Psichiatria o psicoterapia o psicologia? A chi rivolgersi?

Cari Medici

come da titolo, vorrei sapere dove poter intraprendere un percorso terapeutico.
Soffro di crisi di panico da quasi dieci anni con agorafobia;
Ultimamente sono tornate le mie ossessioni, dopo un'assenza di anni;
Tutto ciò porta inevitabilmente a depressione molto forte;
Purtroppo il mio malessere viene immancabilmente somatizzato con frequenti mal di testa, forti fitte allo stomaco (con crisi di vomito, in alcuni casi), inappetenza con relativa perdita di peso, difficoltà a prendere sonno ed una strana sensazione di "gambe leggere" (non saprei bene come definire questo sintomo).
Piango molto spesso ed è come se mi sentissi in colpa di questa situazione.
Soffro di un grande senso di inferiorità.
Nessuno dei miei progetti è andato in porto per motivi che dipendono molto dalla mia malattia ma anche da altri fattori.
La mia famiglia non si occupa di me e, al contrario, mi liquida con una frase che io trovo assolutamente lavativa e rinunciataria: -Quando sarai pronto, potrai/farai...
oppure si diletta a prendermi in giro, considerandomi una persona incapace con "mali fittizi"
Ho già seguito una terapia basata su ipnosi, ma a quanto pare...
Che dovrei fare? Così non si può andare avanti.
Quale specialista mi consigliate e come posso fare a trovarlo nelle vicinanze della mia città?
Io stavo pensando ad uno psichiatra...

Qualora necessario, ponetemi pure le Vostre domande per chiarire la situazione.
Grazie
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
sarebbe opportuna una visita psichiatrica per precisare la diagnosi. Successivamente potrà essere indirizzato verso il migliore trattamento che può prevedere, per la maggiore efficacia, una terapia farmacologica associata ad un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale.
Potrebbe essere più semplice per lei rivolgersi ad uno specialista in psichiatria che abbia anche una formazione psicoterapeutica in tal senso.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie per le Vostre risposte.
No, non ho mai fatto una visita psichiatrica
Come mai questa domanda? Sempre lieta di risponderLe...
Non ho proprio idea di come si svolga una visita simile.
Non so bene come trovare uno specialista che sia al tempo stesso psichiatra e psicoterapeuta...
[#4]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Può provare a chiedere al centro di salute mentale della sua zona di residenza, oppure, se preferisce uno secialista privato, può provare a cercare tra gli iscritti al sito.
Cordiali saluti
[#5]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie ancora.
Mi sentirei più a mio agio se venissi aiutata da uno specialista privato.
tempo fa per trovare il precedente psicoterapeuta, mi affidai ad un albo regionale che mi indirizzò verso un responsabile di zona la quale, a sua volta, mi fornì alcuni nominativi.
Devo ritentare lo stesso percorso per trovare uno specialista o per gli psichiatri l'iter è un po' diverso?
Scusate la mole di domande, ma il punto è che ho cercato anche sulle pagine gialle, ma il risultato è pari a zero. ho provato una ricerca sul web, ma quando vado a verificare se lo specialista è iscritto all'albo dei medici, mi ritrovo sempre con nominativi non presenti o laureati in diverse branchie della medicina (assolutamente distanti dal mio caso)

Dovrò assumere medicinali?

Grazie
[#6]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

lo psichiatra è lo specialista che si occupa della cura dei disturbi da lei lamentati.

E' piuttosto strano che soffra da 10 anni e nessuno abbia potuto indirizzarla verso uno specialista.

Il controllo su internet non sempre è veritiero in quanto i dati potrebbero non essere aggiornati.

Comunque, può in prima battuta chiedere al suo medico di famiglia se conosce uno psichiatra cioè un medico specialista in psichiatria.

Durante la visita verrà deciso il trattamento indicato per il suo caso.
[#7]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie per le Vs risposte.

Nella mia città non riesco a trovare uno psichiatra, ma solo psicologi e psicoterapeuti. Devo, momentaneamente escludere queste due categorie di specialisti, per passare ad uno psichiatra direttamente?Tenga in considerazione che ho già effettuato una psicoterapia, ma a parte un effetto placebo iniziale, non ho ottenuto una piena guarigione.

In effetti, dieci anni sono tanti, ma sono giunta alla conclusione che, spesso, la sofferenza psicologica venga molto sottovalutata: non c'è un dolore che colpisce una parte del nostro corpo e, dunque, non si può parlare di mal di pancia, mal di testa e quant'altro.
Inoltre, questo tipo di disturbo è socialmente poco accettabile, costringendo chi ne è affetto a giustificarsi, nascondersi, vergognarsi.

Mi dispiace essere arrivata a questo punto.

Grazie
[#8]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora /ina

Credo che prima di tutto debba cercare di informarsi.

Penso che sia utile che lei tenga conto che la psichiatria oggi tende generalmente a vedere ogni sofferenza psichica come causata da malattie del cervello e quindi tende a curare solo con farmaci che riporterebbero in equilibrio una biochimica cerebrale alterata.

La psicologia (e gli psichiatri che non aderiscono competamente alla teoria suddetta) invece ammette che la sofferenza mentale possa derivare anche da processi mentali e ambientali conflittuali o comunque disfunzionanti, ed ammette un intervento di natura psicologica per modificarli. Le teorie e le tecniche per ottenere ciò sono diverse, da quelle ipnotiche che ha già provato, forse, a quelle che vogliono insegnare modi diversi di ragionare, in modo più o meno direttivo e basato su istruzioni preformate, a quelle che cercano di aiutare il paziente a vedere gli ostacoli intorno e dentro a sè, esplorando la situazione psicologica, ambientale, emotiva, affettiva insieme al paziente, per trovare la strada e riprendere il proprio sviluppo interrotto o disturbato.
Difficile orientarsi fra le diverse denominazioni delle varie scuole, ognuna delle quali inevitabilmente tende a fare propaganda per sè.
Può trovare anche su questo sito vari articoli informativi che le consiglio di vedere.

Forse se ci dà oltre ai sintomi che ha detto, anche qualche altro elemento descrittivo della sua situazione personale e ambientale e di come è arrivato a questo punto, si potrà dare un'indicazione più approfondita, che forse potrà aiutarla ad orientarsi nella scelta. Tenendo conto che su questo sito non si possono fare diagnosi o dare indicazioni terapeutiche specifiche.

Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#9]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

ritengo sia piuttosto improbabile che non si riesca a trovare uno psichiatra nella sua zona.

Esistono i servizi pubblici di zona dove sono presenti degli psichiatri, ai quali eventualmente può chiedere un appuntamento privato se preferisce non essere visitata nel servizio pubblico.

Il suo medico di famiglia dovrebbe essere informato in merito alla presenza di psichiatri che visitano privatamente in zona.
[#10]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Sono colpita dalla profondità di questa risposta.Grazie per la Sua collaborazione.
Provo ad aprirmi un po' di più
Tutto parte dal fatto di aver rappresentato una gravidanza indesiderata.
Quando ciò accade, normalmente, l'intera famiglia tende a considerare il punto di vista della "mamma" e del "papà" ritenuti vittime svantaggiate della situazione. Poco, invece, si dà spazio al bambino che certo non ha colpe della propria nascita ma che, al contrario, viene etichettato come "fonte del problema". Questo atteggiamento si è manifestato in modo palese nei miei confronti ed, io, per cercare di spazzare via il tutto, ho cominciato a ritenere di dover "meritare" l'affetto dei miei genitori. Ho quindi collegato la loro attenzione affettiva alle mie performance. Naturalmente ciò è avvenuto senza che io me ne rendessi conto (essendo una persona molto introspettiva, ho cominciato ad analizzare il tutto nel periodo adolescenziale). Purtroppo, la mia vita di bambino era molto legata al contesto famigliare, davanti a cui io mi bloccavo totalmente: tremavo e balbettavo; la conseguenza? la mia famiglia mi ha etichettata come inetta(oltre che brutta), ripetendo nei loro discorsi tra adulti continuamente di non esser capace ed ignorando il fatto che io ascoltavo le loro chiacchierate. L'insieme di tutto ciò mi ha dato una enorme ansia (appresa da uno dei genitori), la sensazione di non meritare,appunto, affetto, e scarsissima autostima. La svolta arriva a scuola: dopo un banale apprezzamento, io comincio a sentirmi più sicura, ad avere valutazioni altissime, a stringere amicizie...La scuola diventa il mio "genitore" in quanto mi fa sentire accettata. Malgrado ciò, continuo ad essere ansiosa e, più di tutto, la nuova visione più intraprendente che ho di me, non modifica quella precedente di bimba idiota…Un bel giorno, un insegnante mi da un bel "Sufficiente" in una prova d'ingresso.Ed è qui che partono le mie prime ossessioni: la versione più negativa di me prevale su quella positiva (ed, ancora oggi, è un po' come io non mi potessi permettere di sbagliare).Per un paio di anni comincio a mettere in discussione tutto e la sensazione è quella di autodistruzione.Con un piccolo stratagemma "riesco" a interrompere questa catena di preoccupazioni.Dopo diverso tempo, ho un malore in pubblico che provoca in me grande spavento. Quell’episodio mi rende insicura, fragile, super ansiosa durante le mie uscite.Inizio ad aver timore dei luoghi affollati, dei mezzi pubblici, delle file, tutte cose che non temevo. Resto quasi sempre a casa, riducendo le mie uscite solo a quelle scolastiche (una scuola che mi fa vergognare poichè di norma destinata a persone che non amano lo studio).Ripongo la mia speranza sull'università che naturalmente mi viene negata. Seguono anni tristi, di solitudine, ma pieni di coretti canzonatori della mia famiglia che mi prende in giro e fa battute su di me.Dopo un lutto, i miei parenti decidono di mandare me a gestire la situazione e garantire compagnia alla persona rimasta sola. Erano già cinque anni che soffrivo dei miei mali e la mia famiglia mi affida un compito simile, ignorando il mio malessere, e "salvando" altre persone che potevano prendere il mio posto. La scusa è: "Almeno fai qualcosa!"Ed è così che passano gli anni. Ora sono ritornate le ossessioni, non ho risolto le crisi di panico e più di tutto ho esaurito la speranza che realmente possa avvenire un cambiamento. Soltanto il pensiero di un altro Natale…Scusate il trattato...
[#11]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
E quindi?

Non e' ben chiaro perchè fa una disamina della sua situazione, probabilmente già discussa in psicoterapia e non si impegna a fare la ricerca di uno psichiatra nella sua zona.
[#12]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Salve

...e quindi?!...

Le spiego subito:
l'analisi che ho presentato precedentemente è stata (non facilmente) elaborata da me, non in psicoterapia.
La motivazione per la quale ho evidenziato alcuni tratti del mio disturbo in modo più analitico è data dalla gentilissima richiesta del dott. Gianmaria Benedetti

<<Forse se ci dà oltre ai sintomi che ha detto, anche qualche altro elemento descrittivo della sua situazione personale e ambientale e di come è arrivato a questo punto, si potrà dare un'indicazione più approfondita, che forse potrà aiutarla ad orientarsi nella scelta. Tenendo conto che su questo sito non si possono fare diagnosi o dare indicazioni terapeutiche specifiche. >>

Da parte mia c'è un impegno nel cercare uno specialista, come da titolo del consulto...

Grazie

[#13]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Peggio ancora,

la lettura che fa della sua situazione senza il supporto di uno specialista, e non argomento delle sue sedute di psicoterapia, è frutto di una elaborazione che può non essere veritiera nei fatti accaduti rispetto a quelli percepiti.

Lei parte da una domanda, alla quale viene fornita indicazione e risposta e, in realtà, non cerca di trovare la soluzione al suo problema attraverso la visita psichiatrica che è quella che dovrebbe indirizzarla verso un trattamento farmacologico, psicoterapico o combinato, ma trova un nuovo modo di porre la sua questione.

E' piuttosto strano che vive per 10 anni con questi sintomi (anche di più da quanto descrive dopo) e l'unico suo contatto è con uno/a psicoterapeuta che critica in quanto non ha avuto alcun beneficio dal trattamento.

Si sarà accorta subito che la psicoterapia non andava bene? Avrà forse fatto presente la questione al terapeuta?

Al #1 descrive una serie di sintomi mentre al #12 descrive ciò che lei ritiene di aver vissuto, che è cosa ben diversa dai sintomi.

Mi pare che lei in questo tempo abbia fatto analisi, controanalisi, valutazione e controvalutazione di ogni singolo elemento della sua vita, facendo in modo di estromettere, consciamente o inconsciamente, figure, che potessero aiutarla sia nei sintomi che nelle elaborazioni.

Ben poco c'e' voluto ad aderire all'invito perchè francamente credo che lei fondamentalmente non abbia intenzione di farsi visitare da uno psichiatra.
[#14]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile ragazza. In effetti non so bene come chiamarla, signora, signorina, ragazza... : forse, in base a quello che ha scritto, lei stessa non ha ben chiaro chi è per la sua famiglia e per se stessa, ed è dominata da un vissuto abbastanza risentito verso i suoi familiari. Lei parla di 'gravidanza indesiderata', e sembra sentirsi tuttora figlia non voluta...
A un certo punto del suo 'trattato' (parola significativa, che si usa di solito per una raccolta di conoscenze su una materia )dice una cosa importante, credo, quando dice che è molto introspettiva e che ha cominciato ad analizzare tutto nel periodo adolescenziale. Infatti questo è tipico degli adolescenti, che in questa nostra epoca sembrano a volte non uscire mai dall'adolescenza. Ho l'impressione che è successo anche a lei, e che si trascina dietro questioni adolescenziali che le impediscono di occuparsi di altre cose, più adeguate alla sua età.
La sua storia, come l'ha raccontata, oltre che un trattato rischia di essere una specie di romanzo della sua vita in cui lei ha il ruolo della vittima predestinata. Come certi romanzi di un tempo che parlavano delle disavventure di un bambino o ragazzo/a, che poi avevano un lieto fine (Senza Famiglia, Incompreso, Il piccolo Lord, David Copperfield). Mi sempra che lei si sia costruita un romanzo simile, forse per difendersi da esperienza preadolescenziali e adolescenziali negative, e che ora ci sia rimasta imprigionata dentro e non riesca ad uscirne e trovare il suo lieto fine. Dice infatti cha ha paura non potrà cambiare. Le suggerirei di considerare che può essere una storia un po' troppo romanzata - inconsapevolmente - e che rischia di ostacolarla più che le stese vicende reali che ha passato.
Forse può essere anche utile se lei 'descrive' la sua vita e se stessa in modo più concreto, come la vedrebbe una persona dall'esterno, una conoscente, per così dire, - pur salvaguardando la sua privacy.Cordialmente
[#15]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
caro Dott. Ruggiero
partirei, ancor prima di rispondere al Suo ultimo messaggio, ringraziandoLa per la Sua attenzione nei miei confronti, specie considerando che è un servizio elargito gratuitamente.

Ed ora passiamo un po' ai chiarimenti che reputo necessari in quanto-sarà pure il consulto in forma anonima- ma non posso evitare di ignorare certe cose.
Sarò onesta: ho la sensazione che la mia risposta al Suo "e quindi?" l'abbia un po' infastidita. Posso certamente sbagliarmi su questo, ma Lei non potrà non valutare che dopo uno sfogo che per me costa fatica, per quanto Lei possa trovarlo inopportuno, fuori questione ecc, il Suo "e quindi?" non può che risultare un tantino sgradevole.
Mi scuso se questo La offende in qualche modo, ma possono capitare certi equivoci o misuranderstanding, considerando che la forma scritta non possiede toni nè espressività alcuna.

Lei dice <<la lettura che fa della sua situazione senza il supporto di uno specialista, e non argomento delle sue sedute di psicoterapia, è frutto di una elaborazione che può non essere veritiera nei fatti accaduti rispetto a quelli percepiti.>>
La mia autoanalisi è stata fatta in primis da me e poi riferita al mio terapeuta, il quale dopo le dovute valutazioni, è rimasto molto sorpreso dal mia visione delle cose del tutto obbiettiva e dunque veritiera.
Molti pazienti hanno difficoltà a comprendere le ragioni del proprio disturbo, altri attribuiscono allo specialista la funzione del Guaritore Miracoloso, ma ci sono persone che, come me, che cercano, per propria natura, di comprendere in modo distaccato la propria situazione.E' ingiusto considerare i pazienti come se provenissero dal Paese delle Meraviglie, necessitiamo di aiuto, ma non per questo smettiamo di essere consapevoli di ciò che ci accade.E se mi posso permettere, alcuni ci lucrano anche portando le sedute ad un numero infinito...non mi dica di no...
Inoltre, ribadisce nuovamente
<E' piuttosto strano che vive per 10 anni con questi sintomi (anche di più da quanto descrive dopo) e l'unico suo contatto è con uno/a psicoterapeuta che critica in quanto non ha avuto alcun beneficio dal trattamento.>
Strano? Io direi triste. Chi soffre di crisi di panico, spesso è assoggettato ad altri e, nel mio caso, questi altri se ne infischiavano. Leggendo le mie risposte non troverà nessuna espressione di critica verso lo specialista in quanto tale, ma semplicemente una costatazione che la terapia non ha portato ai risultati sperati.
In ultimo:
<Ben poco c'e' voluto ad aderire all'invito perchè francamente credo che lei fondamentalmente non abbia intenzione di farsi visitare da uno psichiatra.>
L'invito di cui parla l'ho colto da un Suo collega al quale io ho risposto; sinceramente non vedo errore in questo mio atteggiamento.
Scrivendo più dettagliatamente il mio problema-come suggeritomi-volevo capire quale fosse il miglior orientamento; ho pensato: e se esistesse qualcosa aldilà dell'ipnosi che mi possa aiutare? Domanda lecita.
E' ovvio pensare che sia un po' scoraggiata da una nuova ricerca di un nuovo specialista, ma non per questo non ho intenzione di andarci.
Ah dimenticavo:
<Si sarà accorta subito che la psicoterapia non andava bene? Avrà forse fatto presente la questione al terapeuta?>
No, non me ne sono accorta subito e poi non siete voi a dire di dover dare fiducia, pazienza e tempo al tempo...o ho dato tutto questo e non mi è andata...Francamente è una colpa che non può dare a me, io non sono un medico, più di seguire la terapia con attenzione...Può darsi che quest'ultima non fosse adatta a me pur migliorando la situazione di tanti altri.

Mi scusi se mi sono dilungata e se certamente Le sarò sembrata poco rispettosa, ma per me era necessario chiarire.

[#16]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Buonasera Dott. Benedetti

Non Le nascondo che aspettavo la Sua risposta.
Molto bello ciò che ha scritto: non mi crederà mai, ma io ho sempre pensato che la mia storia potesse restare intrappolata in una sorta di romanzo inceppato nella narrazione di lunghe peripezie...(e tra l'altro, altra coincidenza, anch'io ho definito la mia esistenza nell'accezione di Romanzo- anche se non ottima tessitura come quelli da Lei citati)
Proprio come Lei sostiene, non ho potuto fare a meno di notare che molte delle mie introspezioni sono statoe elaborate (e strutturate?) in età adolescenziale...Le cose non accadono per caso: Le prime ossessioni e le mie crisi di panico dovevano dirmi, a mio avviso, che dovevo smettere di cercare negli altri approvazione e la figura genitoriale, ma, in realtà ho tanto la sensazione che in quel malessere ci fosse l'ennesimo tentativo di mettere alla prova l'affetto della mia famiglia in primis e poi la speranza - pur nel "rifugio" della malattia"- di ottenere un po' di attenzione affettiva da parte dei miei genitori. Queste sono tutte cose che (forse in modo meno autodistruttivo) rientrano nell'adolescenza...Forse è una mia congettura, non so...quello che so è che si ha necessità di trovare la propria famiglia persino nei casi di abbandono...E mi chiedo, smetterò mai di cercare tutto questo?
E' vero non riesco a sentirmi figlia e ciò crea in me la sensazione di ansia paura che è tipica del bimbo quando comincia a sperimentare l'assenza di protezione della mamma...o almeno credo.
Interessante l'idea di descrivermi in modo concreto, bellissima suggestione...Mi darebbe delle linee guida? Questo è un forum non voglio dire cose che servono a poco...
grazie ancora
[#17]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

non mi offende ciò che scrive anzi mi fornisce una idea maggiore del suo disagio.

Il punto che però ritengo sia focale è che lei è statica nella sua condizione attribuendo ad altri la sua staticità.

E' una persona adulta e non avrebbe dovuto attendere 10 anni per avere un contatto specialistico appropriato.

Sono passati altri 4 giorni, giusto per inciso.
[#18]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Le cose che scriviamo servono a anche a farsi conoscere, inevitabilmente. (almeno parzialmente) Non solo come comunichiamo nel rapporto diretto, nella realtà, ci descrive spesso più di quanto sospettiamo, ma anche quello che scriviamo in un forum internet. Quindi le direi di non preoccuparsi troppo di cose utili o inutili. Quello che scrive comunque di se stessa, degli eventi della sua vita e dei pensieri che ha, e magari anche quello che NON scrive, descrive qualcosa di sè che può dare degli spunti utili per questo tipo di orientamento, che NON è una terapia on-line implicita, ovviamente, cosa andrebbe contro, fra l'altro, alle regole di questo sito. Una breve esplorazione di questo tipo, comunque, penso che possa esserle utile a prendere le sue decisioni. Che spettano comunque solo a Lei e per cui è bene che sia ben informata.
Cordialmente
[#19]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Salve
Per il Dott Ruggiero:
Grazie mille per a Sua risposta.
Per il Dott.Benedetti:
Va bene, proverò a fare questo esercizio, però preferirei non farlo sul forum. Grazie per il Suo utile consiglio.

Grazie a tutti per il Vs tempo.
Ansia

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