioni" prognostiche non valgono. E' anche da tenere conto che una reazione al lutto prima "fisiologica" può diventare "patologica" o può precipitare una malattia psichica. Cercherei in ogni modo di non parlare dei "disturbi simili", perché questo suppone che il Suo disturbo mi è sufficientemente chiaro, ma non è così, e non può essere così senza la visita e l'osservazione diretta. Lo psichiatra che La segue si trova nella situazione di poter avere più basi per una diagnosi e per una prognosi più obbiettive.
Un ulteriore commento. Lei scrive:
"..Ora l'ansia lascia più spazio a tristezza e depressione...Devo dire che questo dovrebbe essere effetto del Lexotan.."
Significa che, prescritto al bisogno, tale farmaco è stato assunto abbastanza spesso ?
Importante parlarne con il Suo specialista, perché, oltre agli effetti "depressogeni", con l'uso protratto è possibile anche la riduzione dell'efficacia del farmaco (assuefazione) e c'è anche la possibilità di sviluppare la dipendenza. Nella mia pratica preferisco di dare le prescrizioni più possibilmente precise anche rispetto ai farmaci da assumere al bisogno, e per i farmaci come Lexotan ritengo che sia meglio un programma di cura con orari, dosi e durata della terapia definiti (e che, a secondo della situazione possono essere revisti). Avrebbe senso parlarne con il Suo specialista.
I farmaci antidepressivi della classe SSRI possiedono anche l'attività ansiolitica e loro introduzione, quando indicata, è vantaggiosa anche per limitare l'uso degli ansiolitici "classici".
"Quali sono i tempi di guarigione medi per disturbi simili ?"
Se parliamo della situazione come della reazione al lutto, l'alterazione acuta dello stato emotivo in seguito al lutto è considerata "fisiologica" se dura alcuni mesi, mentre, ovviamente, il lutto lascia le esperienze anche a lungo termine, senza, per questo, rimanere una "malattia". Tuttavia, se la reazione al lutto si manifesta con particolare intensità o se la situazione non è inquadrabile semplicemente come un lutto, queste "convenzioni" prognostiche non valgono. E' anche da tenere conto che una reazione al lutto prima "fisiologica" può diventare "patologica" o può precipitare una malattia psichica. Cercherei in ogni modo di non parlare dei "disturbi simili", perché questo suppone che il Suo disturbo mi è sufficientemente chiaro, ma non è così, e non può essere così senza la visita e l'osservazione diretta. Lo psichiatra che La segue si trova nella situazione di poter avere più basi per una diagnosi e per una prognosi più obbiettive.
Un ulteriore commento. Lei scrive:
"..Ora l'ansia lascia più spazio a tristezza e depressione...Devo dire che questo dovrebbe essere effetto del Lexotan.."
Significa che, prescritto al bisogno, tale farmaco è stato assunto abbastanza spesso ?
Importante parlarne con il Suo specialista, perché, oltre agli effetti "depressogeni", con l'uso protratto è possibile anche la riduzione dell'efficacia del farmaco (assuefazione) e c'è anche la possibilità di sviluppare la dipendenza. Nella mia pratica preferisco di dare le prescrizioni più possibilmente precise anche rispetto ai farmaci da assumere al bisogno, e per i farmaci come Lexotan ritengo che sia meglio un programma di cura con orari, dosi e durata della terapia definiti (e che, a secondo della situazione possono essere revisti). Avrebbe senso parlarne con il Suo specialista.
I farmaci antidepressivi della classe SSRI possiedono anche l'attività ansiolitica e loro introduzione, quando indicata, è vantaggiosa anche per limitare l'uso degli ansiolitici "classici".
[#4]
Gentile utente,
la diagnosi definisce una depressione, la cura è coerente e ci mette circa un mesetto per dare risultati. Non da subito, anzi subito di solito si sta un po' peggio, magari non sempre, ma può accadere.
Il depresso ha una soglia allo stress bassa, il problema non lo stress, salvo casi eccezionali, ma il tipo di suscettibilità che il cervello ha per costituzione o in quel momento, per cui la causa del ripeggioramento di una depressione dopo un primo miglioramento è sostanzialemtne la depressione in sé.
Quali ragioni ha di temere una medicina che si adatta alla sua diagnosi (ancor prima di prenderla, non parlo degli effetti collaterali) ?
la diagnosi definisce una depressione, la cura è coerente e ci mette circa un mesetto per dare risultati. Non da subito, anzi subito di solito si sta un po' peggio, magari non sempre, ma può accadere.
Il depresso ha una soglia allo stress bassa, il problema non lo stress, salvo casi eccezionali, ma il tipo di suscettibilità che il cervello ha per costituzione o in quel momento, per cui la causa del ripeggioramento di una depressione dopo un primo miglioramento è sostanzialemtne la depressione in sé.
Quali ragioni ha di temere una medicina che si adatta alla sua diagnosi (ancor prima di prenderla, non parlo degli effetti collaterali) ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#5]
Utente
Gentile dottor Gukov,
Per quanto riguarda il Lexotan, non ho mai ecceduto le 10 gocce al giorno come mi è stato prescritto dal mio psichiatra, da prendere alla bisogna. Io ne prendo 5 gocce al mattino (mi sveglio abbastanza agitato) e 5 la sera perchè avrei ancora problemi. Il mio psichiatra mi ha suggerito di accompagnare la cura con SSRI per i primi tempi col Lexotan per mitigare gli episodi di peggioramento che sto avendo nelle prime settimane. Nei momenti dove sto meglio riesco ad evitare di prenderle senza ripercussioni di tipo psicologico e fisico.
Gentile Dottor Pacini,
Non ho ragioni per temere la cura in sè, ormai che l'ho cominciata, anche se prima a sentire la parola "psicofarmaco" non ero molto entusiasta...Ma ho capito che se voglio guarire devo prenderla per forza. Ora temo quello che mi sta accadendo, mi sta facendo stare piuttosto male in questi giorni. E' questa la mia paura. Ma continuo a prenderla senza sospendere, se ho garanzia dei primi risultati.
Grazie delle risposte.
Per quanto riguarda il Lexotan, non ho mai ecceduto le 10 gocce al giorno come mi è stato prescritto dal mio psichiatra, da prendere alla bisogna. Io ne prendo 5 gocce al mattino (mi sveglio abbastanza agitato) e 5 la sera perchè avrei ancora problemi. Il mio psichiatra mi ha suggerito di accompagnare la cura con SSRI per i primi tempi col Lexotan per mitigare gli episodi di peggioramento che sto avendo nelle prime settimane. Nei momenti dove sto meglio riesco ad evitare di prenderle senza ripercussioni di tipo psicologico e fisico.
Gentile Dottor Pacini,
Non ho ragioni per temere la cura in sè, ormai che l'ho cominciata, anche se prima a sentire la parola "psicofarmaco" non ero molto entusiasta...Ma ho capito che se voglio guarire devo prenderla per forza. Ora temo quello che mi sta accadendo, mi sta facendo stare piuttosto male in questi giorni. E' questa la mia paura. Ma continuo a prenderla senza sospendere, se ho garanzia dei primi risultati.
Grazie delle risposte.
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Gentile utente,
Garanzie non ce ne sono da nessuna parte, né in banca, né in medicina. Ci sono tempi entro cui si giudica se la cura funziona o è da modificare o cambiare, questo è il punto di riferimento. La cosa da non aspettarsi sono segnali "da subito" o "un pò da subito", ma c'è un intervallo di 2-3 settimane prima di constatare che le cose vanno mediamente meglio, questo in una parte dei casi che non è mai il 100% garantito. Per adesso la situazione è semplicemente quella di una persona che ha una malattia definita non grave e sta eseguendo una cura adatta allo scopo.
Garanzie non ce ne sono da nessuna parte, né in banca, né in medicina. Ci sono tempi entro cui si giudica se la cura funziona o è da modificare o cambiare, questo è il punto di riferimento. La cosa da non aspettarsi sono segnali "da subito" o "un pò da subito", ma c'è un intervallo di 2-3 settimane prima di constatare che le cose vanno mediamente meglio, questo in una parte dei casi che non è mai il 100% garantito. Per adesso la situazione è semplicemente quella di una persona che ha una malattia definita non grave e sta eseguendo una cura adatta allo scopo.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 47.2k visite dal 24/04/2012.
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