Parauresis
Gentili dottori,
avevo già scritto in precedenza e vostri consigli mi sono stati molto utili e i miei problemi con il tempo sono andati migliorando, anzi sono spariti. Ne è rimasto uno per il quale vorrei chiedervi aiuto: sono una ragazza giovane di 18 anni e tra poco partirò per una gita scolastica. Fin da quando era piccola ho sempre avuto problemi ad urinare in luoghi pubblici, in particolare agli autogrill, quando fuori c'è molta gente. Sono molto preoccupata perchè le gite scolastiche sono sempre state un problema proprio per questo, ore intere senza andare in bagno. La mia psicologa dice che è un problema di cui non ha mai sentito parlare e che non saprebbe bene come affrontare la cosa. Io vorrei tanto potermi godere questo viaggio in tutta tranquillità. Cosa posso fare? Non c'è un modo per poter risolvere tale problema? So che in realtà diversa gente ne soffre! Io sono sempre preoccupata che possa poi rischiare di avere un problema serio a livello fisiologico durante uno di questi viaggi e questo aumenta ancora di più la mia paura e di consguenza il problema! Il viaggio sarà molto lungo, circa 11 ore e io non so proprio come fare.
Vi ringrazio di cuore per la disponibilità.
Cordiali saluti
avevo già scritto in precedenza e vostri consigli mi sono stati molto utili e i miei problemi con il tempo sono andati migliorando, anzi sono spariti. Ne è rimasto uno per il quale vorrei chiedervi aiuto: sono una ragazza giovane di 18 anni e tra poco partirò per una gita scolastica. Fin da quando era piccola ho sempre avuto problemi ad urinare in luoghi pubblici, in particolare agli autogrill, quando fuori c'è molta gente. Sono molto preoccupata perchè le gite scolastiche sono sempre state un problema proprio per questo, ore intere senza andare in bagno. La mia psicologa dice che è un problema di cui non ha mai sentito parlare e che non saprebbe bene come affrontare la cosa. Io vorrei tanto potermi godere questo viaggio in tutta tranquillità. Cosa posso fare? Non c'è un modo per poter risolvere tale problema? So che in realtà diversa gente ne soffre! Io sono sempre preoccupata che possa poi rischiare di avere un problema serio a livello fisiologico durante uno di questi viaggi e questo aumenta ancora di più la mia paura e di consguenza il problema! Il viaggio sarà molto lungo, circa 11 ore e io non so proprio come fare.
Vi ringrazio di cuore per la disponibilità.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
essere a disagio urinando nei luoghi pubblici potrebbe essere anche una cosa normale, non necessariamente patologico. E' possibile che anche gli altri partecipanti alla gita provano lo stasso disagio, ma in qualche modo riescono a superarlo. Durante la gita Lei probabilmente non sarà l'unica in questa situazione.
Divero sarebbe il problema se la persona prova un'ansia già in anticipo a quello che può succedere, ad di poter avere il bisogno di urinare nei momenti nei quali non lo può fare o di non poter trovare un luogo adatto per farlo. Talvolta tali ansie possono far venire il bisogno di urinare anche quando in realtà l'organismo non ne ha bisogno subito. In tali casi il quadro clinico può avvicinarsi a quei disturbi che si chiamano le "fobie", e l'approccio terapeutico può essere simile a quello per le altre forme delle "fobie". E' una ipotesi. Può parlare di questa ipotesi con la psicologa.
essere a disagio urinando nei luoghi pubblici potrebbe essere anche una cosa normale, non necessariamente patologico. E' possibile che anche gli altri partecipanti alla gita provano lo stasso disagio, ma in qualche modo riescono a superarlo. Durante la gita Lei probabilmente non sarà l'unica in questa situazione.
Divero sarebbe il problema se la persona prova un'ansia già in anticipo a quello che può succedere, ad di poter avere il bisogno di urinare nei momenti nei quali non lo può fare o di non poter trovare un luogo adatto per farlo. Talvolta tali ansie possono far venire il bisogno di urinare anche quando in realtà l'organismo non ne ha bisogno subito. In tali casi il quadro clinico può avvicinarsi a quei disturbi che si chiamano le "fobie", e l'approccio terapeutico può essere simile a quello per le altre forme delle "fobie". E' una ipotesi. Può parlare di questa ipotesi con la psicologa.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Gentile dottore,
la ringrazio per la sua risposta ! Sono consapevole del fatto che il mio problema sia prettamente psicologico. Tutto ciò accade solo quando so che sono in un luogo pubblico. Quando sento le voci intorno a me, o solamente penso a coloro che sono fuori mi blocco. Ed è un blocco vero perchè anche se mi sforzo non riesco proprio a fare pipì. Partirò la prossima settimana ed una terapia sarebbe dal punto di vista del tempo impossibile da intraprendere. Quindi volevo sapere se ci potrebbe essere qualcosa che mi potrebbe aiutare a stare rilassata, tipo un rimedio omeopatico o anche un calmante(non le sto ovviamente chiedendo di prescrivermelo, so che è impossibile, ma solo per sapere se esiste una soluzione farmacologica o omopatica ad un problema del genere). Anche il solo sapere che in un modo paradossale "anche se non faccio pipì non è grave" potrebbe aiutarmi. Credo che il problema sia lì, che io temo da morire cosa può succedere se sto dalle 6 del mattino alle 6 di sera senza fare pipì. Sono stata tentata di non partire, ma non voglio arrendermi così.
La ringrazio per la sua risposta.
Cordiali saluti
la ringrazio per la sua risposta ! Sono consapevole del fatto che il mio problema sia prettamente psicologico. Tutto ciò accade solo quando so che sono in un luogo pubblico. Quando sento le voci intorno a me, o solamente penso a coloro che sono fuori mi blocco. Ed è un blocco vero perchè anche se mi sforzo non riesco proprio a fare pipì. Partirò la prossima settimana ed una terapia sarebbe dal punto di vista del tempo impossibile da intraprendere. Quindi volevo sapere se ci potrebbe essere qualcosa che mi potrebbe aiutare a stare rilassata, tipo un rimedio omeopatico o anche un calmante(non le sto ovviamente chiedendo di prescrivermelo, so che è impossibile, ma solo per sapere se esiste una soluzione farmacologica o omopatica ad un problema del genere). Anche il solo sapere che in un modo paradossale "anche se non faccio pipì non è grave" potrebbe aiutarmi. Credo che il problema sia lì, che io temo da morire cosa può succedere se sto dalle 6 del mattino alle 6 di sera senza fare pipì. Sono stata tentata di non partire, ma non voglio arrendermi così.
La ringrazio per la sua risposta.
Cordiali saluti
[#3]
Gentile utente,
Lei scrive:
<<...Quindi volevo sapere se ci potrebbe essere qualcosa che mi potrebbe aiutare a stare rilassata, tipo un rimedio omeopatico o anche un calmante(non le sto ovviamente chiedendo di prescrivermelo, so che è impossibile, ma solo per sapere se esiste una soluzione farmacologica o omopatica ad un problema del genere)...>>
Non riesco a capirLa. DirLe che esiste un rimedio farmacologico è diverso da suggerirlo a Lei ? Che magari, anche se dico che non lo posso prescrivere, poi Lei lo va a cercare comunque ?
E' ovvio che nel mondo di oggi ci sono i farmaci (convenzionali, omeopatici o altri) per qualsiasi cosa uno vuole...
Il problema è se sono indicati nel Suo caso, e, con tutti i limiti di un consulto via internet, mi permetto di dubitare che la soluzione farmacologica in questo caso sia indicata.
Lei scrive:
<<..Sono stata tentata di non partire, ma non voglio arrendermi così..>>
Di fatto, se decide di partire, ma si aiuta in modo artificiale, in realtà si arrende al problema, nel senso che mentalmente non è in grado di superarlo. L'uso di un rimedio farmacologico può anche confermarLe psicologicamente il fatto che Lei non è in grado di superare il problema e di cronicizzarlo.
Oppure Lei intende che il solo sapere e vivere dell'idea che c'è un rimedio, anche se Lei non lo usa, può aiutarLe ?
Mi dispiace, ma chi si occupa in modo serio di questi problemi deve tenere in conto quello che Le ho scritto.
Se il discorso verte sulle soluzioni specifiche (rimedi farmacologici, compresi quelli omeopatici), è giusto parlare coi Suoi curanti.
Comunque, anche rispetto alla psicoterapia possono esserci le soluzioni "del momento". Lei scrive: <<.. Partirò la prossima settimana ed una terapia sarebbe dal punto di vista del tempo impossibile da intraprendere..>> Tuttavia una psicoterapia non è sempre quella che si fa per più tempo prima di vedere i risultati, esistono anche alcune tecniche e "trucchi" psicoterapeutici che agiscono nell'immediato. In realtà il modo nel quale si affronta ogni problematica nella vita può far parte della psicoterapia. Che tipo di psicoterapia sta facendo ?
.....................................................................................................
Post scriptum:
Posso dire che l'urinare ha veramente e fisiologicamente bisogno che la persona sia a proprio agio, rilassata e che c'è ne sia un vero bisogno. Urinare nel luogo affollato è al limite del normale. Se è una gita scolastica, ci sarete anche nei luoghi non affollati ? Se sì, magari lì, durante una pausa, Lei potrà farlo ? Lei può informarsi in che tipo dei posti sarete ? Dall'altra parte, quando il bisogno di urinare ci sarà veramente, allora è molto probabile che sarà più forte del disagio legato al contesto. E se il contesto blocca lo stimolo, forse lo stimolo non è nemmeno tanto forte ? Farlo in un luogo e in un orario predefinito, quando lo devono fare tutti "secondo il programma della giornata" non è fisiologico, mentre chiedere, in un luogo non affollato di assentarsi un attimo per farlo nel momento quando viene lo stimolo, mi sembra più normale...
Che cosa ne pensa ?
Lei scrive:
<<...Quindi volevo sapere se ci potrebbe essere qualcosa che mi potrebbe aiutare a stare rilassata, tipo un rimedio omeopatico o anche un calmante(non le sto ovviamente chiedendo di prescrivermelo, so che è impossibile, ma solo per sapere se esiste una soluzione farmacologica o omopatica ad un problema del genere)...>>
Non riesco a capirLa. DirLe che esiste un rimedio farmacologico è diverso da suggerirlo a Lei ? Che magari, anche se dico che non lo posso prescrivere, poi Lei lo va a cercare comunque ?
E' ovvio che nel mondo di oggi ci sono i farmaci (convenzionali, omeopatici o altri) per qualsiasi cosa uno vuole...
Il problema è se sono indicati nel Suo caso, e, con tutti i limiti di un consulto via internet, mi permetto di dubitare che la soluzione farmacologica in questo caso sia indicata.
Lei scrive:
<<..Sono stata tentata di non partire, ma non voglio arrendermi così..>>
Di fatto, se decide di partire, ma si aiuta in modo artificiale, in realtà si arrende al problema, nel senso che mentalmente non è in grado di superarlo. L'uso di un rimedio farmacologico può anche confermarLe psicologicamente il fatto che Lei non è in grado di superare il problema e di cronicizzarlo.
Oppure Lei intende che il solo sapere e vivere dell'idea che c'è un rimedio, anche se Lei non lo usa, può aiutarLe ?
Mi dispiace, ma chi si occupa in modo serio di questi problemi deve tenere in conto quello che Le ho scritto.
Se il discorso verte sulle soluzioni specifiche (rimedi farmacologici, compresi quelli omeopatici), è giusto parlare coi Suoi curanti.
Comunque, anche rispetto alla psicoterapia possono esserci le soluzioni "del momento". Lei scrive: <<.. Partirò la prossima settimana ed una terapia sarebbe dal punto di vista del tempo impossibile da intraprendere..>> Tuttavia una psicoterapia non è sempre quella che si fa per più tempo prima di vedere i risultati, esistono anche alcune tecniche e "trucchi" psicoterapeutici che agiscono nell'immediato. In realtà il modo nel quale si affronta ogni problematica nella vita può far parte della psicoterapia. Che tipo di psicoterapia sta facendo ?
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Post scriptum:
Posso dire che l'urinare ha veramente e fisiologicamente bisogno che la persona sia a proprio agio, rilassata e che c'è ne sia un vero bisogno. Urinare nel luogo affollato è al limite del normale. Se è una gita scolastica, ci sarete anche nei luoghi non affollati ? Se sì, magari lì, durante una pausa, Lei potrà farlo ? Lei può informarsi in che tipo dei posti sarete ? Dall'altra parte, quando il bisogno di urinare ci sarà veramente, allora è molto probabile che sarà più forte del disagio legato al contesto. E se il contesto blocca lo stimolo, forse lo stimolo non è nemmeno tanto forte ? Farlo in un luogo e in un orario predefinito, quando lo devono fare tutti "secondo il programma della giornata" non è fisiologico, mentre chiedere, in un luogo non affollato di assentarsi un attimo per farlo nel momento quando viene lo stimolo, mi sembra più normale...
Che cosa ne pensa ?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 13/04/2012.
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