Un evitamento fobico delle situazioni scatenanti
Sono un ragazzo di ventinove anni. Da circa dieci soffro di attacchi di ansia che si manifestano quando devo interagire con gli altri con la conseguenza di aver sviluppato un evitamento fobico delle situazioni scatenanti. Premetto che da ragazzo sono sempre stato un brillante, con molti amici, battuta pronta , uno attivo e propositivo nei rapporti con gli altri Nel tempo ho provato sensazioni di inadeguatezza rispetto agli altri , una forte insicurezza sul mio aspetto (sebbene piacente) . Da piccolo ho avuto qualche atteggiamento ossessivo compulsivo come controllare più volte la chiusura di una serratura piuttosto che assicurarmi di aver eseguito opportunamente un azione eseguendola più volte. Questo non mi ha creato grossi problemi anche perché il problema e' svanito con l'addolescenza . Caratterialmente oggi sono a tratti chiuso , a tratti espansivo. Mi sento fragile.... Come se le mie emozioni fossero senza filtri. Quando sono stressato mi capita di piangere per un film triste .Penso troppo alle conseguenze di tutto quello che faccio e per evitare scontri evito a volte di farmi valere.
Parallelamente sono brillante nel mio lavoro. Ho conseguito numerosi risultati positivi e riconoscimenti
Guido con buona mano i miei dipendenti , ne correggo la condotta ma prima di alzare veramente la voce devo arrivare al limite anche se a volte vorrei farlo prima. Questo mi porta a volte a sovraccaricarmi di lavoro. Preferisco fare una cosa da me piuttosto che contrastare uno che si trova in atteggiamento ostile nei miei confronti.Non mi sento un remissivo perché alla fine faccio ciò che va fatto , scontrandomi se e'il caso.In sostanza quando e' l'unica strada mi impongo e lo faccio sino in fondo ma sono per carattere portato ad evitare lo scontro. Questo mi mette a disagio. Mi fa sentire un debole. Da ragazzino non era così . Difendevo con fierezza le mie posizioni senza temere in alcun modo lo scontro.
Ho provato a farmi seguire da psicoterapeuti. Ma ho abbandonato per due volte perché dopo qualche mese e qualche risultato iniziale mi sono sempre trovato in una situazione stagnante... Senza progressi. Come se si girasse intorno senza trovare la chiave . Alla fine mi sembrava di fare una chiacchierata tra amici. (premetto che ho frequentato professori di fama) .
Chiedo a questo punto se e' possibile risolvere il mio problema. Io sono disposto a fere di tutto pur di riprendermi la mia libertà di essere. E possibile riprendermi al cento per cento? Tornare libero?
Oppure devo imparare a convivere con il problema e portare il peso a vita anestetizzando i sintomi di tanto in tanto con qualche psicofarmaco?
Vi ringrazio per le parole che vorrete scrivere.
Parallelamente sono brillante nel mio lavoro. Ho conseguito numerosi risultati positivi e riconoscimenti
Guido con buona mano i miei dipendenti , ne correggo la condotta ma prima di alzare veramente la voce devo arrivare al limite anche se a volte vorrei farlo prima. Questo mi porta a volte a sovraccaricarmi di lavoro. Preferisco fare una cosa da me piuttosto che contrastare uno che si trova in atteggiamento ostile nei miei confronti.Non mi sento un remissivo perché alla fine faccio ciò che va fatto , scontrandomi se e'il caso.In sostanza quando e' l'unica strada mi impongo e lo faccio sino in fondo ma sono per carattere portato ad evitare lo scontro. Questo mi mette a disagio. Mi fa sentire un debole. Da ragazzino non era così . Difendevo con fierezza le mie posizioni senza temere in alcun modo lo scontro.
Ho provato a farmi seguire da psicoterapeuti. Ma ho abbandonato per due volte perché dopo qualche mese e qualche risultato iniziale mi sono sempre trovato in una situazione stagnante... Senza progressi. Come se si girasse intorno senza trovare la chiave . Alla fine mi sembrava di fare una chiacchierata tra amici. (premetto che ho frequentato professori di fama) .
Chiedo a questo punto se e' possibile risolvere il mio problema. Io sono disposto a fere di tutto pur di riprendermi la mia libertà di essere. E possibile riprendermi al cento per cento? Tornare libero?
Oppure devo imparare a convivere con il problema e portare il peso a vita anestetizzando i sintomi di tanto in tanto con qualche psicofarmaco?
Vi ringrazio per le parole che vorrete scrivere.
[#1]
Gentile utente,
la riuscita di un percorso psicoterapeutico dipende dalla proficua interazione che si sviluppa tra terapeuta e paziente. A volte il terapeuta con "minore" fama, a maggiore motivazione e "feeling" può ottenere risultati più dei professori. Spesso, l'associazione di una psicoterapia con una terapia famracologica mirata, se indicata, può facilitare la strada e migliorare la percentuale di risultati positivi.
Cordiali saluti
la riuscita di un percorso psicoterapeutico dipende dalla proficua interazione che si sviluppa tra terapeuta e paziente. A volte il terapeuta con "minore" fama, a maggiore motivazione e "feeling" può ottenere risultati più dei professori. Spesso, l'associazione di una psicoterapia con una terapia famracologica mirata, se indicata, può facilitare la strada e migliorare la percentuale di risultati positivi.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio per il consiglio ,
So di fare una domanda che non permette di ricevere una risposta univoca .
Non so, mi scusi se mi permetto, se la psicoterapia possa considerarsi una scienza esatta ne se Ii psicofarmaci abbiano effetti terapeutici.
Ma così come il problema si e' presentato o manifestato ad un certo punto della mia vita , e' auspicabile che trovando la chiave di volta si possa risolvere il problema al cento per cento?
Cosa pensa dell'ipnosi come possibile terapia?
So di fare una domanda che non permette di ricevere una risposta univoca .
Non so, mi scusi se mi permetto, se la psicoterapia possa considerarsi una scienza esatta ne se Ii psicofarmaci abbiano effetti terapeutici.
Ma così come il problema si e' presentato o manifestato ad un certo punto della mia vita , e' auspicabile che trovando la chiave di volta si possa risolvere il problema al cento per cento?
Cosa pensa dell'ipnosi come possibile terapia?
[#3]
Mi scusi se mi permetto, ma in base a quale convinzione lei ritiene che la psicoterapia e la psicofarmacologia non abbiano effetti. La medicina in toto non è una scienza esatta. La psicoterapia, almeno alcuni tipi, hanno fior di validazioni scientifiche. Allo stesso modo, la psicofarmacologia si basa sui medesimi fondamenti scientifici che regolano l'uso dei farmaci nelle altre branche della medicina.
Invece lei chiede informazioni sull'ipnosi: affascinante, misteriosa, quasi soprannaturale, senza presunti effetti collaterali, sicuramente costosa, e poi?
Invece lei chiede informazioni sull'ipnosi: affascinante, misteriosa, quasi soprannaturale, senza presunti effetti collaterali, sicuramente costosa, e poi?
[#4]
Ex utente
Ha ragione,il mio e'un errore di valutazione dato dalla non conoscenza della materia e non da una supponente presa di posizione.
La mia e' voglia di capire, di conoscere , di trovare un tracciato definito da percorrere per giungere ad una soluzione del problema.
La ringrazio per quello che fa, data anche la tarda ora e del tempo che dedica a me e alle atre persone che hanno bisogno di aiuto.
Con stima.
La mia e' voglia di capire, di conoscere , di trovare un tracciato definito da percorrere per giungere ad una soluzione del problema.
La ringrazio per quello che fa, data anche la tarda ora e del tempo che dedica a me e alle atre persone che hanno bisogno di aiuto.
Con stima.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 13/01/2012.
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