Diagnosi psichiatrica - aiuto studente di medicina
Salve,
sono uno studente di medicina al VI anno e ho bisogno assolutamente di un aiuto per districarmi dal vortice in cui mi sono cacciato un paio di anni fa.
Tutto iniziò quando, un paio di anni fa, quasi improvvisamente, inizia a manifestare attacchi di panico, di numero ed intensità sempre crescente, per cui decisi di rivolgermi ad un amico psichiatra.
Questo dottore, persona di grande esperienza, con orientamento prevalentemente psicoterapeutico, mi fu di grande aiuto, dicendomi semplicemente che si trattava di una condizione di ansia generalizzata con attacchi di panico reattiva ad un periodo difficile della mia vita, in cui dovevo affrontare numerose scelte e soprattutto in cui stavo cercando di "crescere" e liberarmi del nucleo protettivo della mia famiglia. Feci molte sedute con lui che mi tenne distante dagli psicofarmaci per un lungo periodo, ma dopo circa un anno, un po' perchè la sintomatologia non regrediva abbastanza un po' per cause di forza maggiore, dovetti cambiare e passare ad un altro centro.
Qui la situazione cambiò radicalmente, fui subito trattato aggressivamente con farmacoterapia e la diagnosi cambiò spesso passando da ansia generalizzata a depressione, distimia... fino alla diagnosi di disturbo borderline di personalità.
Ecco, il discorso è che non sono per nulla convinto di questa diagnosi, non sono uno sprovveduto, sono al VI anno di medicina, sono uno studente brillante. Ho delle relazioni conflittuali ma sempre stabili, su questo ci siamo, ma soprattutto perchè sono profondamente narcisista. Ma non ho comportamenti impulsivi, non mi drogo, non ho comportamenti autolesivi, non minaccio il suicidio, non sono teatrale...
Insomma a me sembra una diagnosi "di comodo" per un paziente che non risponde alla farmacoterapia... Io mi occupo di reumatologia e anche in reumatologia c'è la famosia diagnosi "jolly" da tirar fuori quando non si sa che pesci prendere, ed è la fibromialgia...
Quello che vi chiedo è un consiglio su cosa fare, eventualmente anche il nome di un buon psicopatologo della mia regione, perchè il problema della terapia secondo me è subordinato a quello della diagnosi.
La mia è una richiesta di aiuto accorata, non posso continuare a prendere decine di medicine (attualmente prendo Citalopram, Neurontin e Xanax) che oggettivamente non hanno nessun effetto sulla mia sintomatologia.
Grazie,
F
sono uno studente di medicina al VI anno e ho bisogno assolutamente di un aiuto per districarmi dal vortice in cui mi sono cacciato un paio di anni fa.
Tutto iniziò quando, un paio di anni fa, quasi improvvisamente, inizia a manifestare attacchi di panico, di numero ed intensità sempre crescente, per cui decisi di rivolgermi ad un amico psichiatra.
Questo dottore, persona di grande esperienza, con orientamento prevalentemente psicoterapeutico, mi fu di grande aiuto, dicendomi semplicemente che si trattava di una condizione di ansia generalizzata con attacchi di panico reattiva ad un periodo difficile della mia vita, in cui dovevo affrontare numerose scelte e soprattutto in cui stavo cercando di "crescere" e liberarmi del nucleo protettivo della mia famiglia. Feci molte sedute con lui che mi tenne distante dagli psicofarmaci per un lungo periodo, ma dopo circa un anno, un po' perchè la sintomatologia non regrediva abbastanza un po' per cause di forza maggiore, dovetti cambiare e passare ad un altro centro.
Qui la situazione cambiò radicalmente, fui subito trattato aggressivamente con farmacoterapia e la diagnosi cambiò spesso passando da ansia generalizzata a depressione, distimia... fino alla diagnosi di disturbo borderline di personalità.
Ecco, il discorso è che non sono per nulla convinto di questa diagnosi, non sono uno sprovveduto, sono al VI anno di medicina, sono uno studente brillante. Ho delle relazioni conflittuali ma sempre stabili, su questo ci siamo, ma soprattutto perchè sono profondamente narcisista. Ma non ho comportamenti impulsivi, non mi drogo, non ho comportamenti autolesivi, non minaccio il suicidio, non sono teatrale...
Insomma a me sembra una diagnosi "di comodo" per un paziente che non risponde alla farmacoterapia... Io mi occupo di reumatologia e anche in reumatologia c'è la famosia diagnosi "jolly" da tirar fuori quando non si sa che pesci prendere, ed è la fibromialgia...
Quello che vi chiedo è un consiglio su cosa fare, eventualmente anche il nome di un buon psicopatologo della mia regione, perchè il problema della terapia secondo me è subordinato a quello della diagnosi.
La mia è una richiesta di aiuto accorata, non posso continuare a prendere decine di medicine (attualmente prendo Citalopram, Neurontin e Xanax) che oggettivamente non hanno nessun effetto sulla mia sintomatologia.
Grazie,
F
[#1]
Caro F.
mi sembra di capire che nonostante il consulto di diversi specialisti, la sua situazione sia rimasta pressapoco inalterata per quanto riguarda la sintomatologia. Mi sembra anche di cogliere disappunto per quanto rigurda l'ultima diagnosi e voglia di chiarezza sulla sua condizione attuale al fine di intraprendere una corretta terapia.
Io no sono dela sua zona e non ho colleghi a cui inviarla, ma volendo non lasciare sospesa la sua richiesta di consulto, mi sento comunque di darle il mio parere.
Attraverso i farmaci è possibile tenere sotto controllo la sitomatologia ma andrei piano con l'idea di una sua scomparsa celere. La voglia di stare meglio è tanta, ma forse unire la somministrazione di un farmaco con un percorso psicoterapeutico dove lei si senta accettato come persona e non tanto come portatore di una particolare patologia potrebbe aiutarla in questo senso.
La diagnosi è utile e necessaria a patto che non diventi un etichetta in cui riconscersi o meno, e che non sminuisca la sua unicità e il suo valore come persona.
Sparo di esserle stata in qualche modo utile
Cordiali Saluti
Maria Cristina
mi sembra di capire che nonostante il consulto di diversi specialisti, la sua situazione sia rimasta pressapoco inalterata per quanto riguarda la sintomatologia. Mi sembra anche di cogliere disappunto per quanto rigurda l'ultima diagnosi e voglia di chiarezza sulla sua condizione attuale al fine di intraprendere una corretta terapia.
Io no sono dela sua zona e non ho colleghi a cui inviarla, ma volendo non lasciare sospesa la sua richiesta di consulto, mi sento comunque di darle il mio parere.
Attraverso i farmaci è possibile tenere sotto controllo la sitomatologia ma andrei piano con l'idea di una sua scomparsa celere. La voglia di stare meglio è tanta, ma forse unire la somministrazione di un farmaco con un percorso psicoterapeutico dove lei si senta accettato come persona e non tanto come portatore di una particolare patologia potrebbe aiutarla in questo senso.
La diagnosi è utile e necessaria a patto che non diventi un etichetta in cui riconscersi o meno, e che non sminuisca la sua unicità e il suo valore come persona.
Sparo di esserle stata in qualche modo utile
Cordiali Saluti
Maria Cristina
Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com
[#2]
Gentile collega,
in effetti parlare nel tuo caso di disturbo della personalità può sembrare un azzardo.
Probabilmente lo psicoterapeuta che ti ha seguito inizialmente ha fatto una diagnosi corretta, ma successivamente non hai risposto al Citalopram che in teoria avrebbe potuto aiutarti.
Comunque a mio parere ci sono altri serotoninergici che potrai provare e chiaramente, pur essendo ormai un medico, sarebbe opportuno farlo insieme ad uno specialista.
Cordialmente.
Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
in effetti parlare nel tuo caso di disturbo della personalità può sembrare un azzardo.
Probabilmente lo psicoterapeuta che ti ha seguito inizialmente ha fatto una diagnosi corretta, ma successivamente non hai risposto al Citalopram che in teoria avrebbe potuto aiutarti.
Comunque a mio parere ci sono altri serotoninergici che potrai provare e chiaramente, pur essendo ormai un medico, sarebbe opportuno farlo insieme ad uno specialista.
Cordialmente.
Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
[#3]
Ex utente
Ringrazio di cuore entrambi i dottori per la pronta risposta.
Per la dottoressa Bivona: apprezzo moltissimo il suo suggerimento, tra l'altro la penso esattamente come lei, ovvero che mantenendo indubbia l'efficacia della farmacoterapia, almeno nel mio caso sarebbe indispensabile un percorso psicoterapeutico. Sono un paziente giovane, collaborativo, con tanta voglia di guarire, anche al costo degli sforzi, che come lei sottolinea sono tanti.
Per il dottor Paternò: la ringrazio innanzitutto per avermi definito "collega", è un onore che mi lusinga moltissimo. Volevo precisare che il citalopram non è il solo serotoninergico che ho assunto: ho preso anche paroxetina, fluoxetina, fluvoxamina, venlafaxina, amitriptilina. Però in realtà tutti questi farmaci li ho alternati in meno di un anno, alcuni per meno di un mese, forse non era neanche trascorso il famoso tempo minimo necessario a valutare gli effetti terapeutici. Di sicuro non mi permetterei mai di curarmi da solo, questo è un campo della medicina molto specialistico che esula dalle mie conoscenze prettamente accademiche, ed è proprio per questo motivo che ho chiesto aiuto qui.
Leggo nel suo profilo che esercita anche a Reggio Calabria, è vero? In caso affermativo pensa che potrebbe prendermi in carico (ovviamente dovrei capire se con l'ansia e gli attacchi di panico riuscirei effettivamente ad arrivare fino a Reggio Calabria per farmi seguire)? In caso negativo saprebbe suggerirmi uno specialista adeguato?
Perdonatemi se mi sono dilungato,
Francesco
Per la dottoressa Bivona: apprezzo moltissimo il suo suggerimento, tra l'altro la penso esattamente come lei, ovvero che mantenendo indubbia l'efficacia della farmacoterapia, almeno nel mio caso sarebbe indispensabile un percorso psicoterapeutico. Sono un paziente giovane, collaborativo, con tanta voglia di guarire, anche al costo degli sforzi, che come lei sottolinea sono tanti.
Per il dottor Paternò: la ringrazio innanzitutto per avermi definito "collega", è un onore che mi lusinga moltissimo. Volevo precisare che il citalopram non è il solo serotoninergico che ho assunto: ho preso anche paroxetina, fluoxetina, fluvoxamina, venlafaxina, amitriptilina. Però in realtà tutti questi farmaci li ho alternati in meno di un anno, alcuni per meno di un mese, forse non era neanche trascorso il famoso tempo minimo necessario a valutare gli effetti terapeutici. Di sicuro non mi permetterei mai di curarmi da solo, questo è un campo della medicina molto specialistico che esula dalle mie conoscenze prettamente accademiche, ed è proprio per questo motivo che ho chiesto aiuto qui.
Leggo nel suo profilo che esercita anche a Reggio Calabria, è vero? In caso affermativo pensa che potrebbe prendermi in carico (ovviamente dovrei capire se con l'ansia e gli attacchi di panico riuscirei effettivamente ad arrivare fino a Reggio Calabria per farmi seguire)? In caso negativo saprebbe suggerirmi uno specialista adeguato?
Perdonatemi se mi sono dilungato,
Francesco
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Gentile utente/collega
ci sono alcuni aspetti da valutare nei suoi trascorsi terapeutici.
Il primo riguarda lo psicoterapeuta/amico, che e' una cosa non ammissibile a mio parere.
Teoricamente il suo terapeuta avrebbe dovuto inviarla ad un altro sconosciuto.
Il secondo riguarda la diagnosi che sembra non corrispondere al cluster specifico relativo al disturbo, secondo me l'asse II va esplorato sempre ma si possono rilevare dei tratti in ogni cluster che non vuol dire avere quella diagnosi...
Comunque, il trattamento farmacologico con tutti gli SSRI elencati doveva essere piu' cauto, un trattamento di meno di un mese non ha alcun senso a meno che non ci siano state condizioni gravi da dover sospendere per forza.
Inoltre, sarebbe opportuno anche valutare un trattamento combinato farmacologico/psicoterapeutico, sempre che ci sia lo possibilita' di un trattamento di questo tipo.
Sarebbe opportuna una valutazione per intraprendere un percorso di tipo cognitivo-comportamentale.
ci sono alcuni aspetti da valutare nei suoi trascorsi terapeutici.
Il primo riguarda lo psicoterapeuta/amico, che e' una cosa non ammissibile a mio parere.
Teoricamente il suo terapeuta avrebbe dovuto inviarla ad un altro sconosciuto.
Il secondo riguarda la diagnosi che sembra non corrispondere al cluster specifico relativo al disturbo, secondo me l'asse II va esplorato sempre ma si possono rilevare dei tratti in ogni cluster che non vuol dire avere quella diagnosi...
Comunque, il trattamento farmacologico con tutti gli SSRI elencati doveva essere piu' cauto, un trattamento di meno di un mese non ha alcun senso a meno che non ci siano state condizioni gravi da dover sospendere per forza.
Inoltre, sarebbe opportuno anche valutare un trattamento combinato farmacologico/psicoterapeutico, sempre che ci sia lo possibilita' di un trattamento di questo tipo.
Sarebbe opportuna una valutazione per intraprendere un percorso di tipo cognitivo-comportamentale.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Gentile utente,
al di là di considerazioni che spesso possono essere interpretate in funzione della propria esperienza (e in tal senso esistono situazioni ben più complesse e intricate che non possono essere definite con poche battute), il mio consiglio è di sentire un ulteriore parere professionale. Non mi sento pertanto di dare indicazioni nè sull'appropriatezza trattamentale precedente (salvo che un elemento discriminante della scelta del terapeuta è spesso la "simpatia" e quindi la fiducia che si ripone nello stesso) nè sulle indicazioni specifiche al suo caso. Per inciso non necessariamente un approccio cognitivo-comportamentale è di per sè indicato nel suo caso.
Certamente, considerata la sua govane età pare opportuno ricorrere ad un aiuto specifico per non rischiare di cornicizzare la situazione.
Cordialmente
al di là di considerazioni che spesso possono essere interpretate in funzione della propria esperienza (e in tal senso esistono situazioni ben più complesse e intricate che non possono essere definite con poche battute), il mio consiglio è di sentire un ulteriore parere professionale. Non mi sento pertanto di dare indicazioni nè sull'appropriatezza trattamentale precedente (salvo che un elemento discriminante della scelta del terapeuta è spesso la "simpatia" e quindi la fiducia che si ripone nello stesso) nè sulle indicazioni specifiche al suo caso. Per inciso non necessariamente un approccio cognitivo-comportamentale è di per sè indicato nel suo caso.
Certamente, considerata la sua govane età pare opportuno ricorrere ad un aiuto specifico per non rischiare di cornicizzare la situazione.
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#6]
Ex utente
Gentile dott. Ruggiero, sono daccordo con lei riguardo alla difficoltà di instaurare un rapporto psicoterapeutico completamente valido con uno "psicoterapeuta-amico". In realtà il mio rapporto con quel medico non è stata una vera e propria psicoterapia, ma piuttosto una serie di consigli su come affrontare questa situazione. Anche per quanto riguarda la farmacoterapia sono daccordo con lei, la terapia non mi è mai stata modificata per ipersensibilità o reazioni avverse, ma solo per mancata risposta. Ma effettivamente credo che un mese sia veramente poco per bollare un regime terapeutico come inefficace. Una psicoterapia fatta bene, insieme ad una farmacoterapia più soft (ancora non riesco a capire il neurontin), è la scelta verso cui sono orientato, ma trovo difficile reperire uno specialista psichiatra-psicoterapeuta valido nella mia zona.
Gentile dott. Garbolino, sicuramente sentirò un altro specialista come ho già accennato. Purtroppo però mi riesce difficile orientarmi, come lei giustamente suggerisce, in base alla "simpatia" verso il medico, dato che, anche essendo nel campo, non conosco personalmente né professionalmente altri specialisti della mia zona.
Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente tutti gli specialisti che hanno gentilmente risposto alla mia richiesta di aiuto, riconfermando, se possibile, la richiesta di suggerirmi uno psicoterapeuta di sicura esperienza che eserciti in provincia di Catanzaro, o anche più in generale in Calabria.
Gentile dott. Garbolino, sicuramente sentirò un altro specialista come ho già accennato. Purtroppo però mi riesce difficile orientarmi, come lei giustamente suggerisce, in base alla "simpatia" verso il medico, dato che, anche essendo nel campo, non conosco personalmente né professionalmente altri specialisti della mia zona.
Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente tutti gli specialisti che hanno gentilmente risposto alla mia richiesta di aiuto, riconfermando, se possibile, la richiesta di suggerirmi uno psicoterapeuta di sicura esperienza che eserciti in provincia di Catanzaro, o anche più in generale in Calabria.
[#7]
Gentile utente,
le suggerivo un approccio di tipo cognitivo, anche se il collega Garbolino sembra non essere d'accordo, in quanto e' facilmente reperibile qualche collega sul sito http://www.sitcc.it ed anche perche' ritengo che i suoi disturbi possano giovarsi di questo tipo di terapia, dopo le opportune valutazioni de visu.
Se ci sono terapeuti iscritti nella sua zona puo' contattarli tramite i recapiti che trova nel sito.
le suggerivo un approccio di tipo cognitivo, anche se il collega Garbolino sembra non essere d'accordo, in quanto e' facilmente reperibile qualche collega sul sito http://www.sitcc.it ed anche perche' ritengo che i suoi disturbi possano giovarsi di questo tipo di terapia, dopo le opportune valutazioni de visu.
Se ci sono terapeuti iscritti nella sua zona puo' contattarli tramite i recapiti che trova nel sito.
[#9]
Ex utente
Grazie di cuore dott. Paternò, è stato davvero di buon cuore.
Nei prossimi giorni mi organizzerò (devo trovare qualcuno che mi possa accompagnare) e poi prenoterò una visita attraverso il numero riportato nella sua scheda per Reggio Calabria:
POLIAMBULATORIO "IST. DE BLASI" (Studio Professionale - Privato), Via Torrione 55 - REGGIO DI CALABRIA (RC).
Per contatti o appuntamento telefonare allo 0965-811855
A presto,
Francesco
Nei prossimi giorni mi organizzerò (devo trovare qualcuno che mi possa accompagnare) e poi prenoterò una visita attraverso il numero riportato nella sua scheda per Reggio Calabria:
POLIAMBULATORIO "IST. DE BLASI" (Studio Professionale - Privato), Via Torrione 55 - REGGIO DI CALABRIA (RC).
Per contatti o appuntamento telefonare allo 0965-811855
A presto,
Francesco
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 8k visite dal 25/01/2008.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.