Depressione ossessiva
Buongiorno e buona domenica a tutto lo staff di medicitalia da Michele.
Premetto che soffro di una forma di depressione ossessiva grave.
Sto seguendo una cura con 40 mg al giorno di paroxetina.
Il problema mi è iniziato verso l'eta' di 14 anni; classica eta' d'esordio adolescenziale.
Sono molto affranto perchè non mi sento una persona normale come tutti.
Ho provato un'infinita' di psicofarmaci e di psichiatri.
Il mio problema principale è quello di perdere il controllo.
Ad esempio stamattina stavo andando a lavoro e mi è capitato di passare davanti ad una centrale elettrica che ho visto sulla strada.
Mi sono subito sincerato che ci fossero le reti di protezione per evitare che qualcuno possa correre a toccare qualche filo dell'alta tensione. So che sono idee stupide per persone normali ma purtroppo mi spaventa tutto cio' che puo' essere una rapida perdita di controllo con conseguente morte.
Premetto che non ho mai minimamente tentato il suicidio ed anzi sono un soggetto salutista.
Non bevo, non fumo non mangio mai sregolato e non mi sono mai drogato.
In compenso prendo psicofarmaci.
Ma vengo alla mia domanda.
Volevo solo sapre se oltre ai miei 40 mg di paroxetina posso anche prendere un integratore di mio inositolo che ho acquistato da qualche giorno.
Non dovrebbe farmi male penso; anzi da studi in doppio cieco si è visto essere molto utile nel doc e nei disturbi d'ansia.
In piu' prendo 2 grammi al giorno di olio di pesce in quanto molto ricco di omega 3.
Ho sentito che puo' giovare all'umore.
Che ne dite posso associare la paroxetina con questi 2 integratori o rischio di avere piu' effetti collaterali; piu' ansia ed un peggioramento della mia situazione?
Sono in cura da un dottore che lavora presso la casa di cura Villa Santa Chiara di Quinto di Valpantena in provincia di Verona.
Resto in attesa di una Vostra gentile risposta.
Farei di tutto pur di guarire perchè mi frustra molto il fatto di non vedermi una persona normale come tutte le altre.
Purtroppo è difficile convivere con questo fardello interno.
Mi piacerebbe avere l'appoggio di persone come Voi dottori per avere un'ancora di speranza a cui disperatamente aggrapparmi. Un abbraccio a tutti Voi che svolgete un lavoro esemplare e degno della mia migliore stima.
Di nuovo grazie e distinti saluti.
Premetto che soffro di una forma di depressione ossessiva grave.
Sto seguendo una cura con 40 mg al giorno di paroxetina.
Il problema mi è iniziato verso l'eta' di 14 anni; classica eta' d'esordio adolescenziale.
Sono molto affranto perchè non mi sento una persona normale come tutti.
Ho provato un'infinita' di psicofarmaci e di psichiatri.
Il mio problema principale è quello di perdere il controllo.
Ad esempio stamattina stavo andando a lavoro e mi è capitato di passare davanti ad una centrale elettrica che ho visto sulla strada.
Mi sono subito sincerato che ci fossero le reti di protezione per evitare che qualcuno possa correre a toccare qualche filo dell'alta tensione. So che sono idee stupide per persone normali ma purtroppo mi spaventa tutto cio' che puo' essere una rapida perdita di controllo con conseguente morte.
Premetto che non ho mai minimamente tentato il suicidio ed anzi sono un soggetto salutista.
Non bevo, non fumo non mangio mai sregolato e non mi sono mai drogato.
In compenso prendo psicofarmaci.
Ma vengo alla mia domanda.
Volevo solo sapre se oltre ai miei 40 mg di paroxetina posso anche prendere un integratore di mio inositolo che ho acquistato da qualche giorno.
Non dovrebbe farmi male penso; anzi da studi in doppio cieco si è visto essere molto utile nel doc e nei disturbi d'ansia.
In piu' prendo 2 grammi al giorno di olio di pesce in quanto molto ricco di omega 3.
Ho sentito che puo' giovare all'umore.
Che ne dite posso associare la paroxetina con questi 2 integratori o rischio di avere piu' effetti collaterali; piu' ansia ed un peggioramento della mia situazione?
Sono in cura da un dottore che lavora presso la casa di cura Villa Santa Chiara di Quinto di Valpantena in provincia di Verona.
Resto in attesa di una Vostra gentile risposta.
Farei di tutto pur di guarire perchè mi frustra molto il fatto di non vedermi una persona normale come tutte le altre.
Purtroppo è difficile convivere con questo fardello interno.
Mi piacerebbe avere l'appoggio di persone come Voi dottori per avere un'ancora di speranza a cui disperatamente aggrapparmi. Un abbraccio a tutti Voi che svolgete un lavoro esemplare e degno della mia migliore stima.
Di nuovo grazie e distinti saluti.
[#2]
Gentile utente,
in attesa della Sua risposta, mi permetto di cominciare dall'osservazione che il termine "depressione ossessiva" è confondente: accomuna due entità distinte (un disturbo di umore e un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo) che richiedono approcci diversi. Tali fenomeni possono anche coesistere, ma è importante individuare quale dei due è all'origine, quale è la malattia principale. Altrimenti la diagnosi di "depressione ossessiva" tendo a comprenderla come una "malattia ossessiva", essendo la "depressione" un termine spesso usato in modo ubiquitario e aspecifico, perché la maggior parte di noi nella cultura occidentale ci identifichiamo più facilmente con esso che con un'altra diagnosi psichiatrica che può essere anche più specifica.
Prima di concludere che un disturbo sia resistente al farmaco assunto, bisogna verificare se tale farmaco è assunto a dosaggio adeguato. Per compensare il disturbo ossessivo-compulsivo e spesso anche gli altri disturbi di tale spettro, sono sovente necessari dosaggi alti di antidepressivi. Dunque, il primo passo, dopo l'accertamento della diagnosi, nel caso nel quale si tratta ad esempio di disturbo ossessivo-compulsivo, è di valutare l'incremento della dose di paroxetina (40 mg potrebbero non essere sufficienti). Dunque, è presto disperarsi. Le consiglio di parlarne con il Suo specialista.
Rispetto all'utilizzo dei rimedi come l'inositolo e l'omega-3, fra i dati di ricerca raccolti fino ad oggi alcuni sono incoraggianti, ma altri risultati li contrastano, gli studi sono ancora pochi e nel complesso sono insufficienti per affermare loro efficacia nei disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, mentre, in effetti, c'è più consenso sul ruolo curativo di entrambi i supplementi nei disturbi di umore. Nel disturbo ossessivo-compulsivo il tono di umore può essere depresso come una delle manifestazioni associate, ma cercherei di non confondere il disturbo ossessivo-compulsivo con i disturbi di umore e di non assumere i farmaci (i supplementi o altri rimedi) perché ne possa giovare solo uno dei sintomi o perché "fanno comunque del bene" (non dimentichiamo che si tratta dei supplementi concentrati e non dei cibi nella forma naturale).
Nonostante non ci sono le basi scientifiche sufficienti, non posso nemmeno escludere che tali rimedi siano efficaci in un caso individuale, in associazione alla terapia antidepressiva convenzionale, ma bisognerà pensarci dopo che si è appurato che le terapie tradizionali abbiano dimostrato il massimo di loro efficacia, tenere conto delle interazioni di tali rimedi, farlo sempre sotto la guida dello specialista, ed il Suo psichiatra deve essere sempre informato di tali associazioni. Non vanno assunti come una automedicazione parallela alle cure prescritte (come, ho l'impressione, fa o vorrebbe fare Lei).
Nulla vieta comunque, al posto dei "supplementi" a dosaggio concentrato, mantenere una dieta equilibrata che contenga anche i cibi ricchi di tali elementi, se le condizioni della Sua salute non lo contraindicano. A questo proposito può chiedere un consulto al proprio medico di base e nella sezione di "Scienza dell'alimentazione" del nostro sito.
Infine, i disturbi dello spettro ossessivo-comulsivo possono essere curati efficacemente con la psicoterapia abinata alla farmaco-terapia; di questo penserei già adesso. Lei ha già avuto le esperienze di psicoterapia? Se sì, di che tipo?
in attesa della Sua risposta, mi permetto di cominciare dall'osservazione che il termine "depressione ossessiva" è confondente: accomuna due entità distinte (un disturbo di umore e un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo) che richiedono approcci diversi. Tali fenomeni possono anche coesistere, ma è importante individuare quale dei due è all'origine, quale è la malattia principale. Altrimenti la diagnosi di "depressione ossessiva" tendo a comprenderla come una "malattia ossessiva", essendo la "depressione" un termine spesso usato in modo ubiquitario e aspecifico, perché la maggior parte di noi nella cultura occidentale ci identifichiamo più facilmente con esso che con un'altra diagnosi psichiatrica che può essere anche più specifica.
Prima di concludere che un disturbo sia resistente al farmaco assunto, bisogna verificare se tale farmaco è assunto a dosaggio adeguato. Per compensare il disturbo ossessivo-compulsivo e spesso anche gli altri disturbi di tale spettro, sono sovente necessari dosaggi alti di antidepressivi. Dunque, il primo passo, dopo l'accertamento della diagnosi, nel caso nel quale si tratta ad esempio di disturbo ossessivo-compulsivo, è di valutare l'incremento della dose di paroxetina (40 mg potrebbero non essere sufficienti). Dunque, è presto disperarsi. Le consiglio di parlarne con il Suo specialista.
Rispetto all'utilizzo dei rimedi come l'inositolo e l'omega-3, fra i dati di ricerca raccolti fino ad oggi alcuni sono incoraggianti, ma altri risultati li contrastano, gli studi sono ancora pochi e nel complesso sono insufficienti per affermare loro efficacia nei disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, mentre, in effetti, c'è più consenso sul ruolo curativo di entrambi i supplementi nei disturbi di umore. Nel disturbo ossessivo-compulsivo il tono di umore può essere depresso come una delle manifestazioni associate, ma cercherei di non confondere il disturbo ossessivo-compulsivo con i disturbi di umore e di non assumere i farmaci (i supplementi o altri rimedi) perché ne possa giovare solo uno dei sintomi o perché "fanno comunque del bene" (non dimentichiamo che si tratta dei supplementi concentrati e non dei cibi nella forma naturale).
Nonostante non ci sono le basi scientifiche sufficienti, non posso nemmeno escludere che tali rimedi siano efficaci in un caso individuale, in associazione alla terapia antidepressiva convenzionale, ma bisognerà pensarci dopo che si è appurato che le terapie tradizionali abbiano dimostrato il massimo di loro efficacia, tenere conto delle interazioni di tali rimedi, farlo sempre sotto la guida dello specialista, ed il Suo psichiatra deve essere sempre informato di tali associazioni. Non vanno assunti come una automedicazione parallela alle cure prescritte (come, ho l'impressione, fa o vorrebbe fare Lei).
Nulla vieta comunque, al posto dei "supplementi" a dosaggio concentrato, mantenere una dieta equilibrata che contenga anche i cibi ricchi di tali elementi, se le condizioni della Sua salute non lo contraindicano. A questo proposito può chiedere un consulto al proprio medico di base e nella sezione di "Scienza dell'alimentazione" del nostro sito.
Infine, i disturbi dello spettro ossessivo-comulsivo possono essere curati efficacemente con la psicoterapia abinata alla farmaco-terapia; di questo penserei già adesso. Lei ha già avuto le esperienze di psicoterapia? Se sì, di che tipo?
[#3]
Utente
Buonasera egregio dott. Alex;
mi scusi se ho abbreviato il suo nome; è solo per una questione di semplicita'.
Spero che non si offenda.
Innanzitutto la ringrazio di avermi risposto.
Non le ho risposto prima perchè sono sempre indaffarato per lavoro fuori citta'.
Come le ho accennato il mio è ormai diventato un martirio psichiatrico.
So che dovro' conviverci per il resto della vita; la cosa piu' difficile è accettare di non essere una persona normale come gli altri.
Io ho cominciato ad avere dei brutti pensieri suicidari verso l'eta' dell'adolescenza. Poi ho lasciato passare la cosa sperando che con il tempo si dissolvessero.
Purtroppo non è stato cosi'.
Le premetto che sono stato visitato da una miriade di psichiatri la maggior parte dei quali di grande fama.
Per farle un esempio ancora molti anni fa sono stato dal celeberrimo Prof.Cassano a Pisa.
Lui vede le persone solo come dei serbatoi umani da riempire di antidepressivi; antipsicotici, neurolettici ansiolitici e cosi' via.
Poi sono stato ricoverato una volta a villeTurro a Milano dal primario Prof. Enrico Smeraldi.
Un'altra volta sono stato in cura per circa un mese e mezzo alla casa di cura parco dei tigli nella zona collinare di Teolo. E' la clinica dove venne ricoverato Pantani e piu' volte Vasco Rossi.
Ultimamente mi sto curando solo con sporadiche visite a cadenza bimestrale dal dottor Bartolomasi Marco c/o la casa di cura Villa Santa Chiara di Quinto di Valpantena in provincia di Verona.
Gli antidepressivi gli ho provati tutti anche ai dosaggi massimi.
Uno degli ultimi che ho usato è stato il prozac che sono arrivato a prendere a dosaggio di 70 mg.
Poi il penultimo che ho preso è stato lo Zarelis venlafaxina cloridrato.
Per un periodo ne ho preso 75 mg e sono stato bene per diversi mesi.
Poi sa lei la mia testa ogni tanto prende la tangente.
Attualmente sto prendendo 40 mg di paroxetina che avevo gia' usato molti anni fa e insomma qualcosina meglio mi sembra di stare.
In abbinata ogni tanto prendo 5 gocce di rivotril clonazepam.
A questo punto io dico una cosa.
Puo' essere che gli psicofarmaci non mi facciano effetto o per lo meno non del tutto?
Forse dovrei fare anch'io uno sforzo caratteriale.
Alla base di tutto io presento un carattere molto labile.
Manco di fiducia in me stesso.
Vorrei sempre essere al top della forma fisica; perfetto muscoloso ecc.
Amo molto essere lodato e trovarmi al centro dell'attenzione femminile.
Forse dovrei fare un lavoro anche di psicoterapia.
A dire la verita' ho provato piu' volte ad effettuare delle sedute; non ultimo da uno suicidologo di Padova.
Poi pero' ho smesso anche perchè a dire la verita' ai tempi d'oggi si fa fatica ad arrivare a fine mese e non mi sarebbe piu' possibile spendere molti soldi per affrontare una psicoterapia anche perchè diciamoci la verita' in primis sono io a non crederci molto.
Come le dicevo ho parlato con il mio psichiatra e oltre a 40 mg al giorno di paroxetina sto prendendo a pranzo e a cena un integratore di omega 3 e 2g al giorno di mio inositolo che da studi israeliani in doppio cieco si è visto che riesce a superare la barriera emato encefalica e risulterebbe essere molto utile nel doc e nei vari disturbi d'ansia. Piu' che altro lo prendo anche perchè risulta essere un ottimo disintossicante epatico. Male nn dovrebbe fare; anzi.
Mi scusi tanto se l'ho " ossessionata " con i miei discorsi; ma mi fa piacere ogni tanto sapere di avere una persona che mi ascolti.
Un saluto da Michele di Padova.
mi scusi se ho abbreviato il suo nome; è solo per una questione di semplicita'.
Spero che non si offenda.
Innanzitutto la ringrazio di avermi risposto.
Non le ho risposto prima perchè sono sempre indaffarato per lavoro fuori citta'.
Come le ho accennato il mio è ormai diventato un martirio psichiatrico.
So che dovro' conviverci per il resto della vita; la cosa piu' difficile è accettare di non essere una persona normale come gli altri.
Io ho cominciato ad avere dei brutti pensieri suicidari verso l'eta' dell'adolescenza. Poi ho lasciato passare la cosa sperando che con il tempo si dissolvessero.
Purtroppo non è stato cosi'.
Le premetto che sono stato visitato da una miriade di psichiatri la maggior parte dei quali di grande fama.
Per farle un esempio ancora molti anni fa sono stato dal celeberrimo Prof.Cassano a Pisa.
Lui vede le persone solo come dei serbatoi umani da riempire di antidepressivi; antipsicotici, neurolettici ansiolitici e cosi' via.
Poi sono stato ricoverato una volta a villeTurro a Milano dal primario Prof. Enrico Smeraldi.
Un'altra volta sono stato in cura per circa un mese e mezzo alla casa di cura parco dei tigli nella zona collinare di Teolo. E' la clinica dove venne ricoverato Pantani e piu' volte Vasco Rossi.
Ultimamente mi sto curando solo con sporadiche visite a cadenza bimestrale dal dottor Bartolomasi Marco c/o la casa di cura Villa Santa Chiara di Quinto di Valpantena in provincia di Verona.
Gli antidepressivi gli ho provati tutti anche ai dosaggi massimi.
Uno degli ultimi che ho usato è stato il prozac che sono arrivato a prendere a dosaggio di 70 mg.
Poi il penultimo che ho preso è stato lo Zarelis venlafaxina cloridrato.
Per un periodo ne ho preso 75 mg e sono stato bene per diversi mesi.
Poi sa lei la mia testa ogni tanto prende la tangente.
Attualmente sto prendendo 40 mg di paroxetina che avevo gia' usato molti anni fa e insomma qualcosina meglio mi sembra di stare.
In abbinata ogni tanto prendo 5 gocce di rivotril clonazepam.
A questo punto io dico una cosa.
Puo' essere che gli psicofarmaci non mi facciano effetto o per lo meno non del tutto?
Forse dovrei fare anch'io uno sforzo caratteriale.
Alla base di tutto io presento un carattere molto labile.
Manco di fiducia in me stesso.
Vorrei sempre essere al top della forma fisica; perfetto muscoloso ecc.
Amo molto essere lodato e trovarmi al centro dell'attenzione femminile.
Forse dovrei fare un lavoro anche di psicoterapia.
A dire la verita' ho provato piu' volte ad effettuare delle sedute; non ultimo da uno suicidologo di Padova.
Poi pero' ho smesso anche perchè a dire la verita' ai tempi d'oggi si fa fatica ad arrivare a fine mese e non mi sarebbe piu' possibile spendere molti soldi per affrontare una psicoterapia anche perchè diciamoci la verita' in primis sono io a non crederci molto.
Come le dicevo ho parlato con il mio psichiatra e oltre a 40 mg al giorno di paroxetina sto prendendo a pranzo e a cena un integratore di omega 3 e 2g al giorno di mio inositolo che da studi israeliani in doppio cieco si è visto che riesce a superare la barriera emato encefalica e risulterebbe essere molto utile nel doc e nei vari disturbi d'ansia. Piu' che altro lo prendo anche perchè risulta essere un ottimo disintossicante epatico. Male nn dovrebbe fare; anzi.
Mi scusi tanto se l'ho " ossessionata " con i miei discorsi; ma mi fa piacere ogni tanto sapere di avere una persona che mi ascolti.
Un saluto da Michele di Padova.
[#4]
Gentile utente,
certamente la psicoterapia non la scarterei. A proposito della spesa e degli onorari, non sempre la psicoterapia è costosa: gli onorari variano molto e dipendono anche dalla prestigiosità dello psicoterapeuta, dalla sua fama, dai titoli, ecc. Viviamo in un paese nel quale lavorano moltissimi psicologi, la maggioranza di loro non sono famosi, molti sono anche giovani, ma questo non vuol dire niente: molti possono essere anche molto bravi, è una questione individuale.
E' possibile che Le tenda a scegliere gli specialisti che siano di maggiore fama e che chiedano onorari più alti? (almeno io ho avuto questa impressione). Se sì, potrebbe far parte del disturbo: non solo Lei "deve" essere al "top", ma anche quelli a chi si rivolge, perché sono anche loro un aspetto esteriore di Lei...
Oppure la fama ed il prestigio dello specialista sono le carte con le quali si cerca di battere la scarsa fiducia nel successo ? ("diciamoci la verita' in primis sono io a non crederci molto"). Se è così, di nuovo potrebbe essere una manifestazione non costruttiva dello stile di carattere.
Per affrontare la psicoterapia è essenziale la motivazione al cambiamento, al mettere in discussione se stesso, mentre credere nel successo della psicoterapia non è essenziale. Molte persone che affrontano la psicoterapia non sono capaci di credere in sé stesse, nel miglioramento o nell'operato di altrui perché sono sintomi delle loro condizioni psichiche: se non li avessero, non avrebbero bisogno di psicoterapia.. La siducia può essere talmente grave da paralizzare anche l'iniziativa, e la persona non riesce ad alzarsi dal letto. Ma se la persona si alza dal letto, lavora, decide e trova il tempo anche a scrivere a noi, il deficit dell'iniziativa è solo parziale.
Più che credere, aver fiducia o ricorrere agli specialisti di prestigio, serve molto di più la motivazione di affrontare l'eventuale cambiamento e l'iniziativa a iniziare tale strada. Se invece la persona sta bene così come sta e come è, e tutto sommato sa sopravvivere meglio così e preferisce di non cambiare, allora si può anche credere nel cambiamento, ma non arriverà.
un saluto,
certamente la psicoterapia non la scarterei. A proposito della spesa e degli onorari, non sempre la psicoterapia è costosa: gli onorari variano molto e dipendono anche dalla prestigiosità dello psicoterapeuta, dalla sua fama, dai titoli, ecc. Viviamo in un paese nel quale lavorano moltissimi psicologi, la maggioranza di loro non sono famosi, molti sono anche giovani, ma questo non vuol dire niente: molti possono essere anche molto bravi, è una questione individuale.
E' possibile che Le tenda a scegliere gli specialisti che siano di maggiore fama e che chiedano onorari più alti? (almeno io ho avuto questa impressione). Se sì, potrebbe far parte del disturbo: non solo Lei "deve" essere al "top", ma anche quelli a chi si rivolge, perché sono anche loro un aspetto esteriore di Lei...
Oppure la fama ed il prestigio dello specialista sono le carte con le quali si cerca di battere la scarsa fiducia nel successo ? ("diciamoci la verita' in primis sono io a non crederci molto"). Se è così, di nuovo potrebbe essere una manifestazione non costruttiva dello stile di carattere.
Per affrontare la psicoterapia è essenziale la motivazione al cambiamento, al mettere in discussione se stesso, mentre credere nel successo della psicoterapia non è essenziale. Molte persone che affrontano la psicoterapia non sono capaci di credere in sé stesse, nel miglioramento o nell'operato di altrui perché sono sintomi delle loro condizioni psichiche: se non li avessero, non avrebbero bisogno di psicoterapia.. La siducia può essere talmente grave da paralizzare anche l'iniziativa, e la persona non riesce ad alzarsi dal letto. Ma se la persona si alza dal letto, lavora, decide e trova il tempo anche a scrivere a noi, il deficit dell'iniziativa è solo parziale.
Più che credere, aver fiducia o ricorrere agli specialisti di prestigio, serve molto di più la motivazione di affrontare l'eventuale cambiamento e l'iniziativa a iniziare tale strada. Se invece la persona sta bene così come sta e come è, e tutto sommato sa sopravvivere meglio così e preferisce di non cambiare, allora si può anche credere nel cambiamento, ma non arriverà.
un saluto,
[#5]
Utente
Buongiorno gent.mo dottor Alex;
mi scusi tanto se la disturbo sono Michele da Padova.
Io sono quel paziente che ha una depressione ossessiva si ricorda di me?
Sono molto angosciato perchè mi è subentrato un grosso effetto collaterale legato all'uso di 40 mg di paroxetina.
Prima con tutti gli altri psicofarmaci che ho usato non mi era mai capitato.
Praticamente il problema sta nel fatto che quando faccio l'amore con la mia ragazza riesco si ad avere un'ottima erezione ma non arrivo mai all'orgasmo.
Questo mi frustra molto perchè diciamo che " a letto " sono sempre stato un toro.
Ho provato a telefonare al mio psichiatra ma non mi risponde.
Per il momento mi ha detto via sms di tornare ad una sola compressa da 20 mg di paroxetina.
Io mi ricordo che anche quando prendevo il prozac ad alti dosaggi non mi ha mai dato quest'effetto collaterale.
Ho fatto delle ricerche in internet ed ho visto che c'è un antidepressivo chiamato wellbutrin che è l'unico che non da problemi sessuali; anzi.
Lei lo ha mai usato nei suoi pazienti?
Possibile che se una persona non sta bene e prende antidepressivi poi abbia problemi in una delle poche cose belle della vita?
Mi scusi il termine nel sesso?
Penso che sia solo questo un motivo di forte depressione.
Non ci sono ultimi ritrovati antidepressivi anti ossessivi piu' selettivi che non diano questo problema?
Sono davvero molto rattristato anche perchè ho una bellissima donna ed il fatto di non avere l'orgasmo fa stare male sia me che lei.
E poi dopo resto con un forte dolore nella zona testicolare.
Confido in una sua risposta in merito.
Anticipatamente la ringrazio; scusi il mio sfogo!
mi scusi tanto se la disturbo sono Michele da Padova.
Io sono quel paziente che ha una depressione ossessiva si ricorda di me?
Sono molto angosciato perchè mi è subentrato un grosso effetto collaterale legato all'uso di 40 mg di paroxetina.
Prima con tutti gli altri psicofarmaci che ho usato non mi era mai capitato.
Praticamente il problema sta nel fatto che quando faccio l'amore con la mia ragazza riesco si ad avere un'ottima erezione ma non arrivo mai all'orgasmo.
Questo mi frustra molto perchè diciamo che " a letto " sono sempre stato un toro.
Ho provato a telefonare al mio psichiatra ma non mi risponde.
Per il momento mi ha detto via sms di tornare ad una sola compressa da 20 mg di paroxetina.
Io mi ricordo che anche quando prendevo il prozac ad alti dosaggi non mi ha mai dato quest'effetto collaterale.
Ho fatto delle ricerche in internet ed ho visto che c'è un antidepressivo chiamato wellbutrin che è l'unico che non da problemi sessuali; anzi.
Lei lo ha mai usato nei suoi pazienti?
Possibile che se una persona non sta bene e prende antidepressivi poi abbia problemi in una delle poche cose belle della vita?
Mi scusi il termine nel sesso?
Penso che sia solo questo un motivo di forte depressione.
Non ci sono ultimi ritrovati antidepressivi anti ossessivi piu' selettivi che non diano questo problema?
Sono davvero molto rattristato anche perchè ho una bellissima donna ed il fatto di non avere l'orgasmo fa stare male sia me che lei.
E poi dopo resto con un forte dolore nella zona testicolare.
Confido in una sua risposta in merito.
Anticipatamente la ringrazio; scusi il mio sfogo!
[#6]
<<..E poi dopo resto con un forte dolore nella zona testicolare..>>
Farei anche un controllo urologico per verificare che non sia un problema di un altro tipo: non legato al farmaco o esacerbato dal farmaco secondariamente.
Senza allarmarsi, ma procedento col metodo.
un saluto,
Farei anche un controllo urologico per verificare che non sia un problema di un altro tipo: non legato al farmaco o esacerbato dal farmaco secondariamente.
Senza allarmarsi, ma procedento col metodo.
un saluto,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 18.1k visite dal 11/03/2012.
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