Il gastroenterologo smentisce ma io ovviamente non gli credo
egregio dottore e' un po' difficile riassumere tutto ma dovro' farlo; ho sempre avuto una certa paura delle malattie ma questa si e' amplificata oltremodo 6 anni fa' quando dopo una terapia di antibiotici e' insorta una colite che dopo analisi ho scoperto essere una forma di candidosi che anche se in un immunocompetente come me, non dovrebbe creare problemi, ormai l'idea di essere malato si e' inserita nella mia mente e non se ne va' piu'; soprattutto perche' c'e' tutta una corrente di pensiero anche di medicina non ufficiale, che sostiene che queste forme di candida recidivante non se ne vanno piu' e quindi tra sintomi avvertiti e cose lette in pratica non capisco piu' dove finisce la malattia e inizia la somatizzazione e viceversa. I disturbi sono soprattutto intestinali grosso modo sovrapponibili a quelli di un colon irritabile e la candidosi riguarda delle postiti ricorrenti; ovviamente spesso quando ho problemi di colon io penso di avere qualche neoplasia che il gastroenterologo smentisce ma io ovviamente non gli credo. I disturbi di tipo psichiatrico che posso notare sono , a parte questa convinzione di mali eterni ed incurabili, una certa sensazione di testa vuota e capogiri negli spazi aperti ma non sempre; quando invece non ho problemi intestinali mi sento super potente ed anche spavaldo e non ho nessuna paura. Potrei prendere qualche ansiolitico o dovrei chiedere al gastroenterologo ? grazie.
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Gentile utente,
Non è che Lei non creda al gastroenterologo, le resta il dubbio essendo una preoccupazione. Come preoccupazione non andrebbe neanche discussa, le analisi e le visite andrebbero eseguite in base al sospetto clinico del medico, che si fonda anche sui sintomi del paziente. La preoccupazione è un sintomo, ad esempio, e non equivale all'oggetto della preoccupazione. Se una persona viene dicendo di essere ossessionata dall'idea di avere qualcosa allo stomaco non si esegue una gastroscopia o quant'altro: gli esami si fanno se gli elementi ne indicano l'utilità.
L'identificazione di questo o quel batterio in zone normalmente settiche, cioè popolate da batteri, non è una diagnosi di per sé.
La terapia dell'ipocondria o del colon irritabile non consiste in ansiolitici, ma in terapie di fondo, non al bisogno.
Non è che Lei non creda al gastroenterologo, le resta il dubbio essendo una preoccupazione. Come preoccupazione non andrebbe neanche discussa, le analisi e le visite andrebbero eseguite in base al sospetto clinico del medico, che si fonda anche sui sintomi del paziente. La preoccupazione è un sintomo, ad esempio, e non equivale all'oggetto della preoccupazione. Se una persona viene dicendo di essere ossessionata dall'idea di avere qualcosa allo stomaco non si esegue una gastroscopia o quant'altro: gli esami si fanno se gli elementi ne indicano l'utilità.
L'identificazione di questo o quel batterio in zone normalmente settiche, cioè popolate da batteri, non è una diagnosi di per sé.
La terapia dell'ipocondria o del colon irritabile non consiste in ansiolitici, ma in terapie di fondo, non al bisogno.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Gentile utente,
Va fatta una diagnosi. La malattia è un funzionamento cerebrale, che se mai si esprime con la preoccupazione come sintomo centrale e come meccanismo centrale.
Per accertare se è questo il caso appunto è indicato un inquadramento psichiatrico.
Va fatta una diagnosi. La malattia è un funzionamento cerebrale, che se mai si esprime con la preoccupazione come sintomo centrale e come meccanismo centrale.
Per accertare se è questo il caso appunto è indicato un inquadramento psichiatrico.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 26/12/2011.
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