Uno psichiatra che mi diagnostica il disturbo

Buongiorno
Vi scrivo perche avrei bisognio di pareri in merito alla situazione che andrò a descrivervi.
Da 3 anni a questa parte per causa problemi di salute organici ho iiniziato a manifestare i primi sintomi ansiosi. (vertigini, cefalea,pallore in volto,nausea,malessere generale al corpo) in maniera improvvisa,acuta.
chiaramente, il loro esordio, persistenza e in qualche modo la loro stranezza mi ha spaventato anche perche non avevo la piu pallida idea di cosa stesse accadendo, ho percepito subito un senso di minaccia alla mia salute, gia minata dal problema fisico avuto pochi mesi prima e che ad oggi ancora tende a persistere anche se pian piano migliora. ho pensato che il mio cervello stesse impazzendo, nel frattempo si instaura una forma di ansieta cronica caratterizzata dal timore di aggravarmi in malattie mentali piu o meno gravi.
a questo punto mi sono rivolto ad uno psichiatra che mi diagnostica il disturbo di attacchi di panico aggravato da una forma lieve di ansia generalizzata caratterizzata dalla fobia di perdere il controllo della mia mente.
mi ha prescritto delle terapie di farmaci.
sertralina 150 mg piu xanax portata avanti per 6 mesi
duloxetina 60 mg piu bromazepam assunta per 6 mesi
paroxetina 20 mg piu diazepam assunta 7 mesi
escitalopram 10 mg che assumo da 4 mesi

Purtroppo non trovo beneficio da questi farmaci.
oltretutto il prescrittorre vorrebbe un assunzione a vita di questi farmaci dichiarando che la prognosi di questi disagi puo essere migliorata solo con cure a vita.

Avrei da chiedervi, sinceramente considerando la mia età non ho piu alcuna intenzione di assumere farmaci dai quali non ho visto l'ombra di beneficio, tantomeno assumerli a vita..e fuori discussione.
quindi, parlando col medico di base mi ha consigliato una psicoterapia cognitivo-comportamentale che puo essere nel mio caso piu indicata e onestamente non e contrario alla dismissione dei farmaci.
Escludendo le assunzioni di farmaci, quali sono le altre strategie terapeutiche e in genere se la prognosi e sempre sfavorevole?
Grazie a chi puo intervenire....

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente

Le terapie farmacologiche non sono a vita come indicato ma per tempi comunque sufficienti.

Il punto e' capire se vi sono orientamenti diagnostici corretti che hanno considerato il cambio delle terapie.

E' da considerare che non sembrano essere state sfruttate tutte le strategie terapeutiche disponibili.

Il trattamento combinato può dare buoni risultati.

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gent. Dott. Ruggiero, la ringrazio per la risposta..
il fatto che lei dica che le terapie non sono a vita mi rincuora ma a questo punto non mi e chiaro perche il medico preme per l'assunzione a vita nonostante sono palesi i fallimenti delle cure, riguardo al cambio di terapie sono stati fatti perche le prescrizioni precedenti si rivelavano senza successo e immagino che ci siano numerose alternative farmacologiche, però vorrei tentare eventuali altre strade al farmaco perche al disturbo di base si aggiungono sia gli effetti paradossi alcuni scomparsi col proseguo della cura, ma altri che persistevano e peggioravano la situazione..
per questo motivo chiedevo valide alternative ai farmaci ed eventualmente in linea generica una prognosi riguardo la diagnosi prima citata, anche perche il medico mi dice che appunto con le cure a vita va tutto ok..

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Le alternative ai farmaci le può fornire chi la visita direttamente.

In teoria, potrebbe fare una psicoterapia ma in pratica se chi la visita ritiene che ciò non è applicabile deve fidarsi del giudizio di chi l'ha visitata direttamente.

Se ritiene di non essere soddisfatto dell'approccio che ha avuto sinora può decidere di cambiare psichiatra, in ogni caso la valutazione diretta sarà quella che stabilisce effettivamente se lei può seguire o meno certi percorsi.

In ogni caso, le sue terapie farmacologiche si sono sempre fermate dopo qualche mese ma a dosaggi non massimi, quindi, in pratica, il tutto è stato vanificato dalle variazioni ed esistono delle possibilità alternative farmacologiche, in aggiunta, già dal primo farmaco assunto, che avrebbero potuto portare il suo problema a soluzione.

E' probabile che neanche la diagnosi sia effettivamente chiara.
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