Ansia colon irritabile somatizzazione xanax
Gentili dottori
Vi scrivo perché sinceramente sono un po’ perplesso. Vi racconto brevemente la mia storia.
Dopo alcuni anni segnati da una forte ansia e crisi di panico risolte con l’aiuto di uno psichiatra, pian piano ho cominciato a soffrire di leggeri disturbi gastrointestinali (difficoltà a digerire cibi più pesanti, se bevevo alcolici la sera il giorno dopo avevo bruciore di stomaco, il caffè mi causava dolore di stomaco e una strana sensazione di iperagitazione ecc). Poi dopo un altro anno sono cominciati i disturbi intestinali, prima con stipsi e feci molto dure, poi con feci molli. Il mio medico di famiglia ha detto che era ansia che si sfogava così e mi ha mandato da una psichiatra. Con la psichiatra ho riequilibrato molto la mia vita. Ho smesso di correre che era diventato un grande stress e anche il mio intestino è migliorato ma non è mai tornato normale. Infatti sono tre anni che faccio feci molli, quasi poltacee che a seconda dei periodi migliorano o peggiorano un po’. Se bevo un bicchiere di vino o di birra sento un senso di malessere nell’addome che dura anche diversi giorni.
Da quest’anno poi la situazione è peggiorata sensibilmente. In primavera dopo aver conosciuto la mia attuale ragazza l’ansia è aumentata e ho cominciato ad avere degli spasmi intestinali, specie nella regione a sinistra dell’ombelico, verso le undici del mattino. In concomitanza a questi spasmi sentivo debolezza, vertigini e sudore freddo. Il mio medico ha detto che era gastrite unita ad intestino irritabile e mi ha prescritto fermenti lattici, digerent, peridon e gaviscon. Dopo qualche settimana la situazione è rientrata nella norma. Poi il 10 luglio è morto mio padre e da li i sintomi si sono fatti molto forti. Variavano da acidità di stomaco con reflusso, spasmi intestinali, ogni tanto vertigini, attacchi di panico, stitichezza alternata a diarrea ecc. Ho provato i farmaci presi in primavera ma con scarso successo. Sono tornato dalla psichiatra che mi ha tolto tutti i farmaci e ha aggiunto xanax, fermenti lattici e psyllogel. Ho fatto analisi del sangue (con test per la celiachia) e sangue occulto, tutto ok. Poi ho fatto una visita con un gastroenterologo che mi ha detto che secondo lui non è nulla di grave ma ha consigliato gastroscopia e colonscopia perché sospetta una malattia organica tipo colite, colite microscopica o simili.
Ora qui sta il mio dubbio: la mia dottoressa di base e la mia psicologa (che sono amiche e sempre in contatto) ritengono che sia tutta una questione legata all’ansia e che anche se si riscontrasse una colite, questa nascerebbe dalla mia psiche. Il gastroenterologo invece ritiene che sia sindrome dell’intestino irritabile che colite dipenderebbero da cause organiche aggravate dallo stress e dall’ansia e che quindi bisognerebbe effettuare terapie appropriate. Quindi a chi dare ascolto?
In secondo luogo è possibile che lo xanax mi eviti le crisi di panico ma non rimuova la somatizzazione a livello addominale?
Vi scrivo perché sinceramente sono un po’ perplesso. Vi racconto brevemente la mia storia.
Dopo alcuni anni segnati da una forte ansia e crisi di panico risolte con l’aiuto di uno psichiatra, pian piano ho cominciato a soffrire di leggeri disturbi gastrointestinali (difficoltà a digerire cibi più pesanti, se bevevo alcolici la sera il giorno dopo avevo bruciore di stomaco, il caffè mi causava dolore di stomaco e una strana sensazione di iperagitazione ecc). Poi dopo un altro anno sono cominciati i disturbi intestinali, prima con stipsi e feci molto dure, poi con feci molli. Il mio medico di famiglia ha detto che era ansia che si sfogava così e mi ha mandato da una psichiatra. Con la psichiatra ho riequilibrato molto la mia vita. Ho smesso di correre che era diventato un grande stress e anche il mio intestino è migliorato ma non è mai tornato normale. Infatti sono tre anni che faccio feci molli, quasi poltacee che a seconda dei periodi migliorano o peggiorano un po’. Se bevo un bicchiere di vino o di birra sento un senso di malessere nell’addome che dura anche diversi giorni.
Da quest’anno poi la situazione è peggiorata sensibilmente. In primavera dopo aver conosciuto la mia attuale ragazza l’ansia è aumentata e ho cominciato ad avere degli spasmi intestinali, specie nella regione a sinistra dell’ombelico, verso le undici del mattino. In concomitanza a questi spasmi sentivo debolezza, vertigini e sudore freddo. Il mio medico ha detto che era gastrite unita ad intestino irritabile e mi ha prescritto fermenti lattici, digerent, peridon e gaviscon. Dopo qualche settimana la situazione è rientrata nella norma. Poi il 10 luglio è morto mio padre e da li i sintomi si sono fatti molto forti. Variavano da acidità di stomaco con reflusso, spasmi intestinali, ogni tanto vertigini, attacchi di panico, stitichezza alternata a diarrea ecc. Ho provato i farmaci presi in primavera ma con scarso successo. Sono tornato dalla psichiatra che mi ha tolto tutti i farmaci e ha aggiunto xanax, fermenti lattici e psyllogel. Ho fatto analisi del sangue (con test per la celiachia) e sangue occulto, tutto ok. Poi ho fatto una visita con un gastroenterologo che mi ha detto che secondo lui non è nulla di grave ma ha consigliato gastroscopia e colonscopia perché sospetta una malattia organica tipo colite, colite microscopica o simili.
Ora qui sta il mio dubbio: la mia dottoressa di base e la mia psicologa (che sono amiche e sempre in contatto) ritengono che sia tutta una questione legata all’ansia e che anche se si riscontrasse una colite, questa nascerebbe dalla mia psiche. Il gastroenterologo invece ritiene che sia sindrome dell’intestino irritabile che colite dipenderebbero da cause organiche aggravate dallo stress e dall’ansia e che quindi bisognerebbe effettuare terapie appropriate. Quindi a chi dare ascolto?
In secondo luogo è possibile che lo xanax mi eviti le crisi di panico ma non rimuova la somatizzazione a livello addominale?
[#1]
Gentile utente,
c'è un po' di confusione come spesso accade in questi quadri. La colite è colite. Il colon irritabile è una diagnosi diversa. In ogni caso niente deriva dall'ansia, si associa all'ansia, che è diverso, se mai è collegato al cervello, non alla psiche che non è un organo.
Ha ricevuto una diagnosi chiara alla base dei precedenti trattamenti, perché da una parte si parla di ansia o di disturbi legati all'ansia ma poi le cure sono quelle per un disturbo gastrointestinale generico, gastrico o intestinale basso.
Xanax non è un farmaco decisivo per i disturbi d'ansia, è un tampone momentaneo. Dovrebbe far chiarire meglio la diagnosi.
c'è un po' di confusione come spesso accade in questi quadri. La colite è colite. Il colon irritabile è una diagnosi diversa. In ogni caso niente deriva dall'ansia, si associa all'ansia, che è diverso, se mai è collegato al cervello, non alla psiche che non è un organo.
Ha ricevuto una diagnosi chiara alla base dei precedenti trattamenti, perché da una parte si parla di ansia o di disturbi legati all'ansia ma poi le cure sono quelle per un disturbo gastrointestinale generico, gastrico o intestinale basso.
Xanax non è un farmaco decisivo per i disturbi d'ansia, è un tampone momentaneo. Dovrebbe far chiarire meglio la diagnosi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentile dottore,
innanzi tutto la ringrazio per la sua risposta tempestiva. In effetti anche io faccio fatica a fare chiarezza in tutto questo quadro. Le spiego meglio. Quest'anno per le ragioni sopra descritte ho prima di tutto iniziato ad avere disturbi gastrointestinali. La mia dottoressa mi ha dato i farmaci riportati (tutti tranne lo xanax) facendo una diagnosi di intestino irritabile e gastrite. (una diagnosi senza esami strumentali). Secondo lei però questi disturbi deriverebbero esclusivamente dal mio essere ansioso. Testuali parole sue:"Tu sei sanissimo e non hai nessun problema organico. Deriva tutto dalla tua testa".
Visto che i farmaci per i disturbi gastrointestinali non facevano effetto, mi ha prescritto xanax. E sono subito tornato dalla psichiatra che ha confermato la diagnosi della dottoressa affermando che io somatizzo le emozioni nella pancia. Nel frattempo era cominciata anche qualche crisi di panico.
Io però non molto convinto dalla facilità con la quale era stato diagnosticato l'intestino irritabile sono andato da un gastroenterologo che in effetti ha detto che per una diagnosi corretta bisogna effettuare colonscopia (per escludere coliti, che effettuerò a dicembre) e test di lattulosio, glucosio e lattosio per escludere intolleranze e presenze anomale di batteri nell'intestino tenue.
Detto questo il dubbio inizia ora. Qualsiasi diagnosi effettuata dopo la colonscopia, sia che si tratti di colite o di intestino irritabile la mia psichiatra dirà sempre che la causa è psicologica, mentre il gastroenterologo dirà che è organica e quindi le terapie saranno di natura diversa. E questo mi spiazza un po'.
Io desidero sapere la sua opinione riguardo a questa domanda: la somatizzazione può generare disturbi intestinali come coliti o colon irritabile o invece va solo ad aggravare su una situazione già esistente di cause organiche?
Grazie per l'attenzione.
innanzi tutto la ringrazio per la sua risposta tempestiva. In effetti anche io faccio fatica a fare chiarezza in tutto questo quadro. Le spiego meglio. Quest'anno per le ragioni sopra descritte ho prima di tutto iniziato ad avere disturbi gastrointestinali. La mia dottoressa mi ha dato i farmaci riportati (tutti tranne lo xanax) facendo una diagnosi di intestino irritabile e gastrite. (una diagnosi senza esami strumentali). Secondo lei però questi disturbi deriverebbero esclusivamente dal mio essere ansioso. Testuali parole sue:"Tu sei sanissimo e non hai nessun problema organico. Deriva tutto dalla tua testa".
Visto che i farmaci per i disturbi gastrointestinali non facevano effetto, mi ha prescritto xanax. E sono subito tornato dalla psichiatra che ha confermato la diagnosi della dottoressa affermando che io somatizzo le emozioni nella pancia. Nel frattempo era cominciata anche qualche crisi di panico.
Io però non molto convinto dalla facilità con la quale era stato diagnosticato l'intestino irritabile sono andato da un gastroenterologo che in effetti ha detto che per una diagnosi corretta bisogna effettuare colonscopia (per escludere coliti, che effettuerò a dicembre) e test di lattulosio, glucosio e lattosio per escludere intolleranze e presenze anomale di batteri nell'intestino tenue.
Detto questo il dubbio inizia ora. Qualsiasi diagnosi effettuata dopo la colonscopia, sia che si tratti di colite o di intestino irritabile la mia psichiatra dirà sempre che la causa è psicologica, mentre il gastroenterologo dirà che è organica e quindi le terapie saranno di natura diversa. E questo mi spiazza un po'.
Io desidero sapere la sua opinione riguardo a questa domanda: la somatizzazione può generare disturbi intestinali come coliti o colon irritabile o invece va solo ad aggravare su una situazione già esistente di cause organiche?
Grazie per l'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 47.2k visite dal 27/09/2011.
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