Mancata prescrizione esami pre-assunzione valdoxan
Buongiorno.
La terapia farmacologica a cui sono sottoposto prevede l'assunzione di VALDOXAN (1 compressa da 25mg/giorno). A 2 mesi dall'inizio della terapia, avendo io lamentato mal di testa e sonnolenza, lo psichiatra mi ha prescritto un esame di controllo della funzionalità epatica.
Oggi, parlando con un altro psichiatra, ho scoperto che tale esame viene prescritto di prassi PRIMA di iniziare l'assunzione del VALDOXAN.
Ora, sono piuttosto sicuro di non avere problemi (diminuendo il dosaggio del farmaco sono spariti sia la sonnolenza che il mal di testa), ma quando si parla di malattie gravi come l'epatite è chiaro che viene da chiedersi perchè gli esami non sono stati prescritti subito come da norma ma bensì 2 mesi dopo. Il medico si è semplicemente basato sulla mia dichiarazione di non avere problemi epatici?
Sicuramente mi sfugge qualcosa e non sto accusando il mio medico di negligenza però, essendo ignorante in materia, mi chiedo a quale scopo mi sono stati prescritti gli esami 2 mesi dopo e non inizialmente.
Gli esami della funzionalità epatica possono rivelare una "semplice" variazione dei valori, per cui non mi sono stati prescritti inizialmente ma soltanto adesso?
Documentandomi online ho scoperto che questi esami vengono effettuati periodicamente durante tutta la terapia, per cui immagino si tratti di monitorare determinati valori, ma vorrei capirci meglio.
Ringrazio anticipatamente e mi scuso per il post lungo!
La terapia farmacologica a cui sono sottoposto prevede l'assunzione di VALDOXAN (1 compressa da 25mg/giorno). A 2 mesi dall'inizio della terapia, avendo io lamentato mal di testa e sonnolenza, lo psichiatra mi ha prescritto un esame di controllo della funzionalità epatica.
Oggi, parlando con un altro psichiatra, ho scoperto che tale esame viene prescritto di prassi PRIMA di iniziare l'assunzione del VALDOXAN.
Ora, sono piuttosto sicuro di non avere problemi (diminuendo il dosaggio del farmaco sono spariti sia la sonnolenza che il mal di testa), ma quando si parla di malattie gravi come l'epatite è chiaro che viene da chiedersi perchè gli esami non sono stati prescritti subito come da norma ma bensì 2 mesi dopo. Il medico si è semplicemente basato sulla mia dichiarazione di non avere problemi epatici?
Sicuramente mi sfugge qualcosa e non sto accusando il mio medico di negligenza però, essendo ignorante in materia, mi chiedo a quale scopo mi sono stati prescritti gli esami 2 mesi dopo e non inizialmente.
Gli esami della funzionalità epatica possono rivelare una "semplice" variazione dei valori, per cui non mi sono stati prescritti inizialmente ma soltanto adesso?
Documentandomi online ho scoperto che questi esami vengono effettuati periodicamente durante tutta la terapia, per cui immagino si tratti di monitorare determinati valori, ma vorrei capirci meglio.
Ringrazio anticipatamente e mi scuso per il post lungo!
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Gentile utente,
non c'è dubbio: secondo le raccomandazioni dei manufattori, i controlli ematici della funzionalità epatica in terapia con Agomelatina (nome commerciale: Valdoxan) devono essere eseguiti all'inizio della cura, dopo 6 settimane, 12 settimane e 24 settimane, e poi in base alle valutazioni cliniche.
Tanti farmaci sono ancora più tossici per il fegato rispetto all'Agomelatina, ma non sono indicati di routine gli esami della funzionalità del fegato in tutti i pazienti che li assumono. Tuttavia, l'Agomelatina è un farmaco nuovo, ancora poco sperimentato, e per questo motivo gli standard sono più rigidi.
Sono le raccomandazioni dei produttori del farmaco, che servono per tutelare soprattutto la ditta produttrice del farmaco, ma anche i consumatori ed il medico prescrittore. Ma si vede che non tutti i medici li seguono alla lettera.. Dal punto di vista clinico, decide il medico e, se, non seguendo le raccomandazioni dei manufattori, succedesse qualcosa, ne avrebbe la piena responsabilità lui (non i produttori del farmaco), e Lei avrebbe il diritto di rivolgere le Sue accuse contro il medico.
Il farmaco è controindicato (non si può assumerlo) se la persona è affetta da cirrosi o insufficienza epatica. Tale condizione si può escludere completamente in teoria solo con gli esami di laboratorio, ma in pratica si può basarsi anche sull'esame obbiettivo fisico e sull'anamnesi (quello che riferisce il paziente sulla sua storia e sullo stato attuale) i quali, anzi, di regola vengono eseguiti prima di richiedere gli esami di laboratorio.
Il Suo medico ha verosimilmente ricordato delle controindicazioni, ma ha escluso, senza ricorrere agli esami di laboratorio, che Lei potesse avere l'insufficienza epatica.
Siccome questo farmaco è potenzialmente tossico per il fegato, la tossicità può manifestarsi anche sul fegato sano, e sono indicati i suddetti controlli ematici di monitoraggio. Ovviamente, il controllo "all'inizio" del trattamento serve anche per appurare che la persona non ha le controindicazioni e per stabilire il punto di riferimento dei valori (che possono essere leggermente alterati senza trattarsi ancora di insufficienza d'organo). La scheda tecnica parla del primo controllo "all'inizio" del trattamento e non "prima", anche se "prima" sarebbe stato più logico.
Bisogna considerare anche le circostanze della prescrizione del farmaco. In ambiente ospedaliero i risultati degli esami si può avere già lo stesso giorno del prelievo, mentre in ambiente ambulatoriale a volte bisogna prenotare l'esame e aspettare dei giorni per fare i prelievi, e poi ancora aspettare i risultati, mentre il paziente può avere bisogno di iniziare già la terapia. Non so però come è la situazione da voi.
Non sto facendo solo l'avocato del Suo medico, ma cerco di capire anch'io perché lui non ha chiesto gli esami senza aspettare due mesi: sarebbe stato più corretto farlo.
non c'è dubbio: secondo le raccomandazioni dei manufattori, i controlli ematici della funzionalità epatica in terapia con Agomelatina (nome commerciale: Valdoxan) devono essere eseguiti all'inizio della cura, dopo 6 settimane, 12 settimane e 24 settimane, e poi in base alle valutazioni cliniche.
Tanti farmaci sono ancora più tossici per il fegato rispetto all'Agomelatina, ma non sono indicati di routine gli esami della funzionalità del fegato in tutti i pazienti che li assumono. Tuttavia, l'Agomelatina è un farmaco nuovo, ancora poco sperimentato, e per questo motivo gli standard sono più rigidi.
Sono le raccomandazioni dei produttori del farmaco, che servono per tutelare soprattutto la ditta produttrice del farmaco, ma anche i consumatori ed il medico prescrittore. Ma si vede che non tutti i medici li seguono alla lettera.. Dal punto di vista clinico, decide il medico e, se, non seguendo le raccomandazioni dei manufattori, succedesse qualcosa, ne avrebbe la piena responsabilità lui (non i produttori del farmaco), e Lei avrebbe il diritto di rivolgere le Sue accuse contro il medico.
Il farmaco è controindicato (non si può assumerlo) se la persona è affetta da cirrosi o insufficienza epatica. Tale condizione si può escludere completamente in teoria solo con gli esami di laboratorio, ma in pratica si può basarsi anche sull'esame obbiettivo fisico e sull'anamnesi (quello che riferisce il paziente sulla sua storia e sullo stato attuale) i quali, anzi, di regola vengono eseguiti prima di richiedere gli esami di laboratorio.
Il Suo medico ha verosimilmente ricordato delle controindicazioni, ma ha escluso, senza ricorrere agli esami di laboratorio, che Lei potesse avere l'insufficienza epatica.
Siccome questo farmaco è potenzialmente tossico per il fegato, la tossicità può manifestarsi anche sul fegato sano, e sono indicati i suddetti controlli ematici di monitoraggio. Ovviamente, il controllo "all'inizio" del trattamento serve anche per appurare che la persona non ha le controindicazioni e per stabilire il punto di riferimento dei valori (che possono essere leggermente alterati senza trattarsi ancora di insufficienza d'organo). La scheda tecnica parla del primo controllo "all'inizio" del trattamento e non "prima", anche se "prima" sarebbe stato più logico.
Bisogna considerare anche le circostanze della prescrizione del farmaco. In ambiente ospedaliero i risultati degli esami si può avere già lo stesso giorno del prelievo, mentre in ambiente ambulatoriale a volte bisogna prenotare l'esame e aspettare dei giorni per fare i prelievi, e poi ancora aspettare i risultati, mentre il paziente può avere bisogno di iniziare già la terapia. Non so però come è la situazione da voi.
Non sto facendo solo l'avocato del Suo medico, ma cerco di capire anch'io perché lui non ha chiesto gli esami senza aspettare due mesi: sarebbe stato più corretto farlo.
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 20/07/2011.
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