Ansia, idee ossessive
Buonasera!
Sono un ragazzo di 27 anni, laureato in Tecniche di radiologia medica, disoccupato.
Ho avuto un infanzia e un adolescenza difficili...genitori separati in casa da sempre e un clima pesantissimo in casa( compreso un tentativo di suicidio di mia madre).
Sto realizzando da un pò di tempo che questo ha inciso non poco sulla mie scelte sentimentali e il rendimento scolatisco.
Di fatto ho vissuto la mia vita con molta passività e questo mi fa rabbia.
Da qualche anno ho ripreso un pò in mano la mia vita, riuscendo a laurearmi e prendermi cura di me(21 chili persi).
Ho avuto diverse esperienze sentimentali con un modello stereotipato di donna( tutte modelle e attrici ), rivelatosi fallimentari.
Da circa 6 mesi sono fidanzato con una ragazza. E' il mio ideale di donna, fisicamente, per valori, intesa(anche sessuale). Purtroppo ci sono 2 sue caratteristiche fisiche che non riesco ad accettare:l'altezza e il naso. Di fatto la sua statura minuta(30 cm meno di me) e la forma del naso hanno rappresentato da sempre per lei un grosso handicap nelle relazioni. Per alcune settimane sono riuscito a "guardare oltre" e a decidere di stare insieme a lei. Sono mesi però che non riesco a stare sereno con lei, ho dei malori e forte ansia. Quando non stiamo insieme non faccio altro che pensare di volerla diversa e sono persino arrivato a proporgli come regalo una rinoplastica.
Mi vergogno di quello che scrivo, di quello che provo. Ma l'idea di averla diversa mi perseguita, mi ossessiona tutto il giorno.
Inoltre diverse volte al giorno compio un gesto incomprensibile: comincio a sfregarmi le dita delle mani(indice e medio), cadendo in una sorta di trans...credo che la cosa duri alcuni secondi, dopo di che prendo coscienza della "stranezza" del gesto e smetto. La cosa si ripete anche decine di volte al giorno, quando sono da solo.
Assumo da un mese 15 gg di xanax 2 volte al giorno, cosa che mi crea ulteriore ansia essendo un salutista e pienamente consapevole della dipendenza dalle benzodiazepine. Di fatto supero spesso il dosaggio, non avvertendo il sollievo desiderato.
La mia psichiatra tende a trascurare il rapporto con la mia ragazza quale causa principale della mia ansia. Si concentra soprattutto sul mio vissuto e su un carattere che a suo avviso non è ancora venuto fuori a causa della conflittualità con mio padre e mi ha consigliato di non prendere alcuna decisione per 1 mese.
Di fatto mi alzo la mattina in uno stato di profondissima depressione, in un contesto familiare ai limiti della decenza, e con costanti desideri di fuga a cui non do seguito.
Non so piu cosa fare....
Sono un ragazzo di 27 anni, laureato in Tecniche di radiologia medica, disoccupato.
Ho avuto un infanzia e un adolescenza difficili...genitori separati in casa da sempre e un clima pesantissimo in casa( compreso un tentativo di suicidio di mia madre).
Sto realizzando da un pò di tempo che questo ha inciso non poco sulla mie scelte sentimentali e il rendimento scolatisco.
Di fatto ho vissuto la mia vita con molta passività e questo mi fa rabbia.
Da qualche anno ho ripreso un pò in mano la mia vita, riuscendo a laurearmi e prendermi cura di me(21 chili persi).
Ho avuto diverse esperienze sentimentali con un modello stereotipato di donna( tutte modelle e attrici ), rivelatosi fallimentari.
Da circa 6 mesi sono fidanzato con una ragazza. E' il mio ideale di donna, fisicamente, per valori, intesa(anche sessuale). Purtroppo ci sono 2 sue caratteristiche fisiche che non riesco ad accettare:l'altezza e il naso. Di fatto la sua statura minuta(30 cm meno di me) e la forma del naso hanno rappresentato da sempre per lei un grosso handicap nelle relazioni. Per alcune settimane sono riuscito a "guardare oltre" e a decidere di stare insieme a lei. Sono mesi però che non riesco a stare sereno con lei, ho dei malori e forte ansia. Quando non stiamo insieme non faccio altro che pensare di volerla diversa e sono persino arrivato a proporgli come regalo una rinoplastica.
Mi vergogno di quello che scrivo, di quello che provo. Ma l'idea di averla diversa mi perseguita, mi ossessiona tutto il giorno.
Inoltre diverse volte al giorno compio un gesto incomprensibile: comincio a sfregarmi le dita delle mani(indice e medio), cadendo in una sorta di trans...credo che la cosa duri alcuni secondi, dopo di che prendo coscienza della "stranezza" del gesto e smetto. La cosa si ripete anche decine di volte al giorno, quando sono da solo.
Assumo da un mese 15 gg di xanax 2 volte al giorno, cosa che mi crea ulteriore ansia essendo un salutista e pienamente consapevole della dipendenza dalle benzodiazepine. Di fatto supero spesso il dosaggio, non avvertendo il sollievo desiderato.
La mia psichiatra tende a trascurare il rapporto con la mia ragazza quale causa principale della mia ansia. Si concentra soprattutto sul mio vissuto e su un carattere che a suo avviso non è ancora venuto fuori a causa della conflittualità con mio padre e mi ha consigliato di non prendere alcuna decisione per 1 mese.
Di fatto mi alzo la mattina in uno stato di profondissima depressione, in un contesto familiare ai limiti della decenza, e con costanti desideri di fuga a cui non do seguito.
Non so piu cosa fare....
[#1]
Gentile utente,
il suo disturbo andrebbe inquadrato e trattato in modo più specifico.
L'utilizzo di benzodiazepine nel lungo termine non è indicato.
Il rapporto con la sua ragazza rappresenta solo uno dei suoi problemi che, a quanto pare, sono già presenti in altro modo.
Se lei non deve prendere alcuna decisione per un mese, sarebbe il caso che la sua psichiatra prenda subito qualche decisione di trattamento.
il suo disturbo andrebbe inquadrato e trattato in modo più specifico.
L'utilizzo di benzodiazepine nel lungo termine non è indicato.
Il rapporto con la sua ragazza rappresenta solo uno dei suoi problemi che, a quanto pare, sono già presenti in altro modo.
Se lei non deve prendere alcuna decisione per un mese, sarebbe il caso che la sua psichiatra prenda subito qualche decisione di trattamento.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
da quando sono fidanzato sono ossessionato per tutta la giornata da pensieri riguardo la sua altezza e gli inestetismi. Non faccio altro che pensarci tutto il giorno.
E piu ci penso piu ripeto il gesto di sfregarmi le dita senza accorgermene, chiudendo gli occhi e accovacciandomi, per poi riprendere coscienza della stupidità del gesto e smettendo.
Può trattarsi di D.O.C. da relazione?
La cosa ha un precedente: 4 anni fa nello stesso periodo avevo pensieri ossessivi riguardo al fatto di stare male, mi ripetevo che stavo male, come una voce che me lo ripeteva in continuazione. Dopo aver visto psichiatri e psicologi senza successo lasciai la mia ragazza e la situazione si risolse..
E piu ci penso piu ripeto il gesto di sfregarmi le dita senza accorgermene, chiudendo gli occhi e accovacciandomi, per poi riprendere coscienza della stupidità del gesto e smettendo.
Può trattarsi di D.O.C. da relazione?
La cosa ha un precedente: 4 anni fa nello stesso periodo avevo pensieri ossessivi riguardo al fatto di stare male, mi ripetevo che stavo male, come una voce che me lo ripeteva in continuazione. Dopo aver visto psichiatri e psicologi senza successo lasciai la mia ragazza e la situazione si risolse..
[#3]
Gentile utente,
credo che la sua situazione vada affrontata in maniera decisa sia sul piano farmacologico che psicoterapico.Si protrae infatti da troppo tempo,almeno secondo quanto lei riferisce.Penso sia opportuno un inquadramento diagnostico preciso che tenga conto sia della sua storia pregressa che della situazione attuale,per poi prendere le decisioni terapeutiche conseguenti.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
credo che la sua situazione vada affrontata in maniera decisa sia sul piano farmacologico che psicoterapico.Si protrae infatti da troppo tempo,almeno secondo quanto lei riferisce.Penso sia opportuno un inquadramento diagnostico preciso che tenga conto sia della sua storia pregressa che della situazione attuale,per poi prendere le decisioni terapeutiche conseguenti.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
[#4]
Utente
Buonasera.
Sono sempre in cura con benzodiazepine, stavolta valium, sempre su prescrizione della psichiatra, psicoterapeuta.
Durante l'ultima seduta con lei sono stato in silenzio per 60', dopo tante sedute in cui poco o niente sono riuscito a capire di me, e zero in termini di terapia.
Sono a 4 mesi di incontri, 2 volte a settimana, e ormai 4 mesi e mezzo di ansiolitici.
La dott.ssa è contraria ai farmaci, credo sia orientata per definirmi bipolare, ma credo anche che non ne sia sicura.
Un giorno decide per scalare il dosaggio, il giorno successivo si accorge che non ce ne sono i presupposti e si rimane sulle 10gg, associando rimedi omeopatici in cui nutro scarsa fiducia. Totalmente contraria agli antidepressivi, pur riconoscendo che sono depresso.
Non lavoro da mesi, non ho mai avuto un lavoro fisso.
Non mi vedo in nessuna professione se non quella di dietologo, ma sono fuori tempo massimo e senza presupposti economici e di serenità per diventarlo.
Ho la mia inutile laurea da tecnico di radiologia, 2 anni a cercare lavoro in tutta italia e nessuna risposta.
Non so piu cosa fare, ho anche lasciato la mia ragazza perchè ero stanco di non riuscire a dargli l'amore che merita, è un angelo ma io ne vedo solo i difetti estetici...come del resto faccio con me stesso.
Un giorno mi vedo perfetto, e in diritto di avere le donne piu belle, il giorno dopo imperfetto ma migliorabile, magari perdendo quel chilo in piu, operandomi alle gambe...e nel frattempo non all'altezza della donna a cui ambisco.
Penso di andare all'estero, il giorno dopo penso semplicemente di andare via di casa, stanco delle tensioni che da sempre dominano il rapporto tra i miei, poi penso che non sono soddisfatto della mia vita, che devo fare di piu, che è colpa mia. Poi finisco per colpevolizzare loro, che se a partire da ora trovassi piu serenità potrei finalmente capire cosa voglio fare nella vita. Meritavo di piu, ogni maledetto giorno della mia vita, meritavo di avere di più da chi diceva di volermi bene. Di recente ho appreso che anche mia sorella è stata in cura per ansia durante il liceo. E pensare che criticavo anche lei per il poco affetto che mi dimostra.
E le penso veramente tutte, comprese quella di farla finita con una vita di continue sconfitte.
Riconosco il delirio del mio ragionamento, eppure è l'unico che riesco a mettere in atto.
Voglio un aiuto, CONCRETO. Questa non è la mia vita
Sono sempre in cura con benzodiazepine, stavolta valium, sempre su prescrizione della psichiatra, psicoterapeuta.
Durante l'ultima seduta con lei sono stato in silenzio per 60', dopo tante sedute in cui poco o niente sono riuscito a capire di me, e zero in termini di terapia.
Sono a 4 mesi di incontri, 2 volte a settimana, e ormai 4 mesi e mezzo di ansiolitici.
La dott.ssa è contraria ai farmaci, credo sia orientata per definirmi bipolare, ma credo anche che non ne sia sicura.
Un giorno decide per scalare il dosaggio, il giorno successivo si accorge che non ce ne sono i presupposti e si rimane sulle 10gg, associando rimedi omeopatici in cui nutro scarsa fiducia. Totalmente contraria agli antidepressivi, pur riconoscendo che sono depresso.
Non lavoro da mesi, non ho mai avuto un lavoro fisso.
Non mi vedo in nessuna professione se non quella di dietologo, ma sono fuori tempo massimo e senza presupposti economici e di serenità per diventarlo.
Ho la mia inutile laurea da tecnico di radiologia, 2 anni a cercare lavoro in tutta italia e nessuna risposta.
Non so piu cosa fare, ho anche lasciato la mia ragazza perchè ero stanco di non riuscire a dargli l'amore che merita, è un angelo ma io ne vedo solo i difetti estetici...come del resto faccio con me stesso.
Un giorno mi vedo perfetto, e in diritto di avere le donne piu belle, il giorno dopo imperfetto ma migliorabile, magari perdendo quel chilo in piu, operandomi alle gambe...e nel frattempo non all'altezza della donna a cui ambisco.
Penso di andare all'estero, il giorno dopo penso semplicemente di andare via di casa, stanco delle tensioni che da sempre dominano il rapporto tra i miei, poi penso che non sono soddisfatto della mia vita, che devo fare di piu, che è colpa mia. Poi finisco per colpevolizzare loro, che se a partire da ora trovassi piu serenità potrei finalmente capire cosa voglio fare nella vita. Meritavo di piu, ogni maledetto giorno della mia vita, meritavo di avere di più da chi diceva di volermi bene. Di recente ho appreso che anche mia sorella è stata in cura per ansia durante il liceo. E pensare che criticavo anche lei per il poco affetto che mi dimostra.
E le penso veramente tutte, comprese quella di farla finita con una vita di continue sconfitte.
Riconosco il delirio del mio ragionamento, eppure è l'unico che riesco a mettere in atto.
Voglio un aiuto, CONCRETO. Questa non è la mia vita
[#5]
Gentile utente,
Questa condizione va diagnosticata. Alcuni degli aspetti che lei descriveva richiamano all'ipotesi ad esempio di ossessioni (quelle estetiche), ma mentre le racconta come noterà anche Lei tende a identificarle con un problema realmente sussistente (che le crea ansia) anziché con la causa stessa dell'angoscia: vale a dire, parte dicendo che la sua ragazza le piace, salvo questo pensiero su due dettagli a cui non riesce a non pensare, e che rischia di rovinare il rapporto; dopo di che alla fine tende a cercare la soluzione nella correzione del dettaglio (proponendo la rinoplastica) e non nella correzione del suo pensiero.
Anche il cosiddetto DOC da relazione che non esiste come diagnosi, è un equivoco di questo tipo. La causa del DOC non è nell'ambiente, il DOC è applicato all'ambiente, quindi quel che vive ne risente, e chiaramente quel che le importa e potrebbe andar male, non cose che non le interessano.
Di solito questo tipo di pensieri (ossessivi) non sono unici e isolati, si ripetono con contenuti diversi. Oggi il naso, domani contare la mattonelle, dopodomani chiedersi se si ricorda bene le cose, etc.
Poiché ritiene di meritare di più, questa situazione le causa angoscia e pensa che possa rovinare una parte positiva come il rapporto con la sua ragazza, è il caso di far fare diagnosi e impostare un trattamento, che in alcuni mesi dovrebbe dare un primo effetto.
"La dott.ssa è contraria ai farmaci": questa mi sembra un'enormità, come può un medico essere contrario ai farmaci (quali, poi ?). Se Lei ha un disturbo bipolare ci sono alcuni farmaci che non è opportuno usare, ma se ha un disturbo bipolare qual'è il motivo per cui non assume un trattameno ? Cosa significa "orientata" verso una diagnosi di disturbo bipolare ? Se è quella, quanto tempo ci dovrebbe volere per stabilirlo ?
Perché una cura continuativa con benzodiazepine che non ha nessuno scopo in sé ?
Quel che serve è una diagnosi definita subito con relative cure. Se non c'è diagnosi e pur senza diagnosi c'è un'impostazione "contraria" ad una serie di cure in quanto "farmaci" chieda sicuramente un secondo parere.
Questa condizione va diagnosticata. Alcuni degli aspetti che lei descriveva richiamano all'ipotesi ad esempio di ossessioni (quelle estetiche), ma mentre le racconta come noterà anche Lei tende a identificarle con un problema realmente sussistente (che le crea ansia) anziché con la causa stessa dell'angoscia: vale a dire, parte dicendo che la sua ragazza le piace, salvo questo pensiero su due dettagli a cui non riesce a non pensare, e che rischia di rovinare il rapporto; dopo di che alla fine tende a cercare la soluzione nella correzione del dettaglio (proponendo la rinoplastica) e non nella correzione del suo pensiero.
Anche il cosiddetto DOC da relazione che non esiste come diagnosi, è un equivoco di questo tipo. La causa del DOC non è nell'ambiente, il DOC è applicato all'ambiente, quindi quel che vive ne risente, e chiaramente quel che le importa e potrebbe andar male, non cose che non le interessano.
Di solito questo tipo di pensieri (ossessivi) non sono unici e isolati, si ripetono con contenuti diversi. Oggi il naso, domani contare la mattonelle, dopodomani chiedersi se si ricorda bene le cose, etc.
Poiché ritiene di meritare di più, questa situazione le causa angoscia e pensa che possa rovinare una parte positiva come il rapporto con la sua ragazza, è il caso di far fare diagnosi e impostare un trattamento, che in alcuni mesi dovrebbe dare un primo effetto.
"La dott.ssa è contraria ai farmaci": questa mi sembra un'enormità, come può un medico essere contrario ai farmaci (quali, poi ?). Se Lei ha un disturbo bipolare ci sono alcuni farmaci che non è opportuno usare, ma se ha un disturbo bipolare qual'è il motivo per cui non assume un trattameno ? Cosa significa "orientata" verso una diagnosi di disturbo bipolare ? Se è quella, quanto tempo ci dovrebbe volere per stabilirlo ?
Perché una cura continuativa con benzodiazepine che non ha nessuno scopo in sé ?
Quel che serve è una diagnosi definita subito con relative cure. Se non c'è diagnosi e pur senza diagnosi c'è un'impostazione "contraria" ad una serie di cure in quanto "farmaci" chieda sicuramente un secondo parere.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#6]
Gentile signore. Leggendo come lei descrive la sua situazione sia ora che alcuni mesi fa saltano all'occhio vari aspetti, alcuni aspecifici, forse, ma che aggravano il quadro: ("Non lavoro da mesi, non ho mai avuto un lavoro fisso....., sono fuori tempo massimo e senza presupposti economici e di serenità per diventarlo. Ho la mia inutile laurea da tecnico di radiologia, 2 anni a cercare lavoro in tutta italia e nessuna risposta...."
commento: La sua è una situazione diffusa, in questo periodo di crisi economica e lavorativa e non è il solo a viverla molto male, perdendo la speranza..., ma Lei la guarda con occhi forse appesantiti da altri aspetti più personali)
Questi altri sembrano aspetti più specifici suoi:
"Ho avuto diverse esperienze sentimentali con un modello stereotipato di donna( tutte modelle e attrici ), rivelatosi fallimentari"
"Un giorno mi vedo perfetto, e in diritto di avere le donne piu belle, il giorno dopo imperfetto ma migliorabile, magari perdendo quel chilo in piu, operandomi alle gambe...e nel frattempo non all'altezza della donna a cui ambisco."
Commento: Il problema delle gambe si capisce da un altro consulto che la tormenta notevolmente, insieme ad altri problemi estetici (faccia dopo la rasatura...). L'aspetto estetico sembra in effetti riguardare sia sè stesso che le sue aspettative riguardo alla donna cui ambisce: anche questo forse è un aspetto diffuso , a livello dei valori esteriori superficiali perfezionistici che dominano il nostro tempo almeno nei messaggi pubblicitari televisivi ecc e che influenzano molte persone. Nel suo caso sembra però essere diventato troppo dominante, e se ne rende conto lei stesso, anche se non può farne a meno, come una 'protezione' irrinunciabile.
"Non so piu cosa fare, ho anche lasciato la mia ragazza perchè ero stanco di non riuscire a dargli l'amore che merita, è un angelo ma io ne vedo solo i difetti estetici...come del resto faccio con me stesso."
Commento: Qui Lei appare consapevole di molte contraddizioni che la tormentano, sembra sentire la vanità del modello esteriore superficiale 'estetico' che la domina, e l'importanza invece delle aspettative e necessità emotive più profonde che avverte."
Comprensibilmente alterna tra dare le colpe dei suoi problemi ai familari, ma poi si accorge che anche loro stanno male e passa allora a dare le colpe a sè stesso. ("ho appreso che anche mia sorella è stata in cura per ansia durante il liceo. E pensare che criticavo anche lei per il poco affetto che mi dimostra.")
A volte forse si sente chiuso in un labirinto senza uscita e rischia di fare azioni disperate per 'uscirne': " ... costanti desideri di fuga a cui non do seguito......Penso di andare all'estero, il giorno dopo penso semplicemente di andare via di casa, ...
E le penso veramente tutte, comprese quella di farla finita con una vita di continue sconfitte. Riconosco il delirio del mio ragionamento, eppure è l'unico che riesco a mettere in atto."
Quello accennato sopra sembra un conflitto molto intenso nella sua personalità e Lei sembra in un momento molto critico della sua vita per l'accumularsi di 'nodi' personali e di difficoltà esterne, che portano a un accumulo di tensione che sta uscendo anche in 'sintomi' che la stanno preoccupando.
Non è ben chiaro il trattamento che sta facendo con la sua psichiatra: una psicoterapia associata a dei farmaci di 'contenimento'?. Una seduta in silenzio esprime forse una perdita di fiducia e di speranza, non solo nella psichiatra, ma in se stesso e in tutto..
"Voglio un aiuto, CONCRETO. Questa non è la mia vita"
Credo sia utile parlarne apertamente con la psichiatra, in modo da recuperare una prospettiva: giustamente sente di meritare una possibiltà di ritrovare o trovare la sua strada. Credo che passi dal resistere alle spinte distruttive che si affacciano come soluzioni definitive e nell'affrontare quegli aspetti che influenzano la sua vita e le sue scelte mantenendola in un circolo vizioso.
commento: La sua è una situazione diffusa, in questo periodo di crisi economica e lavorativa e non è il solo a viverla molto male, perdendo la speranza..., ma Lei la guarda con occhi forse appesantiti da altri aspetti più personali)
Questi altri sembrano aspetti più specifici suoi:
"Ho avuto diverse esperienze sentimentali con un modello stereotipato di donna( tutte modelle e attrici ), rivelatosi fallimentari"
"Un giorno mi vedo perfetto, e in diritto di avere le donne piu belle, il giorno dopo imperfetto ma migliorabile, magari perdendo quel chilo in piu, operandomi alle gambe...e nel frattempo non all'altezza della donna a cui ambisco."
Commento: Il problema delle gambe si capisce da un altro consulto che la tormenta notevolmente, insieme ad altri problemi estetici (faccia dopo la rasatura...). L'aspetto estetico sembra in effetti riguardare sia sè stesso che le sue aspettative riguardo alla donna cui ambisce: anche questo forse è un aspetto diffuso , a livello dei valori esteriori superficiali perfezionistici che dominano il nostro tempo almeno nei messaggi pubblicitari televisivi ecc e che influenzano molte persone. Nel suo caso sembra però essere diventato troppo dominante, e se ne rende conto lei stesso, anche se non può farne a meno, come una 'protezione' irrinunciabile.
"Non so piu cosa fare, ho anche lasciato la mia ragazza perchè ero stanco di non riuscire a dargli l'amore che merita, è un angelo ma io ne vedo solo i difetti estetici...come del resto faccio con me stesso."
Commento: Qui Lei appare consapevole di molte contraddizioni che la tormentano, sembra sentire la vanità del modello esteriore superficiale 'estetico' che la domina, e l'importanza invece delle aspettative e necessità emotive più profonde che avverte."
Comprensibilmente alterna tra dare le colpe dei suoi problemi ai familari, ma poi si accorge che anche loro stanno male e passa allora a dare le colpe a sè stesso. ("ho appreso che anche mia sorella è stata in cura per ansia durante il liceo. E pensare che criticavo anche lei per il poco affetto che mi dimostra.")
A volte forse si sente chiuso in un labirinto senza uscita e rischia di fare azioni disperate per 'uscirne': " ... costanti desideri di fuga a cui non do seguito......Penso di andare all'estero, il giorno dopo penso semplicemente di andare via di casa, ...
E le penso veramente tutte, comprese quella di farla finita con una vita di continue sconfitte. Riconosco il delirio del mio ragionamento, eppure è l'unico che riesco a mettere in atto."
Quello accennato sopra sembra un conflitto molto intenso nella sua personalità e Lei sembra in un momento molto critico della sua vita per l'accumularsi di 'nodi' personali e di difficoltà esterne, che portano a un accumulo di tensione che sta uscendo anche in 'sintomi' che la stanno preoccupando.
Non è ben chiaro il trattamento che sta facendo con la sua psichiatra: una psicoterapia associata a dei farmaci di 'contenimento'?. Una seduta in silenzio esprime forse una perdita di fiducia e di speranza, non solo nella psichiatra, ma in se stesso e in tutto..
"Voglio un aiuto, CONCRETO. Questa non è la mia vita"
Credo sia utile parlarne apertamente con la psichiatra, in modo da recuperare una prospettiva: giustamente sente di meritare una possibiltà di ritrovare o trovare la sua strada. Credo che passi dal resistere alle spinte distruttive che si affacciano come soluzioni definitive e nell'affrontare quegli aspetti che influenzano la sua vita e le sue scelte mantenendola in un circolo vizioso.
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#7]
Utente
Si, una psicoterapia associata a farmaci di contenimento. Con risultati zero. Perchè per ora non vedo terapia in quello che faccio, ma solo analisi, neanche troppo convinta e che si tiene per lei.
Per quello che sono riuscito a tirar fuori dalle sue parole è che in me ci sia una "componente narcisista" ma che non ho un disturbo narcisistico, che ho "sbalzi d'umore" ma, credo, non sono un bipolare, che "compio azioni impulsive", ma non sono matto perchè "ragiono bene".
"Ho un super-io enorme" e perdo tante energie per questo motivo.
Spesso tra una seduta e l'altra sento dirle cose che contraddicono quelle dette prima, come se il fatto di prendere coscienza di essere narcisista o bipolare o di avere un doc.....sia per lei una prova che non lo sia, perchè tali persone non hanno senso critico per arrivare a mettersi in discussione.
Non credo di avere la competenza per tirare le somme.
E non so quanto tempo serva ad uno specialista per arrivare ad una diagnosi. Secondo lei, tanto...
Non sò davvero cosa posso ottenere continuando il mio percorso con la psichiatra. Mi sembra solo di avere la possibilità di andare a sfogarmi con qualcuno che ne sa piu di me, non di qualcuno che abbia gli strumenti per rendermi una persona sana.
Per quanto ho capito ho bisogno di un diverso trattamento farmacologico, ma lei non prescrive nulla che vada oltre gli ansiolitici.
Ne abbiamo parlato, per lei Eutimil e altri S.S.R.I. ( che ho assunto per un mese e mezzo durante un periodo simile a questo 4 anni fa su prescrizione di uno psichiatra) rappresentano una "scorciatoia" e non ha intenzione di prescrivere nulla di diverso dalle 10 gocce di valium. Ha persino minacciato di non prescrivermi piu nulla se contravvenissi al patto (quello di non superare l'assunzione 10 gocce).
Ma è altrettanto vero che mi segue da dicembre, che pensare di ricominciare a raccontare da capo 27 anni di vita a qualcun'altro, all'ennesimo analista, mi avvilisce.
Per quello che sono riuscito a tirar fuori dalle sue parole è che in me ci sia una "componente narcisista" ma che non ho un disturbo narcisistico, che ho "sbalzi d'umore" ma, credo, non sono un bipolare, che "compio azioni impulsive", ma non sono matto perchè "ragiono bene".
"Ho un super-io enorme" e perdo tante energie per questo motivo.
Spesso tra una seduta e l'altra sento dirle cose che contraddicono quelle dette prima, come se il fatto di prendere coscienza di essere narcisista o bipolare o di avere un doc.....sia per lei una prova che non lo sia, perchè tali persone non hanno senso critico per arrivare a mettersi in discussione.
Non credo di avere la competenza per tirare le somme.
E non so quanto tempo serva ad uno specialista per arrivare ad una diagnosi. Secondo lei, tanto...
Non sò davvero cosa posso ottenere continuando il mio percorso con la psichiatra. Mi sembra solo di avere la possibilità di andare a sfogarmi con qualcuno che ne sa piu di me, non di qualcuno che abbia gli strumenti per rendermi una persona sana.
Per quanto ho capito ho bisogno di un diverso trattamento farmacologico, ma lei non prescrive nulla che vada oltre gli ansiolitici.
Ne abbiamo parlato, per lei Eutimil e altri S.S.R.I. ( che ho assunto per un mese e mezzo durante un periodo simile a questo 4 anni fa su prescrizione di uno psichiatra) rappresentano una "scorciatoia" e non ha intenzione di prescrivere nulla di diverso dalle 10 gocce di valium. Ha persino minacciato di non prescrivermi piu nulla se contravvenissi al patto (quello di non superare l'assunzione 10 gocce).
Ma è altrettanto vero che mi segue da dicembre, che pensare di ricominciare a raccontare da capo 27 anni di vita a qualcun'altro, all'ennesimo analista, mi avvilisce.
[#8]
" qualcuno che abbia gli strumenti per rendermi una persona sana..."
Su questo aspetto potrà sentire probabilmente pareri diversi. Il mio è che nessuno ha la bacchetta magica e che forse la sua aspettativa - per carità, non solo sua! - è un po' miracolistica.
Piacerebbe a tutti uscire senza fatica dalla brutta situazione in cui si sono trovati,come ci fosse un soccorso alpino, magari con l'elicottero, che aiuta i malcapitati finiti in un crepaccio, e li riporta pari pari al rifugio, o meglio ancora a fondo valle.
Ma non funziona così: se guarda altri consulti in questa sezione o in quella di psicologia troverà molte storie di persone in difficoltà che da anni si arrabattano, con qualsiasi tipo di terapia, sia farmacologica che psicoterapica senza ottenere quello che vorrebbero.
In realtà la questione è che ci vuole tempo e fatica per uscire dai 'crepacci', dai labirinti, e che nessuno può risparmiare tale fatica, mentre è importante avere una guida, un 'compagno di viaggio' esperto.
A quanto si può capire dalle sue parole la sua psicoterapia è di impostazione psicoanalitica - anche su questo sentirà pareri contrastanti, chi è favorevole chi è contrario e raccomanda altri indirizzi, sia farmacologici che psicoterapici - e forse Lei ha un'idea non chiara di questo tipo di processo terapeutico: non consiste tanto in una 'fase' analitica, conoscitiva, per arrivare a una diagnosi, e poi una fase 'terapeutica' successiva - come si aspettano molti - ma in un'esperienza vissuta che può portarla a un cambiamento del suo modo di vedere, di pensare e di agire e che ha luogo durante tutto il corso del lavoro terapeutico. E' un processo insieme di conoscenza, di maturazione e di cambiamento i cui effetti sono lenti e non immediati - anche se a volte può esserci un sollievo rapido di certi sintomi.
Molto più che il tipo di metodo usato conta il rapporto di collaborazione che si può creare fra terapeuta e analista, per un lavoro che unisca le forze di entrambi. A volte però si possono creare contrasti e il lavoro invece è molto meno redditizio, perchè la collaborazione può a momenti non funzionare per motivi diversi. E' molto importante discutere apertamente dubbi e incertezze, in modo che le forze siano coordinate nel lavoro e non si disperdano in direzioni diverse.
Forse Lei sta passando un momento di questo tipo, ed è bene che ne parli esplicitamente con la sua psichiatra-psicoterapeuta.
Cordialmente
Su questo aspetto potrà sentire probabilmente pareri diversi. Il mio è che nessuno ha la bacchetta magica e che forse la sua aspettativa - per carità, non solo sua! - è un po' miracolistica.
Piacerebbe a tutti uscire senza fatica dalla brutta situazione in cui si sono trovati,come ci fosse un soccorso alpino, magari con l'elicottero, che aiuta i malcapitati finiti in un crepaccio, e li riporta pari pari al rifugio, o meglio ancora a fondo valle.
Ma non funziona così: se guarda altri consulti in questa sezione o in quella di psicologia troverà molte storie di persone in difficoltà che da anni si arrabattano, con qualsiasi tipo di terapia, sia farmacologica che psicoterapica senza ottenere quello che vorrebbero.
In realtà la questione è che ci vuole tempo e fatica per uscire dai 'crepacci', dai labirinti, e che nessuno può risparmiare tale fatica, mentre è importante avere una guida, un 'compagno di viaggio' esperto.
A quanto si può capire dalle sue parole la sua psicoterapia è di impostazione psicoanalitica - anche su questo sentirà pareri contrastanti, chi è favorevole chi è contrario e raccomanda altri indirizzi, sia farmacologici che psicoterapici - e forse Lei ha un'idea non chiara di questo tipo di processo terapeutico: non consiste tanto in una 'fase' analitica, conoscitiva, per arrivare a una diagnosi, e poi una fase 'terapeutica' successiva - come si aspettano molti - ma in un'esperienza vissuta che può portarla a un cambiamento del suo modo di vedere, di pensare e di agire e che ha luogo durante tutto il corso del lavoro terapeutico. E' un processo insieme di conoscenza, di maturazione e di cambiamento i cui effetti sono lenti e non immediati - anche se a volte può esserci un sollievo rapido di certi sintomi.
Molto più che il tipo di metodo usato conta il rapporto di collaborazione che si può creare fra terapeuta e analista, per un lavoro che unisca le forze di entrambi. A volte però si possono creare contrasti e il lavoro invece è molto meno redditizio, perchè la collaborazione può a momenti non funzionare per motivi diversi. E' molto importante discutere apertamente dubbi e incertezze, in modo che le forze siano coordinate nel lavoro e non si disperdano in direzioni diverse.
Forse Lei sta passando un momento di questo tipo, ed è bene che ne parli esplicitamente con la sua psichiatra-psicoterapeuta.
Cordialmente
[#9]
Gentile utente,
"Si, una psicoterapia associata a farmaci di contenimento. "
I farmaci per il disturbo ossessivo non sono di contenimento ma curativi. ci sono tecniche farmacologiche, psicologiche e anche di altro tipo, le prime due comprendono strumenti di prima linea.
Non ha senso utilizzare farmaci di contenimento (cioè ansiolitici) secondo una modalità di somministrazione che prevede l'esaurimento del loro effetto, anche solo di contenimento.
"Si, una psicoterapia associata a farmaci di contenimento. "
I farmaci per il disturbo ossessivo non sono di contenimento ma curativi. ci sono tecniche farmacologiche, psicologiche e anche di altro tipo, le prime due comprendono strumenti di prima linea.
Non ha senso utilizzare farmaci di contenimento (cioè ansiolitici) secondo una modalità di somministrazione che prevede l'esaurimento del loro effetto, anche solo di contenimento.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.7k visite dal 25/12/2011.
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