Depressione ansia
Salve a tutti
Un po’ di mesi fa ho ricominciato a sentire l’avanzare della depressione, che si è già presentata in vari momenti della mia vita.
Sto passando un periodo difficile, di cambiamento, sia in ambito lavorativo che esistenziale. Da poco più di un anno sto elaborando un grave lutto, e davanti a me si presentano scelte importanti e difficili. La situazione economica non aiuta affatto ed al momento non ho una relazione affettiva.
Ho sentito bisogno di un aiuto, prima di affrontare magari la psicanalisi, e così lo specialista mi ha prescritto il Wellbutrin compresse da 150 mg, che sto prendendo da poco più di un mese.
Nelle prime settimane ero molto contento perché non ho avuto praticamente nessun effetto indesiderato, ma dalla terza in poi ha cominciato a crescere in me una specie di ansia esistenziale che mi rende più fragile. Sono molto più sensibile agli eventi negativi, mi viene più spesso da piangere e al pensiero del futuro vengo inghiottito dall’angoscia. Tutto questo è piuttosto inedito per me, almeno con questa intensità. Anche le riflessioni sulla caducità della nostra esistenza, che ho sempre fatto come qualsiasi essere umano, si caricano ora di eccessiva paura e ansia, tanto che mi è stato consigliato di associare lo Xanax alla cura.
Di positivo noto soltanto una maggiore energia, ma fino ad ora l’interesse per la vita e le cose sembra non migliorare affatto.
Ho preso appuntamento col dottore per confrontarmi, ma nel frattempo ho pensato di chiedere a voi un’opinione.
Devo resistere e continuare per avere benefici? Un mese è poco?
Segnalo che in passato ho preso l’Efexor, che mi calmava l’ansia e mi risollevava un po’, ma gli effetti indesiderati erano troppo fastidiosi (nausea costante, calo della libido e altro…) e per questo ho deciso di cambiare.
Grazie infinite
Un po’ di mesi fa ho ricominciato a sentire l’avanzare della depressione, che si è già presentata in vari momenti della mia vita.
Sto passando un periodo difficile, di cambiamento, sia in ambito lavorativo che esistenziale. Da poco più di un anno sto elaborando un grave lutto, e davanti a me si presentano scelte importanti e difficili. La situazione economica non aiuta affatto ed al momento non ho una relazione affettiva.
Ho sentito bisogno di un aiuto, prima di affrontare magari la psicanalisi, e così lo specialista mi ha prescritto il Wellbutrin compresse da 150 mg, che sto prendendo da poco più di un mese.
Nelle prime settimane ero molto contento perché non ho avuto praticamente nessun effetto indesiderato, ma dalla terza in poi ha cominciato a crescere in me una specie di ansia esistenziale che mi rende più fragile. Sono molto più sensibile agli eventi negativi, mi viene più spesso da piangere e al pensiero del futuro vengo inghiottito dall’angoscia. Tutto questo è piuttosto inedito per me, almeno con questa intensità. Anche le riflessioni sulla caducità della nostra esistenza, che ho sempre fatto come qualsiasi essere umano, si caricano ora di eccessiva paura e ansia, tanto che mi è stato consigliato di associare lo Xanax alla cura.
Di positivo noto soltanto una maggiore energia, ma fino ad ora l’interesse per la vita e le cose sembra non migliorare affatto.
Ho preso appuntamento col dottore per confrontarmi, ma nel frattempo ho pensato di chiedere a voi un’opinione.
Devo resistere e continuare per avere benefici? Un mese è poco?
Segnalo che in passato ho preso l’Efexor, che mi calmava l’ansia e mi risollevava un po’, ma gli effetti indesiderati erano troppo fastidiosi (nausea costante, calo della libido e altro…) e per questo ho deciso di cambiare.
Grazie infinite
[#1]
Gentile utente
Un mese di trattamento può essere sufficiente per una valutazione della situazione ed una eventuale variazione del trattamento nei dosaggi o nella molecola.
Un mese di trattamento può essere sufficiente per una valutazione della situazione ed una eventuale variazione del trattamento nei dosaggi o nella molecola.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
Il giudizio su un farmaco del genere si dà in genere dopo un mesetto circa. Chiaramente è una scelta presa in maniera da farLe provare un medicinale con un profilo diverso dal precedente e da quelli simili. Non è detto che copra alla fine tutti gli ordini di manifestazioni, in teoria è una delle alternative su una diagnosi di depressione maggiore, non so se la diagnosi sia questa.
Non capivo il discorso "Ho sentito bisogno di un aiuto, prima di affrontare magari la psicanalisi,". La terapia farmacologica non è un "aiuto", se funziona è spesso risolutiva, mentre "affrontare la psicanalisi" sembra significare che il farmaco è una soluzione "facile" ma non impegnative, mentre la psicanalis impegnativa e definitiva. Questo non risulta assolutamente, né si richiede ad un malato di impegnarsi, meno ha necessità di farlo e meglio è per lui, a parità di efficacia delle cure stesse. Inoltre la psicanalisi non è sinonimo di psicoterapia, è una teoria non basata su elementi biologici.
Il giudizio su un farmaco del genere si dà in genere dopo un mesetto circa. Chiaramente è una scelta presa in maniera da farLe provare un medicinale con un profilo diverso dal precedente e da quelli simili. Non è detto che copra alla fine tutti gli ordini di manifestazioni, in teoria è una delle alternative su una diagnosi di depressione maggiore, non so se la diagnosi sia questa.
Non capivo il discorso "Ho sentito bisogno di un aiuto, prima di affrontare magari la psicanalisi,". La terapia farmacologica non è un "aiuto", se funziona è spesso risolutiva, mentre "affrontare la psicanalisi" sembra significare che il farmaco è una soluzione "facile" ma non impegnative, mentre la psicanalis impegnativa e definitiva. Questo non risulta assolutamente, né si richiede ad un malato di impegnarsi, meno ha necessità di farlo e meglio è per lui, a parità di efficacia delle cure stesse. Inoltre la psicanalisi non è sinonimo di psicoterapia, è una teoria non basata su elementi biologici.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Ex utente
Con la frase "Ho sentito bisogno di un aiuto, prima di affrontare magari la psicanalisi," intendevo dire che, probabilmente, alla base di questi ritorni di depressione ci potrebbero essere dei nodi della mia esistenza da risolvere, ma non così complessi e gravi da richiedere una terapia continuativa con uno specialista (e mi scusi se ho confuso psicoanalisi con psicoterapia). Non intendevo parlare della terapia farmacologica come "scorciatoia" bensì come intervento che mi aiuti ad alleggerire l'animo.
Quando vivo momenti come questo, tutte le problematiche legate alla mia vita (che sono peraltro quelle della maggioranza delle persone, nulla di eccezionale) sembrano molto più pesanti, quasi insormontabili, mentre quando sto bene tendo a vederle come una parte del puzzle, aspetti con i quali convivere.
Ecco, quello che mi aspetto da una terapia è lo squarcio di quel pesante cielo grigio che sta sopra a tutto ciò che faccio, permettendo così al mio vero essere, che è creativo ed estroverso, di riemergere.
Vi ringrazio per la tempestività delle risposte, e chiedo comprensione se in alcuni passaggi non sono sufficientemente chiaro
Quando vivo momenti come questo, tutte le problematiche legate alla mia vita (che sono peraltro quelle della maggioranza delle persone, nulla di eccezionale) sembrano molto più pesanti, quasi insormontabili, mentre quando sto bene tendo a vederle come una parte del puzzle, aspetti con i quali convivere.
Ecco, quello che mi aspetto da una terapia è lo squarcio di quel pesante cielo grigio che sta sopra a tutto ciò che faccio, permettendo così al mio vero essere, che è creativo ed estroverso, di riemergere.
Vi ringrazio per la tempestività delle risposte, e chiedo comprensione se in alcuni passaggi non sono sufficientemente chiaro
[#4]
Gentile utente,
Quando le cure funzionano, sciolgono i nodi che il suo cervello tende per sua natura a produrre specie se sollecitato da determinate circostanze. Per cui l'idea di un qualcosa di irrisolto che si ripropone non va inteso a livelli non biologici (l'esistenza è un risultato, non un livello a cui si svolgono le cose), ma come predisposizione e vulnerabilità che ogni tipo di cervello ha verso determinate "pendenze" o "annodature", così come gli altri organi. La psicoterapia e la farmacoterapia sono solo due strumenti che mirano con tecniche diverse ma pur sempre biologiche a modulare gli stati e le predisposizioni alle ricadute.
Quando le cure funzionano, sciolgono i nodi che il suo cervello tende per sua natura a produrre specie se sollecitato da determinate circostanze. Per cui l'idea di un qualcosa di irrisolto che si ripropone non va inteso a livelli non biologici (l'esistenza è un risultato, non un livello a cui si svolgono le cose), ma come predisposizione e vulnerabilità che ogni tipo di cervello ha verso determinate "pendenze" o "annodature", così come gli altri organi. La psicoterapia e la farmacoterapia sono solo due strumenti che mirano con tecniche diverse ma pur sempre biologiche a modulare gli stati e le predisposizioni alle ricadute.
[#5]
Ex utente
Oggi pomeriggio, dopo settimane molto pesanti, ho provato una sensazione di benessere generale. Per qualche ora mi sono sentito leggero, con la mente non appesantita dai pensieri a fosche tinte degli ultimi tempi. Anche l'ansia è sparita per diverse ore.
Poi, verso il crepuscolo (per me un momento della giornata difficile da sempre), un ritorno alla situazione precedente, anche se in forma più lieve.
Potrebbe essere un inizio dell'effetto benefico della terapia? Si manifesta in questo modo?
Scusate se vi interpello su queste sfumature, ma ho verificato più volte che il navigare su forum gestiti da utenti qualsiasi porta a disinformazione, confusione ed alla lettura di infinite sciocchezze, spesso allarmistiche e fuorvianti.
In attesa dell'incontro con lo specialista (che ci sarà tra un pò di giorni) trovo d'aiuto l'opinione di persone competenti.
Grazie infinite
Poi, verso il crepuscolo (per me un momento della giornata difficile da sempre), un ritorno alla situazione precedente, anche se in forma più lieve.
Potrebbe essere un inizio dell'effetto benefico della terapia? Si manifesta in questo modo?
Scusate se vi interpello su queste sfumature, ma ho verificato più volte che il navigare su forum gestiti da utenti qualsiasi porta a disinformazione, confusione ed alla lettura di infinite sciocchezze, spesso allarmistiche e fuorvianti.
In attesa dell'incontro con lo specialista (che ci sarà tra un pò di giorni) trovo d'aiuto l'opinione di persone competenti.
Grazie infinite
[#6]
"Potrebbe essere un inizio dell'effetto benefico della terapia? "
Non è importante saperlo. La terapia si giudica ad un determinato intervallo di tempo proprio per eliminare ogni giudizio parziale e intermedio che comunque non fa testo.
Non è importante saperlo. La terapia si giudica ad un determinato intervallo di tempo proprio per eliminare ogni giudizio parziale e intermedio che comunque non fa testo.
[#8]
Ex utente
Effettuata la visita dallo specialista, che mi ha detto di continuare con Wellbutrin (ed eventualmente Xanax) visto il diminuire costante dell'ansia.
Che però permane, e a tal proposito vorrei sapere se esistono nessi tra gli stati ansiosi e i problemi di stomaco.
Mi capita qualche volta di sentire improvvisamente, dopo i pasti, una sensazione di debolezza, qualche lievissimo capogiro e sudorazione alle mani...Poi, non appena riesco a digerire (e quando inizio succede ripetutamente e con molta aria) recupero subito il benessere e torno in piena forma, con forza ed energia.
Segnalo che, pur attraversando questa fase non positiva, fisicamente mi sento bene e riesco anche a fare sport senza problemi. Questi episodi sono saltuari, e mi sembra che siano collegati ad una cattiva digestione indotta dallo stress.
Se posso avere consigli vi ringrazio
Che però permane, e a tal proposito vorrei sapere se esistono nessi tra gli stati ansiosi e i problemi di stomaco.
Mi capita qualche volta di sentire improvvisamente, dopo i pasti, una sensazione di debolezza, qualche lievissimo capogiro e sudorazione alle mani...Poi, non appena riesco a digerire (e quando inizio succede ripetutamente e con molta aria) recupero subito il benessere e torno in piena forma, con forza ed energia.
Segnalo che, pur attraversando questa fase non positiva, fisicamente mi sento bene e riesco anche a fare sport senza problemi. Questi episodi sono saltuari, e mi sembra che siano collegati ad una cattiva digestione indotta dallo stress.
Se posso avere consigli vi ringrazio
[#9]
Gentile utente,
"ad una cattiva digestione indotta dallo stress"
Queste interpretazioni sui sintomi le lascerei perdere.
Nella sua esposizione non si riesce a capire perché se l'ansia è in constante diminuzione se ne sta preoccupando come se fosse invece in aumento.
"ad una cattiva digestione indotta dallo stress"
Queste interpretazioni sui sintomi le lascerei perdere.
Nella sua esposizione non si riesce a capire perché se l'ansia è in constante diminuzione se ne sta preoccupando come se fosse invece in aumento.
[#10]
Ex utente
Premetto che vi ringrazio per le risposte date in precedenza e per il servizio che offrite.
Mi sembra d'aver esposto chiaramente il mio stato.
Ho detto che l'ansia sta diminuendo (perchè prima era molto forte) ma resta ancora presente ("visto il diminuire costante dell'ansia.
Che però permane")
Sto meglio di prima ma non sono ancora libero dall'ansia.
Il fatto che stia diminuendo in modo costante non mi priva della possibilità di formulare alcune domande.
Ho parlato di episodi saltuari e il legame tra stress ed ansia che ho ipotizzato non è affato una libera interpretazione, bensì una domanda (credo legittima) che mi sono fatto, senza fissazioni o presunzione di dare al fenomeno una lettura scientifica.
Non mi sembra inoltre d'aver dato l'impressione, nel mio post, d'essere fortemente preoccupato del fenomeno come se l'ansia fosse in aumento.
Probabilmente mi sono espresso male, o forse questo genere di domande non sono gradite al sito.
Basta saperlo, così da evitare risposte gratuitamente stizzite ed essere trattati come ipocondriaci sprovveduti.
Buon lavoro.
Mi sembra d'aver esposto chiaramente il mio stato.
Ho detto che l'ansia sta diminuendo (perchè prima era molto forte) ma resta ancora presente ("visto il diminuire costante dell'ansia.
Che però permane")
Sto meglio di prima ma non sono ancora libero dall'ansia.
Il fatto che stia diminuendo in modo costante non mi priva della possibilità di formulare alcune domande.
Ho parlato di episodi saltuari e il legame tra stress ed ansia che ho ipotizzato non è affato una libera interpretazione, bensì una domanda (credo legittima) che mi sono fatto, senza fissazioni o presunzione di dare al fenomeno una lettura scientifica.
Non mi sembra inoltre d'aver dato l'impressione, nel mio post, d'essere fortemente preoccupato del fenomeno come se l'ansia fosse in aumento.
Probabilmente mi sono espresso male, o forse questo genere di domande non sono gradite al sito.
Basta saperlo, così da evitare risposte gratuitamente stizzite ed essere trattati come ipocondriaci sprovveduti.
Buon lavoro.
[#11]
Gentile utente,
Nessuna risposta stizzita. E' tipico di chi è preoccupato in senso ipocondriaco (che non è un'offesa né per Lei né per nessun altro, almeno nel linguaggio medico) presentare situazioni in cui la preoccupazione non decresce anche se i sintomi invece sì, nel senso che quella rimane il sintomo più lento a calare.
Più che impressione il fatto è che diceva di che l'ansia sta diminuendo costantemente, ma questo oggettivamente non la tranquillizza.
Quando il soggetto ipocondriaco è individuato come tale in genere si spazientisce, perché considera l'oggetto della preoccupazione come una questione a cui deve avere una risposta, anziché come un sintomo di ansia fine a se stesso.
Nessuna risposta stizzita. E' tipico di chi è preoccupato in senso ipocondriaco (che non è un'offesa né per Lei né per nessun altro, almeno nel linguaggio medico) presentare situazioni in cui la preoccupazione non decresce anche se i sintomi invece sì, nel senso che quella rimane il sintomo più lento a calare.
Più che impressione il fatto è che diceva di che l'ansia sta diminuendo costantemente, ma questo oggettivamente non la tranquillizza.
Quando il soggetto ipocondriaco è individuato come tale in genere si spazientisce, perché considera l'oggetto della preoccupazione come una questione a cui deve avere una risposta, anziché come un sintomo di ansia fine a se stesso.
[#12]
Ex utente
Molto semplicemente ho chiesto informazioni su una possibile relazione tra i problemi di digestione e lo stato di stress, he non mi pare un'invenzione del sottoscritto.
Questa era la domanda.
Il resto l'ho scritto per inquadrare la situazione, in miglioramento ma non ancora ottimale, in modo da permettervi un'analisi più contestualizzata. Ma la mia situazione non mi preoccupa affatto, è solo il dato oggettivo: sono contento di registrare una diminuzione dell'ansia, anche se finora non posso dire che sia sparita. Punto.
Non ho bisogno di essere tranquillizzato, semplicemente avrei preferito avere una risposta sulla questione gastro-intestinale piuttosto che commenti, a mio avviso, un pò fuori luogo.
In ogni modo grazie lo stesso e buon lavoro.
Questa era la domanda.
Il resto l'ho scritto per inquadrare la situazione, in miglioramento ma non ancora ottimale, in modo da permettervi un'analisi più contestualizzata. Ma la mia situazione non mi preoccupa affatto, è solo il dato oggettivo: sono contento di registrare una diminuzione dell'ansia, anche se finora non posso dire che sia sparita. Punto.
Non ho bisogno di essere tranquillizzato, semplicemente avrei preferito avere una risposta sulla questione gastro-intestinale piuttosto che commenti, a mio avviso, un pò fuori luogo.
In ogni modo grazie lo stesso e buon lavoro.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.4k visite dal 30/01/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.