Seduta psicoterapia saltata

Salve, sono una donna di 32 anni. Ho iniziato un percorso di psicoterapia 3 mesi fa a causa di un periodo stressante (dovevo affrontare un'operazione chirurgica dopo aver ricevuto una diagnosi non troppo leggera) e a causa di sporadici attacchi di panico. Con la psicoterapeuta si è instaurato da subito un ottimo rapporto di fiducia, rispetto e reciproca simpatia. Lunedì per la prima volta non mi sono presentata alla seduta e non ho avvisato. Ero stanca e in ansia e non avevo voglia di affrontare la fatica della seduta. Però non so perchè non abbia neppure fatto una telefonata (in genere sono una persona corretta e puntuale). Nei giorni seguenti ho avvertito profondi sensi di colpa per il mio comportamento e ho provato a chiamarla in studio.Ieri l'ho chiamata sul cellulare e lei è stata dura con me e mi ha detto che non avevo mostrato rispetto nei suoi riguardi e che lei era andata appositamente per me in ospedale e che oltretutto non viene pagata per quello che fa (è in pensione). Mi sento abbandonata dalla mia terapeuta, mi ha ferita il fatto che lei abbia ridotto il tutto ad una mera questione economica! Mi sento imbarazzata e ho paura di tornare in seduta ed essere ancora rimproverata per un errore per il quale mi sono già scusata. In fondo, "errare humanum est"!Questa è stata la mia prima e unica scorrettezza rispetto al setting (resistenza?). Temo che la psicoterapia possa essere stata rovinata da questo episodio e temo che non riuscirò più a guardare la mia terapeuta con gli occhi di prima. Spero in un vostro consiglio. Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

in un setting "classico" di tipo psicanalitico per esempio questa "dimenticanza" sarebbe stata oggetto di analisi anch'essa, il problema economico non si sarebbe posto in quanto avrebbe pagato la seduta comunque; detto questo se possibile cerchi di chiarire e di verifcare la reale disponibilità attuale della terapeuta a proseguire la cura,

Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Utente
Utente
Grazie dr. Nicolazzo per la tempestiva risposta.
Dunque, secondo lei, la reazione della mia terapeuta potrebbe essere un segno di insofferenza da parte sua e potrebbe significare che lei voglia chiudere il rapporto terapeutico? Io non capisco. Non l'ha costretta nessuno ad intraprendere questo cammino con me. Adesso perché mi si rivolge così e addirittura mi rinfaccia l'aspetto economico?
Sono davvero delusa e non ho voglia di tornare in seduta per sentirmi dire che devo cercarmi un altro terapeuta.
Grazie comunque per avermi comunicato il suo punto di vista.
Distinti saluti
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile utente,

cosa ci sia nella testa della sua psicoterapeuta io non lo so; le ho fatto solo un esempio dove, grazie anche ad lungo rodaggio su queste problematiche, quanto a lei successo avrebbe preso tutt'altra strada e si sarebbe risolto, non saprei se efficacemente, ma sicuramente in modo molto più "elegante".

La questione a mio parere ora ritorna a lei, nella misura in cui abbia interesse o meno a riallacciare i contatti,

Saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
scusi la curiosità, ma la sua terapeuta la visita in ospedale pur essendo in pensione?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#5]
Utente
Utente
All'attenzione del Dr. Martiadis:

La risposta è sì. Mi visita in ospedale. E' anche docente universitaria. Non so se le due cose possano c'entrare in qualche maniera.

Distinti saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
Forse il fatto che la sua terapeuta si trovasse in ospedale apposta per la sua seduta (e che lei ne fosse al corrente), ha generato una ulteriore difficile tolleranza del suo gesto che, comunque, resta un gesto che naturalmente induce fastidio e frustrazione. Il fatto che sia stata citata la questione economica serviva forse a rafforzare, in quel momento, l'evidenza della propria frustrazione. Ad ogni modo queste sono solo interpretazioni personali che lasciano il tempo che trovano. E' fondamentale che lei chiarisca questi aspetti direttamente con la sua terapeuta.
Cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
mi permetto di esprimermi anch'io. Non temere di tornare in seduta!

La fatica della Sua psicoterapeuta di venire in ospedale, ma anche il discorso economico (che, se volgiamo vedere, è un'espressione dell'energia spesa e non ripristinata, e che poteva essere ripristinata alla Sua psicoterapeuta almeno in parte dalla soddisfazione professionale di aver potuto lavorare con Lei quel giorno o/e di avere rapporto di correttezza) possono essere, crede o no, i riflessi delle Sue proprie, Signora, fatica e spesa d'energia di quel giorno, in maniera più evidente (con il linguaggio economico e come nello specchio).

Sperimentati reciprocamente, questi vissuti possono essere magari meglio capiti. Altrimenti si trascurano.

Quello che succede intorno alle sedute non deve essere visto sconnesso dalla propria storia personale e dal motivo del percorso psicoterapico.

Lei scrive: "Ero stanca e in ansia e non avevo voglia di affrontare la fatica della seduta"

Allora sarebbe molto importante approfondire anche su questa "fatica della seduta" e a che cosa si riferisce; e se lo stile di lavoro durante le sedute è ottimale per Lei in questo periodo.

I sensi di colpa che Lei teme di rivivere di più durante l'incontro (e che potevano essere presenti sncora prima di quel giorno) possono amplificarsi o rimanere trascurati e non curati se evita l'incontro.

Lei scrive: "Con la psicoterapeuta si è instaurato da subito un ottimo rapporto di fiducia, rispetto e reciproca simpatia"

Bisogna anche considerare che il rapporto con psicoterapeuta è un rapporto umano a tutti i sensi, ma non è come un rapporto con un amico; i vissuti sollecitati durante tale rapporto servono alla cura e non alla relazione in sé. La relazione è un mezzo.

Proprio perché è un rapporto professionale, sarebbe utile chiarire in modo gentile con la psicoterapeuta anche gli aspetti economici, almeno dal punto di vista formale. Lei paga il tiket? Ne è esente? Arriva con l'impegnativa del medico di base?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#8]
Utente
Utente
Grazie, innanzitutto, per le Vs. gentili risposte.
Io pago il ticket e mi presento alle sedute con impegnativa del medico curante.
Certo, sono consapevole del fatto che il mio gesto sia stato caratterizzato da una profonda scorrettezza, ma allo stesso tempo i sensi di colpa e la tristezza che ne sono derivati mi hanno permesso di riflettere sui motivi di tale gesto.
Azzardo delle ipotesi:
1. Nella ultima seduta avevo pianto per la prima volta e questo mi aveva causato un forte imbarazzo nei giorni seguenti al pensiero di rivedere la terapeuta.
2. Ero faticosamente riuscita a superare l'imbarazzo ed ero pronta a tornare in seduta. La terapeuta mi ha chiamata e ha spostato la seduta alla settimana successiva. Rabbia, senso di abbandono.
3. Ho, forse, voluto punire la persona che mi aveva abbandonata (mia madre?) non presentandomi alla seduta.
4. Ho un cattivo rapporto col telefono. (Timore che dall'altro capo mi chiudano il telefono in faccia. sempre mia madre). Per questo non ho avvisato.
Posso queste sopraelencate semplicemente essere mie razionalizzazioni, ma intanto questo episodio mi è servito a riflettere. Grazie a tutti!
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Non le resta che riportare queste riflessioni in seduta e discuterne con la sua terapeuta.
Cordiali saluti