Sintomi da sospensione daparox
salve da dicembre 2010 ho iniziato una cura con daparox causa attachi di panico, in maniera graduale sono arrivato a 30 gocce giornaliere. Da Novembre 2011 ho iniziato a scalare la dose di una goccia a settimana e dalla quindicesima goccia a scendere una ogni due settimane, tutto questo seguito dal medico specialista. arrivato a circa 7 gocce ho iniziato ad avvertire un pò di ansia, tremori agli arti, testa vuota ad essere irrequieto, sintomi che si sono manifestati e acutizzati alla dose di 4 gocce giornaliere. Vorrei sapere cortesemente se è possibile che sia il panico, l ansia che non è stata curata oppure sono normali sintomi da sospenzione?
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I sintomi possono sembrare i sintomi da sospensione, relativamente tipici.
E' però più probabile che si tratti della ricaduta della malattia: lo scalare è stato molto graduale, tale da minimizzare il rischio dei sintomi da sospensione, i sintomi assommigliano a quelli che presentava prima.
E' possibile che la durata delle cure (poco meno di un anno) sia stata troppo breve, tenendo anche conto che bisogna considerare non tutto il periodo ma solo quel tempo che è stato libero dai sintomi (il periodo di compenso). La situazione attuale vedrei anche come un'occasione di rivalutare la diagnosi: può trattarsi di un disturbo d'ansia che si manifesta con attacchi di panico come uno dei sintomi (non l'unico), ma che è diverso dal "Disturbo da Attacchi di Panico" e forse ha bisogno di cure più lunghe o anche un po' diverse. A secondo della valutazione, prendere in considerazione l'eventualità di abinare all'antidepressivo la psicoterapia.
E' però più probabile che si tratti della ricaduta della malattia: lo scalare è stato molto graduale, tale da minimizzare il rischio dei sintomi da sospensione, i sintomi assommigliano a quelli che presentava prima.
E' possibile che la durata delle cure (poco meno di un anno) sia stata troppo breve, tenendo anche conto che bisogna considerare non tutto il periodo ma solo quel tempo che è stato libero dai sintomi (il periodo di compenso). La situazione attuale vedrei anche come un'occasione di rivalutare la diagnosi: può trattarsi di un disturbo d'ansia che si manifesta con attacchi di panico come uno dei sintomi (non l'unico), ma che è diverso dal "Disturbo da Attacchi di Panico" e forse ha bisogno di cure più lunghe o anche un po' diverse. A secondo della valutazione, prendere in considerazione l'eventualità di abinare all'antidepressivo la psicoterapia.
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Gentile utente,
non escludo la ricaduta; bisogna comunque farsi valutare dal vivo dal Suo specialista.
<<..ma è possibile che sotto ancora copertura farmacologica( 4 gocce al di ) si abbia questa ricaduta?..>>
Da diverse settimane Lei non si trova più sotto la copertura farmacologica, perché questa dose (4 gocce = 4 mg /die) ed anche 7 gocce (7 mg) /die di Daparox (nome chimico: paroxetina) normalmente non hanno un'attività terapeutica. Normalmente, ogni medicinale ha la sua azione terapeutica nel suo intervallo di dosaggio. Invece un medicinale può avere gli altri effetti (fra i quali anche gli effetti collaterali ed anche l'abitudine dell'organismo al farmaco) anche alle dosi più alte e più basse. Per cui le dosi basse servono nell'induzione graduale e durante la sospensione graduale della terapia. Supppongo che siete arrivati a questa dose per evitare gli effetti collaterali da sospensione con l'intenzione di sospendere il farmaco.
IPOTESI DEI SINTOMI DA SOSPENSIONE
Ho provato a fare i calcoli, e mi sembra che, se avete iniziato a scalare dall'inizio di Novembre da 30 gocce/die con quello schema che Lei ha descritto (1 goccia alla settimana), adesso Lei non poteva ancora arrivare a questa dose. Poteva esserci stato qualche errore. Dunque, lo scalare è avvenuto con minore gradualità di quanto sarebbe previsto secondo lo schema. Prova a fare i calcoli anche Lei.
Ancora un modo per verificare se si tratta degli effetti da sospensione e per evitarli è ritornare ad un dosaggio non necessariamente "terapeutico", ma "intermedio", tale al quale non sono presenti i sintomi avversi, e dunque ricominciare a scalare da questa dose intermedia, con ritmi ancora più lenti. Se, perhé i sintomi scompaiano, non basterà neanche un dosaggio "intermedio", ma ci vorranno i dosaggi terapeutici, c'è più possibilità che si tratti della ricaduta, e potrà non essere opportuno scalare il farmaco.
Rispetto a questo procedere non deve decidere Lei da solo, ma deve deciderlo e darLe le indicazioni precise il Suo specialista, il quale bisogna in ogni modo mettere al corrente dei sintomi che Lei ha. Il discorso che stiamo facendo qui si appoggia sulla Sua descrizione e su alcuni principi generali, ma non è sufficiente: è necessaria anche la valutazione clinica dal vivo dal Suo specialista.
non escludo la ricaduta; bisogna comunque farsi valutare dal vivo dal Suo specialista.
<<..ma è possibile che sotto ancora copertura farmacologica( 4 gocce al di ) si abbia questa ricaduta?..>>
Da diverse settimane Lei non si trova più sotto la copertura farmacologica, perché questa dose (4 gocce = 4 mg /die) ed anche 7 gocce (7 mg) /die di Daparox (nome chimico: paroxetina) normalmente non hanno un'attività terapeutica. Normalmente, ogni medicinale ha la sua azione terapeutica nel suo intervallo di dosaggio. Invece un medicinale può avere gli altri effetti (fra i quali anche gli effetti collaterali ed anche l'abitudine dell'organismo al farmaco) anche alle dosi più alte e più basse. Per cui le dosi basse servono nell'induzione graduale e durante la sospensione graduale della terapia. Supppongo che siete arrivati a questa dose per evitare gli effetti collaterali da sospensione con l'intenzione di sospendere il farmaco.
IPOTESI DEI SINTOMI DA SOSPENSIONE
Ho provato a fare i calcoli, e mi sembra che, se avete iniziato a scalare dall'inizio di Novembre da 30 gocce/die con quello schema che Lei ha descritto (1 goccia alla settimana), adesso Lei non poteva ancora arrivare a questa dose. Poteva esserci stato qualche errore. Dunque, lo scalare è avvenuto con minore gradualità di quanto sarebbe previsto secondo lo schema. Prova a fare i calcoli anche Lei.
Ancora un modo per verificare se si tratta degli effetti da sospensione e per evitarli è ritornare ad un dosaggio non necessariamente "terapeutico", ma "intermedio", tale al quale non sono presenti i sintomi avversi, e dunque ricominciare a scalare da questa dose intermedia, con ritmi ancora più lenti. Se, perhé i sintomi scompaiano, non basterà neanche un dosaggio "intermedio", ma ci vorranno i dosaggi terapeutici, c'è più possibilità che si tratti della ricaduta, e potrà non essere opportuno scalare il farmaco.
Rispetto a questo procedere non deve decidere Lei da solo, ma deve deciderlo e darLe le indicazioni precise il Suo specialista, il quale bisogna in ogni modo mettere al corrente dei sintomi che Lei ha. Il discorso che stiamo facendo qui si appoggia sulla Sua descrizione e su alcuni principi generali, ma non è sufficiente: è necessaria anche la valutazione clinica dal vivo dal Suo specialista.
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Utente
Gentilissimo
Si c è stato un errore nel comunicare il periodo d inizio della diminuzione. Ho iniziato a diminuire una goccia a settimana da l ultimo lunedi di giugno e poi da 15 gocce in poi ogni due settimane. Si la riduzione è stata fatta per sospendere il farmaco, questo è stato deciso dallo specialista.
Comunque appurato che ho perso tempo e soldi e non ho risolto nulla da questa cura, apparte aver preso 20 kg, vorrei sapere se è matematico l aumento di peso oppure con un alimentazione accurata si può tenere il peso forma e vorrei anche sapere se con la dose di farmaco che prendo può influire in un analisi per un assunzione di lavoro.
Si c è stato un errore nel comunicare il periodo d inizio della diminuzione. Ho iniziato a diminuire una goccia a settimana da l ultimo lunedi di giugno e poi da 15 gocce in poi ogni due settimane. Si la riduzione è stata fatta per sospendere il farmaco, questo è stato deciso dallo specialista.
Comunque appurato che ho perso tempo e soldi e non ho risolto nulla da questa cura, apparte aver preso 20 kg, vorrei sapere se è matematico l aumento di peso oppure con un alimentazione accurata si può tenere il peso forma e vorrei anche sapere se con la dose di farmaco che prendo può influire in un analisi per un assunzione di lavoro.
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<<..se è matematico l'aumento di peso..>>
Non è "matematico", ma è un sintomo collaterale molto frequente di questo farmaco. Sia con l'alimentazione accurata, sia con (non meno importante) lo stile di vita abbastanza attivo, e con l'esercizio fisico (anche molto leggero) si può contrastare, almeno parzialmente, questo effetto. Però dipende dal caso al caso, come anche l'entità dell'aumento del peso è individuale (20 kg sono tanti; se la persona arriva a pesare 100 kg, questo costituisce un problema serio). Spesso si riesce a contrastare tale sintomo collaterale solo in parte, e si è costretti a cambiare il farmaco.
Aggiungo che l'alimentazione non "corretta" (che cosa ne intende?) potrebbe essere la conseguenza anche dello stato d'animo o anche delle strategie per affrontare il disagio psico-emotivo che possono anche configurare un disturbo a sé stante oppure esssere ancora un altro sintomo del Suo disturbo che forse non si limita solo agli attacchi di panico e dovrebbe essere rivalutato dal punto di vista della diagnosi e della cura.
<<..se con la dose di farmaco che prendo può influire in un analisi per un assunzione di lavoro..>>
Se si tratta delle analisi tossicologiche (per i metaboliti delle sostanze d'abuso), allora no, non influisce. Se si tratta delle analisi di routine dei comuni parametri del sangue, allora non escludo che possa influire (certo non le 4 gocce, ma la precedente assunzione per circa un anno): si tratta dei parametri della funzione del fegato e dell'emostasi i quali sarebbe una buona regola monitorare prima, durante e dopo il trattamento. Tuttavia, viste il peso corporeo, è possibile che questi e alcuni altri parametri siano un po' alterati non necessariamente in relazione al farmaco.
<<.. appurato che ho perso tempo e soldi e non ho risolto nulla da questa cura..>>
Non direi così. Da quanto ho capito, mentre assumeva la cura, per più mesi non ha avuto gli attacchi di panico o altri sintomi d'ansia. E' così ? Se è così, dunque si tratta di una strada giusta, ed anche di un indicatore che effettivamente può trattarsi di un disturbo d'ansia o di umore. Questa strada può essere ottimizzata, specificando meglio la diagnosi e cercando magari un altro farmaco della stessa classe con minori effetti negativi sul peso corporeo, programmando più correttamente la durata della cura ed eventualmente abbinando la psicoterapia.
Bisogna riferire i Suoi sintomi attuali al Suo specialista e capire se sono sopportabili o meno. Se sono insopportabili, sarebbe logico tornare indietro e riprogrammare lo scalare, come Le scrivevo nella mia replica precedente. Se i sintomi sono sopportabili, forse per ora non è necessario tornare indietro con la dose e si può attendere. Quando si scala un farmaco antidepressivo e si avvertono i sintomi avversi è anche una buona norma, se non ritornare indietro, però comunque fermarsi nello scalare. Se i sintomi fossero da sospensione, dovrebbero estingersi entro poche settimane. Bisogna però deciderlo sempre con il proprio specialista, non da solo. Questo consulto non costituisce una prescrizione.
Non è "matematico", ma è un sintomo collaterale molto frequente di questo farmaco. Sia con l'alimentazione accurata, sia con (non meno importante) lo stile di vita abbastanza attivo, e con l'esercizio fisico (anche molto leggero) si può contrastare, almeno parzialmente, questo effetto. Però dipende dal caso al caso, come anche l'entità dell'aumento del peso è individuale (20 kg sono tanti; se la persona arriva a pesare 100 kg, questo costituisce un problema serio). Spesso si riesce a contrastare tale sintomo collaterale solo in parte, e si è costretti a cambiare il farmaco.
Aggiungo che l'alimentazione non "corretta" (che cosa ne intende?) potrebbe essere la conseguenza anche dello stato d'animo o anche delle strategie per affrontare il disagio psico-emotivo che possono anche configurare un disturbo a sé stante oppure esssere ancora un altro sintomo del Suo disturbo che forse non si limita solo agli attacchi di panico e dovrebbe essere rivalutato dal punto di vista della diagnosi e della cura.
<<..se con la dose di farmaco che prendo può influire in un analisi per un assunzione di lavoro..>>
Se si tratta delle analisi tossicologiche (per i metaboliti delle sostanze d'abuso), allora no, non influisce. Se si tratta delle analisi di routine dei comuni parametri del sangue, allora non escludo che possa influire (certo non le 4 gocce, ma la precedente assunzione per circa un anno): si tratta dei parametri della funzione del fegato e dell'emostasi i quali sarebbe una buona regola monitorare prima, durante e dopo il trattamento. Tuttavia, viste il peso corporeo, è possibile che questi e alcuni altri parametri siano un po' alterati non necessariamente in relazione al farmaco.
<<.. appurato che ho perso tempo e soldi e non ho risolto nulla da questa cura..>>
Non direi così. Da quanto ho capito, mentre assumeva la cura, per più mesi non ha avuto gli attacchi di panico o altri sintomi d'ansia. E' così ? Se è così, dunque si tratta di una strada giusta, ed anche di un indicatore che effettivamente può trattarsi di un disturbo d'ansia o di umore. Questa strada può essere ottimizzata, specificando meglio la diagnosi e cercando magari un altro farmaco della stessa classe con minori effetti negativi sul peso corporeo, programmando più correttamente la durata della cura ed eventualmente abbinando la psicoterapia.
Bisogna riferire i Suoi sintomi attuali al Suo specialista e capire se sono sopportabili o meno. Se sono insopportabili, sarebbe logico tornare indietro e riprogrammare lo scalare, come Le scrivevo nella mia replica precedente. Se i sintomi sono sopportabili, forse per ora non è necessario tornare indietro con la dose e si può attendere. Quando si scala un farmaco antidepressivo e si avvertono i sintomi avversi è anche una buona norma, se non ritornare indietro, però comunque fermarsi nello scalare. Se i sintomi fossero da sospensione, dovrebbero estingersi entro poche settimane. Bisogna però deciderlo sempre con il proprio specialista, non da solo. Questo consulto non costituisce una prescrizione.
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Utente
dottore che dire è stato gentilissimo peccato che dista tanto da dove vivo...... comunque per i valori alterati dovuti al peso non li ho mai avuti anche perchè sono uno sportivo e prima della cura donavo regolarmente sangue quindi sempre sotto controllo. Pesavo intorno agli 80 kg per un altezza di 184 cm. spero di rientrare nel mio peso forma al più presto e che questi sintomi siano solo da sospensione, comunque la terrò aggiornata.
grazie ancora per la disponibilità
grazie ancora per la disponibilità
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Gentile utente,
la tachicardia può far parte sia dei sintomi della sospensione che della ricaduta. In base ad un singolo sintomo non lo si può giudicare. Più che l'altro, importante se tutti i sintomi che descriveva nel loro complesso si sono attenuati nell'arco di queste settimane o no. Si è fatto vedere dal Suo specialista?
Ovviamente, la tachicardia può essere anche un segno di una affezione "fisica", ad esempio può accompagnare la febbre. Soprattutto in queste settimane fredde bisogna essere attenti alle malattie infettive stagionali.
la tachicardia può far parte sia dei sintomi della sospensione che della ricaduta. In base ad un singolo sintomo non lo si può giudicare. Più che l'altro, importante se tutti i sintomi che descriveva nel loro complesso si sono attenuati nell'arco di queste settimane o no. Si è fatto vedere dal Suo specialista?
Ovviamente, la tachicardia può essere anche un segno di una affezione "fisica", ad esempio può accompagnare la febbre. Soprattutto in queste settimane fredde bisogna essere attenti alle malattie infettive stagionali.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 43.5k visite dal 19/01/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.