Doc da relazione?
Salve sono una ragazza di 34 anni e da circa 8 anni credo di soffrire di ossessioni. In realtà sono stata da vari dottori, i quali mi hanno diagnosticato questo tipo di disturbo. Inizialmente nasce dal fatto che rievocavo momenti della mia infanzia, durante i quali venivo toccata dai miei quasi coetanei (potevano avere 2-4 anni in più). All'epoca ero fidanzata, storia durata 10 anni. E sentivo la necessità di raccontare tutto al mio ragazzo (molto geloso e con problemi psichici anche lui). Sono stata x la prima volta dello psicologo e poi dallo psichiatra che mi ha prescritto il cipralex, dicendomi di soffrire di doc. Ho assunto questo farmaco per più di 5 anni. 6 anni fa inizio a pensare di non amare più il mio fidanzato e dopo tante indecisioni, fortunatamente lo lascio. Sto bene per un anno circa, sempre assumendo il farmaco. Dopo circa un anno dalla fine del mio rapporto, conosco un'altra persona con la quale inizio una frequentazione. Dopo circa un mese, da un giorno all'altro, comincio a pensare di non volerlo più e comincio a notare tutti i suoi difetti. Si ricomincia con farmaci e psicoterapia. Mi piaceva uscire con questo ragazzo, xò avevo paura di farlo soffrire perchè non ero sicura di quello che provavo. Questa storia dura 3 anni, con frequentazioni di circa una volta al mese. Quando capisco che non fa x me, chiudo. Mi sorge un altro pensiero, la paura di essere pazza, di essere diversa dagli altri, di essere malata, di essere omosessuale, di fare del male agli altri ecc ecc. Ricorro da un nuovo psichiatra, col quale mi trovai molto bene, siamo a gennaio 2010. Mi prescrisse sertralina, iniziando con una compressa da 50 mg al giorno, per poi arrivare a 150 da circa il mese successivo. L'ultimo incontro risale a giugno 2010. Da allora continuo a prendere il farmaco... Ovviamente non sono più andata per problemi economici e anche perchè stavo bene. L'anno scorso conosco un ragazzo, frequenta la mia stessa comitiva. Usciamo insieme come gruppo e dopo pochi mesi inizio a pensare che forse non è poi cosi male, inizia a piacermi. Inizio anche a pensare che mai avrei potuto iniziare una storia con lui perchè non sarei mai riuscita ad innamorarmi e lo avrei fatto soffrire. Nel frattempo questo interesse aumenta, tra dubbi e ansie. 4 mesi fa, la prima uscita da soli, il primo bacio. Aumentano i miei dubbi e le mie paure ma anche la voglia di conoscerlo meglio. La storia si fa più solida. Inizio a ringraziarlo dei bei momenti che mi fa trascorrere e delle belle emozioni che mi sta facendo provare. Da circa una settimana, da quando noto un maggiore suo coinvolgimento, panico totale. Comincio a pensare di non volerlo, comincio a notare qualche "difetto", sia caratteriale che fisico. Tachicardia, nausea... penso che la cosa più giusta sia interrompere la relazione, ma non lo faccio. Non ho il coraggio e continuo a chiamarlo, vederlo.... Durante il giorno, sia quando lo vedo e lo sento, sia quando non, mi viene il dubbio di non volerlo. Non so se riuscissi a stare senza di lui, so solo che mi piacerebbe tornare ad una settimana fa. Quando mi sembrava di vivere una favola. Io che riprovavo belle emozioni, riuscendo a contenere la mia ansia e le mie paure. Gentili dottori, non mi aspetto da voi una diagnosi, perchè so che tutto ciò deriva da una visita accurata. Vi chiedo soltanto di farmi capire se queste mie paure sono frutto del mio disturbo o sono dovute al fatto che non ho più interesse x questa meravigliosa persona. Esco volentieri con lui ma quando mi vengono in mente questi pensieri, divento indifferente e non capisco più niente. Per qualsiasi altra delucidazione, sono a vostra disposizione. Grazie infinite.
[#3]
Gentile utente,
mi permetto un commento. Penso che non è solo un problema di un disturbo psichico nel senso stretto, ma anche della gestione del rapporto con un altra persona. E' normale avere sentimenti anche contrari, dubbi ecc. in un rapporto di una certa intensità, anche se Lei non avesse la storia che ha descritto. Per affrontare i sentimenti, ne dobbiamo essere pronti.. , rispettare e conoscere le proprie dinamiche ed i propri tempi. Tutto ciò: a maggior ragione, se si tratta di una persona che ha una storia come la Sua. La prima persona con la quale confidarsi su questi dubbi e su propri sentimenti idealmente sarebbe proprio il partner. E' importante che lui riesca a capirLa e che Lei riesca ad essere sincera con lui, sia adesso come dopo. E' anche possibilie (e normale) che, così come Lei, anche lui possa vivere i dubbi, le difficoltà (è sempre una persona umana) e di aver bisogno di confidarsi. Poter farlo è una cosa essenziale sia nel rapporto d'amore a lungo termine, sia nell'amicizia.
Inoltre, per evitare le "recidive" sul piano relazionale, penso che potrebbe aver senso, oltre alla farmacoterapia, anche la psicoterapia (non ho capito se Lei è solo stata da uno psicologo oppure ha seguito un percorso di psicoterapia...). Sia la farmaco- che la psicoterapia non sono le cose che si fanno solo quando si sta male; ma è un lavoro di fondo. In particolare, la psicoterapia non necessariamente deve avere come l'indicazione un disturbo psichico, ma può essere motivata. ad esempio, anche dalle difficoltà relazionali. Se è presente un problema economico, si può provare a discuterlo con lo psicoterapeuta e trovare un compromesso, o cercare un psicoterapeuta che Lei economicamente si può permettere (gli onorari sono molto vari), oppure rivolgersi per la psicoterapia ai servizi pubblici.
un saluto,
mi permetto un commento. Penso che non è solo un problema di un disturbo psichico nel senso stretto, ma anche della gestione del rapporto con un altra persona. E' normale avere sentimenti anche contrari, dubbi ecc. in un rapporto di una certa intensità, anche se Lei non avesse la storia che ha descritto. Per affrontare i sentimenti, ne dobbiamo essere pronti.. , rispettare e conoscere le proprie dinamiche ed i propri tempi. Tutto ciò: a maggior ragione, se si tratta di una persona che ha una storia come la Sua. La prima persona con la quale confidarsi su questi dubbi e su propri sentimenti idealmente sarebbe proprio il partner. E' importante che lui riesca a capirLa e che Lei riesca ad essere sincera con lui, sia adesso come dopo. E' anche possibilie (e normale) che, così come Lei, anche lui possa vivere i dubbi, le difficoltà (è sempre una persona umana) e di aver bisogno di confidarsi. Poter farlo è una cosa essenziale sia nel rapporto d'amore a lungo termine, sia nell'amicizia.
Inoltre, per evitare le "recidive" sul piano relazionale, penso che potrebbe aver senso, oltre alla farmacoterapia, anche la psicoterapia (non ho capito se Lei è solo stata da uno psicologo oppure ha seguito un percorso di psicoterapia...). Sia la farmaco- che la psicoterapia non sono le cose che si fanno solo quando si sta male; ma è un lavoro di fondo. In particolare, la psicoterapia non necessariamente deve avere come l'indicazione un disturbo psichico, ma può essere motivata. ad esempio, anche dalle difficoltà relazionali. Se è presente un problema economico, si può provare a discuterlo con lo psicoterapeuta e trovare un compromesso, o cercare un psicoterapeuta che Lei economicamente si può permettere (gli onorari sono molto vari), oppure rivolgersi per la psicoterapia ai servizi pubblici.
un saluto,
[#4]
Ex utente
Gentile dottore,
grazie per la risposta ma il mio problema forse è il contrario. Quello di voler essere sincera a tutti i costi (così ho fatto nelle storie precedenti). Con il mio attuale ragazzo preferisco non parlare dei miei problemi xchè la storia è ancora all'inizio. Per certi versi mi vergogno di dirgli che "sono malata", che ho un disturbo psichico! Molto probabilmente la mia prima storia mi ha talmente toccata che ancora ne pago le conseguenze. Il mio primo ragazzo mi ha sempre rimproverato su tutto quello che facevo, dicendomi che ero io quella che sbagliavo. Mi ha sempre oberato di problemi, sia dei suoi che dei miei. Era un tipo molto geloso...anche nel salutare una persona mi faceva storie. Se avevo un minimo approccio con un ragazzo, per lui, era il mio amante. Era possessivo, ossessivo, manesco...insomma non basterebbe una giornata per elencare tutti i suoi difetti.
Riguardo alla cura, ha pienamente ragione. Ho fatto poca psicoterapia e anche male.
La saluto e La ringrazio.
grazie per la risposta ma il mio problema forse è il contrario. Quello di voler essere sincera a tutti i costi (così ho fatto nelle storie precedenti). Con il mio attuale ragazzo preferisco non parlare dei miei problemi xchè la storia è ancora all'inizio. Per certi versi mi vergogno di dirgli che "sono malata", che ho un disturbo psichico! Molto probabilmente la mia prima storia mi ha talmente toccata che ancora ne pago le conseguenze. Il mio primo ragazzo mi ha sempre rimproverato su tutto quello che facevo, dicendomi che ero io quella che sbagliavo. Mi ha sempre oberato di problemi, sia dei suoi che dei miei. Era un tipo molto geloso...anche nel salutare una persona mi faceva storie. Se avevo un minimo approccio con un ragazzo, per lui, era il mio amante. Era possessivo, ossessivo, manesco...insomma non basterebbe una giornata per elencare tutti i suoi difetti.
Riguardo alla cura, ha pienamente ragione. Ho fatto poca psicoterapia e anche male.
La saluto e La ringrazio.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.7k visite dal 09/03/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.