Ansia depressione e alcool come posso aiutare mia madre

Salve a tutti i medici del sito,
Vi scrivo perche ormai da un anno viviamo io e la mia famiglia una situazione non certamente tra le più felici.
Mia madre ha 51 anni e forse con l'avvento della meno pausa, in più con il carico di frustrazioni che si porta dietro
e caduta in una brutta depressione,è sempre stata un soggetto particolarmente ansioso infatti usa Xanax ma da un anno a questa parte la situazione si è aggravata, specialmente al mattino è molto angosciata, agitata, è per poter sfuggire a questa sua realtà ha iniziato a bere per cercare dice lei una via di fuga, e l'interazione alcool Benzodiazepine è ben conosciuta tanto che la fanno dormire per tutto il giorno.
Vista la situazione siamo riusciti a portarla da uno psichiatra, visto che la sua dottoressa di base(una neurologa) non ha voluto prenderla in cura, lo specialista gli ha scritto dapprima il Samyr ma con scarsi risultati, poi siamo passati alla paroxetina 20mg ha smesso di bere immediatamente e le cose sono gradualmente migliorate; la cura lo specialista la protratta per 5 mesi per poi eliminarla gradualmente, visto che apparentemente mia madre stava bene.
A novembre pero l'inferno è ricominciato, nuovamente questa forte angoscia che la faceva rifugiare nell'alcool.Dopo un po di tira e molla siamo riusciti a portarla dal medico di base che questa volta ha deciso di prendersela in cura lei prescrivendogli un farmaco che si chiama Cymbalta 60mg sempre associati allo xanax che ormai a dire di mia madre non gli fa effetto.
Ormai la cura la porta avanti a pieno dosaggio da 30 giorni ma nessun risultato l'angoscia rimane l'ansia pure e anche la visione pessimistica delle cose, l'alcool c'è e non c'è dipende dai giorni e dal grado di angoscia anche perche gli stiamo sempre dietro l'ho portata da uno psicoterapeuta ma non so se ho fatto bene.

Datemi voi delle dritte perche non so proprio come fare
Grazie mille.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42k 1k 63
Gentile utente,

il trattamento con le benzodiazepine non puo' essere protratto per lungo tempo in quanto le stesse creano assuefazione e sua madre, giustamente, ritiene che ormai la dose assunta non ha piu' l'effetto di prima.
Il trattamento con antidepressivi, di pertinenza psichiatrica, deve essere protratto per un tempo sufficiente alla valutazione.
Tale periodo e' compreso tra le 6 e le 8 settimane di trattamento a dose piena.

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[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta immediata, quindi per il trattamento farmacologico lei consiglia di aspettare almeno un altro mese.
Per l'assuefazione quella c'è gia visto che usa Xanax da ormai anni, e adesso è arriva a dosi di 30/40 gocce giornaliere.
Ma per la psicoterapia lei che ne pensa è utile farla adesso o aspettare che il farmaco inizi a fare effetto???
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42k 1k 63
Gentile utente,

consiglierei di aspettare almeno altre due settimane.
Per lo Xanax bisogna valutare una riduzione posologica a scalare.
La psicoterapia puo' essere un intervento possibile dopo la valutazione dello psichiatra curante.

[#4]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
credo che per lei sia chiaro che la difficle situazione descritta non è del tutto affrontabile in un contesto quale la consulenza on line. Le suggerisco pertanto, in accordo con il collega precedente, un'accurata valutazione Psichiatrica tenendo a mente che la situazione è sicuramente complessa e complicata anche dall'uso di sostanze quale gli alcoolici. Se le fosse possibile si rivolga ad uno Specialista che oltre alle competenze psichiatriche abbia anche le competenze alcoologiche specifiche.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#5]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22 3
Gentile utente,
se lo specialista aveva prescritto la Paroxetina a 20 mg ed i risultati erano stati "ottimi", perchè non siete tornati sulla stessa terapia piuttosto che provare altri farmaci?
So che non è una domanda che dovrei fare a lei, bensì al medico che ha prescritto il Cymbalta.
Però questo quesito potrebbe girarlo lei al medico della mamma.
Alle volte abbiamo già individuato qual'è la chiave che in passato ha aperto la serratura, ma necessariamente vogliamo cambiarla e poi stranamente... non apre.

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#6]
Utente
Utente
Non siamo ritornati dallo specialista perche non appena sono andato a parlare con suo medico curante(neurologa) ha esordito dicendo che lo specialista aveva in passato sottovalutato la situazione e la terapia che gli aveva prescritto era stata fatta per troppo poco tempo, quindi ha deciso che di curarla lei, e non potendo mettere in discussione la sua preparazione...
In effetti gli ho chiesto perchè non riprendere la paroxetina, ha detto che per la condizione di mia madre serviva un farmaco un po più potente e il Cymbalta essendo un ricpatatore della serotonina e noradrenalina.
Altro non so.

grazie mille per l'aiuto.
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