Uso di abilify
[#1]
Gentile utente,
potrebbe trattarsi di un effetto collaterale del farmaco che Lei assume. Di tale effetto collaterale bisogna informare lo psichiatra che La segue (è stato informato?), il quale deve decidere per la strategia più ottimale (che cosa ha proposto il Suo specialista?).
Via internet non si può prescrivere le cure e non si può curare un sintomo in modo distaccato dal resto della malattia e della cura.
potrebbe trattarsi di un effetto collaterale del farmaco che Lei assume. Di tale effetto collaterale bisogna informare lo psichiatra che La segue (è stato informato?), il quale deve decidere per la strategia più ottimale (che cosa ha proposto il Suo specialista?).
Via internet non si può prescrivere le cure e non si può curare un sintomo in modo distaccato dal resto della malattia e della cura.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#3]
Conviene rediscutere la situazione con lo psichiatra:
- è possibile che la dose dell'Akineton (biperidene) sia stata insufficiente
- è possibile che abbia senso di valutare un altro farmaco antipsicotico in alternativa all'Abilify (aripiprazolo)
La cura farmacologica nei disturbi "psicotici" può essere necessaria a lungo termine, ed è importante che sia ben tollerata, per cui non deve temere di contattare il Suo specialista, di fare assieme con lui anche più tentativi di modificare la cura, se ci sono gli effetti collaterali (ma non farlo da solo).
Comunque la "psicosi" è una definizione generica, ci sono disturbi "psicotici" di vario tipo, ed il programma e la durata di cura per ogni forma possono essere diversi: conviene che il Suo specialista specifichi meglio anche la diagnosi e Le spieghi il programma di cure nel Suo caso individuale.
- è possibile che la dose dell'Akineton (biperidene) sia stata insufficiente
- è possibile che abbia senso di valutare un altro farmaco antipsicotico in alternativa all'Abilify (aripiprazolo)
La cura farmacologica nei disturbi "psicotici" può essere necessaria a lungo termine, ed è importante che sia ben tollerata, per cui non deve temere di contattare il Suo specialista, di fare assieme con lui anche più tentativi di modificare la cura, se ci sono gli effetti collaterali (ma non farlo da solo).
Comunque la "psicosi" è una definizione generica, ci sono disturbi "psicotici" di vario tipo, ed il programma e la durata di cura per ogni forma possono essere diversi: conviene che il Suo specialista specifichi meglio anche la diagnosi e Le spieghi il programma di cure nel Suo caso individuale.
[#6]
Gentile utente,
le indicazioni alla durata della cura dà lo specialista curante che La conosce meglio degli altri medici. Mi fa piacere che Lei si sente meglio, ma non si decide da solo la durata della cura. Anzi, aggiungerei che la durata della cura nel caso della psicosi normalmente non si può prevedere a priori, ma deve essere valutata in base all'evoluzione e in base alla durata dello stato di compenso (per un disturbo "psicotico" dopo sei mesi è presto fare le conclusioni).
<<..Ulteriore problema: mi viene l'impulso di muovere il braccio sinistro da solo..>>
Molto probbilmente, non è "un ulteriore problema", ma potrebbe far parte sempre dei sintomi collaterali del farmaco.
Diciamo le cose in modo più concreto: Lei non tollera l'Abilify e sente che per Lei sono sufficienti già sei mesi (visto che non sono solo "rose e fiori", ma anche i sintomi collaterali). No ?
Ma cerchiamo di non confondere il farmaco con il disturbo da curare:
a) la Terapia quasi di sicuro va cambiata (e bisogna parlarne con il Suo psichiatra, perché spetta a lui la decisione del come farlo; o, se avrete difficoltà, chiedete un consulto agli specialisti dell'Ospedale che l'hanno prescritta). (In ogni modo la stima della durata di cura che hanno dato non significa il "fai-da-te", ovvero non significa che Lei debba sospendere o sostituire la cura da solo).
Ma questo non va confuso con il disturbo per il quale è stata prescritta:
b) il Disturbo va definito meglio dal Suo curante, con più precisione (la "psicosi" può significare diverse cose, anche nei termini della previsione a lungo termine). Quello che riesce ad avvertire la persona stessa (Lei) nei termini di miglioramento o di peggioramento è solo una parte ed è necessaria anche la valutazione da parte dello specialista, il quale dà il proprio parere, le rispettive indicazioni e concorda con Lei il da farsi.
A prescindere dalle concrete scelte terapeutiche in ogni caso individuale, le malattie psichiche sono, per loro natura, fenomeni radicati nella vita della persona, e non si può parlarne come degli episodi isolati da tutto il resto della vita. Soprattutto se parliamo dei disturbi accomunati nella categoria delle "psicosi".
le indicazioni alla durata della cura dà lo specialista curante che La conosce meglio degli altri medici. Mi fa piacere che Lei si sente meglio, ma non si decide da solo la durata della cura. Anzi, aggiungerei che la durata della cura nel caso della psicosi normalmente non si può prevedere a priori, ma deve essere valutata in base all'evoluzione e in base alla durata dello stato di compenso (per un disturbo "psicotico" dopo sei mesi è presto fare le conclusioni).
<<..Ulteriore problema: mi viene l'impulso di muovere il braccio sinistro da solo..>>
Molto probbilmente, non è "un ulteriore problema", ma potrebbe far parte sempre dei sintomi collaterali del farmaco.
Diciamo le cose in modo più concreto: Lei non tollera l'Abilify e sente che per Lei sono sufficienti già sei mesi (visto che non sono solo "rose e fiori", ma anche i sintomi collaterali). No ?
Ma cerchiamo di non confondere il farmaco con il disturbo da curare:
a) la Terapia quasi di sicuro va cambiata (e bisogna parlarne con il Suo psichiatra, perché spetta a lui la decisione del come farlo; o, se avrete difficoltà, chiedete un consulto agli specialisti dell'Ospedale che l'hanno prescritta). (In ogni modo la stima della durata di cura che hanno dato non significa il "fai-da-te", ovvero non significa che Lei debba sospendere o sostituire la cura da solo).
Ma questo non va confuso con il disturbo per il quale è stata prescritta:
b) il Disturbo va definito meglio dal Suo curante, con più precisione (la "psicosi" può significare diverse cose, anche nei termini della previsione a lungo termine). Quello che riesce ad avvertire la persona stessa (Lei) nei termini di miglioramento o di peggioramento è solo una parte ed è necessaria anche la valutazione da parte dello specialista, il quale dà il proprio parere, le rispettive indicazioni e concorda con Lei il da farsi.
A prescindere dalle concrete scelte terapeutiche in ogni caso individuale, le malattie psichiche sono, per loro natura, fenomeni radicati nella vita della persona, e non si può parlarne come degli episodi isolati da tutto il resto della vita. Soprattutto se parliamo dei disturbi accomunati nella categoria delle "psicosi".
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 6.9k visite dal 16/04/2012.
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