Ansia perenne fobia sociale
Salve dottori, volevo chiederti cosa fare in merito alla mia fobia sociale... Sono un ragazzo di 25 anni in cura da una psicoterapeuta cognitivo comportamentale (c' è ottimo feeling tra noi) da piu di due mesi ma purtroppo di risultati ne vedo ben pochi.. Mi ha diagnosticato in base ai test che ho fatto una forte ansia a livello sociale ma non depressione.. Ci sono giornate in cui sto bene e sono di buono umore e non ho grossi problemi a relazionarmi e stare in mezzo alla gente... Ma la maggior parte dei giorni sono di cattivo umore, forte ansia a livello sociale, paura degli altri, e di conseguenza mi isolo dal mondo standomene da solo.(pochissima vita sociale, praticamente nulla). Sono gia quattro anni che sono cosi dopo un trauma che ho avuto (vedere la mia ex fidanzata con un altro )e incomincio veramente ad essere stufo di tutto ciò... Con la terapeuta stiamo lavorando sulle distorsioni cognitive e in futuro sull' assertività... All'inizio ero molto motivato ma adesso non vedendo miglioramenti incomincio a pensare che non sia la soluzione ideale la psciterapia. Ho letto ieri un forum dove un ragazzo sociofobico spiegava che grazie ai dei medicinali antidepressivi prescritti da un pscichiatra (REMEROR=30MG 2 COMPRESSE ALLA SERA, EDRONAX 1A COMPRESSA AL MATTINO) è guarito del tutto dalla fobia sociale. Vorrei sapere la vostra opinione in merito se continuare la psicoterapia... se contattare con uno psichiatra (in passato sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto uno stabilizzatore dell'umore che non mi ha dato nessun tipo di effetto e non ci sono piu andato). Sono disperato perchè so che potrei vivere la vita al meglio e invece sono ridotto a isolarmi da tutto per questo malessere invalidante. .....Grazie in anticipo per le vostre risposte. Cordiali saluti
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Gentile utente,
nel caso della fobia sociale, sono possibili soluzioni anche farmacologiche, più specificatamente, sono stati sperimentati i farmaci antidepressivi;
nonostante vengono usati, loro efficacia non è ancora abbastanza assodata;
uno dei motivi di ciò potrebbe essere l'eterogeneità dei casi (ci sarebbero tante "fobie sociali" diverse); cioè potrebbe dipendere dall'esattezza della diagnosi. La diagnosi di "fobia sociale" potrebbe essere non abbastanza specifica e dipendente dal contesto. Ad esempio, potrebbe essere un disturbo a sé, come anche un epifenomeno di un disturbo di umore, di una reazione caratteristica della Sua personalità allo stress, ecc. ecc. Dunque, secondo me, non èsufficiente la diagnosi fatta dallo psicoterapeuta tramite i test, i quali (+ valutazione dello psicoterapeuta stesso) possono essere utili come un mezzo complementare ma non unico per fare la diagnosi. Le consiglierei, concordandolo con lo psicoterapeuta, di rivolgersi ad uno psichiatra, per appurare soprattutto la diagnosi, portando con sé pure i risultati dei test, dunque accordarsi eventualmente per un trattamento farmacologico, se lo psichiatra che La visiterà lo riterrà opportuno.
Un altro motivo della posizione non ancora assodata delle cure psicofarmacologiche nella Fobia Sociale è ci sono stati condotti meno studi rispetto agli altri ambiti della psichiatria, ritenuto tale disturbo tradizionalmente di competenza psicoterapica.
Oggi si ritiene che l'approccio ottimale possa comprendere sia la farmaco- che la psico- terapia, e penso che, se verrà ritenuta opportuna e se Le verrà prescritta, la farmacoterapia ben trovata possa aiutarLe a ricevere più beneficio dalla psicoterapia. In ogni modo, a prescindere del Sì o No della farmacoterapia, nel Suo caso mi sembra che non si può prescindere dall'approccio psicoterapico.
nel caso della fobia sociale, sono possibili soluzioni anche farmacologiche, più specificatamente, sono stati sperimentati i farmaci antidepressivi;
nonostante vengono usati, loro efficacia non è ancora abbastanza assodata;
uno dei motivi di ciò potrebbe essere l'eterogeneità dei casi (ci sarebbero tante "fobie sociali" diverse); cioè potrebbe dipendere dall'esattezza della diagnosi. La diagnosi di "fobia sociale" potrebbe essere non abbastanza specifica e dipendente dal contesto. Ad esempio, potrebbe essere un disturbo a sé, come anche un epifenomeno di un disturbo di umore, di una reazione caratteristica della Sua personalità allo stress, ecc. ecc. Dunque, secondo me, non èsufficiente la diagnosi fatta dallo psicoterapeuta tramite i test, i quali (+ valutazione dello psicoterapeuta stesso) possono essere utili come un mezzo complementare ma non unico per fare la diagnosi. Le consiglierei, concordandolo con lo psicoterapeuta, di rivolgersi ad uno psichiatra, per appurare soprattutto la diagnosi, portando con sé pure i risultati dei test, dunque accordarsi eventualmente per un trattamento farmacologico, se lo psichiatra che La visiterà lo riterrà opportuno.
Un altro motivo della posizione non ancora assodata delle cure psicofarmacologiche nella Fobia Sociale è ci sono stati condotti meno studi rispetto agli altri ambiti della psichiatria, ritenuto tale disturbo tradizionalmente di competenza psicoterapica.
Oggi si ritiene che l'approccio ottimale possa comprendere sia la farmaco- che la psico- terapia, e penso che, se verrà ritenuta opportuna e se Le verrà prescritta, la farmacoterapia ben trovata possa aiutarLe a ricevere più beneficio dalla psicoterapia. In ogni modo, a prescindere del Sì o No della farmacoterapia, nel Suo caso mi sembra che non si può prescindere dall'approccio psicoterapico.
Dr. Alex Aleksey Gukov
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Può rivolgersi agli ambulatori pubblici (Centiri di Salute Mentale) dove non è richiesto il pagamento; oppure presso gli ambulatori di una Clinica Psichiatrica o un Reparto di Psichiatria all'Ospedale pubblico, dove sarebbe richiesto di pagare il tiket, ma non gli onorari della sanità privata.
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Ritengo che non si può prescinderne dall'approccio psicoterapico in generale nella Fobia Sociale (se si tratta della Fobia Sociale) ed in particolare nel Suo caso, nel quale si trovano i possibili motivi, ed i fattori fra gli eventi della Sua vita che Lei ha parzialmente descritto. I psicofarmaci possono modulare le risposte del sistema nervoso, ma in modo aspecifico ai ricordi e agli eventi traumatici individuali, i quali necessitano di elaborazione individuale, all'interno dell'approccio psicoterapico. Se non elaborati, anche dopo un ciclo di trattamento farmacologico, la malattia può recidivare.
[#6]
Utente
Capito! per quanto riguarda gli ambulatori pubblici immagino che ci siano mesi di aspettativa... Un ultima cosa Dottore, come riportato nel mio post il ragazzo del forum diceva di essere guarito grazie al REMEROR=30MG 2 COMPRESSE ALLA SERA e al EDRONAX 1A COMPRESSA AL MATTINO.. Diceva di aver provato varie medicine e dosaggi con il suo psichiatra prima di aver trovato la cura giusta per lui. Nel caso ci volessero mesi per un appuntamento in ospedale con il dottore, provare le dosi sopra scritte sarebbe sicuramente sbagliato? oppure potrei provare sperando che possa aiutarmi? Ci vanno obbligatoriamente le ricette del medico per queste medicine? grazie anticipatamente
[#7]
Gentile utente,
dal mio punto di vista è sicuramente sbagliato per una serie di motivi (soprattutto perché da soli, o con amici, o con conoscenti non possiamo vedere tutto in noi, definire di quale malattia si soffre, quale trattamento è più giusto, quali sono obbiettivi e rischi e cosa si potrà aspettarsi dalle cure); può sembrare strano, perché lo viviamo in prima persona, ma è così, e soprattutto nell'ambito delle malattie psichiche che hanno più "facce", e noi siamo abituati a "guardare negli occhi" solo ad una di esse. Comunque questi farmaci vengono dispensati in farmacia solo su ricetta medica.
Non è detto che negli ambulatori pubblici dovrà aspettare dei mesi, lo potrà dire quando Le daranno un appuntamento, ma Lei non ci è ancora andato. In ogni modo, sono già passati anni che vive nel disagio ("..Sono gia quattro anni che sono cosi.."), e sembra implausibile che ora non può aspettare la visita. A proposito del tempo e dell'aspettare, la Psicoterapia che sta seguendo può portare potenzialmente ai cambiamenti, ma, anche essa, non subito (se l'ha iniziato da due mesi, è presto scoraggiarsi!).
Temo che quella di assumere i farmaci da solo non è "un ultima cosa" (ultima domanda) come Lei scrive, ma la Sua domanda principale dall'inizio, e mi fa pensare che tutto quello che Le ho scritto prima non ho scritto in modo chiaro..
Lo stesso ragazzo del forum non l'ha fatta da solo ma col suo medico. Quello che ha funzionato per lui non e detto che sia universale per tutti, ogni caso e individuale. Inoltre, penso che sia imprudemte ritenere di avere lo stesso disturbo di una persona che Lei conosce solo tramite un forum.
Lei prosegue a pensare ad avere un determinato disturbo, in base ai test e alla valutazione dello psicologo, ma queste valutazioni, che hanno ovviamente la validità nel loro contesto (!) di psicoterapia, non sono però sufficienti nel contesto medico, per parlare della "diagnosi medica" di Fobia Sociale e delle sue cure mediche compresi i farmaci. Psicologi e psichiatri, benché usano gli stessi termini, hanno spesso criteri diversi, perché lavorano con mezzi diversi e sulle fronti un po' diversi della malattia. La visita psichiatrica ci vuole soprattutto per confermare o definire meglio la diagnosi, poi, se sarà il caso, i farmaci; non bisogna pensare che la visita porterà automaticamente a quella cura che si ha già individuato Lei.
dal mio punto di vista è sicuramente sbagliato per una serie di motivi (soprattutto perché da soli, o con amici, o con conoscenti non possiamo vedere tutto in noi, definire di quale malattia si soffre, quale trattamento è più giusto, quali sono obbiettivi e rischi e cosa si potrà aspettarsi dalle cure); può sembrare strano, perché lo viviamo in prima persona, ma è così, e soprattutto nell'ambito delle malattie psichiche che hanno più "facce", e noi siamo abituati a "guardare negli occhi" solo ad una di esse. Comunque questi farmaci vengono dispensati in farmacia solo su ricetta medica.
Non è detto che negli ambulatori pubblici dovrà aspettare dei mesi, lo potrà dire quando Le daranno un appuntamento, ma Lei non ci è ancora andato. In ogni modo, sono già passati anni che vive nel disagio ("..Sono gia quattro anni che sono cosi.."), e sembra implausibile che ora non può aspettare la visita. A proposito del tempo e dell'aspettare, la Psicoterapia che sta seguendo può portare potenzialmente ai cambiamenti, ma, anche essa, non subito (se l'ha iniziato da due mesi, è presto scoraggiarsi!).
Temo che quella di assumere i farmaci da solo non è "un ultima cosa" (ultima domanda) come Lei scrive, ma la Sua domanda principale dall'inizio, e mi fa pensare che tutto quello che Le ho scritto prima non ho scritto in modo chiaro..
Lo stesso ragazzo del forum non l'ha fatta da solo ma col suo medico. Quello che ha funzionato per lui non e detto che sia universale per tutti, ogni caso e individuale. Inoltre, penso che sia imprudemte ritenere di avere lo stesso disturbo di una persona che Lei conosce solo tramite un forum.
Lei prosegue a pensare ad avere un determinato disturbo, in base ai test e alla valutazione dello psicologo, ma queste valutazioni, che hanno ovviamente la validità nel loro contesto (!) di psicoterapia, non sono però sufficienti nel contesto medico, per parlare della "diagnosi medica" di Fobia Sociale e delle sue cure mediche compresi i farmaci. Psicologi e psichiatri, benché usano gli stessi termini, hanno spesso criteri diversi, perché lavorano con mezzi diversi e sulle fronti un po' diversi della malattia. La visita psichiatrica ci vuole soprattutto per confermare o definire meglio la diagnosi, poi, se sarà il caso, i farmaci; non bisogna pensare che la visita porterà automaticamente a quella cura che si ha già individuato Lei.
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Utente
Si ha perfettamente ragione, ho fatto una domanda stupida,però ho sentito dalla stessa psicoterapeuta e sui siti piu importanti del settore che la psicoterapia cognitivo comportamentale ha solide basi scientifiche per questo mi fidavo dei sintomi che mi sono stati detti dalla mia terapeuta. Grazie per le sue risposte. Cordiali saluti
[#10]
Egregio utente,
non intendevo affatto che la Sua psicoterapeuta poteva fare una valutazione inaffidabile, ci mancherebbe altro! Ritengo semplicemente che la valutazione della Psicoterapeuta è valida nel contesto della decisione di intraprendere la Psicoterapia e di un certo tipo (ed è già molto importante), ma non necessariamente oltre.
Cordiali saluti anche a Lei
non intendevo affatto che la Sua psicoterapeuta poteva fare una valutazione inaffidabile, ci mancherebbe altro! Ritengo semplicemente che la valutazione della Psicoterapeuta è valida nel contesto della decisione di intraprendere la Psicoterapia e di un certo tipo (ed è già molto importante), ma non necessariamente oltre.
Cordiali saluti anche a Lei
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 9.4k visite dal 26/06/2011.
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