Infantile per disturbi della comunicazione

salve, mio figlio di 4 anni non riesce a comunicare col mondo esterno. in casa e con i nonni materni parla correttamente (anche troppo!!!) mentre con le altre persone compresi i bambini all'asilo, non spiccica parola. è gia il secondo anno di asilo e non siamo riusciti a sbloccarlo.premetto che il bambino non ha ricevuto traumi particolari. il pediatra mi ha prescritto una visita dal neuropsichiatra infantile, secondo lei riusciremo a sbloccarlo? mica dovrà assumere dei farmaci? dato che il bambino capisce e apprende tutto velocemente e con gli altri bambini gioca è socievole solo non parla. da cosa potrebbe dipendere? il 23 ho la visita ma speravo mi potesse accennare qualcosa lei.
Grazie mille.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

L'inibizione nella comunicazione non ha a che vedere necessariamente con la capacità di apprendimento o di ragionamento, visto che faceva riferimento a questo aspetto. Esistono ad esempio forme di ansia sociale o di mutismo selettivo che inteferiscono con l'interazione sociale, lasciando liberi soltanto quegli ambienti di cui il bambino si fida o con cui ha consuetudine. Perché mette le mani avanti sulle cure ? Se c'è una cura da fare intende già in partenza non farla ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

L'inibizione nella comunicazione non ha a che vedere necessariamente con la capacità di apprendimento o di ragionamento, visto che faceva riferimento a questo aspetto. Esistono ad esempio forme di ansia sociale o di mutismo selettivo che inteferiscono con l'interazione sociale, lasciando liberi soltanto quegli ambienti di cui il bambino si fida o con cui ha consuetudine. Perché mette le mani avanti sulle cure ? Se c'è una cura da fare intende già in partenza non farla ?
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Utente
Utente
Grazie della risposta, io non sapendo niente in questo campo non lo so, gli psicofarmaci mi fanno "paura" da quello che si sente dire, non danneggiano in cosi giovane età? secondo lei ne avrà bisogno?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Non si capisce in realtà perché i medici dovrebbero pensare a danneggiare i loro pazienti. Anche supponendo che siano biechi individui al soldo di case farmaceutiche, si dovrebbe sempre ricordare che sono professionisti che lavorano sui risultati. Non si capisce perché lo stesso allarmismo non si realizzi nei confronti di tecniche non farmacologiche tanto diffuse quanto anti-scientifiche. Quel che fa paura è la chimica, ma mai la chimica dei disturbi, sempre quella dei rimedi...

Interpelli un neuropsichiatra infantile (ad esempio il centro di Pisa/Stella Maris è quello che personalmente conosco più da vicino, ma ce ne saranno sicuramente altri) e le daranno un parere.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signore,
se dà qualche elemento di più del comportamento e dello sviluppo del bambino, forse si potranno dare dei pareri più approfonditi. Potrebbe essere utile descrivere, oltre che la storia del bambino anche le modalità di organizzazione familiare, eventuali episodi difficili, quando il bambino è stato messo al nido, o alla scuola materna, quali sono state le sue reazioni, ecc. Come il bambino reagisce agli estranei, se il suo 'mutismo' si verifica solo a scuola o anche in altri ambienti estranei, ecc
Cordialmente.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Utente
Utente
Grazie della risposta,
il bambino non ha avuto particolari momenti difficili, posso dire che ha incominciato a parlare verso i due anni e mezzo, e fino a quel punto era abbastanza espansivo con tutti
poi è andato sempre peggiorando, non ha fatto il nido, l'hanno scorso fu il primo anno di materna dove non ha mai aperto bocca con nessuno ne maestre ne compagni, solo l'ultimo periodo sono riusciti a fargli sussurrare delle parole. il bambino parla solo con noi della famiglia e la nonna materna che abita a fianco e vede spesso, a l'altra nonna non dice niente. addirittura secondo dove siamo, ( ad es. qnd siamo da amici parenti, fuori casa ecc...) non parla nemmeno con noi si chiude. se qualcuno gli chiede qualcosa si gira di la si mangia le unghie abbassa la testa... all'asilo va volentieri dice che si diverte. io non capisco non so più che fare. a casa con noi si comporta normalmente parla per bene. riguardo l'apprendimento come ho gia detto apprende tutto le maestre dicono che ha un ottima manualità.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Assomiglia molto, in base alla vostra descrizione, ai bambini e bambine che vengono 'diagnosticati' appunto con 'mutismo elettivo', o 'selettivo', aggettivi che indicano la 'scelta' del bambino di non parlare, o la 'selezione' di posti e persone con cui parlare o no.
In ogni caso si tratta di una 'chiusura' del bambino rispetto all'ambiente e a persone estranee, che riguarda però quasi solo il linguaggio, non solo verbale, speso anche le comunicazioni non verbali , le risposte il comportamento, è trattenuto e controllato eccessivamente.
Non è una 'colpa' del bambino, o un suo capriccio, ma qualcosa che lo 'difende' da situazioni insopportabili di ansia e paura. "non vedo, non sento, non parlo" è un mezzo efficace di controllo....
Per cui non è bene forzarlo nè minacciarlo nè rimproverarlo, nè a casa nè a scuola. Si deve aiutarlo a superare un po' alla volta la sua diffidenza e paura, e in questo è molto importante l'atteggiamento di tutti gli adulti.
Si tranquillizzi sui farmaci, di solito non sono usati in queste situazioni.
Invece è utile avere indicazioni e consulenza di persone esperte sia per i genitori che per la scuola, per trovare la strada. Questi bambini cominciano a parlare quando si sentono sicuri di farlo, all'inizio con singole persone e in posti separati, un po' alla volta anche in ambienti più larghi. Tutto si rivolge quindi ad aiutare i bimbi a superare la diffidenza e l'insicurezza con gli estranei. Spesso hanno paura di non essere adeguati all'ambiente esterno, e alle richieste che si aspettano. A volte ci sono problemi di differenze ambientali e di lingua, si osserva infatti con una maggiore frequenza, sembra, in famiglie immigrate.
L'aiuto non è semplice. Serve molto che i familiari abbiano rapporti con le persone esterne alla famiglia, in modo da rendere più facile ai bambini il passaggio fra l'ambiente familiare e l'esterno, senza bisogno di adottare il mutismo come mezzo di protezione. Ed è importante una consulenza e una guida alla famiglia, come si diceva sopra.
Cordialmente
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Utente
Utente
grazie mille,
è stato molto chiaro.. ora farò la visita più tranquillamente..