Dismorfofobia

Buongiorno,

mi sono rivolto ad uno psichiatra per una presunta dismorfofobia successivamente confermata. Il dottore pur avendola riscontrata ha notato che non è particolarmente invalidante sul fronte sociale in quanto un dolore "mio interiore" che comunque non mi inibisce di uscire o avere una carriera.

Il dottore è anche psicanalista di stampo junghiano e per tale ragione stiamo intraprendendo un percorso di sedute di psicoanalisi(senza ausilio farmacologico). Ho notato tuttavia che su internet molti siti parlano di "soluzione" al problema della dismorfofobia attraverso una terapia cognitivo-comportamentale (e non psicoanalisi). La mia domanda è dunque se anche la psicoanalisi è efficiente nel trattare una dismorfofobia corporea che seppure non invalidante sul piano sociale, è comunque dolorosa a livello interiore.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
la terapia preferita e' la terapia cognitiva associata alla terapia farmacologica.

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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile Dottore Ruggiero,

la ringrazio per pronta risposta. Non essendo un medico non posso permettermi di far alcuna affermazione. Mi preme tuttavia sottolineare che seppur forse preferita da alcuni colleghi, la terapia farmacologia non mi è stata prospettata forse visto forse che comunque non è risolutiva del problema e che comunque ha dei costi a livello di "sides" negativi.

Inoltre la mia domanda verteva sulla differente efficacia fra psicoanalisi e terapia cognitiva.

Molte grazie comunque
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

non le è stata proposta non ne conosco il motivo.

Il fatto che ritenga che non sia risolutiva è un errore.

Gli effetti collaterali negativi non sono effetti gravi e sono sempre risolvibili.

La sola psicoterapia può non essere risolutiva per il suo caso.
[#4]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
La ringrazio nuovamente.

Il mio psicanalista/psichiatra credo (non sono sicuro di ricordare i termini corretti) abbia escluso l'uso di medicine perché vede il mio problema come una psicosi e non una nevrosi e comunque perché comunque una fobia tale da non pregiudicarmi la vita sociale.

Mi è stato spiegato che comunque i medicinali hanno l'effetto di alleviare il problema che si ripropone quando viene smessa la cura (è stato fatto l'esempio dell'aspirina che combatte la febbre ma non il virus) e che per tale ragione si poteva iniziare (non credo abbia escluso categoricamente l'uso di medicinale qualora ce ne sia necessità) questa cura con una psicoanalisi.

Più di questo non posso dirle in quanto riporto semplicemente il giudizio di un suo collega,

cordiali saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
lei è libera di scegliere il percorso terapeutico che preferisce. La psicoanalisi non è sicuramente la strada più breve, nè quella che riscuote maggiori conferme in ambito scientifico.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#6]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentili Dottori,

vi ringrazio per le risposte ma affermare che io posso scegliere il percorso terapeutico che preferisco non è del tutto corretto in quanto l'unica mia scelta è decidere di seguire la psicoterapia con il mio psichiatra oppure no. Sfortunatamente o fortunatamente non mi è stata prospettata la terapia farmacologia per le motivazioni addotte e, per tale ragione, questa via non può essere contemplata come una scelta per me in quanto non è una possibilità offertami.

Sinceramente mi verrebbe da dire che il problema è più "dei medici" adesso in quanto non capisco come mai da un lato la terapia farmacologia sembra necessaria e dall'altro, no.

Dovete capire che un paziente si fida di quello che un medico gli "prescrive" in quanto - come sempre voi medici cercate di farci capire - non ci si può autocurare.

Ora mi ritrovo nella situazione di non saper come muovermi in quanto - dalle vostre parole - il mio medico curante sembra aver sbagliato.


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Se si rivolge ad uno psicoanalista è più che normale che venga proposta una terapia analitica e non una terapia farmacologica.

Probabilmente la sua richiesta è stata questa ed è stata accondiscesa.

Se così non fosse, può sempre rivolgersi ad un altro psichiatra per capire quale sia la strada più opportuna da seguire.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile Dottore,

io mi sono rivolto ad uno psichiatra (che per puro caso è anche psicoanalista - questo io non lo sapevo). Io ho solo esposto il mio problema e mi è stata data una "soluzione" (che attualmente non prevede l'uso di farmaci). Come paziente sono un soggetto passivo e non attivo in questa vicenda.

Comunque se mi confermate che il protocollo di cura del ministero della salute prevede l'uso di farmaci, sarà mia premura interpellare anche un altro psichiatra.

Mi preme ripetere nuovamente che in tutto questo io non ho "colpe" se non aver scelto quel medico e non un altro (se questa può esser definita colpa).

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Nessuno le sta attribuendo colpe.

Le procedure standard del trattamento prevedono la terapia combinata, la riduzione del sintomo dovrebbe essere il primo obiettivo della cura.
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