Ansia o fobia sociale

Ho 28 anni. Da sempre soffro di ansia o meglio di fobia sociale, credo si dica così. Ho sempre studiato musica, prima pianoforte e poi canto lirico. Il mio problema è quindi esibirmi in pubblico. Io affronto il palco, ma durante l'esibizione non ho il controllo, per cui rendo un decimo delle mie possibilità, per non parlare poi dell'ansia patologica che mi assale nei giorni che precedono l'evento. Anni fa mi sono curata con lo zoloft, poi ho smesso perchè non voglio diventare dipendente dagli psicofarmaci. Avrei bisogno di qualcosa da prendere al momento, che mi tolga la morsa che mi attanaglia e mi irrigidisce i muscoli del collo e della gola. ho provato con xanax e lexotan, ma poi divento depressa e mi sembra di non essere completamente lucida. La mia insegnante di canto mi ha detto di provare con un betabloccante ( lei si trova bene ) ma non mi fido senza il parere di un esperto. Il mio medico di base non sa cosa consigliarmi. Se mi potesse aiutare, le sarei molto grata, perchè così sto buttando via tutti gli anni che ho dedicato agli studi di cui dicevo prima. Non voglio ancora gettare la spugna, avendo delle doti musicali che tutti mi riconoscono.Ringrazio e porgo i più distinti saluti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Per quanto tempo ha assunto zoloft, a che dosaggio? Ha avuto miglioramenti?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
se si tratta di Fobia Sociale, un betabloccante può essere indicato, sicuramente sotto la guida di uno specialista e non come l'automedicazione (siccome la problematica è di competenza psichiatrica, tale specialista deve essere psichiatra che possa seguirLa dal vivo; in tale occasione lo specialista magari rivaluterà anche la diagnosi, la quale è stata fatta ormai anni fa).

E' necessario comunque aggiungere che l'approccio basato su "qualcosa da prendere al momento" e sui soli rimedi sintomatici (benzodiazepine, beta-bloccanti) non è indicato. Oltre a non risolvere il problema, è con questa strategia che più facilmente si diventa dipendenti da farmaci. Invece la paura di diventare "dipendente" da psicofarmaci con l'uso di zoloft non è fondata e temo che faccia parte di tanti stereotipi che ci sono intorno agli psicofarmaci.

Con l'uso delle, benzodiazepine (xanax, lexotan ed altri) anche se al bisogno, e, secondo me, ancora di più se si usano "al bisogno", il rischio di svilupparne la dipendenza è molto maggiore. Anche la dipendenza da beta-bloccanti è possibile. A proposito, Xanax e Lexotan sono anche essi psicofarmaci, ed anche i beta-bloccanti lo sono, se utilizzate come psico-farmaco-terapia.

Direi che il rischio di assumere ad esempio lo zoloft "per tutta la vita" esiste se a parte di assumere la pastiglia e basta (come fanno molti), non si occupa di monitoraggio clinico nel tempo e non lo si abina all'approccio psicoterapeutico efficace.

Vorrei anche aggiungere, anche se è quasi fuori delle mie competenze, che un bravo maestro di musica o di canto deve conoscere le tecniche specifiche non farmacologiche atte ad aiutare a superare il disagio legato al pubblico, perché tale problematica chi più e chi meno hanno vissuto tutti i musicisti e gli attori. Superare tale problematica fa parte dell'insegnamento e del mestiere. Questo può essere un aiuto base indispensabile, anche il maestro non può risolvere il problema se questa è di qualità e di entità psicopatologica (e allora ci vuole anche uno psichiatra e la psicoterapia abinata spesso ai farmaci).

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#3]
Utente
Utente
Prima di tutto vi ringrazio per la vostra disponibilità, non pensavo poteste rispondermi così presto. Zoloft l'ho preso circa 10 anni fa, su prescrizione di uno psichiatra, per un periodo di 2 anni. La dose era di 25 mg alla sera. Nel primo periodo mi ha migliorato l'umore, poi mi sembrava non facesse più tanto effetto, forse a causa dei problemi piuttosto pesanti che dovevo affrontare. Inoltre non volevo fare assuefazione. Ora posso dire che sto bene. Mi tormenta solo questa stramaledetta ansia che mi assale ogniqualvolta devo affrontare un'esibizione in pubblico. Non è che voglio che l'ansia sparisca completamente, vorrei solamente riuscire a controllarla, riuscire a restare lucida durante la performance, in modo da sfruttare in pieno le mie possibilità.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,

nell'ultima parte della mia risposta Le ho scritto:
<<.. un bravo maestro di musica o di canto deve conoscere le tecniche specifiche non farmacologiche atte ad aiutare a superare il disagio legato al pubblico, perché tale problematica chi più e chi meno hanno vissuto tutti i musicisti e gli attori. Superare tale problematica fa parte dell'insegnamento e del mestiere. Questo può essere un aiuto base indispensabile..>>

Nell'arte, come nello sport, viene la tentazione di far uso di sostanze per migliorare le prestazioni. Ad esempio, è noto l'uso proprio dei beta-bloccanti negli sport di precisione (ad es. il tiro). Tuttavia, tale strategia è illecita, perché il mantenere la calma e gli altri elementi importanti per la performance fanno parte delle abilità specifiche valutate del genere nel quale si lavora e vanno ottenuti con allenamento e con lo studio.

Che cosa ne pensate Lei e la Sua maestra ?

Ovviamete, il maestro non può risolvere il problema se questa è di qualità e di entità psicopatologica (e in tale caso può essere anche giustificato l'uso dei farmaci o/e di psicoterapia mirata), ma per capire se di questo si tratta, bisogna fare la visita psichiatrica. Come Lei fa capire dalla Sua ultima replica, ora si sente complessivamente meglio rispetto ad anni fa, dunque, il quadro clinico va in ogni modo rivalutato (da uno psichiatra dal vivo), deve essere rivalutata anche la diagnosi visto che sono passati 10 anni (a proposito, quale è stata esattamente la diagnosi 10 anni fa?).

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
La terapia che ha assunto in passato era a dosaggio non terapeutico. E' possibile che non sia stata in grado, per questo motivo, di consentire una remissione della sintomatologia per tempi più lunghi. Come già ampiamente esposto dal collega, non va sottovalutata la possibilità di intervenire anche attraverso un percorso psicoterapeutico mirato.
Cordiali saluti
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