L'oki può funzionare come calmante anche meglio degli stessi medicinali a ciò deputati specificamen

Gentile utente,

non è solo "l'effetto placebo". L'effetto calmante e talvolta euforizzante dei farmaci dela classe alla quale appartiene l'Oki (nome chimico: ketoprofene), cui capostipite è l'acido acetilsalicilico, noto come "l'aspirina", è conosciuto, anche se è variabile da individuo a individuo, e le basi molecolari non sono ben stabilite.

Si tratta dei farmaci che inibiscono la sintesi di una serie delle sostanze (eicosanoidi) naturalmente prodotte dalle nostre cellule che mediano molti porcessi nell'organismo e fra l'altro i segnali delle sensazioni spiacevoli (come dolore, irritazione) meglio studiate nell'ambito dei processi infiammatori, dove contribuiscono anche allo sviluppo della reazione infiammatoria stessa che dà molte sensazioni spiecevoli. Ma anche al di fuori della reazione infiammatoria, e la reazione allo stress, ogni secondo gli "eicosanoidi" svolgono nell'organismo molteplici ruoli, dei quali sono meglio noti quelli a livello del sistema vascolare e respiratoria. Perciò, anche se si tratta di un ambito potenzialmente molto interessante, i farmaci attualmente in commercio che inibiscono la sintesi degli eicosanoidi (come ketoprofene) sono molto poco specifici.

Anche per questo, l'uso dei farmaci di questa classe, soprattutto prolungato, ha i suoi importanti rischi: dei sanguinamenti, dei danni alla mucosa dello stomaco, del peggioramento di alcune malattie allergiche e respiratorie, del mascheramento delle malattie infiammatorie croniche, e soprattutto anche con essi sono possibili i fenomeni di dipendenza e di assuefazione (perdita dell'efficacia alle dosi abituali, e la necessità delle dosi sempre maggiori per dare l'effetto).

Per questi motivi, Le sconsiglierei loro uso a scopo calmante.

Dr. Alex Aleksey Gukov