Caso disperato?
Gentili dottori, prima di sottoporvi brevemente la mia richiesta vorrei ringraziarvi per la preziosa opera di consulenza che prestate a centinaia di persone come me. C’è ancora purtroppo tanta vergogna e diffidenza di fronte alle patologie psichiche e a mio modesto parere troppa disinformazione. Ho 22 anni e sono uno studente universitario. Da che ho memoria nella mia vita ho sofferto molto. Quando avevo 6 anni mia madre ha scoperto una relazione clandestina di mio padre con un’altra donna, anche se nonostante questo non si sono mai separati, ma tuttora viviamo insieme nella stessa casa. Come potrete immaginare questa è stata fonte di grande stress emotivo in un’età delicata come la prima infanzia, infatti ricordo litigi continui molto accesi, scontri verbali e talvolta fisici cui spesso assistevo impotente,ma rispetto a quanto credono loro, ero già molto cosciente del fatto che “papà avesse un’altra donna”. Così pensavo allora. Vivevamo in una grande casa con i nonni paterni (ora deceduti entrambi), e anche questa, oltre a tutto il resto è stata fonte di discussioni enormi. Mio nonno paterno è stato dall’ età di 55 anni circa un forte etilista, ricoverato varie volte, morto a 75 anni. Il fatto di non poter controllare la malattia di mio nonno generò un impotenza rabbiosa in mio padre, che sfociava in liti furibonde con mia madre e con la nonna, prima del tradimento e dopo in modo ancora peggiore. Fin da piccolino sono stato una persona molto incline al senso di colpa ingiustificato, all’ansia, alla riflessione esagerata per un bambino su questioni etiche o morali, provando fortissimi sensi di colpa se “commettevo” azioni che nn ritenevo giuste, esempio…non fare i compiti! Mi sforzavo di essere il bambino “perfetto” che non da problemi ai genitori in niente. Eccellevo a scuola…ero il primo non solo della classe , ma della scuola. Ero dotato negli sport che praticavo, insomma ero la luce agli occhi dei miei genitori. Tutto questo fino all’età di 14 anni. Mi davo traguardi molto ambiziosi che puntualmente raggiungevo. Ma in me c'era sempre un aspetto latente di insoddisfazione...ero tutto teso al risultato. Studiavo a 13 anni fino a mezzanotte inoltrata per dimostrare di essere il migliore, e ora riconosco in questo un atteggiamento compulsivo. Se nn prendevo il massimo dei voti, mi punivo da solo non uscendo con gli amici, senza che nessuno me lo vietasse. Ero una persona che praticava su di sè un autocontrollo pazzesco, impensabile per quell' età, ma per me essere il migliore non aveva prezzo, era il mio unico carburante per l'autostima, non ricordo un rimprovero dei miei sinceramente. Ho anche una sorella anche lei bravissima in tutto che ha 28 anni, solo che quando aveva 20 anni nella sua testa qualcosa si è "inceppato". Fino ad allora eccellente studentessa, ottima musicista prossima al diploma, nonchè studentessa in medicina, era l'orgoglio della famiglia e di mio padre, che dopo l'errore commesso si è dedicato anima e corpo alla mia famiglia probabilmente preso dal rimorso. Dal 2001 niente è più stato come prima. Finito il primo anno di università è stata lasciata da un ragazzo. Da lì non è più stata lei. Per farvela breve, sennò vi addormentate, è in cura dal 2002 cambiando diversi psichiatri. Le è stato diagnosticato un disturbo di personalità borderline, con sfumature maniacali. Soffre di depressione , ha passato mesi in un letto, ha subito diversi ricoveri. Soffre di DOC , in particolare molestie telefoniche ai suoi ex ragazzi (quello che in tv citano come “stalking”), è stata minacciata di denuncia, inoltre per tre anni è stata cleptomane. Ha venduto oggetti in oro e preziosi della famiglia per comprarsi....non cadete dalla sedia.....cosmetici. Inoltre li rubava anche.Un tentativo di suicidio. Inutile vi sottolinei che clima c'è in casa mia da 6 anni a questa parte. Come se non bastasse quanto vi ho detto prima. I miei non fanno altro che accusarsi a vicenda , specie mia madre accusa mio padre che la colpa di tutto fu il suo tradimento...mia sorella aveva 14 anni allora. Penserete che la mail è stata scritta per lei...invece è per me. Lei ora sta relativamente bene, ha un lavoretto, e insomma, è più tranquilla. Sono io che ho bisogno di aiuto. Fin da piccolo dicevo sono stato molto incline all’ansia, specie per quel che riguarda il rapporto tra i miei genitori e la mia situazione scolastica nonostante eccellessi.Prima degli 11 anni somatizzavo la mia ansia con fitte periodiche lancinanti all’intestino che mi coglievano quando vedevo i miei scannarsi o prima di un compito in classe. Dagli 11 ai 14 anni ho avuto periodi di diversi mesi in cui spesso mi fissavo in mente un’idea che mi ossessionava per la maggior parte della giornata, cose assurde legate alla mia condotta morale, pensieri di controllo esagerati in relazione alla realtà, raramente compulsioni tipo controllare di aver perso o meno degli oggetti. A 14 anni qualche mese prima dell’esame di terza media , a ciel sereno, ho avuto due mesi di sconforto totale, dalla totale fiducia in me sono passato a ritenermi un incapace, addirittura non volevo più iscrivermi al liceo per il quale smaniavo di andare! Ero in preda all’apatia totale, mi mancava la concentrazione e la determinazione mia solita che mi faceva sentire un leone! Il mio medico di base mi parlò di banale crisi adolescenziale che si sarebbe risolta da sola. Ora capisco di aver provato il mio primo vero periodo di depressione non causato da eventi particolari. Mi passò…ma…da quel momento non sono più stato io. Cominciavo a non riuscire a gestire più la mia ansia, e dall’età di 15 anni ho iniziato a soffrire di periodi di umore molto basso (2,3 mesi) alternati a periodi di umore basso, in ogni caso non è più tornato normale. Sono comparsi in maniera marcata DOC (eheh…. a rotazione li ho provati praticamente tutti) , compulsione di lavarsi le mani, paura immotivata di ferirsi, paura di fare del male a qualcuno, controllo, pulizia e precisione, in un certo senso esasperando certi tratti miei del carattere che sento in me da sempre. Comunque fino ai 16 anni facevo finta di niente e andavo avanti con la mia vita. Dai 17 anni però i miei periodi di depressione e ansia cominciavano a farsi sempre più forti e violenti, per me la scoperta di avere una sorella “ladra
” fu una mazzata, aggravando il tutto.Il clima in casa era da manicomio, urla e liti continue tutti i giorni per mesi e mesi. Dall’età di 18 anni il mio umore si è stabilizzato sul bassissimo, e si tira su un minimo un giorno ogni morte di papa. Nonostante questo, non so come, sono riuscito a diplomarmi, anche se non alla grande come avrei voluto ( la mancanza totale di concentrazione mi fece crollare in materie cui ero molto portato come matematica e fisica). In quarta ho rischiato la bocciatura per i debiti conseguiti in queste materie, nonostante avessi 8 e 9 del resto. Dall’età di 19 soffro anche di attacchi di panico, paura di stare in luoghi affollati, paura a volte di stare con gli altri, paura di impazzire. Ora è un anno che sto malissimo, non riesco a dare esami perché assolutamente non riesco a leggere due righe senza distrarmi. In particolare non riesco assolutamente a visualizzare ciò che leggo, a formarmi un immagine mentale di ciò che sto leggendo e quindi capirlo per assimilarlo. Al mattino è durissima alzarmi, alla sera va un po’ meglio. Inutile dire che il fatto di non riuscire a studiare mi fa sentire tantissimo in colpa e aggrava il mio stato. Ho pensieri suicidi ricorrenti, spesso non provo la voglia di vedere nessuno e sentire nessuno, anzi mi da fastidio essere cercato. Non vedo l’ora che una cosa finisca per tornare a casa e mettermi nel letto a dormire, a qualunque ora del giorno.Non provo da anni piacere in niente, non mi interessa più il sesso, il divertimento, la vita. Eppure ho molti amici dai quali vengo visto come un leader e trascinatore, in compagnia riesco a mascherare il mio disagio, ho avuto una storia di 4 anni con una ragazza seppur finita male (ho scoperto che mi ha lasciato con una scusa, in realtà aveva un altro), con la quale mi sforzavo di apparire normale e che amavo tantissimo. Questa scoperta però ha dato il colpo di grazia alla mia depressione. Cambio umore dieci volte in un’ora e cambio idea sulle cose 50 volte al gg! Sono indeciso su tutto…io che nonostante tutto sono sempre stato una persona molto risoluta. L’agosto scorso mi sono recato dal mio medico di base preso dalla disperazione. Ho preso per due mesi fluoxetina 20 mg/die che mi ha fatto stare relativamente meglio, ma che mi è stata subito sospesa e sono stato di nuovo male. Ora è due mesi che l’assumo di nuovo ma sto sempre peggio. So che dovevo rivolgermi prima ad uno psichiatra, ma la paura di parlarne con i miei dei miei problemi che ho sempre mascherato mi paralizzava. Io sono sempre stato il terzo genitore un pò. Fin da piccolo mi sono autoproclamato a collante della famiglia e anche nella gestione della sorella ho dato il mio aiuto, mancando un fronte unito dei miei più propensi a rinfacciarsi le cose che a darsi da fare per la figlia. Per dire….viviamo in una casa da cui abbiamo tolto i telefoni per via delle molestie.Concludendo vi vorrei chiedere qualche informazione:
- so che mi devo rivolgere ad uno psichiatra molto competente, potreste darmi qualche nominativo della zona di Torino?
- - il mio umore basso mi preoccupa…ma di più le MIE CAPACITA’ INTELLETTIVE AZZERATE QUASI. Io ho molto progetti….nonostante tutto e molti passano attraverso lo studio però…potrò recuperare la mia lucidità in modo pieno e duraturo con una terapia adeguata?
- - probabilmente dovrò farci i conti a vita con un problema di depressione. Mio nonno lo era ed in più alcolista, mio padre soffre anche lui di una forma di depressione cronica ricorrente, mia sorella vi ho già detto tutto, in più anche se nessuno in casa mia ne parla, mio bisnonno si è suicidato. E’ possbile in base a quanto vi dice la vostra esperienza far regredire una forma depressiva ad un punto in cui si possa monitorare , senza esserne però più vittima?
- Il mio medico di base parla di psicofarmaci come “stampelle”, io sono convinto invece che nel mio caso siano utili….ci sarà o meno uno squlibrio chimico di neurotrasmettitori causato anche da fattori genetici di predisposizione in me?
- Potrebbe esserci un alterazione degli ormoni, dato che è un anno che oltre alla depressione mi sento molto aggressivo e nervoso….dato che non lo sono mai stato?
- La psicoterapia potrebbe essermi di aiuto?
Vi ringrazio per il tempo e la professionalità che eventualmente mi metterete a disposizione. Concludo rivolgendo un messaggio a che frequenta questo sito e vive situazioni analoghe alla mia: NON MOLLATE PER NESSUN MOTIVO! VISTA DALLA GIUSTA PROSPETTIVA LA VITA TORNERA’ AD ESSERE IL REGALO PIU’ STRAORDINARIO CHE ABBIAMO RICEVUTO
” fu una mazzata, aggravando il tutto.Il clima in casa era da manicomio, urla e liti continue tutti i giorni per mesi e mesi. Dall’età di 18 anni il mio umore si è stabilizzato sul bassissimo, e si tira su un minimo un giorno ogni morte di papa. Nonostante questo, non so come, sono riuscito a diplomarmi, anche se non alla grande come avrei voluto ( la mancanza totale di concentrazione mi fece crollare in materie cui ero molto portato come matematica e fisica). In quarta ho rischiato la bocciatura per i debiti conseguiti in queste materie, nonostante avessi 8 e 9 del resto. Dall’età di 19 soffro anche di attacchi di panico, paura di stare in luoghi affollati, paura a volte di stare con gli altri, paura di impazzire. Ora è un anno che sto malissimo, non riesco a dare esami perché assolutamente non riesco a leggere due righe senza distrarmi. In particolare non riesco assolutamente a visualizzare ciò che leggo, a formarmi un immagine mentale di ciò che sto leggendo e quindi capirlo per assimilarlo. Al mattino è durissima alzarmi, alla sera va un po’ meglio. Inutile dire che il fatto di non riuscire a studiare mi fa sentire tantissimo in colpa e aggrava il mio stato. Ho pensieri suicidi ricorrenti, spesso non provo la voglia di vedere nessuno e sentire nessuno, anzi mi da fastidio essere cercato. Non vedo l’ora che una cosa finisca per tornare a casa e mettermi nel letto a dormire, a qualunque ora del giorno.Non provo da anni piacere in niente, non mi interessa più il sesso, il divertimento, la vita. Eppure ho molti amici dai quali vengo visto come un leader e trascinatore, in compagnia riesco a mascherare il mio disagio, ho avuto una storia di 4 anni con una ragazza seppur finita male (ho scoperto che mi ha lasciato con una scusa, in realtà aveva un altro), con la quale mi sforzavo di apparire normale e che amavo tantissimo. Questa scoperta però ha dato il colpo di grazia alla mia depressione. Cambio umore dieci volte in un’ora e cambio idea sulle cose 50 volte al gg! Sono indeciso su tutto…io che nonostante tutto sono sempre stato una persona molto risoluta. L’agosto scorso mi sono recato dal mio medico di base preso dalla disperazione. Ho preso per due mesi fluoxetina 20 mg/die che mi ha fatto stare relativamente meglio, ma che mi è stata subito sospesa e sono stato di nuovo male. Ora è due mesi che l’assumo di nuovo ma sto sempre peggio. So che dovevo rivolgermi prima ad uno psichiatra, ma la paura di parlarne con i miei dei miei problemi che ho sempre mascherato mi paralizzava. Io sono sempre stato il terzo genitore un pò. Fin da piccolo mi sono autoproclamato a collante della famiglia e anche nella gestione della sorella ho dato il mio aiuto, mancando un fronte unito dei miei più propensi a rinfacciarsi le cose che a darsi da fare per la figlia. Per dire….viviamo in una casa da cui abbiamo tolto i telefoni per via delle molestie.Concludendo vi vorrei chiedere qualche informazione:
- so che mi devo rivolgere ad uno psichiatra molto competente, potreste darmi qualche nominativo della zona di Torino?
- - il mio umore basso mi preoccupa…ma di più le MIE CAPACITA’ INTELLETTIVE AZZERATE QUASI. Io ho molto progetti….nonostante tutto e molti passano attraverso lo studio però…potrò recuperare la mia lucidità in modo pieno e duraturo con una terapia adeguata?
- - probabilmente dovrò farci i conti a vita con un problema di depressione. Mio nonno lo era ed in più alcolista, mio padre soffre anche lui di una forma di depressione cronica ricorrente, mia sorella vi ho già detto tutto, in più anche se nessuno in casa mia ne parla, mio bisnonno si è suicidato. E’ possbile in base a quanto vi dice la vostra esperienza far regredire una forma depressiva ad un punto in cui si possa monitorare , senza esserne però più vittima?
- Il mio medico di base parla di psicofarmaci come “stampelle”, io sono convinto invece che nel mio caso siano utili….ci sarà o meno uno squlibrio chimico di neurotrasmettitori causato anche da fattori genetici di predisposizione in me?
- Potrebbe esserci un alterazione degli ormoni, dato che è un anno che oltre alla depressione mi sento molto aggressivo e nervoso….dato che non lo sono mai stato?
- La psicoterapia potrebbe essermi di aiuto?
Vi ringrazio per il tempo e la professionalità che eventualmente mi metterete a disposizione. Concludo rivolgendo un messaggio a che frequenta questo sito e vive situazioni analoghe alla mia: NON MOLLATE PER NESSUN MOTIVO! VISTA DALLA GIUSTA PROSPETTIVA LA VITA TORNERA’ AD ESSERE IL REGALO PIU’ STRAORDINARIO CHE ABBIAMO RICEVUTO
[#1]
Caro utente,
prima di rispodentirti come professionista, mi sento di rispodenterti come persona dicendoti che mi ha colpito il modo con cui stai cercando di dare un senso a tutto quello che ti è successo. La tua tendenza a mostrarti di fronte agli altri una persona efficente, non ti ha fatto del tutto perdere il contatto con quello che c'è in te di più autentico. Il mostrare agli altri la parte più bisognosa di te non è certo una passeggiata, questo lo comprendo, ma come professionista ti inviterei a consultare un medico che possa aiutarti. A mio avviso un trattamento combinato di psicofarmaci e pscicoterapia potrebbe esserti d'aiuto nel non essere "vittima" del tuo stato d'animo.
Percorsi che ti possano sostenere ce ne sono, ma è importante usicre allo scoperto e chiedere aiuto, e quello che hai già fatto oggi è un primo passo. Spero che altri miei colleghi ti possano dare ulteriori suggerimenti sia da un punto di vista farmacologicao che inviarti ad un collega nella tua zona.
Cordiali Saluti
prima di rispodentirti come professionista, mi sento di rispodenterti come persona dicendoti che mi ha colpito il modo con cui stai cercando di dare un senso a tutto quello che ti è successo. La tua tendenza a mostrarti di fronte agli altri una persona efficente, non ti ha fatto del tutto perdere il contatto con quello che c'è in te di più autentico. Il mostrare agli altri la parte più bisognosa di te non è certo una passeggiata, questo lo comprendo, ma come professionista ti inviterei a consultare un medico che possa aiutarti. A mio avviso un trattamento combinato di psicofarmaci e pscicoterapia potrebbe esserti d'aiuto nel non essere "vittima" del tuo stato d'animo.
Percorsi che ti possano sostenere ce ne sono, ma è importante usicre allo scoperto e chiedere aiuto, e quello che hai già fatto oggi è un primo passo. Spero che altri miei colleghi ti possano dare ulteriori suggerimenti sia da un punto di vista farmacologicao che inviarti ad un collega nella tua zona.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com
[#3]
Gentile Utente
è davvero importante che tu faccia subito il primo passo, capisco che possa spaventare sia te che la tua famiglia pensare di rivolgerti ad uno psichiatra, per cui prova all'inizio con uno psicoterapeuta, con lui poi si deciderà se affrontare anche una terapia farmacologica. Lo psicoterapeuta ti aiuterà a riprendere parti di te che per troppo tempo hai messo da parte: non puoi pensare di continuare a fare il collante della famiglia o il terzo genitore, questi non sono ruoli che spettano ad un figlio. Devi rafforzare il tuo Io, questo significa avere degli strumenti per affrontare la depressione, ciò non vuol dire che futuri abbassamenti di umore non possano più ripresentarsi, ma se l'Io è forte la sofferenza e la depressione non è più vissuta come paralizzante.
Auguri
Cordialmente
Dott. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it
è davvero importante che tu faccia subito il primo passo, capisco che possa spaventare sia te che la tua famiglia pensare di rivolgerti ad uno psichiatra, per cui prova all'inizio con uno psicoterapeuta, con lui poi si deciderà se affrontare anche una terapia farmacologica. Lo psicoterapeuta ti aiuterà a riprendere parti di te che per troppo tempo hai messo da parte: non puoi pensare di continuare a fare il collante della famiglia o il terzo genitore, questi non sono ruoli che spettano ad un figlio. Devi rafforzare il tuo Io, questo significa avere degli strumenti per affrontare la depressione, ciò non vuol dire che futuri abbassamenti di umore non possano più ripresentarsi, ma se l'Io è forte la sofferenza e la depressione non è più vissuta come paralizzante.
Auguri
Cordialmente
Dott. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it
SALUTI
Dr. Carlo Conti
www.spiritoepsiche.it
[#4]
Gentile utente
la sua storia sembra un concentrato tratto da un manuale di psicopatologia. Stupisce, per una persona che non ha mai fatto psicoterapia, la dovizia di particolari con cui racconta gli stati emotivi legati ai vari avvenimenti della sua vita.
Un dato ricorrente mi sembra importante rilevare: l'aver portato sulle sue spalle pesi sempre maggiori di quelli che poteva sopportare per la sua età. Veda ognuno di noi ha una sua conformazione fisica che gli permette di sostenere un peso piuttosto che un altro. Alcune persone sono in grado di portare sulle spalle 80 Kg, altre 60 Kg., altre ancora 50 Kg., etc. Se una persona in grado di portare un peso di 50 se ne carica uno di 80, è destinato a crollare dopo pochi passi. La stessa cosa accade sul piano emotivo nelle varie tappe della nostra vita ed, in particolare, nelle varie fasi di ciclo vitale. Noi non possiamo, per quanto ci farebbe piacere, caricarci più di tanto. Il problema è che, spesso, non siamo noi a caricarci ma le varie circostanze relazionali ci fanno caricare di pesi che non vorremmo sopportare.
Il mio consiglio, come quello dei colleghi che mi hanno preceduto, è che inizi al più presto una psicoterapia.
Per avere maggiori delucidazioni o consigli per i medici della sua zona può andare al mio sito ed accedere, dopo essersi registrato, all'area di consulenza gratuità.
la sua storia sembra un concentrato tratto da un manuale di psicopatologia. Stupisce, per una persona che non ha mai fatto psicoterapia, la dovizia di particolari con cui racconta gli stati emotivi legati ai vari avvenimenti della sua vita.
Un dato ricorrente mi sembra importante rilevare: l'aver portato sulle sue spalle pesi sempre maggiori di quelli che poteva sopportare per la sua età. Veda ognuno di noi ha una sua conformazione fisica che gli permette di sostenere un peso piuttosto che un altro. Alcune persone sono in grado di portare sulle spalle 80 Kg, altre 60 Kg., altre ancora 50 Kg., etc. Se una persona in grado di portare un peso di 50 se ne carica uno di 80, è destinato a crollare dopo pochi passi. La stessa cosa accade sul piano emotivo nelle varie tappe della nostra vita ed, in particolare, nelle varie fasi di ciclo vitale. Noi non possiamo, per quanto ci farebbe piacere, caricarci più di tanto. Il problema è che, spesso, non siamo noi a caricarci ma le varie circostanze relazionali ci fanno caricare di pesi che non vorremmo sopportare.
Il mio consiglio, come quello dei colleghi che mi hanno preceduto, è che inizi al più presto una psicoterapia.
Per avere maggiori delucidazioni o consigli per i medici della sua zona può andare al mio sito ed accedere, dopo essersi registrato, all'area di consulenza gratuità.
Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it
[#5]
Gentile utente,
inutile dirle che sia importante per lei una attenta e accurata valutazione psichiatrica.
Si faccia eventualmente consigliare dal suo Medico di Medicina Generale (che potrebbe ottimamente fare da tramite dando le informazioni necessarie) al fine di cercare uno specialista che possa per lei essere un punto di riferimento e con il quale instaurare un rapporto di fiducia e di cura.
Cordialmente
inutile dirle che sia importante per lei una attenta e accurata valutazione psichiatrica.
Si faccia eventualmente consigliare dal suo Medico di Medicina Generale (che potrebbe ottimamente fare da tramite dando le informazioni necessarie) al fine di cercare uno specialista che possa per lei essere un punto di riferimento e con il quale instaurare un rapporto di fiducia e di cura.
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.7k visite dal 26/01/2008.
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Approfondimento su Suicidio
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