Nulla qui a piu senso...

Salve gent. dottori.Ho gia avuto modo di consultarmi su questo sito in passato,sono passati due anni circa e i miei problemi invece di migliorare tendono ad evolversi a seconda delle situazioni.Ho 21 anni e da poco ho cominciato a lavorare,consapevole del fatto che oggi un lavoro normale è un utopia,ho sempre cercato di impegnarmi affondo,di sentirmi "fortunato" e sfruttare questa mia possibilità.Rispetto ad allora i problemi non sono cmq svaniti,l ansia fa sempre da padrona al mio stato d animo,le mani tremano,il battito del cuore che all improvviso comincia ad accelerare,il sudore e il respiro che manca cercando di essere pagato nell ennesima sigaretta,nella 20sima e piu sigaretta che in un giorno fumo.Ormai è diventata una sorta di calmante in cui non riesco e mai farò a meno.In fondo perche preoccuparsi per la salute,quando non si vive?penso sia un paradosso.Le giornate le passo rimuginando paure,incertezze,con la sensazione di impotenza che ho.Questo come avvolte avveniva nel periodo scolastico,avviene piu forte nelle giornate lavorative,non riesco piu ad imparare nulla,non memorizzo,appena devo fare qualcosa mi viene un pensiero del tipo "ecco adesso lo dimentico" ed per assurdo lo dimentico in un istante,non riesco piu ad apprendere probabilmente non capisco nulla e tutto cio traspare dalle facce dei "colleghi" che mi deridono e allontanandosi,sperando che non li senta,si lasciano in patetici commenti!.Ma a me,nonostante sia stupido,il loro legame fa ridere,sono come pecore! tirano tutti la stessa corda tutti legati ad un unico ragionamento,pensiero che nasce da uno arrivando al prossimo con lo stesso identico risultato,mi sembra che pensino solo con un cervello.Ma cmq ormai mi ritengono un degenerato mentale,uno ormai bruciato e alla frutta.Domani andrò di nuovo,come faccio tutti i giorni,ma per me e come se non fosse mai terminato nulla,perche la mia mente sente la paura di quegli attimi che non riesco,io vi giuro!non riesco a sopportare.Io vorrei fuggire da tutto ciò!!Mi sento ormai un ritardato,ma non temo solo il termine di questa parola,ma il risultato che porta,pena altrui,il ritenerti inutile dagli altri,tutto in una società che in fondo odio,e che forse,odio proprio per il motivo che non riesco ad integrarmi a lei.Cmq immagino solo la delusione che potrei portare ai miei,non parlo di cio con loro perche mi vergogno di questo,mi sento un straccio!ed adesso sto pensando seriamente di licenziarmi,ma consapevole che non sarà una soluzione ma solo l inizio della mia fine.Queste mia parole hanno solo oggetto di sfogo e ringrazio di cuore!chi saprà ascoltarmi!! io ho paura!
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
capisco l'importanza dello sfogo, e ho letto tutta la Sua lettera, ma, anche se Lei non lo esprime abbastanza direttamente, penso che abbia ancora la speranza in un aiuto che sia più di fondo. Ho letto anche la Sua discussione di 2 anni fa: nel frattempo è riuscito a farsi visitare da uno specialista?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
Utente
innanzitutto la ringrazio per la risposta,
no ancora no,la mia speranza è sempre stata quella che il tempo guarisse qualsiasi cosa,ho sperato che tutto si aggiustasse ma evidentemente mi sbagliavo,adesso sinceramente mi trovo in un bivio,dove le due strade hanno lo stesso sapore,paura della verità? o paura di continuare cosi? che devo scegliere?vede ogni via mi porta paura....e resto fermo campando di piccoli sfoghi..che hanno molto piu da dire di una semplice parola scritta.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Se ho capito bene, non si è ancora sottoposto alla visita
per la "paura della verità" ?

Allora probabilmente Lei si è fatto già una certa Sua idea della "verità".. (però la verità può non essere quella che pensa Lei).

Penso, il problema possa essere non tanto "la verità" sulla malattia, quanto la paura del giudizio e le difficoltà abituali ad "aprirsi" a qualcun altro su questi argomenti.

Io Le consiglierei comunque non solo 1 visita, ma di chiedere di essere seguito in psicoterapia: non tanto per scoprire la verità, ma per poter avere questi "piccoli sfoghi" che, appunto, dal vivo e con una persona di fiducia potrebbero "dire" di più. Rileggendo quello che scrive dei modi comuni e della Sua difficoltà ad integrarsi, mi sembra che questo mio consiglio possa avere senso.
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Utente
Utente
per verità volevo intendere il fatto di confrontarsi cioe porsi davanti al problema,di affrontarlo cercare quella verità che non so quale sia.
Poi penso che aprirsi su determinati fattori non sia facile,ma adesso è l ostacolo fra me è un possibile aiuto.Poi riflettendo su la paura del giudizio vorrei porle un altra domanda...Come si può aver paura di essere giudicati quando gia lo si è?è come aver paura di rompersi un braccio dopo che si è gia rotto..è come trovarsi nell atto finale,da cui prendere considerazione e capire che peggio di cosi non puo andare,e vivere il tutto con la rilassatezza della rassegnazione e inconsapevolmente arrivare alla soluzione e mostrare come in realtà si è.Ma questa non puo essere un pensiero generale,perche bisogna identificare i trascorsi di una persona,cioe è anche vero che se io vengo spesso giudicato tendo a chiudermi alla questione,arrivando poi a cio che dice lei,evidentemente nella mia vita questo a sempre avuto un peso troppo enorme,un peso che a cui non possiamo sottrarci è io voglio sottrarmi avendo poi il risultato contrario.Scusi ho provato anche io a darmi una risposta :)
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
La Sua risposta può aver senso. Le consiglio comunque di farsi visitare e chiedere un Persorso Psicoterapeutico, se se ne sentirrà motivato.
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