La sertralina sembra non avere alcun effetto
Salve,
Vi scrivo per parlarvi del caso della mia fidanzata attualmente in cura presso uno psichiatra per depressione maggiore.
Durante la scorsa estate ho notato in lei un cambiamento di atteggiamento. Non era più gioiosa come al suo solito, era come se il suo sguardo, e in particolare i suoi occhi, avessero perso la brillantezza di un tempo. Credetemi, la mia fidanzata (stiamo assieme da 6 anni) è sempre stata una persona piena di gioia di vivere. Premetto che a maggio era morta sua nonna a cui era legatissima.
Comunque, dopo un periodo molto duro per me fra luglio e settembre (ho sostenuto un concorso universitario lungo ed estenuante), lei ha cominciato a dimostrarsi un pò più lontana. Veniamo al mese di settembre. Una volta terminato il concorso, sento che non ci sono più ostacoli per una vita assieme e le chiedo di sposarci. La sua reazione è un attacco di ansia. Eppure il matrimonio con me è quello che aveva sempre sognato fino al giugno precedente. Non vi dico quante volte ne aveva parlato con speranza e con insistenza. Io avevo sempre nicchiato, ma mi rendo conto che molto era legato all'insicurezza lavorativa ed abitativa (sono stato per diversi anni un ricercatore precario dell'università).
All'inizio sembra che il problema sia fra noi due, ma poi, parlando, lei mi dice che già da giugno-luglio ha iniziato a sentirsi triste, con un tono dell'umore decisamente più basso del solito.
In breve, con il mese di settembre (lei dice prima della mia richiesta di matrimonio) iniziano dolori, mal di testa, insonnia, problemi gastrici. Il 2 novembre va finalmente da uno psichiatra perchè io temo si tratti di depressione. Lei non ci vuole credere e va dallo specialista con sfiducia ma non con riluttanza. Lo specialista conferma in pieno la diagnosi di depressione maggiore. le prescrive zoloft 50 mg che sta assumendo tuttora (è salita recentemente a 75 mg). Non dorme bene ormai da tre mesi, nonostante le gocce prescrittele dallo specialista. Lo zoloft non sembra sortire grandi effetti. L'unico miglioramento riguarda i sintomi fisici (dolori, cefalea etc.) ma l'umore rimane nero, permangono crisi di pianto e grande sfiducia nel nostro rapporto. Dice di non provare più amore per me, di provare ansia al pensiero di vederci. Non abbiamo più rapporti da oltre un mese e mi è proibito dormire a casa sua. Per Natale non vuole che pranziamo assieme.
Io ho letto su diversi testi e sui forum on line che la depressione può generare anche sentimenti di ripulsa verso il partner. Prima dell'episodio depressivo eravamo una coppia solida e felice. Posso dire con certezza che lei era entusiasta del nostro rapporto. Lo dicono anche i suoi genitori ed i suoi amici.
Quando a fine novembre, per pochi giorni (non più di dieci) è stata meglio (rideva per la prima volta da tre mesi) mi diceva che vedeva con molta più fiducia il nostro rapporto. Ora le cose sono peggiorate. La sertralina sembra non avere alcun effetto. Tutto è nero e anche il nostro rapporto le crea ansia. Continua comunque ad andare a lavoro, essendo maestra il lavoro le dà comunque serenità. Continua anche a vedere, seppur con difficoltà, un paio di sue amiche che hanno avuto da poco tempo un bambino.
Mi ha chiesto di allontanarmi e di non vederci per un pò. In questi mesi ho fatto di tutto per lei, ma mi sembra di scontrarmi con un muro di gomma. Cosa devo fare? Assecondare il suo desiderio di stare da sola? Può la depressione creare "disinnamoramento" e ansia per il futuro? E' giusto separarsi in questo momento? Inoltre, se i 75 mg di zoloft non fanno effetto (siamo ormai a 7 settimane di terapia) non sarebbe corretto cambiare principio attivo?
Vi prego di darmi un consiglio, anche se so che non è facile.
Grazie
Vi scrivo per parlarvi del caso della mia fidanzata attualmente in cura presso uno psichiatra per depressione maggiore.
Durante la scorsa estate ho notato in lei un cambiamento di atteggiamento. Non era più gioiosa come al suo solito, era come se il suo sguardo, e in particolare i suoi occhi, avessero perso la brillantezza di un tempo. Credetemi, la mia fidanzata (stiamo assieme da 6 anni) è sempre stata una persona piena di gioia di vivere. Premetto che a maggio era morta sua nonna a cui era legatissima.
Comunque, dopo un periodo molto duro per me fra luglio e settembre (ho sostenuto un concorso universitario lungo ed estenuante), lei ha cominciato a dimostrarsi un pò più lontana. Veniamo al mese di settembre. Una volta terminato il concorso, sento che non ci sono più ostacoli per una vita assieme e le chiedo di sposarci. La sua reazione è un attacco di ansia. Eppure il matrimonio con me è quello che aveva sempre sognato fino al giugno precedente. Non vi dico quante volte ne aveva parlato con speranza e con insistenza. Io avevo sempre nicchiato, ma mi rendo conto che molto era legato all'insicurezza lavorativa ed abitativa (sono stato per diversi anni un ricercatore precario dell'università).
All'inizio sembra che il problema sia fra noi due, ma poi, parlando, lei mi dice che già da giugno-luglio ha iniziato a sentirsi triste, con un tono dell'umore decisamente più basso del solito.
In breve, con il mese di settembre (lei dice prima della mia richiesta di matrimonio) iniziano dolori, mal di testa, insonnia, problemi gastrici. Il 2 novembre va finalmente da uno psichiatra perchè io temo si tratti di depressione. Lei non ci vuole credere e va dallo specialista con sfiducia ma non con riluttanza. Lo specialista conferma in pieno la diagnosi di depressione maggiore. le prescrive zoloft 50 mg che sta assumendo tuttora (è salita recentemente a 75 mg). Non dorme bene ormai da tre mesi, nonostante le gocce prescrittele dallo specialista. Lo zoloft non sembra sortire grandi effetti. L'unico miglioramento riguarda i sintomi fisici (dolori, cefalea etc.) ma l'umore rimane nero, permangono crisi di pianto e grande sfiducia nel nostro rapporto. Dice di non provare più amore per me, di provare ansia al pensiero di vederci. Non abbiamo più rapporti da oltre un mese e mi è proibito dormire a casa sua. Per Natale non vuole che pranziamo assieme.
Io ho letto su diversi testi e sui forum on line che la depressione può generare anche sentimenti di ripulsa verso il partner. Prima dell'episodio depressivo eravamo una coppia solida e felice. Posso dire con certezza che lei era entusiasta del nostro rapporto. Lo dicono anche i suoi genitori ed i suoi amici.
Quando a fine novembre, per pochi giorni (non più di dieci) è stata meglio (rideva per la prima volta da tre mesi) mi diceva che vedeva con molta più fiducia il nostro rapporto. Ora le cose sono peggiorate. La sertralina sembra non avere alcun effetto. Tutto è nero e anche il nostro rapporto le crea ansia. Continua comunque ad andare a lavoro, essendo maestra il lavoro le dà comunque serenità. Continua anche a vedere, seppur con difficoltà, un paio di sue amiche che hanno avuto da poco tempo un bambino.
Mi ha chiesto di allontanarmi e di non vederci per un pò. In questi mesi ho fatto di tutto per lei, ma mi sembra di scontrarmi con un muro di gomma. Cosa devo fare? Assecondare il suo desiderio di stare da sola? Può la depressione creare "disinnamoramento" e ansia per il futuro? E' giusto separarsi in questo momento? Inoltre, se i 75 mg di zoloft non fanno effetto (siamo ormai a 7 settimane di terapia) non sarebbe corretto cambiare principio attivo?
Vi prego di darmi un consiglio, anche se so che non è facile.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
la valutazione clinica della situazione della sua fidanzata spetta al suo curante che potra' valutare la situazione in funzione di quanto la sua fidanzata racconta in sede di visita.
Potrebbe anche ipotizzarsi che la condizione di "depressione" sia indipendente dalle valutazioni fatte dalla sua fidanzata in merito al vostro rapporto.
Credo che un colloquio chiarificatore sia alla base di una attenta valutazione dei fatti, senza influenzamenti relativi allo stato clinico attuale della sua fidanzata.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
la valutazione clinica della situazione della sua fidanzata spetta al suo curante che potra' valutare la situazione in funzione di quanto la sua fidanzata racconta in sede di visita.
Potrebbe anche ipotizzarsi che la condizione di "depressione" sia indipendente dalle valutazioni fatte dalla sua fidanzata in merito al vostro rapporto.
Credo che un colloquio chiarificatore sia alla base di una attenta valutazione dei fatti, senza influenzamenti relativi allo stato clinico attuale della sua fidanzata.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Gentile utente,
potrebbe essere che la sua fidanzata abbia fatto delle valutazioni diverse indipendentemente dalla depressione.
Il dosaggio di 75 mg viene valutato dal medico prescrittore in funzione di quanto espresso durante la visita dalla sua fidanzata.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
potrebbe essere che la sua fidanzata abbia fatto delle valutazioni diverse indipendentemente dalla depressione.
Il dosaggio di 75 mg viene valutato dal medico prescrittore in funzione di quanto espresso durante la visita dalla sua fidanzata.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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