Sospensione halcion
Buon giorno.
Mia madre (80 anni) è attualmente ricoverata presso un ospedale del sud da circa due mesi a seguito di una frattura al femore e successivo intervento operatorio con applicazione di protesi. Attualmente fa fisioterapia. Da una settimana è insorto all'improvviso un brusco calo dell'umore, dell'attenzione con difficoltà a ricordare avvenimenti anche recenti e sonnolenza durante il giorno. Se interrogata, prima di rispondere, si sofferma per pensare un poco e poi risponde. Insomma mi sembra come fosse stordita. C'è da dire anche che da quindici giorni non riesce a mangiare assolutamente niente a causa di fastidiosi conati di vomito che insorgono non appena deglutisce il primo boccone. Sta andando avanti con le flebo dato che ormai non ha più le forze neanche per stare seduta. Ora sono in corso degli accertamenti per questo sintomo. Quello che più mi preoccupa è però questo stato di torpore a livello della psiche e dell'intelletto. C'è una cosa molto importante che ho scoperto solo in questi giorni. Mia madre abusava delle benzodiazepine assunto attraverso l'Halcion con 2 o 3 capsule da 0,25 per diversi anni. Com'è ovvio è subentrata assuefazione ed ora in ospedale gli è stata ridotta la dose. Vedendola ora in questo stato di assenza assoluta di forze fisiche e sonnolenza durante il giorno ho richiesto ai medici di poter sospendere il farmaco e così è stato fatto. Sono passati tre giorni dalla sospensione ma la situazione non è cambiata. Ora vorrei chiedere se questa caduta fisica e psicologica improvvisa con i sintomi che ho descritto sopra può essere dovuta alla riduzione della dose di Halcion. La sospensione totale può peggiorare la situazione con accentuazione dei sistomi? Come può uscire da questa dipendenza considerato che mia madre ha 80 anni?
Grazie anticipate per la risposta.
Mia madre (80 anni) è attualmente ricoverata presso un ospedale del sud da circa due mesi a seguito di una frattura al femore e successivo intervento operatorio con applicazione di protesi. Attualmente fa fisioterapia. Da una settimana è insorto all'improvviso un brusco calo dell'umore, dell'attenzione con difficoltà a ricordare avvenimenti anche recenti e sonnolenza durante il giorno. Se interrogata, prima di rispondere, si sofferma per pensare un poco e poi risponde. Insomma mi sembra come fosse stordita. C'è da dire anche che da quindici giorni non riesce a mangiare assolutamente niente a causa di fastidiosi conati di vomito che insorgono non appena deglutisce il primo boccone. Sta andando avanti con le flebo dato che ormai non ha più le forze neanche per stare seduta. Ora sono in corso degli accertamenti per questo sintomo. Quello che più mi preoccupa è però questo stato di torpore a livello della psiche e dell'intelletto. C'è una cosa molto importante che ho scoperto solo in questi giorni. Mia madre abusava delle benzodiazepine assunto attraverso l'Halcion con 2 o 3 capsule da 0,25 per diversi anni. Com'è ovvio è subentrata assuefazione ed ora in ospedale gli è stata ridotta la dose. Vedendola ora in questo stato di assenza assoluta di forze fisiche e sonnolenza durante il giorno ho richiesto ai medici di poter sospendere il farmaco e così è stato fatto. Sono passati tre giorni dalla sospensione ma la situazione non è cambiata. Ora vorrei chiedere se questa caduta fisica e psicologica improvvisa con i sintomi che ho descritto sopra può essere dovuta alla riduzione della dose di Halcion. La sospensione totale può peggiorare la situazione con accentuazione dei sistomi? Come può uscire da questa dipendenza considerato che mia madre ha 80 anni?
Grazie anticipate per la risposta.
[#1]
Gentile utente,
la dose di Halcion assunta non e' eccessiva seppur in dipendenza.
La sintomatologia descritta e' comune negli anziani ospedalizzati in quanto perdono i propri punti di riferimento che erano all'interno dell'abitazione.
Attualmente le cure da effettuare riguardano tutti gli aspetti della rottura del femore e della fisioterapia.
Sarebbe opportuno ridurre gradualmente l'Halcion.
la dose di Halcion assunta non e' eccessiva seppur in dipendenza.
La sintomatologia descritta e' comune negli anziani ospedalizzati in quanto perdono i propri punti di riferimento che erano all'interno dell'abitazione.
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Sarebbe opportuno ridurre gradualmente l'Halcion.
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[#2]
Gentile utente,
la sospensione di una benzodiazepina andrebbe sempre effettuata gradualmente, soprattutto quando la somministrazione avviene da così tanto tempo. Probabilmente, a parte la sua richiesta, i medici hanno ritenuto di sospendere bruscamente visto lo stato di torpore. Tale sintomatologia è comune nelle persone anziane, soprattutto in seguito ad interventi di chirurgia che provocano immobilizzazione. Forse potrebbe essere utile integrare la terapia infusionale con farmaci che aumentino il trofismo cerebrale (tipo colina etc.), da usare con moderazione per evitare ansia o agitazione.
Cordiali saluti
la sospensione di una benzodiazepina andrebbe sempre effettuata gradualmente, soprattutto quando la somministrazione avviene da così tanto tempo. Probabilmente, a parte la sua richiesta, i medici hanno ritenuto di sospendere bruscamente visto lo stato di torpore. Tale sintomatologia è comune nelle persone anziane, soprattutto in seguito ad interventi di chirurgia che provocano immobilizzazione. Forse potrebbe essere utile integrare la terapia infusionale con farmaci che aumentino il trofismo cerebrale (tipo colina etc.), da usare con moderazione per evitare ansia o agitazione.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Utente
Gentilissimi dottori Ruggero e Mrtiadis,
aggiorno la situazione di mia madre aggravatasi sempre di più.
L'ospedale presso cui è stata ricoverata per 40 giorni (fisioterapia per frattura femore) l'ha dimessa due giorni fa. Sulla lettera d'uscita è stato menzionato anche uno stato di sindrome depressiva. Questa è la definizione, secondo il parere dei medici, di quello stato di cui parlavo prima. Prima delle dimissioni la situazione comunque si era ulteriormente aggravata per poi precipitare durante la prima notte passata in casa. Al mattino infatti non parlava più, sguardo assente senza battere le palpebre, respiro veloce e affannoso, polso non riscontrabile, se chiamata non rispondeva. Non riuscivo a prendergli la pressione nè con lo strumento elettronico nè con quello tradizionale in quanto non udivo i battiti. Ho chiamato subito il 118 ed al pronto soccorso hanno riscontrato ipotermia e scompenso metabolico, acidosi, ecc.. insomma una situazione gravissima come di una persona che non mangia da molti giorni e che è stata tenuta al freddo.
Da ieri è in rianimazione e le condizioni rimangono gravi ma stazionarie. I medici mi hanno detto che di solito in queste condizioni segue il decesso.
Ora vi chiedo solo una cosa, dopo quanti giorni questo stato può verificarsi? Lo chiedo perchè vorrei capire e, se possibile, verificare se vi sono delle responsabilità da parte della struttura ospedaliera che l'ha tenuta per tutti questi giorni. Mi interesserebbe sapere se esistono dei parametri di valutazione che possono preannunciare uno stato così grave di scompenso metabolico e questa demenza instaurata da una decina di giorni ma che gradualmente l'ha portata a non poter parlare, a non ragionare, a non riconoscere persone, ecc.., insomma, se sono stati fatti tutti gli esami del caso per poter accorgersi in tempo di quello che stava sccedendo al suo arganismo perchè uno stato per così dire vegetale in una persona che ha superato brillantemente un'intervento al femore e che stava riprendendo a camminare non può secondo me passare così "inosservato" in un ospedale.
Da incompetente attribuivo il tutto all'astinenza da benzodiazepine ma mi rendo conto ora che ci sono fattori ben più importanti e sinceramente non credo che tutto questo possa essere la conseguenza di una sindrome depressiva così come l'hanno definita i medici del reparto che l'ha tenuta tanti giorni.
Per sintetizzare chiedo solo questo:
- in quanti giorni in un organismo può instaurarsi uno scompenso metabolico.
- lo stato di ipotermia può essere una conseguenza di questo scompenso o può esserne anche la causa?
Vi ringrazio della vostra diponibilità e confido in una vostra risposta anche se ormai credo che non sia la sezione più adatta per questo tipo di domande.
aggiorno la situazione di mia madre aggravatasi sempre di più.
L'ospedale presso cui è stata ricoverata per 40 giorni (fisioterapia per frattura femore) l'ha dimessa due giorni fa. Sulla lettera d'uscita è stato menzionato anche uno stato di sindrome depressiva. Questa è la definizione, secondo il parere dei medici, di quello stato di cui parlavo prima. Prima delle dimissioni la situazione comunque si era ulteriormente aggravata per poi precipitare durante la prima notte passata in casa. Al mattino infatti non parlava più, sguardo assente senza battere le palpebre, respiro veloce e affannoso, polso non riscontrabile, se chiamata non rispondeva. Non riuscivo a prendergli la pressione nè con lo strumento elettronico nè con quello tradizionale in quanto non udivo i battiti. Ho chiamato subito il 118 ed al pronto soccorso hanno riscontrato ipotermia e scompenso metabolico, acidosi, ecc.. insomma una situazione gravissima come di una persona che non mangia da molti giorni e che è stata tenuta al freddo.
Da ieri è in rianimazione e le condizioni rimangono gravi ma stazionarie. I medici mi hanno detto che di solito in queste condizioni segue il decesso.
Ora vi chiedo solo una cosa, dopo quanti giorni questo stato può verificarsi? Lo chiedo perchè vorrei capire e, se possibile, verificare se vi sono delle responsabilità da parte della struttura ospedaliera che l'ha tenuta per tutti questi giorni. Mi interesserebbe sapere se esistono dei parametri di valutazione che possono preannunciare uno stato così grave di scompenso metabolico e questa demenza instaurata da una decina di giorni ma che gradualmente l'ha portata a non poter parlare, a non ragionare, a non riconoscere persone, ecc.., insomma, se sono stati fatti tutti gli esami del caso per poter accorgersi in tempo di quello che stava sccedendo al suo arganismo perchè uno stato per così dire vegetale in una persona che ha superato brillantemente un'intervento al femore e che stava riprendendo a camminare non può secondo me passare così "inosservato" in un ospedale.
Da incompetente attribuivo il tutto all'astinenza da benzodiazepine ma mi rendo conto ora che ci sono fattori ben più importanti e sinceramente non credo che tutto questo possa essere la conseguenza di una sindrome depressiva così come l'hanno definita i medici del reparto che l'ha tenuta tanti giorni.
Per sintetizzare chiedo solo questo:
- in quanti giorni in un organismo può instaurarsi uno scompenso metabolico.
- lo stato di ipotermia può essere una conseguenza di questo scompenso o può esserne anche la causa?
Vi ringrazio della vostra diponibilità e confido in una vostra risposta anche se ormai credo che non sia la sezione più adatta per questo tipo di domande.
[#4]
Gentile utente,
il quadro descritto e' molto frequente nei soggetti anziani ospedalizzati, senza che si possano ravvisare responsabilita' di alcuno in queste situazioni.
Puo' valutare le cartelle cliniche della dimissione dove viene spesso indicato se il paziente si alimenta o vengono utilizzati dei presidi alternativi.
il quadro descritto e' molto frequente nei soggetti anziani ospedalizzati, senza che si possano ravvisare responsabilita' di alcuno in queste situazioni.
Puo' valutare le cartelle cliniche della dimissione dove viene spesso indicato se il paziente si alimenta o vengono utilizzati dei presidi alternativi.
[#5]
Gentile utente,
innanzitutto le auguro che sua madre possa riprendersi da questa grave situazione. Per quanto riguarda le sue domande, posso dirle, come ha già fatto il Dott. Ruggiero, che queste situazioni di aggravamento così rapido e inaspettato delle condizioni generali sono frequenti in soggetti molto anziani sottoposti a stress notevoli quali interventi chirurgici e ospedalizzazioni prolungate.
Tuttavia, se lei dovesse avere dubbi sull'assistenza prestata a sua madre deve richiedere copia della cartella clinica e farla esaminare ad uno specialista di sua fiducia (internista o geriatra o medico legale) per ravvisare eventuali omissioni.
Cordiali saluti
innanzitutto le auguro che sua madre possa riprendersi da questa grave situazione. Per quanto riguarda le sue domande, posso dirle, come ha già fatto il Dott. Ruggiero, che queste situazioni di aggravamento così rapido e inaspettato delle condizioni generali sono frequenti in soggetti molto anziani sottoposti a stress notevoli quali interventi chirurgici e ospedalizzazioni prolungate.
Tuttavia, se lei dovesse avere dubbi sull'assistenza prestata a sua madre deve richiedere copia della cartella clinica e farla esaminare ad uno specialista di sua fiducia (internista o geriatra o medico legale) per ravvisare eventuali omissioni.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 17.9k visite dal 13/02/2008.
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