Un lato la penso come loro, dall'altro penso che l'ansia sociale non passa solo "parlando
Buongiorno,
scrivo su questo forum in quanto ho bisogno di un parere su una terapia data da una psichiatra che mi segue da ormai 10 anni.
Comincio col dire che i miei sintomi sono ansia, tremori, batticuore associati a una forma (lieve credo) di depressione che si presentano in qualsiasi situazione, soprattutto quando si tratta di entrare in contatto con la gente. Sono oltre 10 anni che convivo con questi sintomi e con alti e bassi (in alcuni periodi l'ansia si presenta di meno,ma resta).
10 anni fa una psichiatra mi ha prescritto delle compresse di zoloft da 50, da assumere ogni sera, e qualche goccia di xanax all'occorrenza. Ho seguito questa terapia, unitamente a una psicoterapia (ma ho cambiato vari psicologi) per un paio di anni, poi ho sospeso per un annetto visto che stavo meglio finchè non sono tornata al punto di partenza e così mi ha riprescritto questa terapia. Quando stavo meglio sospendevo (seguendo le istruzioni della dr.ssa e cioè cominciando a prendere metà compressa al giorno, poi a giorni alterni fino a non prenderne più) ma tempo uno o due anni, ed ecco che dovevo ricominciare...ormai sono almeno 3 anni che non assumo più zoloft, ma oltre ad avvertire molta ansia e i sintomi sopra descritti, sono sempre depressa (causa forse anche la disoccupazione) piango sempre e sono sempre nervosa. Venerdì la dr.ssa mi ha dato una nuova terapia: compresse da 10 di Entact per una settimana per poi passare a quelle da 20, e 3 gocce al giorno di En. Ad oggi non ho ancora cominciato ad assumere questi farmaci, sono un po' scettica...temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. Ovviamente associerò la terapia ad una cura psicoterapeutica, ma se non dovessi star meglio? Ho solo 26 anni e da 10 e più vivo con questa costante ansia e paura anche solo di scrivere davanti alla gente...inoltre i miei non sono d'accordo sull'assunzione di farmaci, dicono che non è il modo migliore per stare meglio e io sono confusa, da un lato la penso come loro, dall'altro penso che l'ansia sociale non passa solo "parlando in mezzo alla gente" come dicono loro e che quindi ho bisogno di aiuto. Ma essendo una terapia nuova, non so se possa sortire qualche effetto.
Grazie per l'attenzione e per il consulto.
scrivo su questo forum in quanto ho bisogno di un parere su una terapia data da una psichiatra che mi segue da ormai 10 anni.
Comincio col dire che i miei sintomi sono ansia, tremori, batticuore associati a una forma (lieve credo) di depressione che si presentano in qualsiasi situazione, soprattutto quando si tratta di entrare in contatto con la gente. Sono oltre 10 anni che convivo con questi sintomi e con alti e bassi (in alcuni periodi l'ansia si presenta di meno,ma resta).
10 anni fa una psichiatra mi ha prescritto delle compresse di zoloft da 50, da assumere ogni sera, e qualche goccia di xanax all'occorrenza. Ho seguito questa terapia, unitamente a una psicoterapia (ma ho cambiato vari psicologi) per un paio di anni, poi ho sospeso per un annetto visto che stavo meglio finchè non sono tornata al punto di partenza e così mi ha riprescritto questa terapia. Quando stavo meglio sospendevo (seguendo le istruzioni della dr.ssa e cioè cominciando a prendere metà compressa al giorno, poi a giorni alterni fino a non prenderne più) ma tempo uno o due anni, ed ecco che dovevo ricominciare...ormai sono almeno 3 anni che non assumo più zoloft, ma oltre ad avvertire molta ansia e i sintomi sopra descritti, sono sempre depressa (causa forse anche la disoccupazione) piango sempre e sono sempre nervosa. Venerdì la dr.ssa mi ha dato una nuova terapia: compresse da 10 di Entact per una settimana per poi passare a quelle da 20, e 3 gocce al giorno di En. Ad oggi non ho ancora cominciato ad assumere questi farmaci, sono un po' scettica...temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. Ovviamente associerò la terapia ad una cura psicoterapeutica, ma se non dovessi star meglio? Ho solo 26 anni e da 10 e più vivo con questa costante ansia e paura anche solo di scrivere davanti alla gente...inoltre i miei non sono d'accordo sull'assunzione di farmaci, dicono che non è il modo migliore per stare meglio e io sono confusa, da un lato la penso come loro, dall'altro penso che l'ansia sociale non passa solo "parlando in mezzo alla gente" come dicono loro e che quindi ho bisogno di aiuto. Ma essendo una terapia nuova, non so se possa sortire qualche effetto.
Grazie per l'attenzione e per il consulto.
[#1]
Gentire utente
Se effettivamente la diagnosi è quella che riferisce Entac può non essere adatto.
In realtá poi lei riferisce diversi sintomi che possono ricondurre a sintomi depressivi per i quali Entact trova indicazione.
Se ha già fatto delle psicoterapie con scarsi risultati è probabile che possa non giovarsi di tale trattamento, ed ora non è il momento per intraprenderlo nuovamente.
In ogni caso, se la terapia farmacologica funziona l'obiettivo non può essere quello di toglierla ma di mantenerla per tempi sufficientemente lunghi.
Se effettivamente la diagnosi è quella che riferisce Entac può non essere adatto.
In realtá poi lei riferisce diversi sintomi che possono ricondurre a sintomi depressivi per i quali Entact trova indicazione.
Se ha già fatto delle psicoterapie con scarsi risultati è probabile che possa non giovarsi di tale trattamento, ed ora non è il momento per intraprenderlo nuovamente.
In ogni caso, se la terapia farmacologica funziona l'obiettivo non può essere quello di toglierla ma di mantenerla per tempi sufficientemente lunghi.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile Dott. Ruggiero,
La ringrazio per la risposta. La mia intenzione sarebbe quella di non assumere Entact, ma secondo lei potrei comunque assumere 3 gocce al giorno di En, dati i miei continui stati d'ansia?
Non ho aggiunto nel precedente messaggio che da quasi un anno pratico yoga e meditazione, attività che trovo terapeutica grazie anche ad una buona istruttrice. Vorrei però associarla ad una psicoterapia con una dr.ssa molto brava con la quale 8 anni fa ho fatto una terapia di solo 1 anno e ne ho tratto giovamento. Ma questa volta è mia intenzione proseguire con una psicoterapia duratura. Non vorrei assumere farmaci, vorrei poter pensare che non mi servano...ma che con l'aiuto di yoga e psicoterapia possa riuscire a superare questa mia ansia sociale. Secondo lei è possibile?
La ringrazio per l'attenzione.
La ringrazio per la risposta. La mia intenzione sarebbe quella di non assumere Entact, ma secondo lei potrei comunque assumere 3 gocce al giorno di En, dati i miei continui stati d'ansia?
Non ho aggiunto nel precedente messaggio che da quasi un anno pratico yoga e meditazione, attività che trovo terapeutica grazie anche ad una buona istruttrice. Vorrei però associarla ad una psicoterapia con una dr.ssa molto brava con la quale 8 anni fa ho fatto una terapia di solo 1 anno e ne ho tratto giovamento. Ma questa volta è mia intenzione proseguire con una psicoterapia duratura. Non vorrei assumere farmaci, vorrei poter pensare che non mi servano...ma che con l'aiuto di yoga e psicoterapia possa riuscire a superare questa mia ansia sociale. Secondo lei è possibile?
La ringrazio per l'attenzione.
[#3]
Gentile utente,
La diagnosi esattamente qual'è ? Nel titolo compare fobia sociale ma poi riferisce una serie di sintomi che potrebbero appartere a svariati disturbi.
"temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. "
La cosa migliore quindi è seguire le indicazioni di chi la cura che è l'unico modo per venire a capo di pensieri come questo, i quali non hanno alcuna utilità per prendere decisioni.
"Ovviamente associerò la terapia ad una cura psicoterapeutica"
Perché ovviamente ?
La diagnosi esattamente qual'è ? Nel titolo compare fobia sociale ma poi riferisce una serie di sintomi che potrebbero appartere a svariati disturbi.
"temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. "
La cosa migliore quindi è seguire le indicazioni di chi la cura che è l'unico modo per venire a capo di pensieri come questo, i quali non hanno alcuna utilità per prendere decisioni.
"Ovviamente associerò la terapia ad una cura psicoterapeutica"
Perché ovviamente ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Utente
Gentile Dr. Pacini,
la Dr.ssa non mi ha mai fatto una diagnosi, nel senso che non mi ha mai spiegato quale fosse il problema. Anzi ogni volta che l'ho chiesto non rispondeva. Anni fa mi è bastato cercare su google i miei sintomi ed è comparso il termine "fobia sociale": ho tutti i sintomi. Faccio un esempio: devo andare ad una festa a casa di amici, già da una settimana prima comincio ad essere ansiosa, ad aver paura di andarci perchè temo che si possa vedere che sono a disagio (tremori a gambe e mani, batticuore, mal di testa) e questo mi porta ad evitare molte situazioni che riguardino lo stare in mezzo alla gente (anche parenti o amici stretti). Ovviamente questo ha come conseguenza il non voler far nulla, il sentirmi inutile e inadeguata, sempre giù di morale. Quando l'ho spiegato alla mia dottoressa, lei non si è espressa.
Pensieri come "temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. " mi sono sorti perchè ho sempre seguito alla lettera le indicazioni di chi mi cura, anzi non ho mai smesso le terapie volontariamente, ma sempre per decisione dello specialista.
Grazie della risposta.
la Dr.ssa non mi ha mai fatto una diagnosi, nel senso che non mi ha mai spiegato quale fosse il problema. Anzi ogni volta che l'ho chiesto non rispondeva. Anni fa mi è bastato cercare su google i miei sintomi ed è comparso il termine "fobia sociale": ho tutti i sintomi. Faccio un esempio: devo andare ad una festa a casa di amici, già da una settimana prima comincio ad essere ansiosa, ad aver paura di andarci perchè temo che si possa vedere che sono a disagio (tremori a gambe e mani, batticuore, mal di testa) e questo mi porta ad evitare molte situazioni che riguardino lo stare in mezzo alla gente (anche parenti o amici stretti). Ovviamente questo ha come conseguenza il non voler far nulla, il sentirmi inutile e inadeguata, sempre giù di morale. Quando l'ho spiegato alla mia dottoressa, lei non si è espressa.
Pensieri come "temo che non funzionino o che accada come negli ultimi 10 anni, e cioè che una volta sospeso si ritorni al punto di partenza. " mi sono sorti perchè ho sempre seguito alla lettera le indicazioni di chi mi cura, anzi non ho mai smesso le terapie volontariamente, ma sempre per decisione dello specialista.
Grazie della risposta.
[#5]
"ansia, tremori, batticuore ... che si presentano in qualsiasi situazione, soprattutto quando si tratta di entrare in contatto con la gente. Sono oltre 10 anni che convivo con questi sintomi e con alti e bassi
" sono sempre depressa (causa forse anche la disoccupazione) piango sempre e sono sempre nervosa.
da 10 anni e più vivo con questa costante ansia e paura anche solo di scrivere davanti alla gente.."
Gentile ragazza,
Se da dieci anni la situazione è invariata nonostante ripetute cure psichiatriche e psicoterapiche forse occorre valutare meglio le cose, cercare di capire meglio tutta la sua situazione. Intanto si può allargare un po' l'osservazione qui, potrà averne forse delle indicazioni più approfondite.
Come è cominciato tutto? era ancora adolescente e andava a scuola, mi pare.
Com'è la sua situazione familiare e ambientale?
Che psicoterapia ha fatto?
" sono sempre depressa (causa forse anche la disoccupazione) piango sempre e sono sempre nervosa.
da 10 anni e più vivo con questa costante ansia e paura anche solo di scrivere davanti alla gente.."
Gentile ragazza,
Se da dieci anni la situazione è invariata nonostante ripetute cure psichiatriche e psicoterapiche forse occorre valutare meglio le cose, cercare di capire meglio tutta la sua situazione. Intanto si può allargare un po' l'osservazione qui, potrà averne forse delle indicazioni più approfondite.
Come è cominciato tutto? era ancora adolescente e andava a scuola, mi pare.
Com'è la sua situazione familiare e ambientale?
Che psicoterapia ha fatto?
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#6]
Gentile utente,
si concentri sulla sua situazione attuale: quando era minorenne - circa 10 anni or sono - è verosimile che le condizioni generali potessero differenti, e non necessariamente è d'aiuto conoscerle.
E d'altra parte risulta difficile pensare di darle un aiuto solamente restando ad ascoltarla...
On line, non essendo possibile (nè legalmente nè realisticamente) fare una diagnosi (nè tantomeno produrre terapia di alcun genere), si corre il rischio di delegare quanto necessariamente deve fare uno psichiatra dal vivo.
Sarà adesso importante effettuare una valutazione diagnostica appropriata presso uno specialista, magari sentendo un altro parere rispetto all'attuale o sollecitando la sua psichiatra ad essere precisa nella definizione diagnostica (questo è un suo diritto).
si concentri sulla sua situazione attuale: quando era minorenne - circa 10 anni or sono - è verosimile che le condizioni generali potessero differenti, e non necessariamente è d'aiuto conoscerle.
E d'altra parte risulta difficile pensare di darle un aiuto solamente restando ad ascoltarla...
On line, non essendo possibile (nè legalmente nè realisticamente) fare una diagnosi (nè tantomeno produrre terapia di alcun genere), si corre il rischio di delegare quanto necessariamente deve fare uno psichiatra dal vivo.
Sarà adesso importante effettuare una valutazione diagnostica appropriata presso uno specialista, magari sentendo un altro parere rispetto all'attuale o sollecitando la sua psichiatra ad essere precisa nella definizione diagnostica (questo è un suo diritto).
[#7]
Gentile utente,
non può stabilire lei quali variazioni fare della sua terapia farmacologica prescritta dopo la visita.
Non è possibile pensare che possa fare variazioni e richiedere l'ok on line, come non è possibile immaginare che possa bypassare il passaggio fondamentale del suo psichiatra di fiducia.
Nella relazione psichiatrica la fiducia del proprio curante è la condizione principale per acquisire sicurezza nella cura e, allo stesso tempo, per indicare quali sono le aree disfunzionali che ancora sono da correggere durante la terapia.
Non può stabilire lei se associare o meno un trattamento psicoterapeutico, in quanto va valutato e "prescritto" secondo le indicazioni che le vengono fornite.
Segua le indicazioni del suo psichiatra o se ritiene di non avere più un rapporto fiduciario sufficiente, senta il parere di un altro psichiatra per avere una maggiore chiarezza diagnostica.
non può stabilire lei quali variazioni fare della sua terapia farmacologica prescritta dopo la visita.
Non è possibile pensare che possa fare variazioni e richiedere l'ok on line, come non è possibile immaginare che possa bypassare il passaggio fondamentale del suo psichiatra di fiducia.
Nella relazione psichiatrica la fiducia del proprio curante è la condizione principale per acquisire sicurezza nella cura e, allo stesso tempo, per indicare quali sono le aree disfunzionali che ancora sono da correggere durante la terapia.
Non può stabilire lei se associare o meno un trattamento psicoterapeutico, in quanto va valutato e "prescritto" secondo le indicazioni che le vengono fornite.
Segua le indicazioni del suo psichiatra o se ritiene di non avere più un rapporto fiduciario sufficiente, senta il parere di un altro psichiatra per avere una maggiore chiarezza diagnostica.
[#8]
"Anni fa mi è bastato cercare su google i miei sintomi ed è comparso il termine "fobia sociale": ho tutti i sintomi. "
No, la diagnosi non si fa così. La chieda esplicitamente oppure chieda un secondo parere se non è stata fatta alcuna.
No, la diagnosi non si fa così. La chieda esplicitamente oppure chieda un secondo parere se non è stata fatta alcuna.
[#9]
Utente
Grazie per le numerose riposte. Cercherò di rispondere punto per punto.
Dr. Benedetti,
non so dire come tutto è cominciato. E' come se una mattina, di punto in bianco, mi fossi svegliata con ansia e avessi cominciato ad agitarmi. Ricordo che ero in terza media e ho cominciato ad agitarmi durante le interrogazioni (capita a molti, ma avevo delle reazioni fisiche) o a tremare anche solo se dovevo parlare con qualcuno. Per un paio di anni ho cercato di accettare questa cosa, ma al liceo ho cominciato a fare varie sedute con vari psicologi senza però riuscire a capire il mio problema. Col tempo, durante le mie ultime sedute, sono giunta forse ad un punto di partenza: la mia situazione familiare è serena, tranquilla ma i miei genitori da quando sono nata non fanno che criticarmi e non gli va bene quello che faccio o dico. Ad esempio, quando mi sono laureata hanno detto che avevo fatto solo il mio dovere. Quindi in me è nata una sorta di ansia da prestazione che mi porta ad agitarmi sempre.
Dr. Ruggiero e Dr. Garbolino,
senza dubbio sentirò il parere di un altro psichiatra per avere almeno un confronto e delle risposte.
Dr. Pacini,
ho sempre chiesto cosa avessi alla psichiatra e alla psicologa che mi avevano in cura (mi sono rivolta ad un s.i.m.) ma non hanno mai risposto. Quando ho azzardato la fobia sociale non hanno detto nulla, come se non volessero dirmi cosa avessi. Non posso più fidarmi di qualcuno che, pur prescrivendomi una terapia, non vuole dirmi quale sia la diagnosi.
So solo che in questo periodo della mia vita mi sento abbandonata e senza un aiuto, nè da parte degli altri nè da parte di me stessa. Non so che fare, chi ascoltare.
Dr. Benedetti,
non so dire come tutto è cominciato. E' come se una mattina, di punto in bianco, mi fossi svegliata con ansia e avessi cominciato ad agitarmi. Ricordo che ero in terza media e ho cominciato ad agitarmi durante le interrogazioni (capita a molti, ma avevo delle reazioni fisiche) o a tremare anche solo se dovevo parlare con qualcuno. Per un paio di anni ho cercato di accettare questa cosa, ma al liceo ho cominciato a fare varie sedute con vari psicologi senza però riuscire a capire il mio problema. Col tempo, durante le mie ultime sedute, sono giunta forse ad un punto di partenza: la mia situazione familiare è serena, tranquilla ma i miei genitori da quando sono nata non fanno che criticarmi e non gli va bene quello che faccio o dico. Ad esempio, quando mi sono laureata hanno detto che avevo fatto solo il mio dovere. Quindi in me è nata una sorta di ansia da prestazione che mi porta ad agitarmi sempre.
Dr. Ruggiero e Dr. Garbolino,
senza dubbio sentirò il parere di un altro psichiatra per avere almeno un confronto e delle risposte.
Dr. Pacini,
ho sempre chiesto cosa avessi alla psichiatra e alla psicologa che mi avevano in cura (mi sono rivolta ad un s.i.m.) ma non hanno mai risposto. Quando ho azzardato la fobia sociale non hanno detto nulla, come se non volessero dirmi cosa avessi. Non posso più fidarmi di qualcuno che, pur prescrivendomi una terapia, non vuole dirmi quale sia la diagnosi.
So solo che in questo periodo della mia vita mi sento abbandonata e senza un aiuto, nè da parte degli altri nè da parte di me stessa. Non so che fare, chi ascoltare.
[#10]
"E' come se una mattina, di punto in bianco, mi fossi svegliata con ansia e avessi cominciato ad agitarmi."
Ricorda un po' l'incipit della Metamorfosi di Kafka: "Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si ritrovò trasformato in un enorme insetto..."
Per contro, mi ricorda anche la Bella Addormentata: Sembra quasi che a quattordici anni si sia punta con un fuso e addormentata..., cioè trasformata in un'altra cosa...
Gregor Samsa non uscì più di casa, come certi che hanno la cosiddetta Fobia Sociale: che non è una malattia specifica, ma solo un modo per definire un certo comportamento.
Anche la bella addormentata non uscì per cent'anni...
Può darsi che anche Lei si sia in qualche modo rinchiusa da qualche parte, all'inizio dell'adolescnza, e non sia ancora riuscita ad uscirne. Anche se , in qualche modo, ha potuto laurearsi e fare altre cose, ma ogni tanto la 'clausura' torna più rigida...
Ricorda un po' l'incipit della Metamorfosi di Kafka: "Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si ritrovò trasformato in un enorme insetto..."
Per contro, mi ricorda anche la Bella Addormentata: Sembra quasi che a quattordici anni si sia punta con un fuso e addormentata..., cioè trasformata in un'altra cosa...
Gregor Samsa non uscì più di casa, come certi che hanno la cosiddetta Fobia Sociale: che non è una malattia specifica, ma solo un modo per definire un certo comportamento.
Anche la bella addormentata non uscì per cent'anni...
Può darsi che anche Lei si sia in qualche modo rinchiusa da qualche parte, all'inizio dell'adolescnza, e non sia ancora riuscita ad uscirne. Anche se , in qualche modo, ha potuto laurearsi e fare altre cose, ma ogni tanto la 'clausura' torna più rigida...
[#11]
Gentile utente,
Poiché i farmaci che ha citato sono relativi a disturbi diciamo della sfera umorale o ansiosa, non vedo francamente il perché di una riluttanza a comunicare la diagnosi, che non esprime niente di particolare se non un modo per comunicarsi le cose tra medici e permettere di considerare alcune terapie rispetto ad altre.
Altrimenti chieda un altro parere.
Poiché i farmaci che ha citato sono relativi a disturbi diciamo della sfera umorale o ansiosa, non vedo francamente il perché di una riluttanza a comunicare la diagnosi, che non esprime niente di particolare se non un modo per comunicarsi le cose tra medici e permettere di considerare alcune terapie rispetto ad altre.
Altrimenti chieda un altro parere.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.2k visite dal 26/03/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.