Tachicardia, dolore al petto, ansia

Egr. Dottori,
ho 29 anni, e da circa 3 anni ho problemi di depressione e disturbo di personalità affettivo. Ho fatto un ricovero dove mi è stato stabilizzata una cura di n° 2 compresse di seroquel 300 a rilascio prolungato, una mattina e una la sera.
Purtroppo però l'ansia non mi abbandona, anzi passati 2 mesi dalla cura, ho degli attacchi molto preoccupanti, con tachicardia fino a 140 battiti e fastidiosissimi dolori al petto, gola secca, ho sempre la sensazione come se arrivasse un infarto.
Sono stato al pronto soccorso, che mi ha somministrato 20 gocce di diazepam e dopo 2 ore il battito si è normalizzato, anche oggi ho assunto 30 gocce di bromazepam ed ora va meglio anche se ho ancro i battiti a 100-110.
Non capisco se la cura che sto facendo mi stia creando ancora più problemi di quando non la facevo... ci sono parecchi giorni che mi sento male, mai sereno, con lo stomaco sempre "contratto" anche l'intestino e il colon con dolori, spasmi e poi come dicevo dolori al petto a volte al braccio sx e poi mi prende la schiena e il collo.
Non so cosa fare, vorrei stare bene ma non è così, spero in un Vs. prezioso aiuto, sperando di migliorare il mio stile di vita.
Distinti saluti
Andrea
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
Lei scrive "l'ansia non mi abbandona. Posso dunque presumere che gli attacchi che Lei descrive sono capitate anche prima dell'introduzione della nuova cura? In tal caso si potrebbe ipotizzare con maggiore sicurezza che si tratta degli attacchi di panico. Lei non riporta questa diagnosi, ma comunque, gli attacchi di panico possono far parte del quadro depressivo, e in tal caso la diagnosi a parte non viene fatta. Se però l'ipotesi degli attacchi di panico verrà confermata da una visita specialistica, anche se fa parte del quadro depressivo, la cura comunque dovrà tenerne conto. La cura che segue non è specifica per la sintomatologia depressiva né per gli attacchi di panico. Dunque è probabile che sia la cura che la diagnosi meritino di essere riviste.

Consiglierei anche, accanto alla frequenza cardiaca, di controllare la pressione arteriosa, per capire se può trattarsi anche dell'effetto collaterale della Quetiapina (nome commerciale: Seroquel). Tale farmaco può abbassare la pressione arteriosa e di riflesso aumentare la frequenza cardiaca.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
Utente
Grazie Dott. Gukov,
non ho mai parlato con la mia psichiatra di attacchi di panico, ne terrò presene per la prossima visita.
Lei scrive: "La cura che segue non è specifica per la sintomatologia depressiva" eppure ero convinto che la cura che sto facendo fosse specifica per il disturbo che mi è stato riscontrato di "depressione maggiore a episodio ricorrente" quindi non è così?
Mi fa davvero dispiacere che dopo 20 gg di ricovero ospedaliero non abbiano trovato una cura corretta.
Credo di capire inoltre che ci siano differenza tra attacco d'ansia e attacco di panico perchè si è sempre parlato di ansia e mai di attacco di panico.
Effettivamente gli attacchi che ho descritto c'erano anche prima, meno intensi ma con gli stessi sintomi.
Ho verificato la pressione oltre i battiti e solitamente la pressione massima quando ho questi attacchi è 150 la minima 90, ho avuto problemi di ipotensione nel primo mese di somministrazione del seroquel ma ora non più.
Secondo Lei la terapia con Quetiapina è da cambiare o migliorare?
Grazie infinite per il suo aiuto.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
La quetapiana (Seroquel è il nome commerciale) ha le indicazioni anche nel Disturbo Depressivi Maggiore, però non è un antidepressivo e sarebbe indicata piuttosto come una terapia di potenziamento (a quella antidepressiva) nei casi resistenti. Secondo alcuni, a basse dosi la quetiapina comunque avrebbe un effetto antidepressivo, ma secondo me è un ambito ancora da indagare.. La quetiapina può essere usata, per la sua attività sedativa, anche a scopo ansiolitico. Tuttavia, come la terapia ansiolitica negli attacchi di panico sono più indicati I farmaci del gruppo di benzodiazepine (come, appunto, diazepam e bromazepam, dei quali Lei ha tratto benefici del momento), ma né le benzodiazepine, né la quetiapina sono i farmaci abbastanza specifici: non hanno gli effetti di fondo su attacchi di panico, né su depressione,a ma utili come potenziamento.

In altre parole, se la diagnosi è di depressione maggiore, la cura di prima scelta sarebbe un farmaco antidepressivo, però vedo che è stata preferita un'altra strada.. Converrebbe chiedere i chiarimenti direttamente ai medici che l'hanno seguito durante il ricovero, per non cercare di indovinarlo.

Comunque, fra i motivi potevano essere le esperienze precedenti insoddisfacenti con gli antidepressivi (in passato Lei ha assunto farmaci antidepresivi?) oppure la previsione degli effetti negativi, perché gli antidepressivi possono anche aumentare l'ansia e non con tutti I pazienti questi farmaci sono facilmente gestibili. Può essere anche che nella valutazione diagnostica, della quale fa parte anche il Disturbo di Personalità, questa ultima ha avuto il peso maggiore. Spesso i disturbi di personalità sono accompagnati da disturbi di umore, e in tali casi il disturbo di umore può essere visto come una manifestazione del quadro complessivo del funzionamento della personalità, non come un disturbo indipendente. E, benché il disturbo di umore può essere notato nella disgnosi, spesso può essere per la correttezza di valutazione, ma le cure possono essere più orientate su disturbo di personalità.

Anche per un disturbo di personalità la quetiapina può essere indicata, ma sempre come una cura di potenziamento, accanto alla psicoterapia. La psicoterapia sarebbe indicata anche per gli attacchi di panico.

Certamente ci sono le differenze fondamentali fra l'attacco di panico e l'attacco d'ansia.

In poche parole, sarebbe da farsi spiegare meglio la propria diagnosi e chiedere di rianalizzare i suoi componenti (che detrminano poi le scelte terapeutiche).

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Utente
Utente
Grazie mille Dott. Gukov, seguirò i suoi consigli.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Gukov,
vorrei far vedere alla Psichiatra che mi segue i suoi post, così potrebbe ragionarci sopra, o almeno lo spero dato che non mi sento completamente soddisfatto della terapia.
Le volevo chiedere inoltre se esiste una benzodiazepina migliore del lexotan.
Grazie infinite.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
senz'altro può riportare alla Sua psichiatra i contenuti della nostra discussione, i quali, per quanto riguarda il Suo nome sono soggetti alla privacy (ma Lei può decidere di riferirli al medico di fiducia), mentre per quanto riguarda il mio nome sono pubblici. E' importante, secondo me, riportare tutta la discussione (tutte le repliche, domande e risposte).

Bisogna considerare che i pareri espressi a distanza (via internet) non hanno il valore di una visita dal vivo, ma un valore orientativo, indicando punti problematici e suggerendo eventuali ipotesi di lavoro. Si auspica che possano costituire un materiale, appunto, anche per lo specialista curante. Secondo me, ha più senso impostarlo in questo modo.

Per quanto riguarda "una benzodiazepina migliore del lexotan" (nome chimico: bromazepam), le differenze di 'efficacia fra le benzodiazepine diverse possono dipendere sia dal tipo di disturbo (che nel Suo caso bisogna ancora chiarire), sia dai fattori individuali. In ogni modo su questo sito non possiamo né prescrivere i farmaci, né dare i suggerimenti che possono essere intese come prescrizioni. A qesto punto mi riferirei alla Sua specialista.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Gukov,
scusi per la domanda che sto per farle, volevo sapere se fosse possibile se pensare al suicidio pur non avendo il coraggio e la paura di farlo sia un sintomo, come per dire quando si ha la febbre un sintomo sono i brividi.
Questo "sintomo" a quale patologia è associabile? Depressione? disturbo di personalità? altro?
Ma io mi chiedo le malattie mentali si riescono a curare come le malattie fisiche tipo un braccio rotto, l'influenza? le sole medicine non servono vero? è che a volte non riesco a trovare la forza di farcela da solo.
Spero tanto mi possa dare una risposta e chissà magari un conforto.
Grazie di cuore.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
i pensieri di suicidio, come anche la febbre, non sono specifici di una concreta malattia. Neanche il fenomeno della febbre non è specifico di una infezione da un concreto agente infettivo o di un'altra concreta causa di reazione del nostro sistema immunitario (che è quello che determina la febbre), a meno che non lo si analizza nelle caratterisrtice più dettagliate. Sia la febbere che i pensieri di suicidio sono i sintomi di uno STATO critico, e Le raccomando necessariamente parlarne con il Suo specialista curante o comunque col medico di fiducia (che spero sia la stessa persona), senza proroghe.

Per il paragone delle malattie psichiche con quelle fisiche.. l'allegoria, secondo me, può essere adatta più o meno, a secondo del tipo di malattia (il quale bisogna stabilire meglio), ma in ogni modo, neanche le malattie psichiche sono così "semplici" da curare come pare.

E' la nostra mentalità che le vuole semplici, forse perché viviamo in una società moderna dove si può comprare tutto nei negozzi (senza una nozione del come quello che utilizziamo viene prodotto), e dove nella scienza, sui libri o sull'internet si può trovare le risposte apparentemente a tutto.

La malattia (e la salute, fisica e psichica) sono invece fenomeni biologici, più vicini al mondo della natura, dove è importante il tipo della pianta, ma molto anche il terreno, il clima, gli altri fattori ambientali (luce, umidità, ecc.), la stagione, gli imprevvisti del tempo, la vicinanza alle altre piante o agli animali, agli agenti patogeni; ed il contadino sa che queste condizioni vanno sempre guardate, sia la pianta giovane o vecchia, e a tempo giusto servono rimedi e metodi giusti.

Sicuramente non siamo delle piante, è solo un'allegoria. Questo il non essere delle piante spesso ci rende anche superbi, pensando che possiamo farcela da soli, però è più realitico sentire di non farcela da solo, perché noi, gli esseri umani, siamo animali sociali: abbiamo bisogno uno dell'altro per sopravvivere e per avere anche il senso dell'esistenza.

Per cui torno a raccomandarLe a parlarne con il Suo medico, e magari chiedere i colloqui di supporto.
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Utente
Utente
grazie mille Dottore.
Seguirò i suoi consigli.
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Utente
Utente
Buonasera Dottore,

Le volevo chiedere se secondo lei esiste il disturbo affettivo di personalità e se può essere paragonabile ad un disturbo borderline di personalità.
caratteristiche potrebbero essere: profondi problemi di autostima, difficoltà a socializzare, umore depresso, affaticamento e stanchezza persistenti e dolori credo psicosomatici.
Grazie ancora per il suo aiuto.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,

il "disturbo affettivo di personalità" ed il disturbo "borderline di personalità" (*) vedi in fondo) possono sembrare simili, ma solo apparentemente, coinvolgendo entrambi l'affettività, e chiamandosi entrambi dei "disturbi di personalità", ma per il resto non sono "paragonabili".

Il "disturbo affettivo di personalità" esiste. Esiste perfino nella classificazione dell'organizzazione mondiale della sanità utilizzata anche nelle diciture diagnostiche ufficiali, fra l'altro anche nel contesto ospedaliero, in Italia. Tuttavia, secondo me, in tale contesto si tratta di un concetto abbastanza lato (o dilatato con l'uso), che comprende tanti casi diversi fra di loro. Questa dicitura dà la possibilità di caratterizzare l'organizzazione psichoemotiva di una persona talvolta in modo calzante, ma un "disturbo di personalità" diagnosticato in ospedale può essere diversamente attendibile rispetto ad uno diagnosticato dallo specialista curante che La conosce magari da più tempo (vedi in seguito).

In una delle interpretazioni il "disturbo affettivo di personalità" potrebbe esprimere il concetto del "disturbo depressivo di personalità" (il concetto è stato criticato, ritenuto discriminante verso molte persone che lo hanno più come uno stile di vita), tuttavia non posso essere sicuro che la diagnosi è stata utilizzata in questo senso. Ecco perché. I disturbi di personalità, nonostante, siano le diagnosi che si fanno relativamente spesso, non sono concetti universalmente condivisibili; in altre parole specialisti diversi possono indenderli in modo diverso. Tali diagnosi dovrebbero farsi in base alla conoscenza abbastanza profonda e da più lati della persona e della sua storia.

Inoltre, le informazioni che permettono di diagnosticare un "disturbo di personalità" sono per lo più quelle che la persona stessa non nota: non sono i sintomi od i vissuti in sé, ma le modalità di viverle, delle quali la persona di solito non si rende completamente conto (dunque sono difficilmente auto-diagnosticabili, ma più facilmente negati dalla persona). Possono esserci differenze notevoli nella possibilità di diversi psichiatri di riconoscerle e nell'attendibilità dei rispettivi loro pareri; da questo, penso, risulta ovvio che non si può riconoscerli, avvallare o meno loro ipotesi solo in base ad un elenco dei sintomi o delle caratteristiche o ad una descrizione comunicata via internet.

La descrizione che Lei dà (profondi problemi di autostima, difficoltà a socializzare, umore depresso, affaticamento e stanchezza persistenti e dolori di probabile origine psicosomatica) riguarda soprattutto i sintomi ed i vissuti e non necessariamente la struttura psichica della personallità e le sue modalità, dunque, a rigore, non permetterebbe a pensare subito ad un disturbo di personalità, bensì ad un possibile disturbo depressivo (di umore, non di personalità). Anche senza conoscere approfonditamente la persona, è importante non trascurare un episodio depressivo (il quale, benché "un episodio", può essere anche duraturo ma non deve essere scambiato per un disturbo di personalità..).

Un "disturbo di umore" e un "disturbo di personalità", entrambi "depressivi" possono comunque coesistere, perché un "disturbo di personalità" è una caratteristica stabile (in teoria per tutta la vita) dell'organizzazione della psiche della persona, ed anzi, più che di un disturbo in sé, si potrebbe parlare di una suscettibilità, di una predisposizione a sviluppare uno o più disturbi psichici ed a sperimentare (o far sperimentare agli altri) le problematiche psicoemotive (che possono aggiungersi e complicare il "disturbo di personalità"). In tal caso bisogna tener conto di entrambi, e possono essere indicati sia la cura dei "periodi difficili", sia l'approccio preventivo, di solito psicoterapeutico.

(*) Invece il "disturbo borderline di personalità", nonostante sia un "disturbo di personalità", costituisce un "punto di confine" fra una condizione di personalità come descritta prima ed alcuni disturbi psichici di altro tipo, più definiti e manifesti (ad esempio, alcune tendenze più moderne nel mondo accademico americano lo vedono come già di per sé uno dei disturbi di umore). Il "disturbo borderline di personalità" può essere anche più mutevole col tempo e coll'età rispetto agli altri "disturbi di personalità", dunque non "comportandosi" come un disturbo di personalità nel senso classico.

Spero di essere riuscito a risponderLe e di non averLa confuso. Sono disponibile se qualcosa è poco chiaro.

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Utente
Utente
Grazie Dott. Gukov è tutto chiaro.
Mi è venuta questa perplessità paragonando i due disturbi.

Le volevo chiedere un ulteriore parere, le riporto le diagnosi effettuate in due tempi diversi.
Ottobre 2010 - reazione depressiva protratta, disturbo affettivo di personalità, non specificato.
Agosto 2011 - depressione maggiore, episodio ricorrente, moderato; altri disturbi di personalità.

Il primo della mia Psichiatra il secondo della Psichiatra ospedaliera.

non riesco a capire perché nel secondo caso non è specificato "altri?" secondo Lei cosa può significare?
Grazie ancora la sto considerando un Dottore personale, la ringrazio davvero di cuore per il suo aiuto.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
"Altri disturbi" (di personalità) significa quelli che non si trovano nella classificazione. Tale dicitura può essere posta quando è difficile specificare uno particolare e nettamente definito disturbo di personalità, ma si vuole confermare la presenza di uno. Ciò potrebbe essere logico nella luce di quello che Le ho scritto nella mia lunga risposta precedente: nell'ambito di un ricovero si ha meno possibilità di conoscere la persona fino al punto di fare una diagnosi sicura di un disturbo di personalità. Dall'altra parte, i medici ospedalieri specificano meglio il disturbo di umore: la Depressione Maggiore ed il suo episodio ricorrente (probabilmente il motivo per il quale è arrivato da loro e l'oggetto principale delle cure durante il ricovero).

Mi fa piacere che riesco ad aiutarLe e che Lei ha fiducia in me! Tuttavia nel contesto del servizio di questo sito non posso essere un dottore personale. In teoria anche gli altri specialisti del sito potrebbero rispondere al consulto (non si può scegliere chi di noi risponde), il consulto non va visto come la presa in carico, e se Lei vorrà porre una domanda su un altro argomento bisogna aprire un'altra discussione.

Le auguro di mantenere contatti con la Sua Psichiatra,
Buone Feste e un salluto !
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Utente
Utente
Buone feste anche Lei a Dottore.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Gukov,
sto passando un periodo molto brutto caratterizzato da stanchezza, stress, apatia, tristezza, ansia, sbalzi d'umore improvvisi dei quali non riesco a capacitarmi o meglio non riesco ad averne controllo.
E' possibile sapere se è dovuto alla depressione o ad un disturbo di personalità oppure entrami incidono?
non riesco ancora a capire perché e se sono malato e perché non riesco a vivere come vorrei.
Mi capita spesso di avere forti emicrania e poca lucidità, mi sento crollare, ci sono momenti che mi sento un vegetale, mi butto sul letto e mi fa fatica fare tutto, mi fa fatica muovermi, mi fa fatica concentrarmi, mi fa fatica dormire, l'unica cosa che riesco a fare e pensare, pensare troppo, pensare incessantemente... e ho come l'impressione che pensare così tanto mi stia rovinando il cervello.
Grazie ancora Dottore Le auguro una buona giornata.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
<< E' possibile sapere se è dovuto alla depressione o ad un disturbo di personalità oppure entrami incidono? >>

Possono incidere entrambi. Penso, con il predominio nella rilevanza, in questo periodo, dello stato depressivo (mentre il disturbo di personalità può incidere più a monte: come un "fattore predisponente", un "fattore di rischio").

(a) Tuttavia, per rispondere con maggiore obbiettività e utilità alla Sua domanda bisogna fare la diagnosi del Suo stato attuale, decidere anche per le cure, e non è possibile via internet.

(b) Inoltre, parliamo sempre di un Suo "disturbo di personalità", ma se non La si conosce "da vicino", da più tempo, se non ci si lavora (psico-terapeuticamente), rimarrà un concetto troppo generico, poco chiaro per Lei e di utilità non chiara per la guarigione.

Dunque, visti (a) e (b), Le consiglio di rivolgersi alla Sua Psichiatra
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Utente
Utente
capisco Dottore grazie mille
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Utente
Utente
Egr. Dott.ri
il seroquel può dare problemi ai reni?
Grazie per il Vs. aiuto.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
normalmente il seroquel (nome chimico: quetiapina) non dà effetti collaterali a livello renale. Che tipo di problemi renali ha ? Beve abbastanza acqua ?
[#20]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Alex Aleksey Gukov,
mi hanno riscontrato renella, infatti mi hanno suggerito di bere molta acqua.
I sintomi sono difficoltà ad urinare (pesantezza) e bruciore, a breve devo fare visita urologica.
Distinti saluti
[#21]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
questi riscontri e questi sintomi non dovrebbero essere legati al seroquel. In ogni modo, durante la visita urologica riporta anche tutta la terapia che fa.

un saluto,
[#22]
Utente
Utente
sono in cura da qualche anno con fluoxetina 1 cp mattino e quetiapina 400 mg die
Purtroppo a livello di depressione non trovo molti miglioramenti e sono anche ingrassato.
Mi è stato consigliato il bupropione e leggendo sembra essere un farmaco molto utile sia per il controllo o la perdita di peso sia per la stanchezza cronica sia per smettere di fumare (fumo 20 sigarette al gg).
Volevo sapere cosa ne pensate e se il farmaco rispetto alla fluoxetina crea maggiori problemi a livello di ansia.
Sono seguito dal CSM del mio paese, nel caso non riesca a convincere il dottore di provare questo nuovo farmaco cosa posso fare?
Grazie mille
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
Le ho risposto in un altro consulto, che Lei ha aperto di recente, centrato su questa problematica. Invece in questa discussione preferisco di non rispondere più, perché dura già da circa un anno, tendendo a superare i limiti di un consulto centrato su una problematica concreta e diventando un modo di poter affrontare più problematiche man mano che si resentano, come se fosse un punto di riferimento; e non è corretto, perché tale punto di riferimento deve trovarsi invece nella persona del Suo specialista curante.

un saluto e auguri delle Buone feste !
[#24]
Utente
Utente
grazie dottore tanti cari auguri anche a Lei
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