Trattamento a base di metadone
salve, volevo sottoporle un quesito relativo alla possibilità di scalaggio da metadone.
ne sto assumendo una quantità giornaliera che negli anni, 8 per la precisione, ha subito forti oscillazioni. sono ormai circa 6 mesi che assumo 130 mg al giorno. entro un anno dovrò sostenere un concorso statale per il quale, se affrontato con successo, dovrò fare delle analisi che temo, comprenderanno anche la ricerca nel sangue di metadone, oltre ovviamente ad altre comuni droghe. naturalmente nel caso in cui la posizione per la quale concorro abbia come prerogativa un risultato negativo di tali analisi mi troverò nella necessità di porre termine alla terapia a base di metadone. avrei da porle un interrogativo la quale risposta, a mio parere, mi aiuterebbe ad ottenere il posto di lavoro di cui sopra. come molti tossicodipendenti ho varie conoscenze fra assuntori di droghe pesanti che hanno affrontato questo problema in modi differenti. in particolare ho sentito parlare di una "cura" portata avanti al gemelli di roma che prevede un ricovero della durata variabile dai 15 ai 30 giorni grazie al quale sarebbe possibile, dopo uno scalaggio fino circa ai 10-15 mg di metadone giornalieri, trattare in modo efficace i dolori e i disagi che affliggono chi tenta la difficile strada della disintossicazione. pare si venga ricoverati durante il giorno, piu precisamente nelle ore comprese fra le 8 e le 14, e trattati con flebo di non so bene cosa; al termine di queste ore si viene dimessi per poi fare ritorno in ospedale il giorno dopo per ripetere la medesima procedura. alla fine di questo periodo salvo piu che sopportabili dolori alle ossa e lievi sudori non si dovrebbero avvertire ulteriori disagi.
so che la cura della quale parlo non è una delle molte legende metropolitane che numerose circolano in certi ambienti ma non ho idea di come si chiami e vorrei conoscerne i dettagli.
non so se le mie spiegazioni sono state esaustive.
ringraziandola anticipatamente per l' attenzione concessami rimango in attesa di sue delucidazioni al riguardo.
distinti saluti
d.v.
ne sto assumendo una quantità giornaliera che negli anni, 8 per la precisione, ha subito forti oscillazioni. sono ormai circa 6 mesi che assumo 130 mg al giorno. entro un anno dovrò sostenere un concorso statale per il quale, se affrontato con successo, dovrò fare delle analisi che temo, comprenderanno anche la ricerca nel sangue di metadone, oltre ovviamente ad altre comuni droghe. naturalmente nel caso in cui la posizione per la quale concorro abbia come prerogativa un risultato negativo di tali analisi mi troverò nella necessità di porre termine alla terapia a base di metadone. avrei da porle un interrogativo la quale risposta, a mio parere, mi aiuterebbe ad ottenere il posto di lavoro di cui sopra. come molti tossicodipendenti ho varie conoscenze fra assuntori di droghe pesanti che hanno affrontato questo problema in modi differenti. in particolare ho sentito parlare di una "cura" portata avanti al gemelli di roma che prevede un ricovero della durata variabile dai 15 ai 30 giorni grazie al quale sarebbe possibile, dopo uno scalaggio fino circa ai 10-15 mg di metadone giornalieri, trattare in modo efficace i dolori e i disagi che affliggono chi tenta la difficile strada della disintossicazione. pare si venga ricoverati durante il giorno, piu precisamente nelle ore comprese fra le 8 e le 14, e trattati con flebo di non so bene cosa; al termine di queste ore si viene dimessi per poi fare ritorno in ospedale il giorno dopo per ripetere la medesima procedura. alla fine di questo periodo salvo piu che sopportabili dolori alle ossa e lievi sudori non si dovrebbero avvertire ulteriori disagi.
so che la cura della quale parlo non è una delle molte legende metropolitane che numerose circolano in certi ambienti ma non ho idea di come si chiami e vorrei conoscerne i dettagli.
non so se le mie spiegazioni sono state esaustive.
ringraziandola anticipatamente per l' attenzione concessami rimango in attesa di sue delucidazioni al riguardo.
distinti saluti
d.v.
[#1]
Gentile utente,
avendo studiato al Gemelli conosco la procedura di cui parla.
Vi sono delle condizioni specifiche per poter effettuare tale tipo di trattamento in day hospital che, quindi, richiede una valutazione diretta da parte dei medici che si occupano del trattamento specifico.
avendo studiato al Gemelli conosco la procedura di cui parla.
Vi sono delle condizioni specifiche per poter effettuare tale tipo di trattamento in day hospital che, quindi, richiede una valutazione diretta da parte dei medici che si occupano del trattamento specifico.
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[#2]
Utente
la ringrazio per la prontezza con la quale mi ha risposto.
la procedura in questione ha un nome preciso? una lista d' attesa? oltre al day hospital c'è anche la possibilità di un ricovero continuato? è vero che terminato tale trattamento dolori e sintomi astinenziali vari sono piu contenuti e sopportabili? potrebbe fornirmi qualche dettaglio riguardo tali specifiche condizioni alle quali accennava? inoltre se, come ho sentito dire, questa terapia è cosi valida come mai se ne hanno cosi poche notizie? come mai non vi si affidano tutte quelle persone che non riescono ad affrontare lo scalaggio tradizionale?
ancora grazie
d.v.
la procedura in questione ha un nome preciso? una lista d' attesa? oltre al day hospital c'è anche la possibilità di un ricovero continuato? è vero che terminato tale trattamento dolori e sintomi astinenziali vari sono piu contenuti e sopportabili? potrebbe fornirmi qualche dettaglio riguardo tali specifiche condizioni alle quali accennava? inoltre se, come ho sentito dire, questa terapia è cosi valida come mai se ne hanno cosi poche notizie? come mai non vi si affidano tutte quelle persone che non riescono ad affrontare lo scalaggio tradizionale?
ancora grazie
d.v.
[#3]
Ci sono alcune cose che non ricordo, tipo il nome.
Per la lista d'attesa mi pare che debba telefonare al day hospital dove può avere le indicazioni.
Per poter accedere a questa tecnica, si effettua una visita che comunica i criteri di eleggibilità e, quindi, la condizione in cui si deve essere per il giorno previsto all'accesso, questo è uno dei motivi per cui non tutti possono poi fare questo tipo di trattamento.
Non è comunque una panacea per il suo problema e vi sono alcune possibilità di successo.
In ogni caso, i sintomi astinenziali si evidenziano lo stesso.
Per la lista d'attesa mi pare che debba telefonare al day hospital dove può avere le indicazioni.
Per poter accedere a questa tecnica, si effettua una visita che comunica i criteri di eleggibilità e, quindi, la condizione in cui si deve essere per il giorno previsto all'accesso, questo è uno dei motivi per cui non tutti possono poi fare questo tipo di trattamento.
Non è comunque una panacea per il suo problema e vi sono alcune possibilità di successo.
In ogni caso, i sintomi astinenziali si evidenziano lo stesso.
[#4]
Gentile utente,
Lei sta assumendo una cura pensata per la sua malattia, che è recidivante. Se sta bene, questo dipende dalla cura. Scalare il metadone significa semplicemente mettersi nelle condizioni di far riprendere la malattia, prima o poi. Il come effettuare lo scalaggio non influenza la ricaduta, perché non ha niente a che vedere con la malattia. E' quindi sconsigliato prendere iniziative per modificare una cura efficace per la tossicodipendenza. I conti che sta facendo non tornerebbero, perché le possibilità lavorative e di carriera che ha grazie all'effetto della cura non sarebbero più fondate su un buon equilibrio terapeutico, ma sul decorso naturale della malattia.
Lei sta assumendo una cura pensata per la sua malattia, che è recidivante. Se sta bene, questo dipende dalla cura. Scalare il metadone significa semplicemente mettersi nelle condizioni di far riprendere la malattia, prima o poi. Il come effettuare lo scalaggio non influenza la ricaduta, perché non ha niente a che vedere con la malattia. E' quindi sconsigliato prendere iniziative per modificare una cura efficace per la tossicodipendenza. I conti che sta facendo non tornerebbero, perché le possibilità lavorative e di carriera che ha grazie all'effetto della cura non sarebbero più fondate su un buon equilibrio terapeutico, ma sul decorso naturale della malattia.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#5]
Utente
grazie per la sua risposta dr pacini.
devo dire che la possibilità da lei ventilata mi preoccupa non poco, ma l' impellente necessità di trovare un' occupazione mi pone in una scomoda situazione. non posso continuare a condurre uno stile di vita che mi rende infelice per non parlare del fatto che quando iniziai ad assumere metadone la mia dipendenza da eroina era poco piu di un fastidioso pensiero, ora invece mi trovo a dipendere in maniera totale da questa terapia la quale inibisce la possibilità di fare un gran numero di cose ... prima fra tutte la facoltà di dedicarmi al lavoro che piu mi piace.
sinceramente credevo che il trattamento metadonico fosse semplicemente un passaggio, una fase, una condizione momentanea. al contrario con il passare dei mesi prima, degli anni poi, mi sono trovato sempre piu in una situazione cosi statica da preoccupare persino me, una persona estremamente poco riflessiva e ancora meno prudente. ho insomma il timore che, se vissuta con questo distacco, la situazione nella quale verso non potrà che peggiorare.
la mia vita sta lentamente naufragando e stanno venendo meno i motivi per i quali inizialmente pensai fosse una buona idea tentare questa via.
mi trovo ora in una situazione fin troppo comune ... come troppo comune è il triste epilogo riservato nella maggiorparte dei casi a chi vive la mia stessa condizione.
ho tutte le intenzioni di disintossicarmi ... e per quanto riguarda quella che generalmente è una solida possibilità di ricaduta nell' eroina mi sento cautamente ottimista. questo perchè so bene che piu che di quest ultima è proprio del metadone che ho abusato. ho fumato parecchio oppio, poi sei mesi di eroina ... dopodichè al primo accenno di astinenza mi sono rifugiuato nel metadone, che ormai da otto anni ovatta le mie giornate ... sensazione piacevole certo, soprattutto all' inizio ... ma ora? ho bisogno di indipendenza ... e dal metadone e dalla mia famiglia, ormai disperata e da me praticamente disintegrata.
naturalmente mi rendo perfettamente conto di quanto le mie parole suonino vuote, di quanto i buoni propositi vengano prontamente e facilmente oscurati dal ricordo di certe stupende sensazioni ... ma se in otto anni sono riuscito solo a sostituire all' eroina il metadone drogandomi di fatto di quest ultimo allora forse non è questa la via giusta...
insomma sebbene estremamente confuso ho però almeno una certezza: cosi non va...
devo dire che la possibilità da lei ventilata mi preoccupa non poco, ma l' impellente necessità di trovare un' occupazione mi pone in una scomoda situazione. non posso continuare a condurre uno stile di vita che mi rende infelice per non parlare del fatto che quando iniziai ad assumere metadone la mia dipendenza da eroina era poco piu di un fastidioso pensiero, ora invece mi trovo a dipendere in maniera totale da questa terapia la quale inibisce la possibilità di fare un gran numero di cose ... prima fra tutte la facoltà di dedicarmi al lavoro che piu mi piace.
sinceramente credevo che il trattamento metadonico fosse semplicemente un passaggio, una fase, una condizione momentanea. al contrario con il passare dei mesi prima, degli anni poi, mi sono trovato sempre piu in una situazione cosi statica da preoccupare persino me, una persona estremamente poco riflessiva e ancora meno prudente. ho insomma il timore che, se vissuta con questo distacco, la situazione nella quale verso non potrà che peggiorare.
la mia vita sta lentamente naufragando e stanno venendo meno i motivi per i quali inizialmente pensai fosse una buona idea tentare questa via.
mi trovo ora in una situazione fin troppo comune ... come troppo comune è il triste epilogo riservato nella maggiorparte dei casi a chi vive la mia stessa condizione.
ho tutte le intenzioni di disintossicarmi ... e per quanto riguarda quella che generalmente è una solida possibilità di ricaduta nell' eroina mi sento cautamente ottimista. questo perchè so bene che piu che di quest ultima è proprio del metadone che ho abusato. ho fumato parecchio oppio, poi sei mesi di eroina ... dopodichè al primo accenno di astinenza mi sono rifugiuato nel metadone, che ormai da otto anni ovatta le mie giornate ... sensazione piacevole certo, soprattutto all' inizio ... ma ora? ho bisogno di indipendenza ... e dal metadone e dalla mia famiglia, ormai disperata e da me praticamente disintegrata.
naturalmente mi rendo perfettamente conto di quanto le mie parole suonino vuote, di quanto i buoni propositi vengano prontamente e facilmente oscurati dal ricordo di certe stupende sensazioni ... ma se in otto anni sono riuscito solo a sostituire all' eroina il metadone drogandomi di fatto di quest ultimo allora forse non è questa la via giusta...
insomma sebbene estremamente confuso ho però almeno una certezza: cosi non va...
[#6]
"ho tutte le intenzioni di disintossicarmi ... e per quanto riguarda quella che generalmente è una solida possibilità di ricaduta nell' eroina mi sento cautamente ottimista"
I due errori più comuni e le cause principali della perdita di tutti i risultati ottenuti.
Ci si disintossica dalle droghe, ma soprattutto dai danni che hanno fatto, non dalle terapie che non sono tossiche. Non è dipendente dal metadone: vi è legata per l'utilità che ha nel darLe la libertà dalla malattia che altrimenti la affligge, in una maniera recidivante come è nella sua prognosi.
Con i ragionamenti che sta facendo adesso pone semplicemente le basi per una evoluzione scontata (non si richiede che sia ottimista, è inutile e dannoso, deve conoscere la sua malattia e farci i conti, anche nel senso di non farla tornar fuori sosendendo le cure). Non è in suo potere controllare la ricaduta. E' in suo potere farsi guidare nella cura, che è un'arma nelle sue mani. Ne è dipendente nel senso che il suo benessere per fortuna può dipendere da una cura efficace, e su quella può contare.
Non ha sostituito eroina a metadone, questo è un gioco di parole veramente improprio e anche irritante. Il metadone non sostituisce un bel niente, è lì per controllare il suo desiderio, non si sa perché si deve usare questa frase fatta come se si usasse un farmaco per sostituire una droga. Ma che senso ha ? Non è per questo che l'ha curato, l'eroina non va sostituita, è la dipendenza che va sostituita con il benessere, e per far questo serve una cura. "Drogandomi di fatto": drogarsi non significa assuemre una sostanza chimica, Lei non si è curato perché drogato ma perché tossicodipendente.
Al momento sta solo cercando mille ragioni più o meno assurde per sospendere una cura. Il risultato sarà la malattia non curata. Se avesse l'epilessia, il diabete, soffrisse di cuore, avesse avuto un tumore, non starebbe qui a pensare come sospendere le cure ma a cercare di vivere anche con la scocciatura di curarsi, sapendo che la qualità della sua vita e il controllo della malattia sono legate alla prosecuzione della cura. Di questa malattia non ha compreso ancora la natura e il meccanismo.
Chiunque sia malato o invalido ha difficoltà oggettive nel vivere. Rimettere di mezzo anche la malattia elimina per un po' il legame con la cura cosicché dopo un po' tutti i grandi progetti saranno semplicemente ostacolati dalla malattia che è ripresa.
Si faccia spiegare meglio e in maniera più ragionevole il senso di questi otto anni, che non è assolutamente l'essersi drogato o aver "sostituito" un'altra droga, o aver prolungato inutilmente una fase che doveva essere di passaggio. La cura ha lo scopo di mantenere bloccata la dipendenza e permettere la riabilitazione e la vita, a questo serve la cura, ed è servita. Come sta oggi dipende dalla cura fatta prima, e come starà "domani" dipenderà dalla cura che avrà fatto o che non avrà fatto.
I due errori più comuni e le cause principali della perdita di tutti i risultati ottenuti.
Ci si disintossica dalle droghe, ma soprattutto dai danni che hanno fatto, non dalle terapie che non sono tossiche. Non è dipendente dal metadone: vi è legata per l'utilità che ha nel darLe la libertà dalla malattia che altrimenti la affligge, in una maniera recidivante come è nella sua prognosi.
Con i ragionamenti che sta facendo adesso pone semplicemente le basi per una evoluzione scontata (non si richiede che sia ottimista, è inutile e dannoso, deve conoscere la sua malattia e farci i conti, anche nel senso di non farla tornar fuori sosendendo le cure). Non è in suo potere controllare la ricaduta. E' in suo potere farsi guidare nella cura, che è un'arma nelle sue mani. Ne è dipendente nel senso che il suo benessere per fortuna può dipendere da una cura efficace, e su quella può contare.
Non ha sostituito eroina a metadone, questo è un gioco di parole veramente improprio e anche irritante. Il metadone non sostituisce un bel niente, è lì per controllare il suo desiderio, non si sa perché si deve usare questa frase fatta come se si usasse un farmaco per sostituire una droga. Ma che senso ha ? Non è per questo che l'ha curato, l'eroina non va sostituita, è la dipendenza che va sostituita con il benessere, e per far questo serve una cura. "Drogandomi di fatto": drogarsi non significa assuemre una sostanza chimica, Lei non si è curato perché drogato ma perché tossicodipendente.
Al momento sta solo cercando mille ragioni più o meno assurde per sospendere una cura. Il risultato sarà la malattia non curata. Se avesse l'epilessia, il diabete, soffrisse di cuore, avesse avuto un tumore, non starebbe qui a pensare come sospendere le cure ma a cercare di vivere anche con la scocciatura di curarsi, sapendo che la qualità della sua vita e il controllo della malattia sono legate alla prosecuzione della cura. Di questa malattia non ha compreso ancora la natura e il meccanismo.
Chiunque sia malato o invalido ha difficoltà oggettive nel vivere. Rimettere di mezzo anche la malattia elimina per un po' il legame con la cura cosicché dopo un po' tutti i grandi progetti saranno semplicemente ostacolati dalla malattia che è ripresa.
Si faccia spiegare meglio e in maniera più ragionevole il senso di questi otto anni, che non è assolutamente l'essersi drogato o aver "sostituito" un'altra droga, o aver prolungato inutilmente una fase che doveva essere di passaggio. La cura ha lo scopo di mantenere bloccata la dipendenza e permettere la riabilitazione e la vita, a questo serve la cura, ed è servita. Come sta oggi dipende dalla cura fatta prima, e come starà "domani" dipenderà dalla cura che avrà fatto o che non avrà fatto.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.6k visite dal 24/10/2011.
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