Dap ansiolitici sintomatici

Ho 44 anni, sono sempre stato timoroso e pauroso, soffro di ansia e attacchi di panico, oggi so con certezza quali sono il 99 % delle cause che mi scatenao ansia e panico.
La prima crisi si è verificata all’inizio del primo anno di università, 1982, ero in una città diversa da quella di residenza, finalmente nel 1992 quando già avevo iniziato a lavorare e potevo permettermelo ho iniziato una terapia di analisi psicologica e contemporaneamente, poiché stavo malissimo, con l’aiuto di uno psichiatra mi sono curato con EN 0,5 che ho sospeso dopo circa 1 anno. Dopo più di 5 anni, 1997, d’accordo con il terapeuta la psicoterapia si è conclusa, poiché da parte mia vi è divenuta una maggiore consapevolezza di capire me stesso e gli altri, di analizzare ed affrontare le situazioni della vita con più serenità e capacità.
Sto relativamente bene, anche se di tanto in tanto qualche situazione di crisi sopravviene, ma non è come prima, so già quali situazioni devo evitare ed inoltre mi aiuto con EN.
A causa del lavoro che faccio però, da 18 anni funzionario in un Ente Pubblico, sono stato e sono costretto spesso a testimoniare in piccoli processi penali, inoltre qualche volta sono costretto a dare chiarimenti agli Inquirenti e Magistrati per controlli anche sul mio lavoro, per la verita mi sento un po’ ossessionato dall’essere incriminato ingiustamente per qualcosa, prima riuscivo a sopportare tali momenti per me molto ansiogeni: Da qualche tempo quando mi trovo nelle situazioni citate, adotto condotte di evitamento, sento l’ansia anticipatoria per la paura di perdere il controllo e di fare e dire cose insensate, sino al panico, quindi scappo evitando di affrontare la situazione, cosa alquanto difficile per il tipo di lavoro che svolgo. Talvolta una o due settimane prima della situazione che riconosco ansiogena, e questo solo nel caso in cui so anticipatamente la data, inizio a fare una cura di EN 0.5, 12 cp al mattino e 12 la sera e, nelle situazioni sopravvenute al momento come una visita di polizziotti nella mia stanza di lavoro, subito una cp intera, questa cura però ultimamente non riesce più ad alleviare la mia pena.
Ora sicuramente l’EN non è adatto al mio problema, tempo fa uno pschiatra mi parlò di ansiolitici sintomatici cioè quelli che vengono assunti prima o durante una situazione ansiogena, cosa che io non ho usato ma che adesso vorrei utilizzare.
CHIEDO: potete dirmi cosa pensate degli ansiolitici sintomatici ?
Se sono adatti al mio tipo di problema, potete farmi qualche nome di questi ultimi ritrovati ?
Io non vorrei, ma è il caso che affronti una nuova terapia psicologica, e se si di quale tipo ?
GAZIE E COMPLIMENTI PER IL VS OPERATO
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,la terapia farmacologica per gli attacchi di panico si basa sull'assunzione di antidepressivi quali paroxetina, citalopram, escitalopram. Sono farmaci ben tollerati, che hanno anche un effetto curativo, non soltanto sintomatico: si è visto che modificano la struttura (e probabilmente anche la funzionalità) delle aree cerebrali coinvolte nei meccanismi ansiosi.Il problema è che vanno presi per periodi lunghi (almeno un anno, meglio due) e l'effetto si manifesta dopo almeno 3 settimane dall'inizio dell'assunzione. Immagino che queste cose le sappia già, e che abbia deciso per una terapia sintomatica, che fa sentire meno "malati".
Tutto sta nel rapporto costo-beneficio: se gli attacchi di panico sono rari, allora conviene la terapia "una tantum".
Effettivamente l'En, che ha una lunga durata d'azione, non è tra le benzodiazepine più indicate, personalmente prescrivo Alprazolam per periodi brevi (max 2 settimane).Il rischio è quello della dipendenza, cioè di continuare indefinitamente ad assumere la benzodiazepina, che oltretutto produce induzione epatica, quindi viene inattivata sempre più rapidamente dal fegato, e quindi per avere lo stesso effetto occorre aumentare le dosi.
In sintesi le consiglierei un antidepressivo (prescritto però da uno psichiatra che la segua, basta un controllo mensile), eventualmente benzodiazepina per brevi periodi, e per quanto riguarda la psicoterapia, i risultati migliori si hanno con la psicoterpia cognitivo-comportamentale, ma anche la psicoterapia di tipo psicoanalitico può essere utile:nel suo caso si tratterebbe di una psicoterapia d'appoggio, per aiutarla a superare un momento difficile. Alla base di questa scelta psicoterapica occorre però la motivazione, cioè averne voglia, e avvertirne la necessità.
Cordiali saluti
Franca Scapellato

Franca Scapellato

[#2]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Gentile utente,
credo che (come detto dalla Dott.ssa Scapellato) debba affrontare i suoi stati d'ansia con una terapia a base di antidepressivi serotoninergici piuttosto che con gli ansiolitici da assumere "in cronico" o "al bisogno" perchè ne avrà certamente maggiori risultanze, ed inoltre non avrà la necessità di aumentare continuamente le dosi per ottenere il medesimo effetto (cosa che invece le accadrà usando solo benzodiazepine).

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#3]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Concordo con i due colleghi che mi hanno preceduto. L'assunzione di Benzodiazepine, efficace nel breve periodo, risulta meno utile nel caso di assunzione prolungata. Sia per i predetti problemi di dipendenza, sia per la necessità di aumento del dosaggio del farmaco ai fini di mantenerne l'efficenza.
Sulla scelta del farmaco, onestamente, aggiungerei tra le possibili scelte anche gli antidepressivi a doppio attacco (Serotonina e Noradrenalina) Venlafaxina (Efexor) e Mirtazapina (sia presente come generico, sia come Remeron).
Ovviamente si tratta di farmaci, come del resto le Benzodiazepine, da assumere sotto stretto controllo medico, nonché da calibrare sulla base delle caratteristiche della persona che le deve assumere.
Personalmente ho utilizzato con profitto ambedue i farmaci di cui sopra in situazioni di disturbo d'ansia, con alcune maggiori precauzioni per quanto riguarda la Mirtazapina, che presenta un forte profilo sedativo a volte fonte di disagio alla assunzione.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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