Stato depressivo prolungato

salve sono una ragazza di 20anni e da circa un anno credo di soffrire di una forma depressiva.Premetto che ho una storia familiare e personale parecchio travagliata e che recenti eventi hanno avuto effetti che mi hanno ulteriormente destabilizzato.Cmq è da circa un anno che ho frequenti crisi di pianto,non riesco a dormire la notte o almeno quando riesco ad addormentarmi mi risveglio durante la notte + volte,non provo interesse per nulla,nè per lo studio che da sempre è stata la mia priorità nè nel rapporto con gli altri,mi sento priva di forze,passerei le giornate al buio nel letto.Tutto quello che faccio è frutto di una imposizione ,nel senso non lo faccio perchè mi fa stare bene ma perchè così evito di sentire i rimproveri delle persone a me vicine,come l'uscire di casa con le amiche ad esempio.Mi sento priva di emozioni e quando non sono in stati di profonda tristezza sono profondamente ansiosa, nervosa,tanto da non riuscire a stare in casa e uscire per poi stare ancora peggio... Non riesco a relazionarmi con le altre persone,mi sento sempre inadeguata e insicura.Provo una profonda insofferenza per tutto ciò che mi circonda da mia madre,agli amici,al luogo...Spesso la mia mente si affolla di pensieri,frasi,momenti del passato anche senza alcun collegamento con il presente ma che cmq mi fanno stare ulteriormente male...
ho provato a parlarne alle persone a me vicine e anche ad una psicologa ma non sembrano capire il mio problema.Inoltre avendo la sindrome dell'ovaio policistico dovrò iniziare una cura ormonale che ho visto potrebbe portare a stati depressivi e sono seriamente preoccupata. Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Sarebbe il caso di farsi valutare da uno specialista. "Parlarne" con una persona a titolo di sfogo non equivale ad una visita.
Non capisco il discorso sull'imposizione. Riferisce determinati sintomi e uno stato di chiusura verso l'esterno che sono prodotti da divieti di uscire ? O nel senso che le dicono di uscire, di reagire etc e per evitare di esporsi a queste critiche preferisce isolarsi completamente e non avere contatto con gli altri ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Sarebbe il caso di farsi valutare da uno specialista. "Parlarne" con una persona a titolo di sfogo non equivale ad una visita.
Non capisco il discorso sull'imposizione. Riferisce determinati sintomi e uno stato di chiusura verso l'esterno che sono prodotti da divieti di uscire ? O nel senso che le dicono di uscire, di reagire etc e per evitare di esporsi a queste critiche preferisce isolarsi completamente e non avere contatto con gli altri ?
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Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La ringrazio della sua risposta.Riguardo al discorso sull'imposizione mi riferivo al fatto che i miei familiari e le persone a me vicine, molte volte mi impongono di reagire,imponendomi ad esempio di uscire con i miei amici anche se il + delle volte preferirei stare a casa da sola in quanto il + delle volte lo stare in compagnia mi procura ulteriore malessere,e per malessere intedo anche fisico tipo sudorazione tremori crampi allo stomaco.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

avevo capito bene quindi. E' una reazione inevitabile da parte di chi circonda le persone che hanno alterazioni dell'umore e del comportamentom, cioè sollecitare dei comportamenti che presuppongono l'assenza di questo sintomo, come se l'esser tristi derivasse dal non muoversi e darsi da fare e non viceversa. Il punto è che il cervello non è "visto" come fonte delle funzioni mentali, quindi quando queste funzioni hanno qualcosa che non va le persone (compreso il malato) reagiscono come se l'umore e la voglia di fare fossero elementi esterni alla persona, tipo abiti o accessori che uno si può mettere o che gli altri possono prestargli se lo chiede.

Faccia una visita psichiatrica così avrà un parere tecnico sul suo stato.