Disturbo bipolare 1: terapia farmacologica da rivedere?

Gentili specialisti di Medicitalia,
vorrei sottoporvi una domanda.
A mio padre, due anni fa, è stato diagnosticato un grave disturbo bipolare, di tipo 1, con alternanza di violenti episodi maniacali e forti stati depressivi. E' in cura da uno psichiatra e attualmente assume : Zyprexa 10 mg (1 al giorno), Carbolithium 300 (3 volte al giorno, colazione, pranzo e cena) e Depakin 500 (1 al giorno). Lo psichiatra ci aveva assicurato che, aumentando il litio, il suo umore sarebbe tornato pressoché "stabile". Per qualche tempo, è stato mediamente bene, senza quelle terribili (e temibili) oscillazioni dell'umore, finché, da qualche mese ormai, è di nuovo subentrata la depressione. Mio padre trascorre la sua giornata interamente a letto, senza stimoli e apatico. Assente, immerso nel suo mondo e rintanato nel suo letto dove, a detta di lui, "sto bene, tanto non ho nulla da fare". Chiaramente, ha smesso di lavorare. Lo psichiatra dapprima ha tergiversato poi, vedendolo così ridotto, per "eccesso di prudenza" ha consigliato di introdurre, da oggi, Wellbutrin 150 (1 a colazione) e provare a vedere se lo risolleva un pò da quel letargo esistenziale non garantendo, però, risultati. Ha anche aggiunto che, da ultimo e per forza, potremo provare a somministrargli l'Anafranil (ma teme una reiterazione degli effetti ipomaniacali). E, intanto, lui resta a letto ( e i mesi passano). Ecco, la mia domanda è questa: possibile che la cura non sia giusta o debba essere rivista ulteriormente? E, soprattutto, possibile che si debba usare tutta questa cautela, preferendo tenerlo a letto, piuttosto che portarlo fuori da questo stato depressivo?
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

la stabilizzazione del disturbo bipolare richiede spesso tempo e un approccio polifarmacologico.
La terapia che prende suo padre per quel che sappiamo di lui smebra adatta ad un teorico disturbo bippolare.

Le ricadute sono possibili, non va sospeso il litio.

Per una risoluzione più veloce e controllare eventuali effetti collaterali dei farmaci sarebbe opportuno un ricovero in struttura ospedaliera o clinica per modificare la terapia.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

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Utente
Utente
Gentile Dr. Lai,
la ringrazio, intanto, per la risposta.
Il litio, mio padre, non l'ha mai sospeso da 2 anni a questa parte (anzi, lo psichiatra ha ritenuto opportuno alzarne la dose per poi mantenergliela agli attuali 900 mg il giorno, suddivisi in 3 assunzioni). Ha solo ridotto lo Zyprexa 10 mg : agli esordi della malattia, ne assumeva 2 al giorno, mentre oggi ne sta prendendo 1 soltanto. Concordo pienamente con Lei circa il ricovero così che venga monitorato di continuo e da specialisti, onde prevenire eventuali effetti collaterali. Il problema, ahimè, è che mio padre non accetterebbe mai di farsi ricoverare in una struttura clinica, men che meno ospedaliera (è già una bella conquista che abbia accettato la terapia farmacologica e che la segua costantemente).
Noto, da parte dello psichiatra che lo ha in cura (e da un altro suo collega, sempre psichiatra, che lo visitato) una certa cautela e titubanza (per non dire rifiuto) nel volergli somministrare un anti depressivo.
Da ultimo, e per forza, l'Anafranil, ma solo sotto stretta sorveglianza.
E, intanto, i mesi volano e lui resta a letto. Ci sarà un qualche modo per risollevarlo, voglio sperare.
Il Wellbutrin, che ha cominciato oggi, ha una qualche efficacia in tal senso?
E l'antidepressivo, in questi casi il triciclico, potrebbe essere un'ancora di salvataggio oppure è veramente così pericoloso?
Mi creda, non è facile vedere mio padre, che ha 59 anni, in questo stato, dopo 2 anni di cure per un disturbo da cui, si sa, non si guarisce. Ma sembra che anche la remissione dei sintomi sia solo un'oasi lontana.

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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Il disturbo bipolare è un disturbo cronico, ma se stabilizzato è del tutto compatibile con una vita normale.
Esistono diverse sottocategorie di disturbo bipolare che possono dare indicazioni sul possibile decorso e risposta ai farmaci, ma difficile sapere a quale appartiene suo padre.

Non è inmportante sapere quanti mg prende di litio, ma piuttosto qual'è il suo dosaggio nel sangue, la litiemia.
Gli specialisti del disturbo bipolare possono far variare la litiemia anche in base allo stato clinico del paziente. Se perdura lo stato depressivo potrebbe essere utile una leggerissima riduzione, ma questo va valutato clinicamente.

L'associazione con antidepressivi è sconsigliata perché ci può essere rischio di induzione di una fase maniacale e di alterazione del decorso della malattia con un aumento della frequenza di alti e bassi.

Il bupoprione è utilizzato da molti psichiatri e potrebbe essere di aiuto, ma va valutato dopo un tempo ragionevole di giorni o settimane. Intanto va sorvegliato lo stato clinico perché non cambi polarità.

Per tutte queste ragioni sarebbe meglio un ricovero perché intanto il tempo passa e nessuno glielo rende.

Qualora i farmaci non dovessero funzionare si può ricorrere alla terapia elettroconvulsivante (ECT).

Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dr. Lai,
la ringrazio, di nuovo, per la sua cortesia, per le esaurienti delucidazioni e, soprattutto, per la sua umanità, perché ha ben centrato il problema :"il tempo passa e nessuno glielo rende". Attualmente, il valore del dosaggio del litio nel sangue di mio padre è di 0, 71 (ha fatto le ultime analisi il 22 settembre 2011. Mentre, nelle penultime, in data 22 maggio, la litiemia era a 0,48).
Per quanto riguarda il Wellbutrin, vedremo, nelle prossime settimane, quali effetti farà, stando ben attenti che non si verifichino picchi maniacali. Speriamo che mio padre possa trovarne giovamento.
Lei parla, come ultimo tentativo, di terapia elettroconvulsivante.
In che cosa consiste esattamente e quali benefici potrebbe apportare?
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
La litiemia rientra nei dosaggi convenzionali e va bene.

La terapia elettroconvulsivante l'ho messa per ultima non perché la considero l'ultima spiaggia ma perché di solito nei paesi come l'Italia in cui non ci sono molte possibilità di accesso a questa tecnica, è difficile che le venga proposta.

Si tratta di una stimolazione elettrica del cervello, chiaramente è l'evoluzione dell'elettroshock in chiave moderna con tutte le migliorie apportate dalla moderna medicina.
Io ho la fortuna di averla nel mio armamentario terapeutico e spesso i pazienti bipolari rispondono bene, ma come per ogni terapia devono valutare i pro e i contro e vedere se c'è l'indicazione.

Può trovare tra gli articoli in questo sito delle ulteriori informazioni su questa tecnica.

Per il momento il bupropione è un tentativo razionale.

Cordiali saluti
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