Il dottore mi ha parlato

Buongiorno a tutti e grazie per l'attenzione.
Sono la mamma di una bimba di 11 mesi e da quando aveva 4 mesi circa ho iniziato a soffrire di depressione. Penso sia iniziata con la fine dell'allattamento e l'inizio del mio rientro a lavoro. Ho dovuto lasciare mia figlia a mia suocera e ho provato inizialmente una sensazione di dolore quasi fisico, come se mi strappassero qualche parte del corpo e sanguinassi. Provavo un'ansia forte e il mio unico pensiero era la mia bimba in ufficio, aspettavo solo l'orario di rientro a casa. Prima del lavoro, quando ero in maternità, vivevo in simbiosi con la bimba, la nutrivo io coccolavo e stavamo benissimo. Vivevo quasi in un mondo di fiaba e non dormivo ma riuscivo a recuperare quando lei faceva i sonnellini. Poco dopo questa sensazione di abbandono e dolore è iniziata la stanchezza, una stanchezza debilitante. Una sensazione di vuoto in testa, apatia, poi ansia nervoso stress ira nei confronti di tutto e tutti. Davo la colpa ai nonni che viziavano la bimba, vedevo che non stava più buona come prima, mangiava meno era sempre nervosa. Forse però ero io diversa...non so se era lei in effetti scombussolata o io vedevo tutto peggio. Sono andata dal dottore di famiglia quando la notte non riuscivo più a dormire e se dormivo sognavo che la mia bimba volasse giù dal balcone e sudavo e mi tremavano le mani e il pensiero durava anche da sveglia e l'angoscia restava. Il dottore mi ha parlato di depressione post parto. Lexotan gocce per i momenti peggiori e poi sedatol per dormire e delle punture che però non ricordo il nome...
Ora dopo 7 mesi circa va meglio. Ho recuperato le forze, diciamo che riesco a dormire e prendo vitamine per l'energia. E' rimasta però una brutta sensazione. La bimba la amo con tutto il cuore ma certe volte durante il giorno ho una a sensazione di peso e fastidio nei suoi confronti. Mi pesa starle sempre dietro, vorrei momenti per me stessa e infatti mi sono iscritta in palestra e ho una baby sitter 2 volte a settimana. Mi sento in colpa perchè non riesco a non pensare anche a me stessa. quando stavo bene a me stessa non ci pensavo ed ero felice a badare solo a lei. Lei mi riempiva la vita e mia dava una gioia infinita. Ora sto meglio ma quella gioia non la vivo più. Diciamo che vivo normalmente e tutto scorre regolare. Quando sono sola con lei guardo spesso l'orologio per aspettare che torni mio marito a darmi una mano per avere il tempo di farmi una doccia o pulire in pace la casa etc. mio marito mi dice che spesso la ignoro e lei lo sente.
Io mi rendo conto ma non riesco a starle dietro come merita. Penso di essere un'egoista...e lei merita tutta l'attenzione di una mamma completa al 100%. Sono spesso insicura di me, circondata da persone che danno 1000 consigli...e adesso che tutto sembrava finito...intendo l'angoscia e l'insonnia e i pensieri brutti...arriva questa sensazione di indifferenza e fastidio verso la bimba ecco l'ho detto e me ne vergogno ma provo proprio questo. Potrei avere consigli? mi devo rivolgere a qualcuno? E' normale o sono io una mamma indegna? Grazie. Letizia.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Cara Letizia, la tua situazione è tutt'altro che rara. Sei una mamma stanca, forse un pochino perfezionista, che cerca di rispondere a tutte le richieste che la vita di oggi fa alle mamme.Ora poi le riviste sono piene di attrici bellissime che si spupazzano radiose i loro infanti e intanto lavorano e zompano qua e là per il mondo.
Nella vita reale la gravidanza, il parto e l'allattamento sono rimasti come migliaia di anni fa, non tengono conto dei ritmi moderni: durante l'allattamento nei primi mesi mamma e bambino formano un tutto unico, come hai sperimentato, e questo è favorito anche dall'assetto ormonale particolare di questo periodo.E' un momento magico di "innamoramento", importantissimo per la sopravvivenza della specie. Ora questa fase è superata, come succede normalmente; la bambina è qualche volta fonte di gioia, ma drena energia. Non ti colpevolizzare per la palestra e la baby sitter, considerale parte della terapia. Nei villaggi primitivi le donne si occupano collettivamente dei bambini, suddividendo così il carico, da noi ognuna è sola con tanta gente che dà consigli...per forza c'è la crescita zero! Cordialmente
Franca Scapellato

Franca Scapellato

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Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile utente,
concordo con il parere espresso precedentemente dalla collega.
Non è giusto colpevolizzarsi per delle esigenza naturali, come non è corretto minimizzare ciò che un parto e l'accudimento di un neonato comportano.
I primi mesi sono una "fase di assestamento" fondamentale, per poter trovare un equilibrio in una condizione che ha letteralmente scardinato l'assetto di vita precedente.
E' saggio poter trovare una giusta distribuzione di risorse, per il figlio e per se stesse.
Se può esserle d'aiuto potrà rivolgersi ad uno specialista di riferimento, ma stia pure tranquilla, da ciò che scrive escluderei la possibilità di essere considerata una madre indegna.

Cordialmente,
dr. Chiara Cimbro.

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
Gentile utente,

sembra che a distanza di mesi vi siano comunque dei residui di depressione, che non le impediscono di adempiere al ruolo di madre ma lo rendono più pesante e meno gratificante di quanto non dovrebbe essere. Potrebbe essere opportuno intraprendere un trattamento antidepressivo, per facilitare la ripresa e l'adattamento alla situazione. Si faccia dare un parere da uno specialista di fiducia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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