Un informazione per un futuro medico
Gent.mi Dottori
Mi chiamo Alessandro ho 22 anni e sono al 4^ anno di Medicina e Chirurgia all'Uni di Bologna, leggo spesso consulti quei su medicitalia per curiosità personale e "professionale", passatemi il termine.
Sono molto affascinato dalle "malattie del sistema nervoso" (termine un pò arcaico forse) , infatti vorrei continuare il mio percorso di studi con una specializzazione in psichiatria oppure in neurologia o perchè no prima conseguirne una e poli l'altra. Veniamo al motivo perchè vi ho scritto, non so se ho fatto bene, togliendo del tempo prezioso a persone che hanno realmente bisogno di aiuto, ma volevo togliermi una curiosità. Molto spesso leggo nei consulti della sezione psichiatria consulti di pazienti che lamentano effetti collaterali più disparati che a detta dei pazienti sono riconducibili agli psicofarmaci che utilizzano, come mai questo? mi sembra quasi una ossessione delle persone in trattamento con psicofarmaci, cioè se uno prende un'antidolorifico per un banale mal di testa e dopo sente un pò di bruciore di stomaco non pensa subito ad un effetto collaterale del medicinale assunto, invece molte persone in trattamento con psicofarmaci, hanno un capogiro e subito pensano che sia causa del X farmaco, Come mai??
Se non potete rispondermi qui nel consulto, scrivetemi pure con messaggio privato, vi sarei grato se mi rispondeste perchè può essere per me un occasione di crescita personale e in chiave futura professionale.....
Cordiali Saluti
Mi chiamo Alessandro ho 22 anni e sono al 4^ anno di Medicina e Chirurgia all'Uni di Bologna, leggo spesso consulti quei su medicitalia per curiosità personale e "professionale", passatemi il termine.
Sono molto affascinato dalle "malattie del sistema nervoso" (termine un pò arcaico forse) , infatti vorrei continuare il mio percorso di studi con una specializzazione in psichiatria oppure in neurologia o perchè no prima conseguirne una e poli l'altra. Veniamo al motivo perchè vi ho scritto, non so se ho fatto bene, togliendo del tempo prezioso a persone che hanno realmente bisogno di aiuto, ma volevo togliermi una curiosità. Molto spesso leggo nei consulti della sezione psichiatria consulti di pazienti che lamentano effetti collaterali più disparati che a detta dei pazienti sono riconducibili agli psicofarmaci che utilizzano, come mai questo? mi sembra quasi una ossessione delle persone in trattamento con psicofarmaci, cioè se uno prende un'antidolorifico per un banale mal di testa e dopo sente un pò di bruciore di stomaco non pensa subito ad un effetto collaterale del medicinale assunto, invece molte persone in trattamento con psicofarmaci, hanno un capogiro e subito pensano che sia causa del X farmaco, Come mai??
Se non potete rispondermi qui nel consulto, scrivetemi pure con messaggio privato, vi sarei grato se mi rispondeste perchè può essere per me un occasione di crescita personale e in chiave futura professionale.....
Cordiali Saluti
[#1]
<<..cioè se uno prende un'antidolorifico per un banale mal di testa e dopo sente un pò di bruciore di stomaco non pensa subito ad un effetto collaterale del medicinale assunto..>>
e fa male perchè si potrebbe benissimo pensare ad una gastrite acuta emorragica per nulla infrequente con l'assunzione di FANS, per esempio..
per rispondere alla sua curiosità, la cosa più semplice sarebbe addurre a comuni e banali pregiudizi la causa, ma in verità credo che lei abbia letto maggiormente consulti di pazienti in parte o totalmente ipocondriaci o affetti da disturbo ansioso di tipo somatizzazione,
Saluti
e fa male perchè si potrebbe benissimo pensare ad una gastrite acuta emorragica per nulla infrequente con l'assunzione di FANS, per esempio..
per rispondere alla sua curiosità, la cosa più semplice sarebbe addurre a comuni e banali pregiudizi la causa, ma in verità credo che lei abbia letto maggiormente consulti di pazienti in parte o totalmente ipocondriaci o affetti da disturbo ansioso di tipo somatizzazione,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta, molto gentile Dott. Nicolazzo.
Quindi solo una combinazione quella che ho riscontrato, o magari perchè proprio per la natura del disturbo questi pazienti tendono a chiedere molte rassicurazioni e quindi anche il numero dei consulti per problematiche di questo tipo (eventuali effetti collaterali degli psicofarmaci) tende a lievitare.....giusto??
Quindi solo una combinazione quella che ho riscontrato, o magari perchè proprio per la natura del disturbo questi pazienti tendono a chiedere molte rassicurazioni e quindi anche il numero dei consulti per problematiche di questo tipo (eventuali effetti collaterali degli psicofarmaci) tende a lievitare.....giusto??
[#3]
il maggior numero di utenti che chiedono " molte rassicurazioni" li trova in andrologia, urologia, ginecologia etc, proprio perchè l'eventuale soggetto ipocondriaco tende a non voler riconoscere la vera natura del disturbo,
spero di essere stato chiaro e tanti auguri per i suoi studi,
Saluti
spero di essere stato chiaro e tanti auguri per i suoi studi,
Saluti
[#4]
Gentile utente, gentile collega Dr Nicolazzo,
mi permetto di aggiungere anch'io qualche osservazione, che, spero possa interessare ad un futuro medico e agli altri a chi capiterà di leggere questa discussione.
La preoccupazione per gli effetti collaterali
degli psicofarmaci si riscontra spesso quando lavori con i pazienti affetti dal disagio psichico, e riflette spesso la difficoltà a capire da parte dei pazienti il carattere delle malattie stesse per le quali li vanno prescritti gli psicofarmaci, la resistenza ad accettare il fatto di essere un malato psichico, lo stigma che tinge sia la diagnosi di malattia psichica sia i farmaci che la curano (e che, in un certo senso, ex-juvantibus ne possono essere visti come la "prova").
Inoltre bisogna considerare che, a differenza di un antidolorifico per un mal di testa che una persona di solito assume saltuariamente o solo per un periodo finché ne avverte bisogno, gli psicofarmaci di solito vengono prescritti per periodi molto molto più lunghi (spesso anni). La mentalità di molte persone difficilmente riesce ad accettare questo fatto (che devi assumere le medicine anche se ti sembra che sei guarito). Potrebbe essere una mentalità in un certo senso "naturale" di esseri viventi (si sta male, poi si guarisce), che tende a disconoscere la cronicità delle malattie, tanto più se queste possono essere a volte "invisibili", come in psichiatria.
Se una persona valuta da sola i "prezzi" ed i "benefici" della cura che le è prescritta, e se i benefici (ma anche il motivo stesso di assumere la cura) sono sottovalutate dalla persona, essi possono non riuscire a compensare le preoccupazioni per i "prezzi".
Bisogna aggiungere anche che la psichiatria ha visto negli ultimi decenni il crescere continuo del numero dei nuovi farmaci sviluppati, dei quali alcuni potrebbero non essere ancora abbastanza noti al pubblico e, dire la verità, non ancora abbastanza sperimentati dai clinici.
mi permetto di aggiungere anch'io qualche osservazione, che, spero possa interessare ad un futuro medico e agli altri a chi capiterà di leggere questa discussione.
La preoccupazione per gli effetti collaterali
degli psicofarmaci si riscontra spesso quando lavori con i pazienti affetti dal disagio psichico, e riflette spesso la difficoltà a capire da parte dei pazienti il carattere delle malattie stesse per le quali li vanno prescritti gli psicofarmaci, la resistenza ad accettare il fatto di essere un malato psichico, lo stigma che tinge sia la diagnosi di malattia psichica sia i farmaci che la curano (e che, in un certo senso, ex-juvantibus ne possono essere visti come la "prova").
Inoltre bisogna considerare che, a differenza di un antidolorifico per un mal di testa che una persona di solito assume saltuariamente o solo per un periodo finché ne avverte bisogno, gli psicofarmaci di solito vengono prescritti per periodi molto molto più lunghi (spesso anni). La mentalità di molte persone difficilmente riesce ad accettare questo fatto (che devi assumere le medicine anche se ti sembra che sei guarito). Potrebbe essere una mentalità in un certo senso "naturale" di esseri viventi (si sta male, poi si guarisce), che tende a disconoscere la cronicità delle malattie, tanto più se queste possono essere a volte "invisibili", come in psichiatria.
Se una persona valuta da sola i "prezzi" ed i "benefici" della cura che le è prescritta, e se i benefici (ma anche il motivo stesso di assumere la cura) sono sottovalutate dalla persona, essi possono non riuscire a compensare le preoccupazioni per i "prezzi".
Bisogna aggiungere anche che la psichiatria ha visto negli ultimi decenni il crescere continuo del numero dei nuovi farmaci sviluppati, dei quali alcuni potrebbero non essere ancora abbastanza noti al pubblico e, dire la verità, non ancora abbastanza sperimentati dai clinici.
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 15/06/2011.
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