Sonno bimbo 14 mesi

Gentile Dottore, sono mamma di Michele (14 mesi)e le scrivo per un problema riguardante il sonno.
Vorrei prima descriverle Michele come bambino, per come io lo vedo.
E` molto energico, di appettito, curioso ed esploratore. E` molto determinato e cerca in tutti i modi di vincere. E` sempre stato molto attivo fisicamente, devo sempre renderlo partecipe di cio` che faccio, e tenerlo vicino. Ha iniziato a camminare a 13 mesi. Si intrattiene con alcuni giochi da solo, ma non per un tempo che a noi grandi risulti sufficiente. Ho notato in molte occasioni che a lui e` necessaria la presenza di una persona accanto, anche se non gioca direttamente con lui.
Fino al 4 mese non potevo lamentarmi molto, si svegliava per mangiare e in genere si riaddormentava. Piu` o meno volte durante la notte. A quest' epoca ha cominciato a soffrire di reflusso gastro-esofageo e in piu` il mio latte cominciava ad essere insufficiente. Per cui i risvegli hanno cominciato ad essere piu` numerosi. Stremati abbiamo ceduto e cominciato a tenerlo nel lettone. Ma nemmeno li` abbiamo trovato la soluzione. Pian pianino le cose sono migliorate, anche se il problema sussiste ed e` il seguente. Dopo 5 ore di sonno (se sono tante), per lui e` l' alba. E` pronto e sveglio per giocare. Anche se sono le 3 del mattino. Resta sveglio anche 2 ore (ovvio che a quel punto e` sicuramente nel lettone), per ricrollare verso le 5, continuando a giocare con i miei capelli e quelli del papa`, talvolta tirandoli e facendoci pure male.
Secondo me il problema si e` presentato in concomitanza alla mia ripresa del lavoro di 8 ore. Abbiamo provato il Nopron con risultati apprezzabili ma non definitivi. Come genitori siamo contrari alle tecniche tanto di moda ora sul pianto controllato o sul farli addormentare da soli bla bla bla. Applichiamo cmq il "rituale" della buona notte. Mi chiedevo se facendolo stancare di piu` di giorno, e qui dovrebbe venirmi in aiuto Lei, sul come, otterrei o meno dei miglioramenti. Le mie possibilita` economiche non mi permettono di mandarlo al nido dove tutti dicono che si stancherebbe di piu`. E` vero? Cosa ci consiglia. Grazie e scusi se mi sono dilungata.
Distinti saluti, Beatrice Gentile-Vicenza
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
seppure alcuni elementi potrebbero darmi lo spunto per un consiglio, le suggerisco in tutti i casi una consulenza presso un Medico specializzato in Neuropsichiatria Infantile, in quanto la specificità della sua richiesta è di stretta competenza dei colleghi Neuropsichiatrici. Si faccia consigliare dal Medico di Base per scegliere il professionista adeguato presso i Servizi o gli Studi professionali della sua zona.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Signora,
a Vicenza c'è una buona equipe neuropsichiatrica diretta dal dottor Tombolato (www.ulssvicenza.it/nodo.php/807) alla quale secondo me dovrebbe rivolgersi in prima battuta per una consulenza. Nel frattempo le consiglio di non farsi prendere dall'ansia, proprio per non influire negativamente sull'attivazione del suo bimbo. Però, per avere le idee chiare, le consiglio di richiedere la consulenza quanto prima

Cordialmente

Ilenia Sussarellu

i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Gentili Dottori,
vi ringrazio per le vostre risposte. Entrambi mi avete indirizzato ad un neuropsichiatra infantile. E` un' ipotesi che terro` in considerazione. Mi sarebbe piaciuto ricevere almeno uno spunto su cosa sedcondo voi possa essere la causa di tale situazione.
Coordialmente ringrazio e saluto.
Beatrice
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Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Gentili Dottori, volevo informarvi circa il rsvolto della situazione. Ho portato Michele da un Neuropsichiatra Infantile ed e` stato diagnosticato un disturbo generalizzato dello svilupppo; che differenza c'e` con l' autismo? A me non e`molto chiaro.
Grazie mille per la vs disponibilita`.

Beatrice
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora
L'autismo è la forma più severa dei 'disturbi generalizzati dello sviluppo', che comportano in varia misura difficoltà nell'imparare a entrare in contatto con gli altri, a comunicare sia con parole che a gesti, a usare giochi ed oggetti in modo significativo, a sopportare le frustrazioni e gestire le emozioni, a sviluppare cioè le normali funzioni psichiche. Ci possono essere però difficoltà transitorie di sviluppo, collegate a volte a situazioni ambientali difficili o comunque non ottimali, che possono dare manifestazioni simili ma poi più facilmente hanno un'evoluzione positiva, per cui di solito all'età del suo bambino (17-18 mesi) si pone solo un sospetto diagnostico, da verificare. E però consigliabile, come lei ha fatto, credo di capire, fare una valutazione approfondita e far seguire il bambino da un 'equipe' esperta. Forse più che in molte altre situazioni, nel campo dell'autismo e disturbi simili le conoscenze in materia sono ancora molto confuse e si assiste a un bombardamento continuo di teorie e terapie di tutti i tipi che propagandano rimedi più o meno miracolosi. E' consigliabile fare affidamento a specialisti di fiducia che aiutino a trovare la strada giusta per quel determinato bambino. Di solito è utile un intervento psicoeducativo che aiuti la famiglia, ed eventualmente chi sta col bambino, al nido, ecc. a entrare in contatto con lui e a guidarlo nella vita di tutti i giorni, per favorire esperienze utili allo sviluppo, per mettere limiti a comportamenti inutili o dannosi, e così via. Se è un disturbo di questo tipo certo la situazione sarà faticosa e difficile, ma è possibile ottenere risultati molto buoni se si trova la strada giusta per tempo.
Cordiali saluti

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Gentile Dottore,
la ringrazio per la sua risposta, che mi ha davvero rincuorata.
Il 2 luglio siamo stati ad un altro controllo ed il neuropsichiatra ci ha detto che siamo "decollati" e che possiamo escludere il peggio. Ora lavoreremo sul linguaggio. Il bimbo ha ora quasi 21 mesi. Si esprime abbastanza bene a gesti, le espressioni del viso cominciano a migliorare ma siamo ancora lontanucci dalle vere e proprie parole.
Grazie ancora. Beatrice, Michele e papa`.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
"E' una buona notizia. Tenete conto che fino a tre anni si considera 'non patologico' un ritardo del linguaggio, in un bambino che per il resto mostra un buon contatto, comunicazione e comprensione. Ai genitori che portano in visita bambini di questo tipo, io consiglio (se tutto il resto va bene e non emergono particolari 'ostacoli') di non 'bombardare' il bambino di richieste di parlare, che possono a volte intimidirlo come 'richieste di prestazioni', ma di essere attenti a lui e rispondere alle sue richieste e comunicazioni chiedendo conferma a parole di quello che lui può pronunciare male, ma senza insistere a correggerlo. Il linguaggio è solo il modo più utile e comodo per comunicare, e quando uno lo scopre i progressi sono spontanei e rapidi, pur se possono mantenersi modesti difetti di pronuncia che migliorano spontaneamente nel tempo. Ma per questo è necessario un ambiente rispondente ( e il bambino come si sa impara l'italiano o l'inglese o il cinese a seconda di chi ha intorno a lui). Ma il linguaggio può essere anche una 'prestazione' che intimidisce il bambino e da cui bambini molto perfezionistici possono ritirarsi. Non badate quindi alle parole ma alla comunicazione globale , emotiva, affettiva e al condividere le esperienze a livello di bambino, lasciandogli il tempo di maturare con le sue caratteristiche, senza forzarlo. Spingere un bambino che sta cominciando a camminare può farlo cadere e spaventare e trattenersi, la stessa cosa vale per il linguaggio.
Continuate comunque a tenerlo sotto controllo specialistico npi."
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Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Grazie, grazie ancora per i Suoi preziosi chiarimenti.

Beatrice
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Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Gentile Dottor Benedetti
volevo tenerla aggiornata sulla situazione.
Stiamo continuando a portare Michele con cadenza mensile dal npi.
Il bambino continua a migliorare. Ha cominciato ad esprimersi, gioca con gli altri bambini, riconosce le figure, dice qualche parolina, interagisce con tutti, usa i giochi nel giusto modo. Capisce tutti i comandi che gli diamo. Mi darebbe da pensare che abbia un "disturno" se non fosse stata un' attenta analisi o se non ne si fosse a conoscenza. Rimane comunque la sua attrazione per i giochi ripetitivi, un po` chiusi. Il npi dice che dovremo lavorare sul "levargli" questa attrazione perche` non lo porta a nulla.
Giovedi` eseguiremo un test specifico oggettivo codificato (mi pare abbia detto si chiami PER test), per valutare le aree piu` forti e piu` deboli, quelle su cui c'e` ancora bisogno di lavorare.
Mi sento molto contenta e soprattutto soddisfatta del lavoro svolto a casa, anche se tremendamente faticoso e di aver trovato uno specialista valido e preparato.
Mi chiedo, se io non avessi portato mio figlio, non avrei saputo nulla del suo problema e non avrei potuto aiutarlo, magari mi sarei presentata a 5/6 anni di eta` quando orami sarebbe stato irrecuperabile. Perche` la neuropsichiatria infantile non e` "accettata" da tanti genitori? Perche` ci si rifiuta di portare il proprio figlio ad uno specialista in questo senso? Non si "dovrebbe" fare + campagna, non terrorismo, per far comprendere ai genitori quali sono i campanelli d' allarme e quando preoccuparsi. I pediatri mi sembrano scettici, per non parlare della maggioranza delle mamme.

Grazie e scusi se mi sono dilungata.

Distinti Saluti.

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Sono molto lieto delle del buon andamento con suo figlio e mi felicito con voi. Come ha detto Lei è molto importante trovare una persona valida e preparata, ma anche avere la forza di riconoscere i propri dubbi e le proprie incertezze e poterne parlare. Molto spesso è più facile negare le preoccupazioni e nascondere la testa nella sabbia, o peggio ancora attribuire tutte le difficoltà a 'colpe' di qualcun altro. Ci sono molte 'campagne' in atto, in questo momento (sull'autismo, l'adhd, la dislessia, la depressione ecc ecc), ma bisogna stare attenti che non siano solo 'campagne pubblicitarie' per vendere prodotti all'ultima moda. Non voglio disilluderla, ma l'unica raccomandazione è appunto quella di rivolgersi a un professionista valido e realmente competente.
Cordiali saluti e auguri
[#11]
Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Grazie Dottore
per la sua veloce risposta! La terro` informata molto volentieri sull' evoluzione e sullo sviluppo del mio piccolino.

Beatrice