Antidepressivi e vermint
Salve, ho 39 anni e sono da anni in cura da uno psichiatra. Assumo regolarmente anafranil 75, sereupin e zoloft. Un omeopata mi ha prescritto un prodotto VERMINT che contiene semi di pompelmo. Siccome ho letto che il succo di pompelmo può interferire e modificare gli effetti di alcuni farmaci voleva sapere se posso assumere tranquillamente questo prodotto. La domanda la rivolgo agli specialisti del sito in psichiatria ma anche a quelli di medicine non convenzionali Grazie
[#1]
Gentile utente,
se c'è l'indicazione medica e la necessità di assumere tale prodotto, bisogna avvisare il Suo psichiatra. Non posso ritenere che l'associazione con altri farmaci è sicura. I Vermint, oltre all'estratto dei semi di pompelmo, contene anche le altre componenti.
E' possibile sia l'interazione con l'estratto dei semi di pompelmo (a causa della parziale inibizione a livello intestinale da parte di quest'ultimo del metabolismo di una serie dei farmaci, compresi quelli che assume, potendo in tal modo risultare alterazioni dei livelli dei rispettivi farmaci nell'organismo), ma è da considerare anche la possibilità dell'interazione con gli altri componenti, ad esempio, con la cascara, che ha un'azione lassativa e che può ridurre l'assorbimento dei farmaci, o con il tenaceto, alcuni componenti del quale possono avere effetti psicotropi. Se è indicata la quantità precisa (in miligrammi, in percentale del peso totale) di ciascun dei rimedi che costituiscono il Vermint, comunica allo psichiatra anche questi dati. Se tali dati non ci sono, questo è un elemento che riduce le margini di sicurezza.
Per quanto riguarda gli altri farmaci da Lei citati, segue una terapia combinata a base di tutti e tre antidepressivi ?
Per quanto riguarda gli specialisti nelle Medicine Non Convenzionali, di solito non rispondono in questa sezione del sito, ma bisogna chiedere un connsuto a parte nella loro area specifica di questo sito.
se c'è l'indicazione medica e la necessità di assumere tale prodotto, bisogna avvisare il Suo psichiatra. Non posso ritenere che l'associazione con altri farmaci è sicura. I Vermint, oltre all'estratto dei semi di pompelmo, contene anche le altre componenti.
E' possibile sia l'interazione con l'estratto dei semi di pompelmo (a causa della parziale inibizione a livello intestinale da parte di quest'ultimo del metabolismo di una serie dei farmaci, compresi quelli che assume, potendo in tal modo risultare alterazioni dei livelli dei rispettivi farmaci nell'organismo), ma è da considerare anche la possibilità dell'interazione con gli altri componenti, ad esempio, con la cascara, che ha un'azione lassativa e che può ridurre l'assorbimento dei farmaci, o con il tenaceto, alcuni componenti del quale possono avere effetti psicotropi. Se è indicata la quantità precisa (in miligrammi, in percentale del peso totale) di ciascun dei rimedi che costituiscono il Vermint, comunica allo psichiatra anche questi dati. Se tali dati non ci sono, questo è un elemento che riduce le margini di sicurezza.
Per quanto riguarda gli altri farmaci da Lei citati, segue una terapia combinata a base di tutti e tre antidepressivi ?
Per quanto riguarda gli specialisti nelle Medicine Non Convenzionali, di solito non rispondono in questa sezione del sito, ma bisogna chiedere un connsuto a parte nella loro area specifica di questo sito.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#3]
Utente
Gentili dottori, si seguo una terapia con tutti e 3 gli antidepressivi, ho ansia attacchi di panico e sintomi depressivi come stanchezza dolori muscolari, e da 3 anni ho una brutta ricaduta della malattia che condiziona molto la mia vita. Mi sono rivolto ad un omeopata per vedere se integrando potevo ottenere qualche miglioramento ulteriore, pensando che i prodotti omeopatici non avrebbero potuto interferire più di tanto con gli psicofarmaci. Ho fatto per 3 mesi ignazia hommaccord e all'ultimo controllo l'omeopata appunto, mi ha detto che voleva continuare la terapia su un piano più fisico perchè dice ho l'intestino che non funziona bene (in effetti con l'anafranil la stitichezza è aumentata molto ma lo sapevo) e ho molti parassiti nocivi (scusate forse mi esprimo male). Per questo mi ha prescritto verminti, gastrophit e ferzym. Il mio dubbio è solo sul vermint, lui dice che ha altri pazienti che prendono psicofarmaci e in 25 anni non ha mai avuto problemi però non mi è sembrato fosse a conoscenza dell'interazione con il pompelmo. L 'omeopata sa che prendo psicofarmaci e lo psichiatra sa di questa prova che volevo fare con l'omeopatia. Lo psichiatra non mi sa dire che rischio ci può essere.... per questo chiedo un consiglio qui. Io volevo una cura omeopatica e questa non mi pare lo sia...... Secondo voi che dovrei fare?
[#4]
Gentile utente,
ritengo poco produttivo affidarsi contemporaneamente a due ipotesi differenti.
Il mio consiglio è di seguire le indicazioni dello psichiatra valutando l'opportunità o meno di altri trattamenti: ma questa non dovrebbe essere una scelta sua ma dello stesso specialista che la indirizza in modo preciso.
ritengo poco produttivo affidarsi contemporaneamente a due ipotesi differenti.
Il mio consiglio è di seguire le indicazioni dello psichiatra valutando l'opportunità o meno di altri trattamenti: ma questa non dovrebbe essere una scelta sua ma dello stesso specialista che la indirizza in modo preciso.
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<<..Io volevo una cura omeopatica e questa non mi pare lo sia..>>
Certo, il Vermint non è un rimedio omeopatico, ma erboristico. E' un rimedio vermifugo che agisce "contro" i vermi. Non si basa dunque sui principi di omeo-patia nel senso classico, ma agisce secondo i principi di allo-patia. Oltre al polpelmo contiene anche gli altri costituenti che possono interagire. Anche il Gastrofit è un prodotto erboristico allopatico. Il Ferzym è a base dei fermenti lattici, è un integratore/equilibratore della popolazione batterica intestinale che, di nuovo non è un prodotto omeopatico. Si usa anche nella medicina "convenzionale". Ignazia è un rimedio omeopatico se preparato con il metodo omeopatico, altrimenti (nelle concentrazioni non sufficientemente diluite) è tossico.
Purtroppo al giorno d'oggi è diffusa un'idea, che l'omeopatia è tutto quello che non è di sintesi. Vorrei però capire: perché proprio con l'omeopatia ? Ne avete parlato con il Suo psichiatra ?
<<..Mi sono rivolto ad un omeopata per vedere se integrando potevo ottenere qualche miglioramento ulteriore..>>
La prima cosa sarebbe stata di vedere perché non funziona la terapia prescritta dallo psichiatra. Anzi, prima ancora sarebbe da vedere di che disturbo si tratta, perché attacchi di panico, depressione e stanchezza sono solo i sintomi, non ancora la diagnosi della malattia. Gli attacchi di panico e la depressione possono essere manifestazioni di più malattie diverse.
<<..pensando che i prodotti omeopatici non avrebbero potuto interferire più di tanto con gli psicofarmaci..>>
Questa posizione, secondo me, è scorretta soprattutto dal punto di vista dei principi dell'omeopatia. Ma anche dal punto di vista della psichiatria.
<<..Il mio dubbio è solo sul vermint..>>
Meno male che l'ha avuto questo dubbio, ma mi dispiace che su tutto il resto Lei non ha dubbi.. Vorrei ad esempio capire:
In base a che cosa il Suo medico omeopata è arrivato alla conclusione che Lei abbia "molti parassiti nocivi" ?
Quale è la diagnosi psichiatrica precisa ?
Da quanto tempo assume tutti e tre gli antidepressivi e a quali dosaggi ?
Certo, il Vermint non è un rimedio omeopatico, ma erboristico. E' un rimedio vermifugo che agisce "contro" i vermi. Non si basa dunque sui principi di omeo-patia nel senso classico, ma agisce secondo i principi di allo-patia. Oltre al polpelmo contiene anche gli altri costituenti che possono interagire. Anche il Gastrofit è un prodotto erboristico allopatico. Il Ferzym è a base dei fermenti lattici, è un integratore/equilibratore della popolazione batterica intestinale che, di nuovo non è un prodotto omeopatico. Si usa anche nella medicina "convenzionale". Ignazia è un rimedio omeopatico se preparato con il metodo omeopatico, altrimenti (nelle concentrazioni non sufficientemente diluite) è tossico.
Purtroppo al giorno d'oggi è diffusa un'idea, che l'omeopatia è tutto quello che non è di sintesi. Vorrei però capire: perché proprio con l'omeopatia ? Ne avete parlato con il Suo psichiatra ?
<<..Mi sono rivolto ad un omeopata per vedere se integrando potevo ottenere qualche miglioramento ulteriore..>>
La prima cosa sarebbe stata di vedere perché non funziona la terapia prescritta dallo psichiatra. Anzi, prima ancora sarebbe da vedere di che disturbo si tratta, perché attacchi di panico, depressione e stanchezza sono solo i sintomi, non ancora la diagnosi della malattia. Gli attacchi di panico e la depressione possono essere manifestazioni di più malattie diverse.
<<..pensando che i prodotti omeopatici non avrebbero potuto interferire più di tanto con gli psicofarmaci..>>
Questa posizione, secondo me, è scorretta soprattutto dal punto di vista dei principi dell'omeopatia. Ma anche dal punto di vista della psichiatria.
<<..Il mio dubbio è solo sul vermint..>>
Meno male che l'ha avuto questo dubbio, ma mi dispiace che su tutto il resto Lei non ha dubbi.. Vorrei ad esempio capire:
In base a che cosa il Suo medico omeopata è arrivato alla conclusione che Lei abbia "molti parassiti nocivi" ?
Quale è la diagnosi psichiatrica precisa ?
Da quanto tempo assume tutti e tre gli antidepressivi e a quali dosaggi ?
[#6]
Utente
Gentile dottore, mi ero limitato a chiedere un parere sul vermint in quanto avevo letto dell'interferenza con il succo di pompelmo, il mio "non ho dubbi" era solo riferito la fatto che non ero preoccupato dell 'interazione con gli psicofarmaci degli altri 2 integratori o preparati. Le sue domande sono pertinenti ma non avevo specificato altro era per non monopolizzare e dilungarmi con il mio problema che è cominciato con attacchi di panico 15 anni fa. Dopo alcuni anni di cura in cui sono stato bene nel 1999 ho avuto un inasprimento dei sintomi del panico con comparsa di ansia sempre e astenia con dolori muscolari, sintomi che mi hanno tenuto in casa per un anno e mezzo. Infatti solo nel 2001 l'attuale psichiatra che mi segue adesso pur con un mix di farmaci non proprio convenzionale (il mix non i farmaci) è riuscito a farmi migliorare. Nel 2007 ho ricominciato a peggiorare e nel 2009 ho avuto lo stesso tracollo di 10 anni prima. in questi 3 anni abbiamo fatto altre prove con altri farmaci ma solo con la cura precedente che faccio con le dosi di 75 mg anafranil, 20 mg paroxetina e 75 mg di zoloft sto un pò meglio, però solo un pò, non sto per niente bene. Io di dubbi ne ho purtoppo molti perchè vorrei stare meglio di come sto, faccio anche da 2 anni psicoterapia, e mi sono fatto visitare da altri psichiatri nel tempo ma la diagnosi è sempre la solita. Sono un nevrotico con sintomi agorafobici, molti psicosomatici, ho tratti ossesivi e alcuni sintomi depressivi . Questo almeno è quello che è emerso da visite e test. L'ultima l'ho fatta 10 gg fa anche c/o il CIM della mia città e la dottoressa ha detto che non sono psicotico, e menomale, e che la cura per lei va bene ma aumenterebbe un pò la sertralina. L'omeopatia l'ho scelta perchè per il mio psichiatra è acqua fresca e male di certo non mi può fare, speravo potesse farmi bene. Se vuole altre informazioni e vuol darmi un consiglio lo accetto volentieri. se non fosse stato così lontano (er me gli spostamenti anche modesti sono un problema) magari potevo prenotare una visita. Grazie
[#7]
Utente
Rispondo alle altre sue domande:
l'omeopata mi ha visitato sentito la pancia e ha fatto la diagnosi (l'ansia mi si manifesta molto spesso allo stomaco)
Perchè la terapia psichiatrica non funziona io non lo so, so che sono un paziente difficile perchè sensibile alle dosi anche modeste di un nuovo farmaco e lo psichiatra ha difficoltà a fare troppi cambiamenti per non perdere i miglioramenti faticosamente conquistati
La terapia se si eccettua lo zoloft che fino a 3 mesi fa era a 50 mg per il resto la faccio da 2 anni
Saluti
l'omeopata mi ha visitato sentito la pancia e ha fatto la diagnosi (l'ansia mi si manifesta molto spesso allo stomaco)
Perchè la terapia psichiatrica non funziona io non lo so, so che sono un paziente difficile perchè sensibile alle dosi anche modeste di un nuovo farmaco e lo psichiatra ha difficoltà a fare troppi cambiamenti per non perdere i miglioramenti faticosamente conquistati
La terapia se si eccettua lo zoloft che fino a 3 mesi fa era a 50 mg per il resto la faccio da 2 anni
Saluti
[#8]
Utente
Le dosi dei componenti che lei ritiene possano interferire con gli antidepressivi sono:
estratto secco pompelmo semi 100 mg per compressa
cascara 50 mg per compressa
tenaceto 25 mg per compressa
A me sono state prescritte 4 compresse al gg ai 2 pasti quindi 400 mg pompelmo, 200 mg cascara, 100mg tenaceto al giorno. Grazie
estratto secco pompelmo semi 100 mg per compressa
cascara 50 mg per compressa
tenaceto 25 mg per compressa
A me sono state prescritte 4 compresse al gg ai 2 pasti quindi 400 mg pompelmo, 200 mg cascara, 100mg tenaceto al giorno. Grazie
[#9]
Gentile utente,
"nevrotico con sintomi agorafobici, molti psicosomatici", "tratti ossesivi e alcuni sintomi depressivi", "non psicotico": tutto questo non è una diagnosi di un disturbo, ma una descrizione nella quale si orientano magari gli specialisti che La seguono da vicino, che forse La conoscono ormai meglio di persona. Per gli altri, come me, che non La segue, sono descrizioni generiche. La diagnosi serve anche per poter comunicare sul caso con gli specialisti che non La conoscono e per rendere le decisioni terapeutiche passibili all'eventuale analisi anche da parte degli altri specialisti. Questa diagnosi manca.
Lei scrive di fare la psicoterapia da due anni. Di che tipo ? Con quali risultati ? Si sente soddisfatto ?
Rispetto alla farmacoterapia "convenzionale", si potrebbe ipotizzare che, se in passato L'ha fatto migliorare, forse riuscirebbe anche ora (benché non è detto che con l'attuale associazione dei farmaci). Lei scrive che nel 2001 è stato usato un "mix" non proprio convenzionale dei farmaci: di quale associazione si è trattato ?
Quello che attrae la mia attenzione nella Sua cura attuale non è solo il fatto che è composta da tre farmaci antidepressivi, ma anche che ciascuno è utilizzato a dosaggio non pieno, come se si volesse essere cauti, di non esagerare con le dosi, come se si temesse gli effetti collaterali... Alla fine, tutti e tre farmaci potrebbero essere sottodosati, mentre il "vantaggio" della "dose cauta" di ciascuno potrebbe annullarsi dalle interazioni che possono aver luogo fra di loro. Coi limiti del consulto via internet, posso ipotizzare che solo uno o due di loro, ma a dosaggi pieni avrebbero avuto maggiore efficacia. Per sostenere tale tesi e per capire quali dei farmaci sono più necessari, è essenziale la diagnosi (della quale ho parlato alll'inizio di questa replica): ne bisogna parlare con il Suo specialista.
Rispetto alla cura omeopatica, purtroppo non posso condividere l'approccio né del Suo psichiatra, né il Suo, né dell'omeopata:
se si ritiene una cura "un acqua fresca", non la si può approvare; ha senso la combinazione dei due approcci solo se si ritiene che ciò sia di beneficio (se lo pensa Lei, ma non lo pensa lo psichiatra è un problema, perché è lo psichatra che indica la cura); dal punto di vista dei principi dell'omeopatia classica, la persona dovrebbe assumere solo la cura omeopatica (il che Le sconsiglierei, anzi, Le consiglierei di tornare alle combinazione delle sole cure farmacologiche "convenzionali" con la psicoterapia).
Rispetto ai contenuti del Vermint che Lei cita, meno male che sono noti, è un segno della precisione e della qualità nella produzione del rimedio. Tuttavia, al mio avviso, sono concentrazioni significative per poter dar luogo alle interazioni. Certamente, se non ci fossero le concentrazioni significative, il rimedio non avrebbe effetto vermifugo.
Sulla opportunità della terapia vermifuga ho qualche dubbio. Secondo me, l'esame obbiettivo non è sufficiente per stabilire la presenza dei parassiti. Se, per caso, il razionale della cura vermifuga è stato basato sulla presenza dei disturbi d'ansia, non approverei tale razionale. Forse l'omeopata, essendo comunque un medico, aveva anche dei motivi validi per sospettare la parassitosi, ma tale sospetto va verificato. Per cui, prima di intraprendere tale cura, Le consiglierei di rivolgersi al Medico di Base, riferirlo la situazione e la prescrizione dell'omeopata, e di fare, se il Medico di Base lo riterrà opportuno, la "coprocoltura" con l'obbiettivo preciso di ricerca dei parassiti.
"nevrotico con sintomi agorafobici, molti psicosomatici", "tratti ossesivi e alcuni sintomi depressivi", "non psicotico": tutto questo non è una diagnosi di un disturbo, ma una descrizione nella quale si orientano magari gli specialisti che La seguono da vicino, che forse La conoscono ormai meglio di persona. Per gli altri, come me, che non La segue, sono descrizioni generiche. La diagnosi serve anche per poter comunicare sul caso con gli specialisti che non La conoscono e per rendere le decisioni terapeutiche passibili all'eventuale analisi anche da parte degli altri specialisti. Questa diagnosi manca.
Lei scrive di fare la psicoterapia da due anni. Di che tipo ? Con quali risultati ? Si sente soddisfatto ?
Rispetto alla farmacoterapia "convenzionale", si potrebbe ipotizzare che, se in passato L'ha fatto migliorare, forse riuscirebbe anche ora (benché non è detto che con l'attuale associazione dei farmaci). Lei scrive che nel 2001 è stato usato un "mix" non proprio convenzionale dei farmaci: di quale associazione si è trattato ?
Quello che attrae la mia attenzione nella Sua cura attuale non è solo il fatto che è composta da tre farmaci antidepressivi, ma anche che ciascuno è utilizzato a dosaggio non pieno, come se si volesse essere cauti, di non esagerare con le dosi, come se si temesse gli effetti collaterali... Alla fine, tutti e tre farmaci potrebbero essere sottodosati, mentre il "vantaggio" della "dose cauta" di ciascuno potrebbe annullarsi dalle interazioni che possono aver luogo fra di loro. Coi limiti del consulto via internet, posso ipotizzare che solo uno o due di loro, ma a dosaggi pieni avrebbero avuto maggiore efficacia. Per sostenere tale tesi e per capire quali dei farmaci sono più necessari, è essenziale la diagnosi (della quale ho parlato alll'inizio di questa replica): ne bisogna parlare con il Suo specialista.
Rispetto alla cura omeopatica, purtroppo non posso condividere l'approccio né del Suo psichiatra, né il Suo, né dell'omeopata:
se si ritiene una cura "un acqua fresca", non la si può approvare; ha senso la combinazione dei due approcci solo se si ritiene che ciò sia di beneficio (se lo pensa Lei, ma non lo pensa lo psichiatra è un problema, perché è lo psichatra che indica la cura); dal punto di vista dei principi dell'omeopatia classica, la persona dovrebbe assumere solo la cura omeopatica (il che Le sconsiglierei, anzi, Le consiglierei di tornare alle combinazione delle sole cure farmacologiche "convenzionali" con la psicoterapia).
Rispetto ai contenuti del Vermint che Lei cita, meno male che sono noti, è un segno della precisione e della qualità nella produzione del rimedio. Tuttavia, al mio avviso, sono concentrazioni significative per poter dar luogo alle interazioni. Certamente, se non ci fossero le concentrazioni significative, il rimedio non avrebbe effetto vermifugo.
Sulla opportunità della terapia vermifuga ho qualche dubbio. Secondo me, l'esame obbiettivo non è sufficiente per stabilire la presenza dei parassiti. Se, per caso, il razionale della cura vermifuga è stato basato sulla presenza dei disturbi d'ansia, non approverei tale razionale. Forse l'omeopata, essendo comunque un medico, aveva anche dei motivi validi per sospettare la parassitosi, ma tale sospetto va verificato. Per cui, prima di intraprendere tale cura, Le consiglierei di rivolgersi al Medico di Base, riferirlo la situazione e la prescrizione dell'omeopata, e di fare, se il Medico di Base lo riterrà opportuno, la "coprocoltura" con l'obbiettivo preciso di ricerca dei parassiti.
[#10]
Utente
Gentile dottore la ringrazio per l'interessamento. Io le descrivo i sintomi che ho meglio che posso, non so come spiegare meglio la mia malattia. La psicoterapia che faccio è psicoanalitica, certo un pò mi aiuta, ne sarei più soddisfatto se mi facesse stare meglio di come sto. Prima di questa ne avevo fatta una di tipo cognitivo comportamentale per 1 anno, ma non mi trovavo bene con la terapeuta e comunque in quel periodo stavo anche molto peggio con i sintomi. Il mix che mi ha fatto migliorare nel 2001 è lo stesso che prendo adesso con le solite dosi, con l'aggiunta dell'edronax a 2 mg, ma oggi li stessi farmaci hanno un effetto meno significativo purtroppo. Le sue osservazioni sul dosaggio sono giuste, e credo che col mio psichiatra cercheremo di aumentare la sertralina per poter rimanere almeno con 2 antidepressivi (togliendo la paroxetina). Se non è stato fatto è perchè ho veramente difficoltà a gestire l'aumento dell'ansia e di altri sintomi fisici quando faccio anche un piccolo cambiamento di dose. Non ho mai pensato nemmeno per un attimo di fare solo la cura omeopatica, e conoscendo il pensiero dell' omeopatia classica ho chiesto al mio attuale omeopata se fosse un problema che io facessi un altra cura "tradizionale". Mi ha detto che per lui non c'era nessun problema e non ha mai nemmeno chiesto che farmaci prendessi, sa solo che sono psicofarmaci. Credo che seguiro il suo consiglio, ne parlerò anche col medico e al massimo per vedere se ho proprio bisogno del vermint farò l'esame che mi ha suggerito. La ringrazio e la saluto.
[#11]
Utente
Gentile dottore le scrivo solo per aggiornarla su un'affermazione fatta dall'omeopata naturopata a cui mi ero rivolto. Gli ho espresso i dubbi circa la fattibilità della sua terapia in concomitanza con gli psicofarmaci ,e gli ho anche detto che il mio medico di base mi ha consigliato di fare eventualmente un esame per verificare la presenza dei parassiti. Mi ha risposto che : "Gli esami culturali delle feci, negli adulti, risultano quasi sempre negativi, anche se le infestazioni ci sono, prova per me evidente e risolutiva ne è che
disinfestandosi guariscono". Che ragionamento è? Lei che ne pensa? Grazie.
disinfestandosi guariscono". Che ragionamento è? Lei che ne pensa? Grazie.
[#12]
Gentile utente,
il ragionamento del Suo omeopata:
"Gli esami culturali delle feci, negli adulti, risultano quasi sempre negativi, anche se le infestazioni ci sono, prova per me evidente e risolutiva ne è che
disinfestandosi guariscono".
Purtroppo non posso confermare che la "prova .. evidente e risolutiva ne è che
disinfettandosi guariscono", nel senso che le parassitosi sono malattie croniche e spesso silenti, e con un miglioramento temporaneo si può avere anche una apparenza della guarigione.
In generale, sia la prima che la seconda parte dell'affermazione avrebbero avuto forse senso nel contesto della pratica di un medico di famiglia di anni fa o anche oggi nei luoghi nei quali i rispettivi accertamenti non sono facilmente accessibili, ed il medico deve fidarsi quasi esclusivamente dell'esame obbiettivo. Devo fare una parntesi che anche nelle tradizioni dell'omeopatia l'esame obbiettivo è fra i mezzi di indagine principali (anzi, storicamente l'esame obbiettivo è un contributo importante dell'omeopatia alla medicina convenzionale).
Tuttavia, ci troviamo fuori di tale contesto storico e, secondo me, soprattutto fuori delle competenze:
individuare e curare la parassitosi (e con una cura allopatica) è il compito del medico di base e non dell'omeopata.
E' possibile un conflitto fra le dottrine, perché in fondo l'omeopatia si propone come un approccio alternativo alle medicine convenzionali non solo nell'ambito delle malattie psichiche, ma anche nelle altri ambiti della medicina, e ci sono le persone seguiti dagli omeopati anche nella funzione dei medici di base, perché hanno scelto l'omeopatia al posto della medicina convenzionale.
Dunque, secondo me, bisogna scegliere: o l'omeopatia, o la medicina convenzionale (medico di base, psichiatra).
Sono d'accordo con il commento del Dr Garbolino fatto prima in questa discussione (che sia poco produttivo affidarsi contemporaneamente a due ipotesi differenti).
il ragionamento del Suo omeopata:
"Gli esami culturali delle feci, negli adulti, risultano quasi sempre negativi, anche se le infestazioni ci sono, prova per me evidente e risolutiva ne è che
disinfestandosi guariscono".
Purtroppo non posso confermare che la "prova .. evidente e risolutiva ne è che
disinfettandosi guariscono", nel senso che le parassitosi sono malattie croniche e spesso silenti, e con un miglioramento temporaneo si può avere anche una apparenza della guarigione.
In generale, sia la prima che la seconda parte dell'affermazione avrebbero avuto forse senso nel contesto della pratica di un medico di famiglia di anni fa o anche oggi nei luoghi nei quali i rispettivi accertamenti non sono facilmente accessibili, ed il medico deve fidarsi quasi esclusivamente dell'esame obbiettivo. Devo fare una parntesi che anche nelle tradizioni dell'omeopatia l'esame obbiettivo è fra i mezzi di indagine principali (anzi, storicamente l'esame obbiettivo è un contributo importante dell'omeopatia alla medicina convenzionale).
Tuttavia, ci troviamo fuori di tale contesto storico e, secondo me, soprattutto fuori delle competenze:
individuare e curare la parassitosi (e con una cura allopatica) è il compito del medico di base e non dell'omeopata.
E' possibile un conflitto fra le dottrine, perché in fondo l'omeopatia si propone come un approccio alternativo alle medicine convenzionali non solo nell'ambito delle malattie psichiche, ma anche nelle altri ambiti della medicina, e ci sono le persone seguiti dagli omeopati anche nella funzione dei medici di base, perché hanno scelto l'omeopatia al posto della medicina convenzionale.
Dunque, secondo me, bisogna scegliere: o l'omeopatia, o la medicina convenzionale (medico di base, psichiatra).
Sono d'accordo con il commento del Dr Garbolino fatto prima in questa discussione (che sia poco produttivo affidarsi contemporaneamente a due ipotesi differenti).
[#13]
Utente
Grazie per la risposta e concordo sul fatto che sia poco produttivo affidarsi a due ipotesi differenti, in realtà io forse illudendomi o forse non avendo individuato il medico giusto cercavo un'ipotesi complementare, cioè come oggi sempre più spesso avviene anche negli ospedali, un'affiancamento delle medicine non convenzionali alla medicina ufficiale. Quello voleva essere il mio scopo.........
[#14]
<<..un'affiancamento delle medicine non convenzionali alla medicina ufficiale..>>
Questa ipotesi avrebbe potuto avere senso ad esempio nel caso dei rimedi erboristici, che hanno un'affinità con la medicina "ufficiale", perché molti principi attivi che usa la medicina convenzionale sono stati trovati inizialmente nella natura, e perché nel ragionamento clinico si seguono gli stessi principi.
Lei ha scelto invece l'omeopatia.. L'omeopatia non è un "sinonimo" di "medicine non convenzionali", è solo una di queste ed è una scuola abbastanza particolare. Perché proprio l'omeopatia ?
Comunque, se lo scopo voleva essere "un'affiancamento delle medicine non convenzionali alla medicina ufficiale",
perché non iniziare dallo stile di vita, dagli abitudini alimentari e voluttuari, dal regime della giornata, dal tipo e dal livello dell'attività fisica ed intellettuale che si svolge durante la giornata ? Perché non pensare di ottimizzare l'approccio psicoterapeutico ?
Le medicine non convenzionali non sono soltanto "i rimedi da introdurre nel nostro corpo". Se fosse solo così, allora cambierebbe poco, e ci sarebbe poca complementarietà rispetto ai rimedi prescritti dal medico di medicina "ufficiale", sarebbe piuttosto un buon metodo per autoingannarsi, pensando di fare una "cosa diversa".
Può visitare gli articoli nella sezione di Medicine Non Convenzionali di questo sito, chiedere un consulto anche a loro. Comunque, è importante concordare le cure sempre con il Suo psichiatra.
Coi limiti di un consulto via internet, sospetto che il problema possa essere non tanto il trovare "un approccio complementare", ma il NON trovare l'approccio ottimale da parte dello psichiatra e nella psicoterapia. Il problema potrebbe riguardare più il rapporto con le persone alle quali Lei si affida in qualità di professionisti (prendere o meno sul serio il Suo caso, il grado di attenzione, il grado di fiducia che può dare Lei, ecc..). E' un'ipotesi.
Questa ipotesi avrebbe potuto avere senso ad esempio nel caso dei rimedi erboristici, che hanno un'affinità con la medicina "ufficiale", perché molti principi attivi che usa la medicina convenzionale sono stati trovati inizialmente nella natura, e perché nel ragionamento clinico si seguono gli stessi principi.
Lei ha scelto invece l'omeopatia.. L'omeopatia non è un "sinonimo" di "medicine non convenzionali", è solo una di queste ed è una scuola abbastanza particolare. Perché proprio l'omeopatia ?
Comunque, se lo scopo voleva essere "un'affiancamento delle medicine non convenzionali alla medicina ufficiale",
perché non iniziare dallo stile di vita, dagli abitudini alimentari e voluttuari, dal regime della giornata, dal tipo e dal livello dell'attività fisica ed intellettuale che si svolge durante la giornata ? Perché non pensare di ottimizzare l'approccio psicoterapeutico ?
Le medicine non convenzionali non sono soltanto "i rimedi da introdurre nel nostro corpo". Se fosse solo così, allora cambierebbe poco, e ci sarebbe poca complementarietà rispetto ai rimedi prescritti dal medico di medicina "ufficiale", sarebbe piuttosto un buon metodo per autoingannarsi, pensando di fare una "cosa diversa".
Può visitare gli articoli nella sezione di Medicine Non Convenzionali di questo sito, chiedere un consulto anche a loro. Comunque, è importante concordare le cure sempre con il Suo psichiatra.
Coi limiti di un consulto via internet, sospetto che il problema possa essere non tanto il trovare "un approccio complementare", ma il NON trovare l'approccio ottimale da parte dello psichiatra e nella psicoterapia. Il problema potrebbe riguardare più il rapporto con le persone alle quali Lei si affida in qualità di professionisti (prendere o meno sul serio il Suo caso, il grado di attenzione, il grado di fiducia che può dare Lei, ecc..). E' un'ipotesi.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 13.7k visite dal 24/04/2012.
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