Confusione stanchezza panico

gentili dottori buongiorno.
per descrivere il mio confuso disagio forse avrei bisogno di decine di pagine; provo a fornire in poche righe qualche indicazione essenziale del mio stato d'animo.
sono un soggetto a cui, in passato, è sempre piaciuto lavorare, ricordo che nell'azienda in cui lavoravo prima (20 anni fa) dopo che conquistai la loro massima fiducia dovettero darmi le chiavi dell'ufficio perchè non andavo mai via a casa prima delle 22,00, ero lì anche il sabato pomeriggio prima di vedermi la sera con il gruppo amici. ora il solo pensiero di dover andare a lavorare mi blocca e mi spaventa, sono sempre stanco, non riesco a concentrarmi, faccio fatica anche a leggere delle disposizioni di poche righe che, quindi, ho bisogno di rileggere più volte. ho repentini sbalzi d'umore, a volte rido di gusto per delle situazioni esilaranti ma improvvisamente penso ai miei disagi e mi rattristo improvvisamente. starei settimane intere in casa (con le serrande abbassate) senza uscire e, mi vergogno a dirlo, senza lavarmi, cosa possibile quando prendo giorni di ferie o sono in malattia. per ogni problemino quasi mi paralizzo e quasi mi si blocca il respiro. ultimo banalissimo esempio in ordine cronologico: si è fulminata la lampadina dello stop all'auto e sono andato in crisi (preoccupato e paralizzato, quasi in panico) al pensiero di dover risolvere il problema.
quanto alla stanchezza e alle difficoltà sul lavoro di capire ciò che leggo, di capire come lavorare (faccio tanta fatica) devo dire che ho un linfoma e ho subito chemioterapia ma la situazione descritta è ben più antica rispetto alla nuova patologia e alla terapia somministratami e, quindi, credo non c'entri nulla.
cordiali saluti