Cosa mi aspetta? (depressione e terapia farmacologica)
Buonasera Dottori.
Questa mattina, dopo tanto tempo, tanta sofferenza, tanto lavoro su me stesso, successi, insuccessi, ecc. ecc. ho infine deciso di effettuare una visita psichiatrica.
Riassumendo, il Dottore che mi ha visitato ha diagnosticato quello che già in cuor mio sapevo: si tratta di depressione.
Bene, la mia domanda è concernente la terapia farmacologica: mi è stato prescritto Cipralex gocce, da prendere inizialmente ad una goccia al mattino più una alla sera in crescendo, fino a 6 la mattina + 6 la sera.
Ho dovuto per forza di cose fare determinate domande al Dottore, che già mi terrorizzavano prima (perchè avevo sentito parlare di ciò), e mi terrorizzano adesso. Vorrei avere una conferma anche qui, se possibile.
La domanda è: è vero che, nel caso in cui la terapia sortisca gli effetti desiderati, che c'è la possibilità concreta che io non sia più in grado di provare forti emozioni positive? (così come quelle negative)
La risposta che mi è stata data è che alcuni pazienti, dopo, si sentono "scivolare addosso" tutti gli eventi della vita (mi è stato fatto l'esempio di una persona che ha subito un lutto pesante e non ha avuto alcuna reazione emotiva). Tutti gli altri effetti collaterali non mi fanno nessuna paura. Questo, sì. Si tratterebbe, nel caso, di apatia vera e propria?
Seconda questione, che mi sono scordato di porre stamani: è vero che in alcuni casi le idee suicidarie vengono amplificate nei primi giorni di trattamento?
Vi ringrazio anticipatamente per le gentili risposte, speriamo bene!
Questa mattina, dopo tanto tempo, tanta sofferenza, tanto lavoro su me stesso, successi, insuccessi, ecc. ecc. ho infine deciso di effettuare una visita psichiatrica.
Riassumendo, il Dottore che mi ha visitato ha diagnosticato quello che già in cuor mio sapevo: si tratta di depressione.
Bene, la mia domanda è concernente la terapia farmacologica: mi è stato prescritto Cipralex gocce, da prendere inizialmente ad una goccia al mattino più una alla sera in crescendo, fino a 6 la mattina + 6 la sera.
Ho dovuto per forza di cose fare determinate domande al Dottore, che già mi terrorizzavano prima (perchè avevo sentito parlare di ciò), e mi terrorizzano adesso. Vorrei avere una conferma anche qui, se possibile.
La domanda è: è vero che, nel caso in cui la terapia sortisca gli effetti desiderati, che c'è la possibilità concreta che io non sia più in grado di provare forti emozioni positive? (così come quelle negative)
La risposta che mi è stata data è che alcuni pazienti, dopo, si sentono "scivolare addosso" tutti gli eventi della vita (mi è stato fatto l'esempio di una persona che ha subito un lutto pesante e non ha avuto alcuna reazione emotiva). Tutti gli altri effetti collaterali non mi fanno nessuna paura. Questo, sì. Si tratterebbe, nel caso, di apatia vera e propria?
Seconda questione, che mi sono scordato di porre stamani: è vero che in alcuni casi le idee suicidarie vengono amplificate nei primi giorni di trattamento?
Vi ringrazio anticipatamente per le gentili risposte, speriamo bene!
[#1]
Gentile utente
Quanto chiede appartiene alle paure comuni per l'uso di antidepressivi che non hanno nulla a che vedere con la realtà clinica.
Un trattamento farmacologico valido può portarla a riappropriarsi di sè stesso e della sua vita e fare delle scelte che potrebbe aver rimandato per colpa della depressione.
Gli effetti collaterali sono possibili ma non ve ne sono che agiscono sui sentimenti o sulla personalità, che potrà giungere ad una situazine diversa da quella di adesso che in qualche modo in questo momento è ovattata dalla patologia depressiva.
Quanto chiede appartiene alle paure comuni per l'uso di antidepressivi che non hanno nulla a che vedere con la realtà clinica.
Un trattamento farmacologico valido può portarla a riappropriarsi di sè stesso e della sua vita e fare delle scelte che potrebbe aver rimandato per colpa della depressione.
Gli effetti collaterali sono possibili ma non ve ne sono che agiscono sui sentimenti o sulla personalità, che potrà giungere ad una situazine diversa da quella di adesso che in qualche modo in questo momento è ovattata dalla patologia depressiva.
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[#2]
Utente
E' stato rapidissimo e per questo La ringrazio.
Le chiedo la cortesia di spiegarmi con altre parole il "ritorna ad un situazione diversa da quella di adesso che in qualche modo in questo momento è ovattata dalla patologia depressiva". Non ho ben capito cosa intende!!
Seconda domanda, nata dalla sua risposta (alla quale sospetto risponderà che mi devo fidare della terapia proposta dallo Psichiatra): potenzialmente può essere un trattamento valido, se lo seguirò pedissequamente?
Le chiedo la cortesia di spiegarmi con altre parole il "ritorna ad un situazione diversa da quella di adesso che in qualche modo in questo momento è ovattata dalla patologia depressiva". Non ho ben capito cosa intende!!
Seconda domanda, nata dalla sua risposta (alla quale sospetto risponderà che mi devo fidare della terapia proposta dallo Psichiatra): potenzialmente può essere un trattamento valido, se lo seguirò pedissequamente?
[#4]
Utente
La ringrazio nuovamente, Dottor Ruggiero.
Visto che ha la pazienza di rispondermi, mi tolgo definitivamente ogni dubbio:
- è vero che, considerata una storia pregressa di quattro anni di attacchi di panico (parte della quale la trova nella storia dei miei consulti qui, sul sito), finita a quanto pare nell'agosto dell'anno scorso, sarò potenzialmente più suscettibile, soprattutto nel primo periodo di trattamento, all'effetto collaterale dell'ansia?
- è vero che cambiare radicalmente il proprio approccio alla vita, cambiare prospettive, cambiare modo di affrontare le cose belle e brutte che ci succedono, cambia parallelamente anche la chimica del nostro corpo? mi rendo conto che la Medicina sta cominciando giusto ora a capire certi meccanismi della mente, ma mi pare di capire che psiche e organismo siano strettamente correlati, e che si condizionino a vicenda.
grazie ancora! sto trovando forza per cominciare la terapia anche nelle sue parole. Ho grande fiducia nella Medicina, molto meno nel mio riequilibrio definitivo.
Visto che ha la pazienza di rispondermi, mi tolgo definitivamente ogni dubbio:
- è vero che, considerata una storia pregressa di quattro anni di attacchi di panico (parte della quale la trova nella storia dei miei consulti qui, sul sito), finita a quanto pare nell'agosto dell'anno scorso, sarò potenzialmente più suscettibile, soprattutto nel primo periodo di trattamento, all'effetto collaterale dell'ansia?
- è vero che cambiare radicalmente il proprio approccio alla vita, cambiare prospettive, cambiare modo di affrontare le cose belle e brutte che ci succedono, cambia parallelamente anche la chimica del nostro corpo? mi rendo conto che la Medicina sta cominciando giusto ora a capire certi meccanismi della mente, ma mi pare di capire che psiche e organismo siano strettamente correlati, e che si condizionino a vicenda.
grazie ancora! sto trovando forza per cominciare la terapia anche nelle sue parole. Ho grande fiducia nella Medicina, molto meno nel mio riequilibrio definitivo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 28/03/2012.
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