Ricaduta dell'ansia?
salve a tutti i dottori che supportano questo sito.. Preciso che chiedo non una diagnosi on-line ma un semplice consiglio (spero).
Come potete vedere dalle mie richieste precedenti, ho avuto un pò di problemi con dei disturbi di ansia.. Vi riassumo brevemente la mia storia. L'anno scorso ho iniziato ad avere delle paure di avere un infarto dopo la morte di 2 persone giovani per infarti ed anuerismi fulminanti. Sono stato dal cardiologo per una visita completa che ha evidenziato il ottimo stato di salute e cardiovascolare (gioco a calcio e vado a correre). Il cardiologo mi ha detto che i dolorini al petto sinistro che avverto non sono di origine cardiaca ma di origine ansiosa. Siccome volelo affrontare subito il problema (avendo 2 figlie piccole certo non voglio rovinarmi la vita per niente) sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto xanax 0,5 al giorno per 60 gg. Li per lì' sono stato meglio (da marzo ad aprile), poi ad agosto si è ripresentato il problema un pò più forte. Allorchè lo psichiatra mi ha prescritto cipralex 10mg 1 volta al giorno; lo sto prendendo dall'8 agosto.
Devo dire che da settembre sono stato bene, niente ansia, ho ripreso a correre senza paure,etc.;poi domenica sera di punto in bianco mi sono sentito male (vomito e diarrea): Ho subito dato la colpa all'ansia e la sera,visto che non riuscivo a dormire, ho preso xanax 0.5.
Lunedi la situazione è peggiorata, nel senso che il virus del vomito (14 volte in 4 ore) è aumentato, e lì ho avuto la riprova che non si trattava di ansia ma di influenza. Oggi mi sento un pò spossato ed associo queasta mia noia e spossatezza ad un ritorno dell'ansia. Lo so che sono un "bischero" però che ci posso fare? Secondo voi con il cipralex è possibile farsi riprendere ansia nonostatnte sei mesi di cipralex? E' verosimile che sia questo virus che mi ha indebolito ed una volta passato ritorno a star bene?
Secondo voi uan terapia di 10mg di cipralex al dì quanto deve durare?
grazie mille
Come potete vedere dalle mie richieste precedenti, ho avuto un pò di problemi con dei disturbi di ansia.. Vi riassumo brevemente la mia storia. L'anno scorso ho iniziato ad avere delle paure di avere un infarto dopo la morte di 2 persone giovani per infarti ed anuerismi fulminanti. Sono stato dal cardiologo per una visita completa che ha evidenziato il ottimo stato di salute e cardiovascolare (gioco a calcio e vado a correre). Il cardiologo mi ha detto che i dolorini al petto sinistro che avverto non sono di origine cardiaca ma di origine ansiosa. Siccome volelo affrontare subito il problema (avendo 2 figlie piccole certo non voglio rovinarmi la vita per niente) sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto xanax 0,5 al giorno per 60 gg. Li per lì' sono stato meglio (da marzo ad aprile), poi ad agosto si è ripresentato il problema un pò più forte. Allorchè lo psichiatra mi ha prescritto cipralex 10mg 1 volta al giorno; lo sto prendendo dall'8 agosto.
Devo dire che da settembre sono stato bene, niente ansia, ho ripreso a correre senza paure,etc.;poi domenica sera di punto in bianco mi sono sentito male (vomito e diarrea): Ho subito dato la colpa all'ansia e la sera,visto che non riuscivo a dormire, ho preso xanax 0.5.
Lunedi la situazione è peggiorata, nel senso che il virus del vomito (14 volte in 4 ore) è aumentato, e lì ho avuto la riprova che non si trattava di ansia ma di influenza. Oggi mi sento un pò spossato ed associo queasta mia noia e spossatezza ad un ritorno dell'ansia. Lo so che sono un "bischero" però che ci posso fare? Secondo voi con il cipralex è possibile farsi riprendere ansia nonostatnte sei mesi di cipralex? E' verosimile che sia questo virus che mi ha indebolito ed una volta passato ritorno a star bene?
Secondo voi uan terapia di 10mg di cipralex al dì quanto deve durare?
grazie mille
[#1]
Gentile utente,
Lei chiede:
<<..Secondo voi con il cipralex è possibile farsi riprendere ansia nonostatnte sei mesi di cipralex?..>>
Che tale farmaco dopo sei mesi di terapia dia l'ansia comne un sintomo collaterale è quasi improbabile. Semmai questo può luogo nel caso delle eventuali associazioni ad alcuni altri farmaci oppure sullo sfondo delle alterazioni del metabolismo o dell'assorbimento (sia nel senso dell'eccesso che talvolta nel senso di deficit dell'azione del farmaco: ad esempio, col vomito e con la diarrea il farmaco poteva non esser stato assorbito.
<..E' verosimile che sia questo virus che mi ha indebolito ed una volta passato ritorno a star bene?..>>
Dipende da che virus si tratta, se si tratta di un virus o di una infezione batterica e se si tratta davvero di una infezione. Da quanto ho capito, Lei non è stato visitato da un medico, dunque non lo possiamo sapere.
<<..Secondo voi uan terapia di 10mg di cipralex al dì quanto deve durare?..>>
Questo decide (in base alla diagnosi e in base all'evoluzione clinica) lo specialista che Le ha prescritto la terapia ed il quale, mi auguro, prosegue a monitorarLa.
Lei chiede:
<<..Secondo voi con il cipralex è possibile farsi riprendere ansia nonostatnte sei mesi di cipralex?..>>
Che tale farmaco dopo sei mesi di terapia dia l'ansia comne un sintomo collaterale è quasi improbabile. Semmai questo può luogo nel caso delle eventuali associazioni ad alcuni altri farmaci oppure sullo sfondo delle alterazioni del metabolismo o dell'assorbimento (sia nel senso dell'eccesso che talvolta nel senso di deficit dell'azione del farmaco: ad esempio, col vomito e con la diarrea il farmaco poteva non esser stato assorbito.
<..E' verosimile che sia questo virus che mi ha indebolito ed una volta passato ritorno a star bene?..>>
Dipende da che virus si tratta, se si tratta di un virus o di una infezione batterica e se si tratta davvero di una infezione. Da quanto ho capito, Lei non è stato visitato da un medico, dunque non lo possiamo sapere.
<<..Secondo voi uan terapia di 10mg di cipralex al dì quanto deve durare?..>>
Questo decide (in base alla diagnosi e in base all'evoluzione clinica) lo specialista che Le ha prescritto la terapia ed il quale, mi auguro, prosegue a monitorarLa.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
"Dipende da che virus si tratta, se si tratta di un virus o di una infezione batterica e se si tratta davvero di una infezione. Da quanto ho capito, Lei non è stato visitato da un medico, dunque non lo possiamo sapere"..
me lo ha detto il mio medico curante che si trattava di un virus virale presente in questo periodo. Con 2 inizioni di Plasil ho risolto il vomito . Il fatto che in 4 giorni ho perso 4 kg mi ha un pò spossato ed io ho dato colpa ad un ritorno dell'ansia.. Ho parlato con l mio pischiatra per telefono e mi ha detto che una ricaduta dell'ansia è improbaile con il cipralex e di stare tranquillo che quando passerà l'influenza passerà anche il resto. Inoltre mi ha detto che 10mg sono un basso dosaggio e posso continuare a prenderla.
presumo abbia ragione giusto?
me lo ha detto il mio medico curante che si trattava di un virus virale presente in questo periodo. Con 2 inizioni di Plasil ho risolto il vomito . Il fatto che in 4 giorni ho perso 4 kg mi ha un pò spossato ed io ho dato colpa ad un ritorno dell'ansia.. Ho parlato con l mio pischiatra per telefono e mi ha detto che una ricaduta dell'ansia è improbaile con il cipralex e di stare tranquillo che quando passerà l'influenza passerà anche il resto. Inoltre mi ha detto che 10mg sono un basso dosaggio e posso continuare a prenderla.
presumo abbia ragione giusto?
[#3]
Gentile utente,
Le chiedo scusa di aver presunto certe cose troppo in fretta. Comunque non mi è rimasto chiaro se il Suo medico di base L'ha visitato o se ha solo detto che è un virus.
Non per scoraggiarLa, ma per l'amore della verità, devo dirLe che nell'esperienza coi farmaci antidepressivi, compreso il Cipralex, le ricadute sono possibili: possono essere più rare e meno intense e possono anche non esserci, ma non è una "difesa totale, al 100%". Certamente, per una persona che soffre di un disturbo per il quale tale farmaco è indicato è in imparagonabile vantaggio assumendolo piuttosto che standone senza: ha più garanzie, ma non le garanzie totali.
Al mio avviso, il dosaggio di 10 mg non è basso, ma normale, però non posso escludere che, nel caso, nel quale potranno capitare (speriamo di no) più ricadute "piccole" o una ricaduta importante, avrà senso considerare tale dosaggio come una copertura insufficiente e eventualmente di valutare se aumentarlo.
Quello che mi rende un po' difficile rispondere alle Sue domande (e chiedo scusa a pripri se di nuovo tendo a presumere qualcosa troppo in fretta..) è che mi sembra di vedere nelle Sue domande soprattutto la richiesta di rassicurazione, e penso che potrà capitare che tale ricerca di rassicurazione condizioni i medici dalla necessità di rassicurarLa e di dirLe le versioni più tranquille (non parlo di questa volta, ma in generale). Così è difficile lavorare. Secondo il mio parere, questa necessità di essere rassicurato può essere di per sé un sintomo: un sintomo non necessariamente di un disturbo d'ansia, o di un disturbo psichiatrico grave, ma, pur banale, è pericoloso, perchè può influenzare le valutazioni (potendo sia evitare a riconoscere i disturbi clinici, sia crearli "da niente"). Tale "sintomo" con le rassicurazioni non viene curato, ma ancora più radicato. Non so se ho frainteso e non so che cosa ne pensa Lei...
Le chiedo scusa di aver presunto certe cose troppo in fretta. Comunque non mi è rimasto chiaro se il Suo medico di base L'ha visitato o se ha solo detto che è un virus.
Non per scoraggiarLa, ma per l'amore della verità, devo dirLe che nell'esperienza coi farmaci antidepressivi, compreso il Cipralex, le ricadute sono possibili: possono essere più rare e meno intense e possono anche non esserci, ma non è una "difesa totale, al 100%". Certamente, per una persona che soffre di un disturbo per il quale tale farmaco è indicato è in imparagonabile vantaggio assumendolo piuttosto che standone senza: ha più garanzie, ma non le garanzie totali.
Al mio avviso, il dosaggio di 10 mg non è basso, ma normale, però non posso escludere che, nel caso, nel quale potranno capitare (speriamo di no) più ricadute "piccole" o una ricaduta importante, avrà senso considerare tale dosaggio come una copertura insufficiente e eventualmente di valutare se aumentarlo.
Quello che mi rende un po' difficile rispondere alle Sue domande (e chiedo scusa a pripri se di nuovo tendo a presumere qualcosa troppo in fretta..) è che mi sembra di vedere nelle Sue domande soprattutto la richiesta di rassicurazione, e penso che potrà capitare che tale ricerca di rassicurazione condizioni i medici dalla necessità di rassicurarLa e di dirLe le versioni più tranquille (non parlo di questa volta, ma in generale). Così è difficile lavorare. Secondo il mio parere, questa necessità di essere rassicurato può essere di per sé un sintomo: un sintomo non necessariamente di un disturbo d'ansia, o di un disturbo psichiatrico grave, ma, pur banale, è pericoloso, perchè può influenzare le valutazioni (potendo sia evitare a riconoscere i disturbi clinici, sia crearli "da niente"). Tale "sintomo" con le rassicurazioni non viene curato, ma ancora più radicato. Non so se ho frainteso e non so che cosa ne pensa Lei...
[#4]
Utente
Gen.le dottore, lei ha centrato in pieno il pieno il mio problema: LA RICHIESTA DI RASSICURAZIONE.
Io ne sono cosciente perchè non mi reputo "stupido" e sò qual'è il mio problema, infatti sto cercando la via migliore per togliere il problema. Su questo argomento però le campane sono diverse: dottori diversi con pareri diversi, nel senso che alcuni mi hanno che la richiesta di rassicurazione non è un problema , altri mi hanno detto che sarebbe meglio smettere di chiedere rassicurazioni.
Il fatto migliore sarebbe stato quello di affrontare questo stato di debolezza con carattere senza pensare all'ansia che ritorna o no , non è vero?
Le voglio poi dire una cosa: per sentire più campane sono andato da un'altro psichiatra; lui voleva cercare un problema interno alla mia vita (lavorativo,sentimentale,economico), ma sentendosi dire che non ho nessuno di questi problemi mi ha detto "allora che ci vieni a fare?".
Secondo LEI , c'è un modo per eliminare questo lato del mio carattere???
La ringrazio.
Io ne sono cosciente perchè non mi reputo "stupido" e sò qual'è il mio problema, infatti sto cercando la via migliore per togliere il problema. Su questo argomento però le campane sono diverse: dottori diversi con pareri diversi, nel senso che alcuni mi hanno che la richiesta di rassicurazione non è un problema , altri mi hanno detto che sarebbe meglio smettere di chiedere rassicurazioni.
Il fatto migliore sarebbe stato quello di affrontare questo stato di debolezza con carattere senza pensare all'ansia che ritorna o no , non è vero?
Le voglio poi dire una cosa: per sentire più campane sono andato da un'altro psichiatra; lui voleva cercare un problema interno alla mia vita (lavorativo,sentimentale,economico), ma sentendosi dire che non ho nessuno di questi problemi mi ha detto "allora che ci vieni a fare?".
Secondo LEI , c'è un modo per eliminare questo lato del mio carattere???
La ringrazio.
[#5]
Utente
Volevo aggiungere che io chiamo ansia lo stato d'animo in cui mi sento: irriquietezza,noia,leggero senso di nausea, non tranquillità interiore insomma. E' giusto parlare di ansia?
La richiesta di rassicurazione è un'altra cosa che ho sempre avuto fin da piccolo, questa ansia mi si è presentata inaspettatamente l'anno scorso. Fino a quel periodo non sapevo neache cosa era l'ansia e le sue forme. Come è possibile una manifestazione cos' improvvisa? Secondo Lei, in tutta sincerità, è una cosa curabile, ed in che modo?
Griazie ancora
La richiesta di rassicurazione è un'altra cosa che ho sempre avuto fin da piccolo, questa ansia mi si è presentata inaspettatamente l'anno scorso. Fino a quel periodo non sapevo neache cosa era l'ansia e le sue forme. Come è possibile una manifestazione cos' improvvisa? Secondo Lei, in tutta sincerità, è una cosa curabile, ed in che modo?
Griazie ancora
[#6]
Gentile utente,
cerco di rispondere alle Sue domande.
<<..Volevo aggiungere che io chiamo ansia lo stato d'animo in cui mi sento: irriquietezza,noia,leggero senso di nausea, non tranquillità interiore insomma. E' giusto parlare di ansia?..>>
E' giusto parlare dell'ansia come di un fenomeno che viene misurato ed evidenziato tramite quello che la persona sente soggettivamente, ed è il modo più affidabile. In altre parole, se Lei avverte l'ansia, dunque ha l'ansia. (come nel caso del dolore fisico che si chiede semplicemente alla persona se c'è l'ha). Ed è anche giusto parlarne intendendo il significato popolare della parola, che almeno traduce bene lo stato d'animo e non ha altri significati nascosti (scientifici, medici).
<<..Come è possibile una manifestazione cos' improvvisa?..>>
E' possibile e frequente, ma di per sé dice poco. Invece la qualità d'ansia, diversa da quella che solitamente accompagna le situazioni stressanti o difficili, l'intensità diversa, la permanenza di tale vissuto per un periodo prolungato devono far interpretare l'ansia in un modo diverso dal solito e indicano un medico specialista possa essere d'aiuto.
L'ansia può essere anche un sintomo di più svariate malattie, ma non è giusto parlarne già presumendo che abbia questo significato, inoltre non è giusto parlare dell'ansia come di una malattia a sé stante: se (e non lo è sempre) l'ansia è patologica, è un segno di una malattia, non una malattia in sé stessa. Per passare dai vissuti soggettivi alla diagnosi medica ci vuole una visita medica, che non si basa solo sulla descrizione del paziente, ma anche sull'osservazione e sul contatto col paziente dal vivo.
<<..Secondo Lei, in tutta sincerità, è una cosa curabile, ed in che modo?..>>
Bisogna curare non l'ansia in sé, ma la malattia d cui è un sintomo. Per risponderLe, bisogna paritre dalla diagnosi. E' stata formulata una diagnosi precisa?
<<..La richiesta di rassicurazione è un'altra cosa che ho sempre avuto fin da piccolo..>>...<<..Secondo LEI , c'è un modo per eliminare questo lato del mio carattere???...>>
Se questo "tratto" è sopravvissuto fino ad oggi, verosimilmente perché è servito a qulcosa. La natura seleziona quei nostri tratti che aiutano al nostro adattamento. Con lo sviluppo può diventare meno funzionale o, talvolta, disfunzionale, ma la persona può essere più sicure di averlo. E' molto probabile che, benché Lei stesso può criticare questo "tratto", la reale motivazione a modificarlo consapevolmente o meno può essere limitata. Se la persona avverte di essere essa stessa a disagio di un suo tratto di personalità, allora può avere più motivazione ad occuparsene più a fondo, tramite un percorso di psicoterapia.
cerco di rispondere alle Sue domande.
<<..Volevo aggiungere che io chiamo ansia lo stato d'animo in cui mi sento: irriquietezza,noia,leggero senso di nausea, non tranquillità interiore insomma. E' giusto parlare di ansia?..>>
E' giusto parlare dell'ansia come di un fenomeno che viene misurato ed evidenziato tramite quello che la persona sente soggettivamente, ed è il modo più affidabile. In altre parole, se Lei avverte l'ansia, dunque ha l'ansia. (come nel caso del dolore fisico che si chiede semplicemente alla persona se c'è l'ha). Ed è anche giusto parlarne intendendo il significato popolare della parola, che almeno traduce bene lo stato d'animo e non ha altri significati nascosti (scientifici, medici).
<<..Come è possibile una manifestazione cos' improvvisa?..>>
E' possibile e frequente, ma di per sé dice poco. Invece la qualità d'ansia, diversa da quella che solitamente accompagna le situazioni stressanti o difficili, l'intensità diversa, la permanenza di tale vissuto per un periodo prolungato devono far interpretare l'ansia in un modo diverso dal solito e indicano un medico specialista possa essere d'aiuto.
L'ansia può essere anche un sintomo di più svariate malattie, ma non è giusto parlarne già presumendo che abbia questo significato, inoltre non è giusto parlare dell'ansia come di una malattia a sé stante: se (e non lo è sempre) l'ansia è patologica, è un segno di una malattia, non una malattia in sé stessa. Per passare dai vissuti soggettivi alla diagnosi medica ci vuole una visita medica, che non si basa solo sulla descrizione del paziente, ma anche sull'osservazione e sul contatto col paziente dal vivo.
<<..Secondo Lei, in tutta sincerità, è una cosa curabile, ed in che modo?..>>
Bisogna curare non l'ansia in sé, ma la malattia d cui è un sintomo. Per risponderLe, bisogna paritre dalla diagnosi. E' stata formulata una diagnosi precisa?
<<..La richiesta di rassicurazione è un'altra cosa che ho sempre avuto fin da piccolo..>>...<<..Secondo LEI , c'è un modo per eliminare questo lato del mio carattere???...>>
Se questo "tratto" è sopravvissuto fino ad oggi, verosimilmente perché è servito a qulcosa. La natura seleziona quei nostri tratti che aiutano al nostro adattamento. Con lo sviluppo può diventare meno funzionale o, talvolta, disfunzionale, ma la persona può essere più sicure di averlo. E' molto probabile che, benché Lei stesso può criticare questo "tratto", la reale motivazione a modificarlo consapevolmente o meno può essere limitata. Se la persona avverte di essere essa stessa a disagio di un suo tratto di personalità, allora può avere più motivazione ad occuparsene più a fondo, tramite un percorso di psicoterapia.
[#7]
Utente
Grazie dottore, per affrontare di punta il problema, ho preso appuntamento con uno psicoterapeuta già lunedi prossimo, per vedere di riuscire ad eliminare il problema alla radice. Poi ascolterò quello che mi dice lui dicendogli anche della cura farmacologica che sto facendo.
Magari poi questa senso di debolezza è solo dato da questo virus influenzale e dalla noia di stare 1 setimana in casa, ed io lo associo erroneamente all'ansia.
Grazie ancora
Magari poi questa senso di debolezza è solo dato da questo virus influenzale e dalla noia di stare 1 setimana in casa, ed io lo associo erroneamente all'ansia.
Grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.9k visite dal 23/02/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.