Anoressia unico rifugio.
Salve,
chiedo subito scusa per il disturbo.Sono alta 169 cm e peso poco meno di 49 kg. Sono in cura da uno psicoanalista da circa un anno, anche se il motivo per cui ho iniziato ad andare in cura era tutt'altro che un problema alimentare. Non odio il cibo, anzi,mi è indifferente;la mia paura è quella di ingrassare.Mi sento dire "Sei magrissima" e cose simili e penso "ma mai abbastanza". Mi peso tutti i giorni più volte, è una fissazione e se per caso la bilancia segna anche un solo etto in più scoppio a piangere,cerco di vomitare, mi graffio le braccia e le gambe perché non riesco a far risalire il cibo. Fino a un anno fa pesavo 54 kg, peso forma dice l'Indice massa corporea dice "peso forma" e io scoppio a ridere, perché ero grassa, non normale. Ho un'amenorrea di circa 4 mesi, vado avanti così da poco meno di un anno. Non riesco a parlarne con il mio analista, non riesco a parlarne nemmeno con me stessa. Quel "ne" sta per anoressia. Anoressia=malattia si legge ovunque e mi basta quello per non leggere niente che vi segue. L'anoressia è il mio rifugio, il rifugio da mia madre che non c'è,da mio padre violento e assente.Da piccola (6/7 anni) mi picchiò perché avevo strappato una schedina vincente del lotto (sua dipendenza),caddi a terra stremata, andai da mia madre piangendo e lei mi disse che era stata colpa mia, che ero una stupida. Ma non me lo disse con cattiveria, solo con indifferenza. Con voce pacata e calma.Da quel giorno non chiesi più aiuto a nessuno,perché ero e sono convinta di non meritarlo, di non essere salvabile,è solo colpa mia. Trovai la stessa indifferenza nella mia professore di lettere delle medie,alla quale mi affezionai tantissimo ma purtroppo potete immaginare come andò a finire. Potete immaginare quando ci stetti male. E l'anoressia iniziò proprio poco dopo. Non riesco a parlare con nessuno di quello che mi fecero mio padre, la mia classe alle elementari,di quello che mi sto facendo io ora perché scoppierei a piangere. E io non voglio farmi vedere fragile, non voglio che il mio analista mi si avvicini sia fisicamente che psicologicamente.Non riesco ad avere un rapporto con nessun uomo "adulto":ho sempre il terrore che mi faccia del male, sono sempre pronta a scappare. Non riesco più a mangiare, non riesco più a vivere ma al contempo non voglio ingrassare,non riuscirò ad essere felice perché non posso.
chiedo subito scusa per il disturbo.Sono alta 169 cm e peso poco meno di 49 kg. Sono in cura da uno psicoanalista da circa un anno, anche se il motivo per cui ho iniziato ad andare in cura era tutt'altro che un problema alimentare. Non odio il cibo, anzi,mi è indifferente;la mia paura è quella di ingrassare.Mi sento dire "Sei magrissima" e cose simili e penso "ma mai abbastanza". Mi peso tutti i giorni più volte, è una fissazione e se per caso la bilancia segna anche un solo etto in più scoppio a piangere,cerco di vomitare, mi graffio le braccia e le gambe perché non riesco a far risalire il cibo. Fino a un anno fa pesavo 54 kg, peso forma dice l'Indice massa corporea dice "peso forma" e io scoppio a ridere, perché ero grassa, non normale. Ho un'amenorrea di circa 4 mesi, vado avanti così da poco meno di un anno. Non riesco a parlarne con il mio analista, non riesco a parlarne nemmeno con me stessa. Quel "ne" sta per anoressia. Anoressia=malattia si legge ovunque e mi basta quello per non leggere niente che vi segue. L'anoressia è il mio rifugio, il rifugio da mia madre che non c'è,da mio padre violento e assente.Da piccola (6/7 anni) mi picchiò perché avevo strappato una schedina vincente del lotto (sua dipendenza),caddi a terra stremata, andai da mia madre piangendo e lei mi disse che era stata colpa mia, che ero una stupida. Ma non me lo disse con cattiveria, solo con indifferenza. Con voce pacata e calma.Da quel giorno non chiesi più aiuto a nessuno,perché ero e sono convinta di non meritarlo, di non essere salvabile,è solo colpa mia. Trovai la stessa indifferenza nella mia professore di lettere delle medie,alla quale mi affezionai tantissimo ma purtroppo potete immaginare come andò a finire. Potete immaginare quando ci stetti male. E l'anoressia iniziò proprio poco dopo. Non riesco a parlare con nessuno di quello che mi fecero mio padre, la mia classe alle elementari,di quello che mi sto facendo io ora perché scoppierei a piangere. E io non voglio farmi vedere fragile, non voglio che il mio analista mi si avvicini sia fisicamente che psicologicamente.Non riesco ad avere un rapporto con nessun uomo "adulto":ho sempre il terrore che mi faccia del male, sono sempre pronta a scappare. Non riesco più a mangiare, non riesco più a vivere ma al contempo non voglio ingrassare,non riuscirò ad essere felice perché non posso.
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Gentile Utente,
lei descrive un classico quadro clinico di disturbo della alimentazione del tipo anorresia nervosa, una patologia seria che va affrontata con un approccio multidisciplinare e preferibilmente presso un centro specializzato, faccia riferimento al Centro Psico Sociale competente nel suo territorio per individuare la struttura più vicina,
Saluti
lei descrive un classico quadro clinico di disturbo della alimentazione del tipo anorresia nervosa, una patologia seria che va affrontata con un approccio multidisciplinare e preferibilmente presso un centro specializzato, faccia riferimento al Centro Psico Sociale competente nel suo territorio per individuare la struttura più vicina,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 28/06/2011.
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