Info su ansia
salve, per una discussione di tesi sull' ANSIA , volevo sapere : la differenza tra omeopatia e fitoterapia ??? poi, se è giusto affermare che valeriana, camomilla, passiflora, biancospino, melissa e tiglio siano prodotti fitoterapici usati contro l'ansia, mentre i fiori di bach siano omeopatici ??? e poi altri , i principali prodotti omeopatici contro l'ansia ???
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Allora ho fatto bene a chiederlo e Lei ha fatto bene a specificarlo..
Perché il trattamento "dell'ansia" è utile ed importante che sia nel bagaglio delle conoscenze infermieristiche, ma il compito principale di un infermiere non è la prescrizione dei rimedi. Se li conoosce, è meglio, è importante, ma, in particolare se Lei inizia ad occuparsi delle cure "non tradizionali", sono le conoscenze "extra", che possono essere utili per attrarre l'attenzione al discorso, ma non sono indici della buona conoscenza del mestiere. Prima di tutto (anche per un medico) va sempre l'esame generale del paziente.
Ha l'ansia ? L'ansia può essere una sensazione soggettiva di ansia o può essere un correddo dei sintomi (a livello soggettivo, ma anche vegetativo e motorio, anche senza la sensazione soggettiva dichiarata) che assieme è un complesso sintomatico: non ancora una malattia definita, ma una spia per valutare la situazione.
Può essere un sintomo di:
ipoglicemia
stato confusionale
intossicazione/ effetto delle sostanze
astinenza da soatanze/ farmaci
stato febbrile
attacco cardiaco
crisi ipertensiva/ ipotensiva
nel contesto di un attacco di panico
nel contesto delle altre malattie psichiatriche
(per citare solo alcuni, ma è da approfondire)
Dunque, nel contesto medico-infermieristico "l'ansia" non può essere intesa nel senso generico e staccato dal contesto; l'approccio ed il trattamento corretti derivano da l riconoscimento corretto della condizione generale.
"Trattamento infermieristico", se ne viene inteso quello che l'infermiere deve saper fare in determinate condizioni, inizia dall'esame infermieristico, che comprende anche la valutazione iniziale sia dei sintomi "psichici" e comportamentali, che degli altri sintomi.
Perché il trattamento "dell'ansia" è utile ed importante che sia nel bagaglio delle conoscenze infermieristiche, ma il compito principale di un infermiere non è la prescrizione dei rimedi. Se li conoosce, è meglio, è importante, ma, in particolare se Lei inizia ad occuparsi delle cure "non tradizionali", sono le conoscenze "extra", che possono essere utili per attrarre l'attenzione al discorso, ma non sono indici della buona conoscenza del mestiere. Prima di tutto (anche per un medico) va sempre l'esame generale del paziente.
Ha l'ansia ? L'ansia può essere una sensazione soggettiva di ansia o può essere un correddo dei sintomi (a livello soggettivo, ma anche vegetativo e motorio, anche senza la sensazione soggettiva dichiarata) che assieme è un complesso sintomatico: non ancora una malattia definita, ma una spia per valutare la situazione.
Può essere un sintomo di:
ipoglicemia
stato confusionale
intossicazione/ effetto delle sostanze
astinenza da soatanze/ farmaci
stato febbrile
attacco cardiaco
crisi ipertensiva/ ipotensiva
nel contesto di un attacco di panico
nel contesto delle altre malattie psichiatriche
(per citare solo alcuni, ma è da approfondire)
Dunque, nel contesto medico-infermieristico "l'ansia" non può essere intesa nel senso generico e staccato dal contesto; l'approccio ed il trattamento corretti derivano da l riconoscimento corretto della condizione generale.
"Trattamento infermieristico", se ne viene inteso quello che l'infermiere deve saper fare in determinate condizioni, inizia dall'esame infermieristico, che comprende anche la valutazione iniziale sia dei sintomi "psichici" e comportamentali, che degli altri sintomi.
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Utente
è stato molto chiaro nel farmi capire quello che deve essere e deve dare la figura infermieristica.. però dottore in una slide della mia tesi ho bisogno di descrivere in via generale le metodiche di trattamento (quindi metodiche collaborativa medico-psichiatra-infermiere-psicologo). ho le idee chiare sulla farmacologia, sulle strategie psicoeducative, le psicoterapie, e su un alimentazione sana, devo solo un pò dividere l' omeopatia dalla fitoterapia.. ripeto è giusto affermare che i fiori di bach fanno parte dell'omeopatia, mentre camomilla, valeriana, melissa ecc fanno parte della fitoterapia ??? ho bisogno solo di sapere la differenza tra omeopatia e fitoterapia, e sapere qualche prodotto piu usate di entrambe le categorie.. è stato gentilissimo, grazie dottore... spero lo sarà allo stesso modo nella mia ultima richiesta. grazie di nuovo
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Gentile utente,
Le anticipo che può fare la Sua domanda anche nella sezione delle "Medicine non convenzionali" del nostro sito.
La FITOTERAPIA (che è forse fra pratiche curative più antiche) utilizza come i rimedi le piante (VALERIANA OFFICINALIS e molti altri ... ), dalle quali i principi attivi vengono estratti in vari modi (estratti, decotti ecc. delle radici, dei fiori, delle altre parti della pianta ecc.); quello che è importante è che in tali modi si ottiene non un solo principio attivo (come sarebbe tipico dei farmaci moderni prodotti industrialmente), ma UN INSIEME DELLE SOSTANZE presenti nella pianta, per cui tale prodotto viene spesso chiamato il "FITOCOMPLESSO." A causa di tali metodi di preparazione, nella maggior parte dei rimedi fitoterapeutici fino ad oggi non è completamente chiaro al quale principio attivo (o ai quali principi attivi) specifico/ specifici sono dovuti gli effetti curativi del rimedio. Ad esempio, gli effetti della valeriana officinalis sono stati a lungo attribuiti agli acidi valerianici, ma è possibile che contribuiscono agli effetti anche gli altri componenti, come ad es. i valepotriati. E' probabile che gli effetti curativi siano dovuti a più componenti, all'interazione fra di loro, in alcuni casi anche alle sostanze minerali (ad es. alcune piante "diuretiche" sono ricche di potassio). Inoltre, i contenuto preciso del "fitocomplesso" nei termini delle proporzioni dei singoli costituenti può variare da un lotto del rimedio ad altro: in funzione del periodo di raccolta della pianta, del produttore, della sottospecie ecc. Ad es. le sottospecie della valeriana che cresce sul territorio europeo tende ad avere un tasso degli acidi valerianici più basso alle specie del lontano oriente. Per alcuni rimedi fitoterapeutici è prevista la STANDARDIZZAZIONE nei termini della presenza di almeno un certo percentuale della sostanza considerata principio attivo, ad esempio, acidi valerianici nel caso della Valeriana officinalis (benché, come ho già scritto, è possibile che gli effetti sono determinati anche dagli altri componenti). A parte le modalità caratteristicche di preparazione e le conseguenti caratteristiche dei rimedi, i principi dell'utilizzo dei rimedi nella fitoterapia sono abbastanza simili a quelli della medicina "convenzionale", cioè, per un sintomo che si intende di curare si prescrive un rimedio che abbia gli effetti che attenuano tale sintomo. Caratteristico della fitoterapia è anche il ricorso tradizionale (molto più spesso rispetto alla medicina "convenzionale moderna"), oltre alla somminstrazione enterale, alle vie di somministrazione per inalazione oppure l'uso esterno in pomate e in creme (es. Gelsomino).
L'OMEOPATIA (cui fondatore viene considerato Samuel Hahnemann che visse nei secoli XVIII e XIX) può utilizzare gli stessi materiali vegetali (ad esempio, lo stesso Gelsomino menzionato anche fra i rimedi fitoterapici, ma anche gli altri), ma anche materiali degli organismi animali, ed anche i minerali inorganici (ad es. anche il carbonato di calcio, oppure oggi anche il Litio, ecc.,), però si distingue dalla fitoterapia e dalla medicina "convenzionale" principalmente per la METODOLOGIA DELL'APPLICAZIONE dei rimedi dalla quale deriva anche il loro METODO DI PREPARAZIONE. Il merito principale dell'omeopatia non è nell'aver scoperto i materiali dai quali ricava i principi attivi (molti dei quali erano note da secoli, anche se l'omeopatia ne ha aggiunto anche degli altri), ma nel metodo di loro elaborazione e di loro utilizzo. I nomi anche dei rimedi ben noti nell'omeopatia si può trovare sotto i nomi latini. Nell'omeopatia più "ortodossa" per ogni rimedio omeopatico sono stati studiati gli effetti che provoca, che gli omeopati non a caso chiamano "i sintomi", perché poi un rimedio che provoca i determinati sintomi viene prescritto ad una persona che ha gli stessi sintomi: il rimedio prima li esacerba, PROVOCA LA RISPOSTA DELL'ORGANISMO, e dunque aiuta all'organismo a combattere e ad attenuare la malattia. Il metodo "omeopatico" ("omeo-") significa che il simile si cura con il simile (a differenza del metodo "allopatico", che caratterizza la fitoterapia e la medicina convenzionale, nei quali si usano i rimedi che contrastano i sintomi o la malattia). E' importante che nell'omeopatia normalmente non viene prescritto un rimedio per un sintomo, ma per L'INSIEME DEI SINTOMI che caratterizzano la malattia (e, rispettivamente, il rimedio). Sempre nell'omeopatia "ortodossa" per preparare un rimedio, il materiale di partenza viene DILUITO PIU' E PIU' VOLTE, ottenendo concentrazioni molto basse del materiale di partenza; più bassa è la concentrazione, più alta, si suppone, è la potenza del rimedio; tali preparazioni vengono sottoposte ad es. anche alle "dinamizzazioni" atte all'aumentare ulteriormente la potenza del rimedio (si tratta delle tecniche per le quali ci vogliono conoscenze specifiche). Una delle critiche nei confronti dell'omeopatia è che a diluizioni plurime può non rimanere nemmano una molecola del materiale di partenza. Molti rimedi omeopatici, se i principi attivi non fossero molto diluiti, sarebbero potenzialmente abbastanza tossiche (questo può riguardare anche il GELSOMINO, che in omeopatia ad altissime diluizioni viene usato per via enterale, mentre nella fitoterapia, a diluizioni più sostenute, dove sicuramente è presente il materiale di partenza, viene applicato come olio sulla cute o disperso in aria e dunque assunto per inalazione). Gli altri esempi delle piante usate in omeopatia, sempre nel contesto dei sintomi d'ansia, e che a diluizioni basse possono essere tossicche, perché contiengono la stricnina, sono Noce Vomica (NUX VOMICA) e la Fava di Sant'Ignatio (IGNATIA AMARA). A causa della tossicità, non dovrebbero essere usate nella fitoterapia, per quanto ne so io, o, almeno, non sono i fitoterapici tipici.
Il metodo dei FIORI DI BACH (cui fondatore è considerto Edward Bach che vissse nei secoli XIX e XX) non accomunerei all'omeopatia (molti fanno questo errore). Benché il suo fondatore proviene dal contesto culturale omeopatico e ha attinto molto dall'approccio omeopatico, con il suo metodo ha voluto creare i RIMEDI NON TOSSICI, senza effetti (e "sintomi") collaterali; le diluizioni che usa sono più tipiche della fitoterapia e non sono paragonabili alle pratiche delle diluizioni multiple dell'omeopatia, ed i principi di scelta dei rimedi sono diversi. Sicuramente nella scuola di Bach si sente l'eredita dell'omeopatia nella tendenza a far collimare le proprietà del rimedio con l'isnieme dei sintomi e tratti che presenta la persona malata, ma E. Bach va oltre, cercando di individuare un rimedio non solo per un insieme dei sintomi, ma addirittura per uno PSICOTIPO. Così, ad esempio, come nell'omeopatia, due persone diverse, ciascuna dei quali lamenta l'ansia, se hanno personalità con caratteristiche diverse, dovrebbero ricevere rimedi diversi (in base all'insieme dei tratti della personalità di ciascuno), però E. Bach si discosta dall'omeopatia, usando, per individuare i rimedi, il proprio INTUITO e non le scrupolose descrizioni dei sintomi del paziente (da coincidere logicamente e quasi "matematicamente" con altrettanto scrupolose descrizioni dei sintomi dei rimedi, come dovrebbe prevedere l'omeopatia "ortodossa"). Nell'approccio di E. Bach è importante l'intento di PREVENIRE piuttosto che curare la malattia che si è già presentata, inoltre questo approccio è potenzialmente aperto alla possibilità di autodiagnosi e automedicazione da parte del paziente. La PASSIFLORA è forse un esempio fra i più famosi di pianta utilizzata da E. Bach (ma si usa anche in fitoterapia). Altri esempi, usati sia da Bach che in medicina popolare fitoterapica possono essere la vite (usato tradizionalmente anche come il diluente), l'olivo, la verbena e parecchi altri. IMPATIENS (BALSAMINA) è forse un esempio di una pianta usata, quanto io ne sappia, solo da Bach. Anche L'ACQUA DI ROCCIA è usata da Bach, ma, logicamente, non in fitoterapia.
Dunque, LA DIFFERENZA sostanziale fra l'omeopatia e la fitoterapia intesa nel senso comune è soprattutto LA FILOSOFIA e la dottrina che stanno dietro al MODO DI UTILIZZO dei rimedi (omeopatia vs. allopatia), ma non per l'ultimo anche il METODO DI PREPARAZIONE dei rimedi, mentre all'origine dei rimedi possono essere TALVOLTA GLI STESSI MATERIALI. Anche la scuole dei Fiori di Bach si differenzia soprattutto per la propria dottrina di fondo (diversa sia dall'omeopatia, sia dalla fitoterapia intesa nel senso comune).
Oggi non pochi omeoopati si discostano nella loro pratica dalla dottrina e dai metodi ortodossi, utilizzando anche le preparazioni fitoterapiche non preparate col metodo omeopatico, o i fiori di Bach, o utilizzando anche le cure vitaminiche ecc., e questo può confondere. Accanto alla costruttiva tendenza alla flessibilità, all'adattamento alle conoscenze moderne e al perseguire il bene del paziente, molti curanti utilizzano il nome della "omeopatia" purtroppo per assicurare il compliance del paziente alle cure, perché molte persone percepiscono i rimedi "omeopatici" come meno offensivi, meno nocivi, avendo paura dei farmaci "convenzionali" e, non di rado, avendo un atteggiamento ambivalente, indeciso nei confronti della propria malattia, che non di rado non vogliono o stentano ad accettare. Succede di vedere anche su alcune tinture erboristiche scritto "rimedio omeopatico", mentre non è sempre chiaro che cosa se ne intende, non essendo menzionato il grado di diluizione (che è quello che, a rigore, caratterizza le preparazioni omeopatiche).
--------------------------------
Dal punto di vista del consenso nel mondo scientifico di oggi, né all'Omeopatia, né al metodo dei Fiori di Bach viene riconosciuta la validità, mentre nei confronti dei rimedi fitoterapici la scienza ufficiale di oggi nel complesso ha avuto più interesse. La Valeriana officinalis, ad esempio, è fra i rimedi fitoterapici più studiati (ma i risultati fino ad oggi non si può considerare conclusivi).
--------------------------------
Sicuramente nella sezione di "Medicine non convenzionali" del nostro sito Le potranno rispondere in modo più esauriente e forse anche più chiaro.
Ho risposto dal mio punto di vista. Anche se ho scritto in stampatello alcune parole, non Le ho risposto in un modo schematico, tale da poter mettere le definizioni automaticamente su slide, perché penso che una persona che vuole parlare di determinate cose, deve conoscerli in maggiore profondità, soprattutto se si tratta di una tesi da discutere, e Le possono fare delle domande. Secondo me, se certi argomenti non sono abbastanza chiari o se li si conosce poco, è meglio o di evitarli, nel limite del possibile (sia per onestà, sia perché poi ti possono sempre fare delle domande), oppure di approfondirli.
Vorrei comunque sottolineare, senza voler offendere né Lei né me, che sia un infermiere sia un medico, anche se conosce le varie tecniche di trattamento, se parla di "ansia" in modo generico, trascurando i suoi significati diagnostici e le sfumature del fenomeno, fa capire che manca qualcosa di fondamentale, e dunque tutto il grosso lavoro fatto può non servire a niente e a chi se ne occupa di mestiere, come a me, può creare un'impressione di superficialità. Questo lo direi anche ad un medico, talvolta anche a me stesso.
Per cui, approfondirei riguardo al contesto (ambientale, relazionale, psichicopatologico, ma anche fisiopatologico) nel quale può presentarsi "l'ansia" (vedi gli esempi che ho menzionato all'inizio della discussione; ed altri ancora: da approfondire); il trattamento corretto dipende dall'identificazione corretta della situazione.
un saluto,
e Buona Pasquetta,
,
Le anticipo che può fare la Sua domanda anche nella sezione delle "Medicine non convenzionali" del nostro sito.
La FITOTERAPIA (che è forse fra pratiche curative più antiche) utilizza come i rimedi le piante (VALERIANA OFFICINALIS e molti altri ... ), dalle quali i principi attivi vengono estratti in vari modi (estratti, decotti ecc. delle radici, dei fiori, delle altre parti della pianta ecc.); quello che è importante è che in tali modi si ottiene non un solo principio attivo (come sarebbe tipico dei farmaci moderni prodotti industrialmente), ma UN INSIEME DELLE SOSTANZE presenti nella pianta, per cui tale prodotto viene spesso chiamato il "FITOCOMPLESSO." A causa di tali metodi di preparazione, nella maggior parte dei rimedi fitoterapeutici fino ad oggi non è completamente chiaro al quale principio attivo (o ai quali principi attivi) specifico/ specifici sono dovuti gli effetti curativi del rimedio. Ad esempio, gli effetti della valeriana officinalis sono stati a lungo attribuiti agli acidi valerianici, ma è possibile che contribuiscono agli effetti anche gli altri componenti, come ad es. i valepotriati. E' probabile che gli effetti curativi siano dovuti a più componenti, all'interazione fra di loro, in alcuni casi anche alle sostanze minerali (ad es. alcune piante "diuretiche" sono ricche di potassio). Inoltre, i contenuto preciso del "fitocomplesso" nei termini delle proporzioni dei singoli costituenti può variare da un lotto del rimedio ad altro: in funzione del periodo di raccolta della pianta, del produttore, della sottospecie ecc. Ad es. le sottospecie della valeriana che cresce sul territorio europeo tende ad avere un tasso degli acidi valerianici più basso alle specie del lontano oriente. Per alcuni rimedi fitoterapeutici è prevista la STANDARDIZZAZIONE nei termini della presenza di almeno un certo percentuale della sostanza considerata principio attivo, ad esempio, acidi valerianici nel caso della Valeriana officinalis (benché, come ho già scritto, è possibile che gli effetti sono determinati anche dagli altri componenti). A parte le modalità caratteristicche di preparazione e le conseguenti caratteristiche dei rimedi, i principi dell'utilizzo dei rimedi nella fitoterapia sono abbastanza simili a quelli della medicina "convenzionale", cioè, per un sintomo che si intende di curare si prescrive un rimedio che abbia gli effetti che attenuano tale sintomo. Caratteristico della fitoterapia è anche il ricorso tradizionale (molto più spesso rispetto alla medicina "convenzionale moderna"), oltre alla somminstrazione enterale, alle vie di somministrazione per inalazione oppure l'uso esterno in pomate e in creme (es. Gelsomino).
L'OMEOPATIA (cui fondatore viene considerato Samuel Hahnemann che visse nei secoli XVIII e XIX) può utilizzare gli stessi materiali vegetali (ad esempio, lo stesso Gelsomino menzionato anche fra i rimedi fitoterapici, ma anche gli altri), ma anche materiali degli organismi animali, ed anche i minerali inorganici (ad es. anche il carbonato di calcio, oppure oggi anche il Litio, ecc.,), però si distingue dalla fitoterapia e dalla medicina "convenzionale" principalmente per la METODOLOGIA DELL'APPLICAZIONE dei rimedi dalla quale deriva anche il loro METODO DI PREPARAZIONE. Il merito principale dell'omeopatia non è nell'aver scoperto i materiali dai quali ricava i principi attivi (molti dei quali erano note da secoli, anche se l'omeopatia ne ha aggiunto anche degli altri), ma nel metodo di loro elaborazione e di loro utilizzo. I nomi anche dei rimedi ben noti nell'omeopatia si può trovare sotto i nomi latini. Nell'omeopatia più "ortodossa" per ogni rimedio omeopatico sono stati studiati gli effetti che provoca, che gli omeopati non a caso chiamano "i sintomi", perché poi un rimedio che provoca i determinati sintomi viene prescritto ad una persona che ha gli stessi sintomi: il rimedio prima li esacerba, PROVOCA LA RISPOSTA DELL'ORGANISMO, e dunque aiuta all'organismo a combattere e ad attenuare la malattia. Il metodo "omeopatico" ("omeo-") significa che il simile si cura con il simile (a differenza del metodo "allopatico", che caratterizza la fitoterapia e la medicina convenzionale, nei quali si usano i rimedi che contrastano i sintomi o la malattia). E' importante che nell'omeopatia normalmente non viene prescritto un rimedio per un sintomo, ma per L'INSIEME DEI SINTOMI che caratterizzano la malattia (e, rispettivamente, il rimedio). Sempre nell'omeopatia "ortodossa" per preparare un rimedio, il materiale di partenza viene DILUITO PIU' E PIU' VOLTE, ottenendo concentrazioni molto basse del materiale di partenza; più bassa è la concentrazione, più alta, si suppone, è la potenza del rimedio; tali preparazioni vengono sottoposte ad es. anche alle "dinamizzazioni" atte all'aumentare ulteriormente la potenza del rimedio (si tratta delle tecniche per le quali ci vogliono conoscenze specifiche). Una delle critiche nei confronti dell'omeopatia è che a diluizioni plurime può non rimanere nemmano una molecola del materiale di partenza. Molti rimedi omeopatici, se i principi attivi non fossero molto diluiti, sarebbero potenzialmente abbastanza tossiche (questo può riguardare anche il GELSOMINO, che in omeopatia ad altissime diluizioni viene usato per via enterale, mentre nella fitoterapia, a diluizioni più sostenute, dove sicuramente è presente il materiale di partenza, viene applicato come olio sulla cute o disperso in aria e dunque assunto per inalazione). Gli altri esempi delle piante usate in omeopatia, sempre nel contesto dei sintomi d'ansia, e che a diluizioni basse possono essere tossicche, perché contiengono la stricnina, sono Noce Vomica (NUX VOMICA) e la Fava di Sant'Ignatio (IGNATIA AMARA). A causa della tossicità, non dovrebbero essere usate nella fitoterapia, per quanto ne so io, o, almeno, non sono i fitoterapici tipici.
Il metodo dei FIORI DI BACH (cui fondatore è considerto Edward Bach che vissse nei secoli XIX e XX) non accomunerei all'omeopatia (molti fanno questo errore). Benché il suo fondatore proviene dal contesto culturale omeopatico e ha attinto molto dall'approccio omeopatico, con il suo metodo ha voluto creare i RIMEDI NON TOSSICI, senza effetti (e "sintomi") collaterali; le diluizioni che usa sono più tipiche della fitoterapia e non sono paragonabili alle pratiche delle diluizioni multiple dell'omeopatia, ed i principi di scelta dei rimedi sono diversi. Sicuramente nella scuola di Bach si sente l'eredita dell'omeopatia nella tendenza a far collimare le proprietà del rimedio con l'isnieme dei sintomi e tratti che presenta la persona malata, ma E. Bach va oltre, cercando di individuare un rimedio non solo per un insieme dei sintomi, ma addirittura per uno PSICOTIPO. Così, ad esempio, come nell'omeopatia, due persone diverse, ciascuna dei quali lamenta l'ansia, se hanno personalità con caratteristiche diverse, dovrebbero ricevere rimedi diversi (in base all'insieme dei tratti della personalità di ciascuno), però E. Bach si discosta dall'omeopatia, usando, per individuare i rimedi, il proprio INTUITO e non le scrupolose descrizioni dei sintomi del paziente (da coincidere logicamente e quasi "matematicamente" con altrettanto scrupolose descrizioni dei sintomi dei rimedi, come dovrebbe prevedere l'omeopatia "ortodossa"). Nell'approccio di E. Bach è importante l'intento di PREVENIRE piuttosto che curare la malattia che si è già presentata, inoltre questo approccio è potenzialmente aperto alla possibilità di autodiagnosi e automedicazione da parte del paziente. La PASSIFLORA è forse un esempio fra i più famosi di pianta utilizzata da E. Bach (ma si usa anche in fitoterapia). Altri esempi, usati sia da Bach che in medicina popolare fitoterapica possono essere la vite (usato tradizionalmente anche come il diluente), l'olivo, la verbena e parecchi altri. IMPATIENS (BALSAMINA) è forse un esempio di una pianta usata, quanto io ne sappia, solo da Bach. Anche L'ACQUA DI ROCCIA è usata da Bach, ma, logicamente, non in fitoterapia.
Dunque, LA DIFFERENZA sostanziale fra l'omeopatia e la fitoterapia intesa nel senso comune è soprattutto LA FILOSOFIA e la dottrina che stanno dietro al MODO DI UTILIZZO dei rimedi (omeopatia vs. allopatia), ma non per l'ultimo anche il METODO DI PREPARAZIONE dei rimedi, mentre all'origine dei rimedi possono essere TALVOLTA GLI STESSI MATERIALI. Anche la scuole dei Fiori di Bach si differenzia soprattutto per la propria dottrina di fondo (diversa sia dall'omeopatia, sia dalla fitoterapia intesa nel senso comune).
Oggi non pochi omeoopati si discostano nella loro pratica dalla dottrina e dai metodi ortodossi, utilizzando anche le preparazioni fitoterapiche non preparate col metodo omeopatico, o i fiori di Bach, o utilizzando anche le cure vitaminiche ecc., e questo può confondere. Accanto alla costruttiva tendenza alla flessibilità, all'adattamento alle conoscenze moderne e al perseguire il bene del paziente, molti curanti utilizzano il nome della "omeopatia" purtroppo per assicurare il compliance del paziente alle cure, perché molte persone percepiscono i rimedi "omeopatici" come meno offensivi, meno nocivi, avendo paura dei farmaci "convenzionali" e, non di rado, avendo un atteggiamento ambivalente, indeciso nei confronti della propria malattia, che non di rado non vogliono o stentano ad accettare. Succede di vedere anche su alcune tinture erboristiche scritto "rimedio omeopatico", mentre non è sempre chiaro che cosa se ne intende, non essendo menzionato il grado di diluizione (che è quello che, a rigore, caratterizza le preparazioni omeopatiche).
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Dal punto di vista del consenso nel mondo scientifico di oggi, né all'Omeopatia, né al metodo dei Fiori di Bach viene riconosciuta la validità, mentre nei confronti dei rimedi fitoterapici la scienza ufficiale di oggi nel complesso ha avuto più interesse. La Valeriana officinalis, ad esempio, è fra i rimedi fitoterapici più studiati (ma i risultati fino ad oggi non si può considerare conclusivi).
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Sicuramente nella sezione di "Medicine non convenzionali" del nostro sito Le potranno rispondere in modo più esauriente e forse anche più chiaro.
Ho risposto dal mio punto di vista. Anche se ho scritto in stampatello alcune parole, non Le ho risposto in un modo schematico, tale da poter mettere le definizioni automaticamente su slide, perché penso che una persona che vuole parlare di determinate cose, deve conoscerli in maggiore profondità, soprattutto se si tratta di una tesi da discutere, e Le possono fare delle domande. Secondo me, se certi argomenti non sono abbastanza chiari o se li si conosce poco, è meglio o di evitarli, nel limite del possibile (sia per onestà, sia perché poi ti possono sempre fare delle domande), oppure di approfondirli.
Vorrei comunque sottolineare, senza voler offendere né Lei né me, che sia un infermiere sia un medico, anche se conosce le varie tecniche di trattamento, se parla di "ansia" in modo generico, trascurando i suoi significati diagnostici e le sfumature del fenomeno, fa capire che manca qualcosa di fondamentale, e dunque tutto il grosso lavoro fatto può non servire a niente e a chi se ne occupa di mestiere, come a me, può creare un'impressione di superficialità. Questo lo direi anche ad un medico, talvolta anche a me stesso.
Per cui, approfondirei riguardo al contesto (ambientale, relazionale, psichicopatologico, ma anche fisiopatologico) nel quale può presentarsi "l'ansia" (vedi gli esempi che ho menzionato all'inizio della discussione; ed altri ancora: da approfondire); il trattamento corretto dipende dall'identificazione corretta della situazione.
un saluto,
e Buona Pasquetta,
,
[#6]
Utente
NON POTEVO AVERE MIGLIORE RISPOSTA.. è stato chiarissimo e molto esaudiente..
sul discorso della superficialità della tesi ANSIA, lei ha ragione. infatti non era nelle mie intenzioni parlare cosi in via superficiale dell'ansia, ma l'obiettivo della mia tesi, riguarda si l'ansia, ma gli scopi prefissati sono :
- far conoscere meglio CHE COS'E' L'ANSIA ?, andando a descriverne, soggetti a rischio, fattori predisponenti, la vasta sintomatologia, la sottile linea che separa una paura da un terrore patologico (come uno stato d'ansia grave),
- e quindi in base alle conoscenze andare a delineare quali sono le mansioni dell'infermiere nel riconoscere, prevenire e trattare questo disturbo (ho parlato del trattamento farmacologico, tra cui fito e omeo terapia solo appunto per capire quali e quanti modi esistono di trattamento),
- perchè poi il mio obiettivo finale è quello di andare a "ricordare che l'ansia esiste, non va dimentica nel senso che il paziente ansioso ricoverato deve essere trattato da ansioso e non dimenticato li, come spesso accade"..
quindi ripeto ho fatto una tesi sull ansia per farla conoscere meglio, e ricordare quali sono i metodi di trattamento, andando a rafforzare la linea che separa una preoccupazione da un terrore. ricordando e tenendo conto del fatto che una parola è sempre meglio di un farmaco. tutto qui..
sono sicuro che la motivazione della mia tesi vada oltre ogni teoria..
grazie mille...
l'ultima domanda . la camomilla ?? in quale metodo la inseriamo ??? se ho capito bene nella fitoterapia, visto che è un infuso
sul discorso della superficialità della tesi ANSIA, lei ha ragione. infatti non era nelle mie intenzioni parlare cosi in via superficiale dell'ansia, ma l'obiettivo della mia tesi, riguarda si l'ansia, ma gli scopi prefissati sono :
- far conoscere meglio CHE COS'E' L'ANSIA ?, andando a descriverne, soggetti a rischio, fattori predisponenti, la vasta sintomatologia, la sottile linea che separa una paura da un terrore patologico (come uno stato d'ansia grave),
- e quindi in base alle conoscenze andare a delineare quali sono le mansioni dell'infermiere nel riconoscere, prevenire e trattare questo disturbo (ho parlato del trattamento farmacologico, tra cui fito e omeo terapia solo appunto per capire quali e quanti modi esistono di trattamento),
- perchè poi il mio obiettivo finale è quello di andare a "ricordare che l'ansia esiste, non va dimentica nel senso che il paziente ansioso ricoverato deve essere trattato da ansioso e non dimenticato li, come spesso accade"..
quindi ripeto ho fatto una tesi sull ansia per farla conoscere meglio, e ricordare quali sono i metodi di trattamento, andando a rafforzare la linea che separa una preoccupazione da un terrore. ricordando e tenendo conto del fatto che una parola è sempre meglio di un farmaco. tutto qui..
sono sicuro che la motivazione della mia tesi vada oltre ogni teoria..
grazie mille...
l'ultima domanda . la camomilla ?? in quale metodo la inseriamo ??? se ho capito bene nella fitoterapia, visto che è un infuso
[#7]
La camomilla può essere un buon esempio di un rimedio fitoterapeutico.
se Lei avrà tempo, ecco alcuni articoli su tema delle medicine non convenzionali che ho trovato su questo stesso sito :
https://www.medicitalia.it/minforma/medicine-non-convenzionali/819-medicine-non-convenzionali-che-cosa-sono-quali-sono.html
https://www.medicitalia.it/minforma/medicine-non-convenzionali/62-i-fiori-di-bach.html
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In bocca al lupo per la tesi !
se Lei avrà tempo, ecco alcuni articoli su tema delle medicine non convenzionali che ho trovato su questo stesso sito :
https://www.medicitalia.it/minforma/medicine-non-convenzionali/819-medicine-non-convenzionali-che-cosa-sono-quali-sono.html
https://www.medicitalia.it/minforma/medicine-non-convenzionali/62-i-fiori-di-bach.html
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In bocca al lupo per la tesi !
[#8]
Utente
grazie dottore la discuto il 17 di questo mese. non mi farà certo male approfondire le conoscenze.. grazie molto per la disponibilità nel dettare il frutto dei suoi anni di studio e di esperienza, è stato esemplare nel descrivere e sciogliermi il dubbio.. le confesso che ho sofferto d'ansia per mesi, ora va meglio , forse perchè alcuni problemi familiari si stanno risolvendo..
grazie e se avrò bisogno le scriverò..
grazie e se avrò bisogno le scriverò..
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3.4k visite dal 08/04/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.