Abilify e possibile vasculite o eritema nodoso
Salve, ho 28 anni e assumo abilify da circa due anni a seguito di una diagnosi di psicosi (episodio durato circa due mesi)...da tre mesi sono comparsi degli ematomi, simili a lividi, sugli arti inferiori e sulle mani, avverto inoltre forti dolori alle gambe che mi impediscono alcun movimento e sono in cura con cortisonici. Ho consultato diversi medici, uno generico, un angiologo e un reumatologo. La diagnosi è quella di vasculite, mi chiedo se possa essere stata causata dal farmaco che assumo quindi dall'abilify o se sia di semplice natura immunologica. Ho fatto diverse analisi del sangue fra cui VES e CPR alte mentre gli altri valori sono nella norma. Infine nessuno di questi medici sembra essere convinto della diagnosi per cui il passo successivo sarebbe quello di consultare un nefrologo. Aggiungo inoltre che, essendo hostess di volo, sono seriamente preoccupata per la mia salute in quanto il mio lavoro richiede alti standard di prestazione fisica e ho timore per possibili trombosi dovute al volo. Ringrazio in anticipo per le eventuali risposte.
[#1]
Gentile utente,
durante il trattamento con il farmaco (aripiprazolo: nome commerciale è Abilify) occasionalmente (la frequenza di tali fenomeni non è ancora stimata) sono stati riportate reazioni allergiche (ma non del tipo che descrive Lei), la diminuzione del numero delle piastrine e dei leucociti (però Lei riferisce che tutti gli esami tranne VES e CPR sono nella norma) ed anche eventi tromboembolici. Nella mia pratica clinica tali fenomeni non sono mai capitati con l'aripiprazolo, e la letteratura su tali effetti del farmaco è praticamente inesistente. Comunque non sono stati descritti i casi di un quadro di vasculite indotto da tale farmaco.
Assume gli altri farmaci?
Le capitava di assumere i cortisonici anche in passato?
Inoltre, di regola tali fenomeni si manifestano all'inizio della ter
scateni una malattia autoimmune.
durante il trattamento con il farmaco (aripiprazolo: nome commerciale è Abilify) occasionalmente (la frequenza di tali fenomeni non è ancora stimata) sono stati riportate reazioni allergiche (ma non del tipo che descrive Lei), la diminuzione del numero delle piastrine e dei leucociti (però Lei riferisce che tutti gli esami tranne VES e CPR sono nella norma) ed anche eventi tromboembolici. Nella mia pratica clinica tali fenomeni non sono mai capitati con l'aripiprazolo, e la letteratura su tali effetti del farmaco è praticamente inesistente. Comunque non sono stati descritti i casi di un quadro di vasculite indotto da tale farmaco.
Assume gli altri farmaci?
Le capitava di assumere i cortisonici anche in passato?
Inoltre, di regola tali fenomeni si manifestano all'inizio della ter
scateni una malattia autoimmune.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Non riesco a leggere la parte finale del suo messaggio, la ringrazio comunque infinitamente per la sua risposta...il cortisone lo prendo da un mese circa e non l'ho mai assunto prima d'ora, mi è stato prescritto proprio per curare la vasculite, ho inoltre controllato le analisi e pare che piastrine e leucociti siano nella norma...ho letto sempre su questo forum, nella sezione "consulti" che fra le allergie da farmaco vi sono appunto anche vasculite e eritema nodoso...mi chiedo ora: dopo quanto tempo dall'assunzione del farmaco si presentano e nel mio caso è possibile provare a sostituire questo farmaco con un altro?se si con quale?inoltre ritiene lei che io sia a rischio trombosi?consideri che volo giornalmente e nell'aereo l'aria è pressurizzata con conseguente sofferenza per le vene e la circolazione, in caso infatti la reumatologa mi ha prescritto la cardioaspirina....la ringrazio ancora per la sua risposta...
[#3]
Chiedo scusa: per i miei problemi tecnici le ultime righe non sono riuscite bene. In quelle righe, appunto, volevo scrivere, che di regola i sintomi allergici si manifestano poco dopo l'inizio dell'assunzione di un farmaco. Mi sembra strano che possano comparire solo dopo due anni. Quanto invece riguarda una malattia autoimmune indotta da un farmaco, i sintomi franchi possono non comparire subito, perché queste malattie hanno insorgenza spesso subdola e alla fase franca precede una sub-clinica o con pochi sintomi. Una serie di psicofarmaci sono noti di essere capaci di indurre le malattie autoimmune, ma l'aripiprazolo non è noto da questo punto di vista.
Penso che, prima di concludere che il problema sia l'aripiprazolo, bisogna indagare le altre possibili spiegazioni. Per questo Le chiedo se assume o assumeva altri farmaci (rispetto al cortisone Lei ha già risposto; ma gli altri farmaci?). Inoltre, vorrei chiedere a Lei se fra i Suoi parenti di sangue ci sono stati i casi di malattie autoimmune, reumatiche, malattie del sangue? Comunque, se si tratta di una malattia autoimmune, le cause spesso sono sconosciute.
Però il problema non è finita lì:
<<..ritiene lei che io sia a rischio trombosi?..>>
Con la diagnosi di vasulite (se viene confermata) ritengo di sì, ma indipendentemente dall'ipotesi che la malattia sia stata indotta dal farmaco. Alcune forme dei vasculiti sono ad alto rischio di trombosi, indipendentemente dall'origine della malattia. Ritengo che sia meglio che ne parli comunque con gli specialisti che La seguono per questo problema. Bisogna però dire che, anche se l'aripiprazolo non fosse stato la causa, con tutti i neurolettici (compreso l'aripiprazolo) è presente il rischio dei fenomeni tromboembolici (non su base autoimmune), e bisogna considerarlo come un fattore di rischio aggiuntivo (oltre alla vasculite). Dunque, in linea di massima, si dovrebbe cercare a rivedere la terapia psicofarmacologica. Per farlo è necessario essere seguiti dal vivo da uno specialista psichiatra, non si può farlo né via internet, né da sola (vedi sotto):
Lei chiede:
<<..nel mio caso è possibile provare a sostituire questo farmaco con un altro?..>>
Una delle strategie, quando si sospetta un farmaco di essere la causa di un effetto avverso (l'aripiprazolo, comunque, è un farmaco relativamente "giovane", emmesso in commercio non da molti anni, e possiamo non sapere ancora tutto), è di sospenderlo e di vedere se tali sintomi regrediscono. Tuttavia, questa "sperimantazione" in nessun modo posso consigliarLe io, perché non La mai visitato dal vivo, non La seguo; bisogna che Lei vada di persona da uno specialista, il quale, secondo me, dovrà considerare le seguenti problematiche da risolvere:
- valutare soprattutto la Sua diagnosi psichiatrica (una "psicosi" non è una diagnosi sufficientemente precisa, ce ne sono tante forme di "psicosi", con prognosi, con esigenze di trattamento e con tipo di trattamento assai diversi); valutarlo in base alla Sua storia, in base alla Sua situazione attuale e in base alla visita psichiatrica dal vivo. Queste valutazioni dovrebbero aiutare a decidere se Lei ha bisogno della terapia con un neurolettico o no.
- valutare la terapia psicofarmacologica: nel caso Lei ne ha bisogno, poter rispondere alla Sua domanda ("..è possibile provare a sostituire questo farmaco con un altro?"); se valuterà che Lei ha comunque bisogno di un neurolettico, trovarne uno coi rischi minori rispetto all'aripiprazolo non è così facile; potrebbero essere valutate anche le altre categorie dei farmaci, se se ne trovarà indicazione: sempre in base alla diagnosi.
Ce ne sono però le categorie dei farmaci, come ad esempio, gli stabilizzatori di umore (ma non tutti !) coi quali il rischio di indurre i sintomi allergici o una malattia autoimmune sono molto più noti rispetto ai neurolettici. Dunque, deve essere uno specialista che possa valutare molto attentamente la questione e magari concordarlo con gli altri specialisti che La seguono (la collaborazione fra di loro è importante).
Queste valutazioni (che non posso fare via internet) sono importanti anche perché, nel caso nel quale Lei è affetta da una malattia psichica che possa recidivare, senza una terapia adeguata tale rischio è molto più tangibile rispetto ai rischi della tromboembolia.
C'è uno psichiatra che La segue attualmente per la problematica psichica?
Penso che, prima di concludere che il problema sia l'aripiprazolo, bisogna indagare le altre possibili spiegazioni. Per questo Le chiedo se assume o assumeva altri farmaci (rispetto al cortisone Lei ha già risposto; ma gli altri farmaci?). Inoltre, vorrei chiedere a Lei se fra i Suoi parenti di sangue ci sono stati i casi di malattie autoimmune, reumatiche, malattie del sangue? Comunque, se si tratta di una malattia autoimmune, le cause spesso sono sconosciute.
Però il problema non è finita lì:
<<..ritiene lei che io sia a rischio trombosi?..>>
Con la diagnosi di vasulite (se viene confermata) ritengo di sì, ma indipendentemente dall'ipotesi che la malattia sia stata indotta dal farmaco. Alcune forme dei vasculiti sono ad alto rischio di trombosi, indipendentemente dall'origine della malattia. Ritengo che sia meglio che ne parli comunque con gli specialisti che La seguono per questo problema. Bisogna però dire che, anche se l'aripiprazolo non fosse stato la causa, con tutti i neurolettici (compreso l'aripiprazolo) è presente il rischio dei fenomeni tromboembolici (non su base autoimmune), e bisogna considerarlo come un fattore di rischio aggiuntivo (oltre alla vasculite). Dunque, in linea di massima, si dovrebbe cercare a rivedere la terapia psicofarmacologica. Per farlo è necessario essere seguiti dal vivo da uno specialista psichiatra, non si può farlo né via internet, né da sola (vedi sotto):
Lei chiede:
<<..nel mio caso è possibile provare a sostituire questo farmaco con un altro?..>>
Una delle strategie, quando si sospetta un farmaco di essere la causa di un effetto avverso (l'aripiprazolo, comunque, è un farmaco relativamente "giovane", emmesso in commercio non da molti anni, e possiamo non sapere ancora tutto), è di sospenderlo e di vedere se tali sintomi regrediscono. Tuttavia, questa "sperimantazione" in nessun modo posso consigliarLe io, perché non La mai visitato dal vivo, non La seguo; bisogna che Lei vada di persona da uno specialista, il quale, secondo me, dovrà considerare le seguenti problematiche da risolvere:
- valutare soprattutto la Sua diagnosi psichiatrica (una "psicosi" non è una diagnosi sufficientemente precisa, ce ne sono tante forme di "psicosi", con prognosi, con esigenze di trattamento e con tipo di trattamento assai diversi); valutarlo in base alla Sua storia, in base alla Sua situazione attuale e in base alla visita psichiatrica dal vivo. Queste valutazioni dovrebbero aiutare a decidere se Lei ha bisogno della terapia con un neurolettico o no.
- valutare la terapia psicofarmacologica: nel caso Lei ne ha bisogno, poter rispondere alla Sua domanda ("..è possibile provare a sostituire questo farmaco con un altro?"); se valuterà che Lei ha comunque bisogno di un neurolettico, trovarne uno coi rischi minori rispetto all'aripiprazolo non è così facile; potrebbero essere valutate anche le altre categorie dei farmaci, se se ne trovarà indicazione: sempre in base alla diagnosi.
Ce ne sono però le categorie dei farmaci, come ad esempio, gli stabilizzatori di umore (ma non tutti !) coi quali il rischio di indurre i sintomi allergici o una malattia autoimmune sono molto più noti rispetto ai neurolettici. Dunque, deve essere uno specialista che possa valutare molto attentamente la questione e magari concordarlo con gli altri specialisti che La seguono (la collaborazione fra di loro è importante).
Queste valutazioni (che non posso fare via internet) sono importanti anche perché, nel caso nel quale Lei è affetta da una malattia psichica che possa recidivare, senza una terapia adeguata tale rischio è molto più tangibile rispetto ai rischi della tromboembolia.
C'è uno psichiatra che La segue attualmente per la problematica psichica?
[#4]
Ex utente
Gentilissimo dott. Gukov, la ringrazio infinitamente per il tempo dedicatomi...attualmente c'è uno psichiatra che mi segue, dal quale faccio però visite sporadiche visto che vivo all'estero e queste visite fino ad oggi hanno avuto lo scopo di rivedere il dosaggio dell'unico farmaco che assumo ( a parte il cortisone adesso) quindi abilify. Purtroppo all'estero non sono seguita da nessuno e devo dirle francamente che non sono soddisfatta di questo. Quello che mi è successo due anni fa, da cui la diagnosi di psicosi, è consistito in un periodo durato circa 3 mesi durante il quale non mangiavo, ero in preda a forti stati di agitazione, ero violenta, avevo la sensazione di essere osservata e per questo sono arrivata al punto di tentare il suicidio. Mi hanno salvato "per un pelo" come si suol dire. Per questo non mi sognerei mai di sospendere l'abilify e cercherò così come mi ha detto lei di mettere in contatto i vari specialisti a cui mi sono rivolta. Lei quindi ritiene che un neurolettico sia appropriato nel mio caso?o potrebbe essere sostituito con altro farmaco?La ringrazio
[#5]
Gentile utente,
grazie per l'apprezzamento. Tuttavia, siccome è solo un contatto via internet, come Le ho spiegato, in risposta alla Sua ultima domanda non posso rispondere né sì, né no. Deve essere visitata dal vivo, e poi, a breve, nei tempi successivi all'eventuale cambiamento della terapia, anche monitorata.
Posso, con limiti e le riserve del web, ipotizzare dalla descrizione da Lei data, dell'episodio di due anni fa, che poteva trattarsi anche di un episodio depressivo coi sintomi psicotici (succede anche così; di norma, vannno sempre valutate le malattie di umore, e, solo escluse quelle, gli altri disturbi psichici). L'aripiprazolo è un farmaco commercializzato come un antipsicotico, ma da alcuni è usato anche come uno stabilizzatore di umore, e dai produttori è stato proposto anche come una cura aggiuntiva nei disturbi depressivi resistenti. Dunque, è possibile che sia stato scelto anche per queste Sue (possibili) proprietà... Questo, oltre alla Sua descrizione dell'episodio, mi dice che è fondamentale una buina valutazione della diagnosi (anche perché la "psicosi" è una diagnosi abbastanza sommaria e approsimativa).
Se potrà vedere il Suo psichiatra in Italia a breve, e se non c'è un altro paese dove Le capita di essere più stabilmente, andrei prima da lui. Una - due settimae non fanno la differenza, essendo le malattie autoimmune di solito croniche. E' meglio da lui, perché ha seguito la Sua evoluzione, ed anche perché immagino che gli altri specialisti che La seguono sono sempre in Italia (è così?). Se vede che non c'è una disponibilità di definire meglio la diagnosi, ... purtroppo bisogna cercare un altro.
Che cosa significa che vive all'estero? In un certo paese o sempre nei paesi diversi?
Post Scriptum
nella diagnosi differenziale della vasculite vanno considerate anche le infezioni. Lo scrivo, tenendo conto del fatto il fatto che Le capita di essere spesso all'estero. Non mi ha ancora risposto se assumeva gli altri farmaci in passato. Nenache la pillola anticoncezionale, gli antibiotici (quali?), l'aspirina? L'aspirina Le è stata prescritta ora... Sì, l'aspirina può indurre l'eritema nodoso, ma ognuno ha una sua causa, non è detto che la Sua sia da aspirina. Se la reumatologa Le ha detto di prenderla, segua comunque la sua indicazione, l'aspirina previene la trombosi, ed ora è più importante. Quando ha la possibilità, magari consulta la reumatologa.
grazie per l'apprezzamento. Tuttavia, siccome è solo un contatto via internet, come Le ho spiegato, in risposta alla Sua ultima domanda non posso rispondere né sì, né no. Deve essere visitata dal vivo, e poi, a breve, nei tempi successivi all'eventuale cambiamento della terapia, anche monitorata.
Posso, con limiti e le riserve del web, ipotizzare dalla descrizione da Lei data, dell'episodio di due anni fa, che poteva trattarsi anche di un episodio depressivo coi sintomi psicotici (succede anche così; di norma, vannno sempre valutate le malattie di umore, e, solo escluse quelle, gli altri disturbi psichici). L'aripiprazolo è un farmaco commercializzato come un antipsicotico, ma da alcuni è usato anche come uno stabilizzatore di umore, e dai produttori è stato proposto anche come una cura aggiuntiva nei disturbi depressivi resistenti. Dunque, è possibile che sia stato scelto anche per queste Sue (possibili) proprietà... Questo, oltre alla Sua descrizione dell'episodio, mi dice che è fondamentale una buina valutazione della diagnosi (anche perché la "psicosi" è una diagnosi abbastanza sommaria e approsimativa).
Se potrà vedere il Suo psichiatra in Italia a breve, e se non c'è un altro paese dove Le capita di essere più stabilmente, andrei prima da lui. Una - due settimae non fanno la differenza, essendo le malattie autoimmune di solito croniche. E' meglio da lui, perché ha seguito la Sua evoluzione, ed anche perché immagino che gli altri specialisti che La seguono sono sempre in Italia (è così?). Se vede che non c'è una disponibilità di definire meglio la diagnosi, ... purtroppo bisogna cercare un altro.
Che cosa significa che vive all'estero? In un certo paese o sempre nei paesi diversi?
Post Scriptum
nella diagnosi differenziale della vasculite vanno considerate anche le infezioni. Lo scrivo, tenendo conto del fatto il fatto che Le capita di essere spesso all'estero. Non mi ha ancora risposto se assumeva gli altri farmaci in passato. Nenache la pillola anticoncezionale, gli antibiotici (quali?), l'aspirina? L'aspirina Le è stata prescritta ora... Sì, l'aspirina può indurre l'eritema nodoso, ma ognuno ha una sua causa, non è detto che la Sua sia da aspirina. Se la reumatologa Le ha detto di prenderla, segua comunque la sua indicazione, l'aspirina previene la trombosi, ed ora è più importante. Quando ha la possibilità, magari consulta la reumatologa.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.4k visite dal 31/01/2012.
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