Mirapexin e agomelatina

Desiderei tornare sul tema Mirapexin: sono un paziente di quasi 57 anni curato per disturbi dell'umore presenti fin dalla prima infanzia accompagnati da una sempre più marcata presenza di ansia sociale e generalizzata, doc e mi sembra sufficente. Il tutto ha naturalmente gravemente influito sulla qualità della mia vita. Per disturbi dell'umore si intenderebbe da parte degli specialisti almeno inizialmente di distimia. Oggi non saprei propriamente cosa. Attualmente assumo; efexor 225mg, gabapentin 600mg,paroxetina20mg, alprazolam 3x5gc, il tutto distribuito nell'arco di una giornata. Risultato: accentuato sollievo dal doc,diminuizione dell'ansia generalizzata direi al 50/100, miglioramento dell'umore al 65/100 fobia sociale incresciosa (mi sento un verme e ho la faccia perennemente "incattivita" per mie presunte ignominie, cosa che non facilita il contatto con le persone. Domande può essere utile il mirapexin? Che cosa si può dire delle effettive proprietà farmacologiche dell'agomelatina? Grazie di cuore.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

queste domande dovrebbe porle al suo psichiatra curante.

Comunque il MIRAPEXIN potrebbe essere utile, perché no, si da per un motivo preciso e se lei ritiene che non le serva deve dirlo al suo medico.

L'AGOMELATINA è un farmaco non ancora in commercio, mi sembra. E' un derivato della melatonina noto ormone prodotto dal nostro organismo che interviene nei ritmi circadiani (sonno-veglia) e come antiossidante.

I suoi disturbi si possono curare con farmaci già esistenti e penso che quelli che prende vadano bene, mi lascia perplesso la sua fobia sociale incattivita che attribuirei più alla sua distimia.

Concludendo: i farmaci che prende possono anche bene. Deve avere pazienza e fiducia nel suo medico e parlare con lui dei suoi dubbi, anche dei farmaci.

Cordiali saluti
Massimo Lai

Massimo Lai, MD

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Attivo dal 2007 al 2011
Ex utente
Desidero ringraziare il dott. Lai per la risposta tempistivissima. Sono soddisfatto, mi attardo tuttavia sul tema della mimica facciale per curiosità mia e forse di altri. Una psicologa mi ha detto che sono un campione di aggressività passiva e in questo caso assumo una mimica disperata e piangente di persona giustamente bastonata poi scivolo verso un'espressione da Torquemada che dura insieme all'altra per tutto iltempo in cui mi sento scoperto dai farmaci. Per il resto due annotazioni: mio padre ha sempre sofferto di un disturbo della personalità di tipo paranoide mentre mia sorella purtroppo soffre di schizofrenia paranoica sufficentemente "aggiustata " dai farmaci. grazie per l'attenzione.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
In effetti la mimica facciale è una finestra sulle nostre emozioni. La sua descrizione mi sembra efficace, ma non saprei a cosa attribuirla senza vederla in faccia. La personalità paranoidea potrebbe essere una spiegazione anche per lei.

Cordiali saluti
Massimo Lai
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Attivo dal 2007 al 2011
Ex utente
Cerchrò di parlarne se ne avrò la forza al mio Psichiatra. E' un professionista molto valido. Confido nel fatto che conosce le mie facce da molto tempo. Grazie per l'attenzione.
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Attivo dal 2007 al 2011
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Attivo dal 2007 al 2011
Ex utente


Gentile dottor Lai lei conosce la mia anamnesi (utente52113) ed è per me un gran bel sollievo non dovergliela riproporre.
Circa tre o quattro mesi orsono ho sospeso la terapia farmacologica (gabapentin300x3, 300mg di efexor ed alprazolam al bisogno.
Complessivamente la mia condizione clinica è rimasta stazionaria senza alcun peggioramento dovuta alla mancata somministrazione dei farmaci. La sospensione è stata decisa esclusivamente dal sottoscritto.
Rimaneva una condizione di ansia generalizzata, con occhi"appallati" 12 ore su 24 e conseguente dispendio di energie al limite della decenza, (fuggivo da tutto e tutti)
Da circa tre giorni, sempre di mia iniziativa assumo 150mg di gabapentin insieme ad 1mg di clonazepam ovvero Rivotril e mi sembra di essere ritornato in possesso della mia integrita psichica e anche, di un discreto buon umore. Mi aiuti a capire! Un saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Complessivamente la mia condizione clinica è rimasta stazionaria senza alcun peggioramento dovuta alla mancata somministrazione dei farmaci. La sospensione è stata decisa esclusivamente dal sottoscritto."

Mi scusi se intervengo nell'attesa che il Dr.Lai risponda, ma che senso ha questa frase ? Non è peggiorato perché ha smesso e medicine - quindi prendendo le medicine si attendeva di peggiorare ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2007 al 2011
Ex utente

rispondo al dott. Pacini: in seguito alla mancata assunzione dei farmaci pensavo di peggiorare. Le mie condizioni cliniche, così come io le ho percepite sono rimaste quasi invariate, magari con un incremento della fiducia in me stesso presumo legata alla diminuizione della dipendenza dai farmaci. per quanto riguarda l'auto prescrizione di 150mg di gabapentin insieme con 1 mg di rivotril, l'assunzione dei farmaci avviene la mattina e la sera a stomaco vuoto così che nell'insieme assumo 300mg di gabapentin e 2mg di rivotril. Non assumo farmaci di alcun altro genere. Possono esserci effetti avversi?
La qualità della mia vita relazionale mi sembra molto migliorata: mantengo il contatto visivo con i miei interlocutori, ho più spirito di iniziativa e mi intrattengo senza troppo disagio con le ragazze.
Concludo riferendo che gia in passato il gabapentin attenuava la mia ansia generalizzata ma non in maniera così marcata come ora in associazione con 1mg di rivotril
E' forse troppo presto per trarre le mie conclusioni visto che sono passat appena quattro o cinque giorni? Effetto placebo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Riparto dalla fine del suo messaggio. Più che altro, qualche mese è poco per dire se la sua dipendenza dai farmaci non c'è più, il che significherebbe che la sua malattia è annullata. Non lo sappiamo. L'umore attraversa fasi, quindi "a periodi" si può non avvertire la differenza nel sospendere i farmaci, il che non significa che non se ne abbia più bisogno in senso preventivo.
L'autoprescrizione è basata sull'illusione di conoscere bene i propri sintomi: chi più di lei può conoscere i sintomi che lei ha addosso, quando aumentano, quando si riducono, in che circostanze etc ? E invece lo psichiatra li conosce meglio perché purtroppo la percezione che uno ha del proprio disturbo non aiuta sempre (quasi mai) a gestirlo fino all'estinzione o al controllo stabile. Per questo è meglio una guida "esterna".
Ricontatti il suo specialista o un altro e si faccia reimpostare una cura sulla base del suo giudizio.
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