Ansia e attacco di panico violento
premetto che sin da piccolo, sono stato sempre molto ansioso e questo disturbo mi ha causato non pochi problemi nella vita sociale. Da un paio di anni a questa parte, i miei disturbi si sono accentuati, causandomi problemi in special modo nei rapporti con la gente, visto che la mia attività lavorativa mi porta ad avere frequenti contatti/scontri(purtroppo) con il pubblico. Mi capita ad esempio che appena ho qualche contrarietà o diverbio, anche lievissimo, con qualcuno, inizio immotivatamente a tremare, a non riuscire a parlare e a sentirmi male, palpitazioni con frequenze cardiache elevatissime, extrasistole ripetute e voglia di andarmene e fuggire via (senza alcun senso). Ho fatto vari accertamenti cardiaci, tiroidei, ma i medici mi dicono che tutto è a posto e che ho i classici sintomi da "cuore nevrotico" (strana definizione...)tempo fa sono finito al Pronto socc. per una tachicardia (sinusale) di 180 bpm...così senza alcun motivo particolare...Alcuni giorni addietro, andando a prendere in macchina mio figlio a scuola, imbottigliato nel traffico e con la probabilità di non arrivare in tempo all'orario d'uscita, ho avuto un tremendo attacco di panico (mi sentivo morire) tanto che (col fine di calmarmi un po) mi sono dato un pugno in una gamba ed ancora zoppico...Credo che sia arrivato il momento di intraprendere una terapia farmacologica. A tal proposito, vorrei sapere che tipi di terapia al momento sono valide e se gli effetti collaterali sono pesanti. Inoltre, nella mia città, vi si trova qualche bravo specialista di cui ci si può fidare, vista la delicatezza del problema. grazie!!!
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Salve,
i colleghi psichiatri saranno sicuramente più esaurienti di me. Ad ogni modo posso rassicurarla sul fatto che il protocollo di cura per i disturbi da attacco di panico prevedono l'utilizzo di un farmaco della categoria degli antidepressivi e, a discrezione del curante, l'utilizzo di una benzodiazepina che può essere messa in terapia per le prime settimane/mesi e poi scalata, oppure assunta al bisogno.
Quando parlo di antidepressivo non mi riferisco al fatto che lei ha la depressione; intendo dire che, al giorno d'oggi, tutti (o quasi) i farmaci antidepressivi hanno (eventualmente a dosaggio minore) potenti effetti ansiolitici. I primi benefici si notano dopo 2-3 settimane dall'inizio della terapia, mentre effetti palesi di miglioramento sopraggiungono in genere al secondo-terzo mese, ma, sia chiaro, è tutta una strada in salita. Io, personalmente, preferisco, tra gli antidepressivi, la categoria degli SSRI, sigla inglese che, tradotta in italiano sta per "inibitori della ricaptazione di Serotonina".
Infatti, nella maggior parte dei casi, è questa particolare molecola che viene "intrappolata" nei neuroni e, una volta liberata, esplica la sua azione anti-panico.
Scendendo sempre più nello specifico, la mia preferenza personale (condivisibile o meno dallo psichiatra da cui si farà curare Lei) cade sulla Paroxetina, molecola che ho constatato personalmente dare ottimi risultati nell'eradicazione dei disturbi di Panico.
Per quanto riguarda la benzodiazepina, che per capirci può essere il famoso "Lexotan" di cui lei avrà già sentito parlare spesso, la scelta della molecola, e il modo e tempo di somministrazione, sono da stabilire in base a come lei vive attualmetne il problema, in base al tipo del suo lavoro, al tipo di impegno e attenzione richiesti, se viaggia spesso o meno, se in macchina o con mezzi pubblici, se con l'aereo.
Per quanto riguarda effetti collaterali, posso assicurarle che, bandendo tutti quelli che vengono comunemente riportati sui vari "bugiardini", gli antidepressivi SSRI presentano soltanto dei sintomi da "sospensione" (nel malaugurato caso che lei decisesse da solo di sospendere la terapia o finisce la scatola e le farmacie sono chiuse nei fine settimana) che non sono altro che Cefalea e Nausea, nulla di più (a quanto ne so).
Gli ansiolitici invece, come è normale, soprattutto nei primi giorni di terapia, possono dare una sedazione un pò eccessiva, ed eventualmetne un temporaneo rallentamento delle attività motorie, ma tutto, come ripeto, temporaneo e destinato a scomparire nell'arco di pochi giorni. Se non scompare, eventualmente ci si rivolge allo psichiatra curante, e si prova a modificare il modo di somministrazione del farmaco (parlo nel caso che lo specialista opti per una terapia in associazione al SSRI, piuttosto che ad un uso al bisogno della benzodiazepina in causa).
Consulti quindi lo Psichiatra e ci faccia sapere.
i colleghi psichiatri saranno sicuramente più esaurienti di me. Ad ogni modo posso rassicurarla sul fatto che il protocollo di cura per i disturbi da attacco di panico prevedono l'utilizzo di un farmaco della categoria degli antidepressivi e, a discrezione del curante, l'utilizzo di una benzodiazepina che può essere messa in terapia per le prime settimane/mesi e poi scalata, oppure assunta al bisogno.
Quando parlo di antidepressivo non mi riferisco al fatto che lei ha la depressione; intendo dire che, al giorno d'oggi, tutti (o quasi) i farmaci antidepressivi hanno (eventualmente a dosaggio minore) potenti effetti ansiolitici. I primi benefici si notano dopo 2-3 settimane dall'inizio della terapia, mentre effetti palesi di miglioramento sopraggiungono in genere al secondo-terzo mese, ma, sia chiaro, è tutta una strada in salita. Io, personalmente, preferisco, tra gli antidepressivi, la categoria degli SSRI, sigla inglese che, tradotta in italiano sta per "inibitori della ricaptazione di Serotonina".
Infatti, nella maggior parte dei casi, è questa particolare molecola che viene "intrappolata" nei neuroni e, una volta liberata, esplica la sua azione anti-panico.
Scendendo sempre più nello specifico, la mia preferenza personale (condivisibile o meno dallo psichiatra da cui si farà curare Lei) cade sulla Paroxetina, molecola che ho constatato personalmente dare ottimi risultati nell'eradicazione dei disturbi di Panico.
Per quanto riguarda la benzodiazepina, che per capirci può essere il famoso "Lexotan" di cui lei avrà già sentito parlare spesso, la scelta della molecola, e il modo e tempo di somministrazione, sono da stabilire in base a come lei vive attualmetne il problema, in base al tipo del suo lavoro, al tipo di impegno e attenzione richiesti, se viaggia spesso o meno, se in macchina o con mezzi pubblici, se con l'aereo.
Per quanto riguarda effetti collaterali, posso assicurarle che, bandendo tutti quelli che vengono comunemente riportati sui vari "bugiardini", gli antidepressivi SSRI presentano soltanto dei sintomi da "sospensione" (nel malaugurato caso che lei decisesse da solo di sospendere la terapia o finisce la scatola e le farmacie sono chiuse nei fine settimana) che non sono altro che Cefalea e Nausea, nulla di più (a quanto ne so).
Gli ansiolitici invece, come è normale, soprattutto nei primi giorni di terapia, possono dare una sedazione un pò eccessiva, ed eventualmetne un temporaneo rallentamento delle attività motorie, ma tutto, come ripeto, temporaneo e destinato a scomparire nell'arco di pochi giorni. Se non scompare, eventualmente ci si rivolge allo psichiatra curante, e si prova a modificare il modo di somministrazione del farmaco (parlo nel caso che lo specialista opti per una terapia in associazione al SSRI, piuttosto che ad un uso al bisogno della benzodiazepina in causa).
Consulti quindi lo Psichiatra e ci faccia sapere.
Dott. Davide Ventre
Specialista in Cardiologia
Tel. 037483016 - 03094930891
e-mail: dott.davideventre@gmail.com
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Gentile utente,
nel caso in cui prendesse in considerazione il supporto di una terapia psicologica oltre che farmacologica, le segnalo il seguente link che fa riferimento a specialisti in psicoterapia cognitivo comportamentale della sua regione.
http://www.aiamc.it/sicilia.htm
Cordialmente,
dr. Chiara Cimbro.
nel caso in cui prendesse in considerazione il supporto di una terapia psicologica oltre che farmacologica, le segnalo il seguente link che fa riferimento a specialisti in psicoterapia cognitivo comportamentale della sua regione.
http://www.aiamc.it/sicilia.htm
Cordialmente,
dr. Chiara Cimbro.
Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta
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Gentile utente,
concordo con quanto espresso dal Dott. Ventre nel consigliarle una terapia con un antidepressivo "serotoninergico" che darà brillanti risultati contro gli attacchi di panico.
Cordialmente.
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
concordo con quanto espresso dal Dott. Ventre nel consigliarle una terapia con un antidepressivo "serotoninergico" che darà brillanti risultati contro gli attacchi di panico.
Cordialmente.
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
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Utente
ho iniziato la terapia dal 29/01/2008 con sereupin (per 5 gg mezza cps e poi una intera) xanax 5 gocce 3 volte al dì e un quarto di cps di lobivon al gg....da due giorni però ho un disturbo strano: nel campo visivo dell'occhio dx noto un'archetto e una macchiolina grigiastra fissi e persistenti, come se fossi stato abbagliato da una fonte forte di luce. Ho contattato lo psichiatra e mi ha detto che non dovrebbe esserci una relazione con la cura che sto facendo e che al limite avrei potuto accusare un lieve abbassamento della vista (ma non mi è parso tanto convinto)sono andato dunque da un'oculista il quale mi ha visitato (anche il fondo oculare dilatando la pupilla) dicendomi che non trovava nulla di anormale a livello oculistico. Visto il mio stato d'ansia, il disturbo mi da molto fastidio, compromettendo (secondo me)la cura e gli effetti dei farmaci. E' il caso di fare ulteriori accertamenti neurologici? grazie!!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 10.6k visite dal 09/12/2007.
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Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.