Difficoltà Libere associazioni, domanda su.

Buonasera Dottori,
Scrivo perché ho una grossa necessità di risolvere una questione per me molto importante. Faccio psicoterapia Freudiana da circa 6 anni, il lavoro procede benissimo con grosse soddisfazioni miei e di conseguenza del mio medico, iniziai con un terapia farmacologica a base di Zyprexa con un dosaggio pari a 20mg ora sono si può dire in conclusione ciclo poiché il dosaggio è pari a 2.5mg. La domanda è questa purtroppo sotto alcuni aspetti "criticabile".. Ho difficoltà a fare LIBERE ASSOCIAZIONI, mi risulta difficilissimo e sinceramente non riesco nemmeno a trovarne un vantaggio superiore al "semplice" colloquio con il mio medico. Vi prego di aiutarmi a chiarire e cercare di aiutarmi a realizzare il mio desiderio di riuscire a lavorare con una tecnica molto più complessa.

Vi ringrazio, spero numerosi nelle risposte.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente

Nel corso di meno di un mese ha fatto diverse richieste di consulto, nonchè ha omesso particolari e dettagli in alcune di esse (in psicologia) inducendo in errore chi le ha risposto.

Per inciso, non stiamo qui ad essere pilotati secondo ciò che le va di scrivere o meno, o a fornire dettagli generali su condizioni cliniche.

Passando al suo caso, se l'obiettivo della terapia analitica era quello di ridurre lo zyprexa allora era errato l'obiettivo cardine della terapia.
Il farmaco è ciò che le serve per il controllo dei sintomi e la previsione di riduzione deve essere correlata alla persistenza o reinsorgenza degli stessi.

Di fatto, i suoi sintomi non sembrano ridotti con la sola terapia analitica.

Per ciò che attiene alle libere associazioni, è eticamente corretto valutare preventivamente il paziente per introdurlo ad un trattamento psicoterpeutico piuttosto che un altro, quindi potrebbe anche essere che per lei non sia indicato questo tipo di terapia e se prima attribuiva la sua difficoltà ai farmaci (come purtroppo fanno anche gli addetti ai lavori), oggi non può più associare la sua difficoltà al farmaco.

Distinti Saluti

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Utente
Utente
Purtroppo per il vs Servizio su medicina.it "l'essere pilotati" può essere più che facile da parte di utenti registrati. Semplicemente non ho utilizzato un secondo o terzo account (senza che lei o altri aveste questa sensazione) perché ritenevo che ciò che ho sempre scritto fosse "normale" non come lo valuta lei.

Mi aspettavo semplicemente di ottenere una risposta tecnica e pratica per procedere con maggiore sicurezza in un percorso che mi sta dando molte soddisfazioni.

Arrivederci.


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gli utenti sono tutti registrati.

Avrebbe potuto usare tutti gli account che voleva se avesse voluto farlo ma a che pro?

Quale vantaggio ne può avere se non descrive in modo appropriato quanto utile per darle un parere?

E' liberissimo di pensarla come vuole, ma da me otterrà solo pareri professionali e non consigli da rivista o da sala d'attesa del parrucchiere.

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Ne ha discusso con il suo psicoanalista?
Di solito si tratta di una inibizione sintomatica di una dfficoltà nella relazione analtica, da affrontare, come tutti gli altri aspetti che possono emergere, sia in seduta che all'esterno, con il suo psicoanalista.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#5]
Utente
Utente
Buonasera Dr.Benedetti,

Grazie per la risposta molto chiara, quindi mi conferma che con il tempo si riuscirà a lavorare meglio con le libere associazioni, quando, il rapporto con il mio analista supererà determinate difficoltà di relazione?

Volevo anche chiederle, così così come ho raggiunto degli ottimi risultati con sedute standard, si potrebbero sviluppare nuovi stadi di conoscenza della mia persona se il paziente imparasse a relazionarsi con libere associazioni?

Grazie, spero mi chiarisca ulteriormente.
[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Potrebbe anche essere giunto al termine del suo trattamento e non vuole ammetterlo.
[#7]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

non mi è chiaro il ragionamento:

se la prescrizione del farmaco non è utile, perchè è stata effettuata e si continua ad assumere medicinali?

D'altra parte, se le libere associazioni non sono più funzionali, perchè si decide di portare avanti il lavoro analitico?

Credo che forse potrebbe essere utile chiarificare il campo di intervento: o psicoanalitico (suppongo sia tale da come ne parla, però mi faccia capire se così non è) o psicofarmacologico.

E in effetti le due strategie (psicoanalisi e psicofarmacologia) spesso trovano difficoltà nello "sposarsi" (mentre al contrario è più facile abbinare le psicoterapie - anche quelle ad indirizzo dinamico - con la psicofarmacologia).

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#8]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Mi dispiace, non ho la sfera di cristallo e non prevedo il futuro... :-)

Come consiglio generico, basato sulla prudenza e sull'esperienza, Le direi di abbassare le aspettative: si accontenti dell' 'abbastanza bene', non pretenda il massimo...
E forse cerchi di vedere le cose in maniera meno 'meccanica' e più 'possibilista'...

Cordialmente
[#9]
Utente
Utente
Dr. Garbolino buongiorno, in merito alle sue domande..

>se la prescrizione del farmaco non è utile, perchè è stata effettuata e si continua ad assumere medicinali?

Il farmaco zyprexa a inizio terapia era assolutamente indispensabile, si può dire che sono a fine ciclo farmacologico visto che i 2.5mg a previsione del medico diventeranno 0 tra 5-6 mesi in modo da concludere la terapia appunto farmacologica.


>D'altra parte, se le libere associazioni non sono più funzionali, perchè si decide di portare avanti il lavoro analitico?

Non è che le libere associazioni non sono più funzionali, il problema è che dopo 6 anni il lavoro ha sempre seguito una linea profonda di confronto con lo specialista, mentre ora vorrei trovare il modo di lavorare meglio sui sogni e di conseguenza ho difficoltà a fare LIBERE ASSOCIAZIONI e mi serviva solo avere supporto su questa parte della psicoanalisi.

Spero questa volta di essere stato chiaro..
Scusate se non lo sono stato da subito con i sistemi virtuali è molto difficile.

Buongiorno.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,


se sono presenti sintomi di rilevo appare ovvio prendere in considerazione una rivalutazione farmacologica.

D'altra parte ribadisco che occorrerebbe chiarificare il senso degli interventi: psicofamacologico o psicoanalitico?

Oppure mettere in "contatto" i rispettivi terapeuti al fine di gestire al meglio la sua situazione.
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lo zyprexa è un farmaco utilizzato per disturbi di tipo diverso, Lei non specifica la diagnosi per cui è difficile inquadrare la situazione.

La riduzione del farmaco nel corso del tempo è frequente, ma la sua sottrazione anche a distanza di tempo è solitamente connessa a ricadute a meno che non si tratti di una diagnosi di quelle meno frequenti. In questo caso però la durata della cura è molto meno protratta, se in 6 anni si è ritenuto di mantenere comunque il medicinale anche se a dose ridotta e in condizioni di compenso, il ruolo era preventivo. Togliendolo questo ruolo è abolito.

La psicoanalisi si fonda su concetti non biologicamente determinati, pertanto non ha un ruolo determinabile nella prevenzione delle ricadute dei disturbi psicotici.
Alcuni disturbi nel corso di 6 anni vanno incontro a risoluzione stabile, oppure hanno ricadute infrequenti.

Le consiglio di chiedere un secondo parere in merito ad un programma in cui si prevede a priori di togliere un trattamento come quello, e di specificare su quale diagnosi questo è pianificato.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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