Sospensione venlafaxina: forte irritabilità
Prendo Venlafaxina 75mg da 10 anni. Ho provato a smettere la terapia ben 3 volte compresa questa, ma il risultato è sempre lo stesso: dopo un mese il mio umore è così irritabile che mi è impossibile fare qualunque cosa, per cui sono costretta a riprendere la terapia. Una volta ho resistito per 3 mesi sperando che i miei neurotrasmettitori si autoregolassero una volta tolta la sostanza, ma i sintomi depressivi sono invece aumentati sempre più costringendomi a riprendere. C'è qualcosa che posso fare per evitare che questo accada di nuovo? Sono 3 settimane che non prendo più il farmaco, e da qualche giorno sono così intrattabile ed agressiva che non mi riconosco più. Non è una questione da poco perchè un umore così nero e teso mi impedisce di vedere la realtà per com'è, mi impedisce di prendere decisioni positive, mi taglia fuori dalla vita sociale e mi nega ogni possibilità di far qualcosa oltre il lavoro: sono costretta di nuovo a riprendere il farmaco per "vivere" invece di solo sopravvivere. E' possibile che non ci sia modo di sospendere questo farmaco senza che questo avvenga? Come posso fare? Premetto che la volta scorsa avevo calato la dose molto gradualmente fino ad arrivare a 0 nel giro di diversi mesi, Questa volta invece l'ho fatto di colpo (in una settimana). Il risultato pare essere lo stesso.
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Gentile utente,
non è detto che il naturale destino del trattamento farmacologico sia la sospensione, soprattutto se si manifestano ricadute sintomatologiche e fenomeni di tipo depressivo.
non è detto che il naturale destino del trattamento farmacologico sia la sospensione, soprattutto se si manifestano ricadute sintomatologiche e fenomeni di tipo depressivo.
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Utente
Gentile Dr. Ruggiero
grazie tante per la sua tempestiva risposta.
Non mi è chiaro il motivo per cui il farmaco resta necessario per il mio benessere ed equilibrio.
Dieci anni fa quando ho iniziato a prendere il farmaco soffrivo di depressione, e in quella situazione la chimica del cervello si altera, per cui un antidepressivo la ri-stabilizza nel senso che supplisce alle mancanze dei neurotrasmettori ecc.: se ho capito bene il meccanismo è questo...
Poi, col tempo sono cambiata, ho raggiunto una pace profonda con il mondo e con me stessa, è cambaito il mio modo di vedere le cose e questo mi ha reso serena e piena di entusiasmo: la depressione è ormai cosa passata.
Allora perchè il farmaco continua ad essermi indispensabile?
Da quanto ho letto qua e là, da quanto ho capito, vizia i neurotrasmettitori a lavorare in un certo modo, cosicchè poi non sono più in grado di ritrovare la loro auto-regolazione. E' vero? Poò esser questa la causa del mio malessere? Se si, come si può fare a disfare questo pasticcio?
grazie tante per la sua tempestiva risposta.
Non mi è chiaro il motivo per cui il farmaco resta necessario per il mio benessere ed equilibrio.
Dieci anni fa quando ho iniziato a prendere il farmaco soffrivo di depressione, e in quella situazione la chimica del cervello si altera, per cui un antidepressivo la ri-stabilizza nel senso che supplisce alle mancanze dei neurotrasmettori ecc.: se ho capito bene il meccanismo è questo...
Poi, col tempo sono cambiata, ho raggiunto una pace profonda con il mondo e con me stessa, è cambaito il mio modo di vedere le cose e questo mi ha reso serena e piena di entusiasmo: la depressione è ormai cosa passata.
Allora perchè il farmaco continua ad essermi indispensabile?
Da quanto ho letto qua e là, da quanto ho capito, vizia i neurotrasmettitori a lavorare in un certo modo, cosicchè poi non sono più in grado di ritrovare la loro auto-regolazione. E' vero? Poò esser questa la causa del mio malessere? Se si, come si può fare a disfare questo pasticcio?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.7k visite dal 16/11/2011.
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