Terapia farmacologica per disturbi d'ansia?
Buongiorno a tutti. Sono una ragazza di 23 anni, e da circa un mese soffro di disturbi d'ansia. Tutto è cominciato con un attacco di panico lieve, che ho scambiato per un calo di pressione (sono ipotesa) mentre ero all'università. Tornata a casa, ho continuato ad accusare lievi vertigini, senso di debolezza, sensazione di non riuscire a stare in piedi per qualche giorno. Il giorno dopo essermi sentita male, pensando fosse sempre un calo di pressione, sono uscita con il mio ragazzo e siamo passati da un supermercato, e lì ho avuto dei giramenti più forti. Da quel momento, anche se ho continuato a fare analisi, ho iniziato a pensare che fossero attacchi di ansia e panico. Continuavo ad uscire e a restare sola a casa, inizialmente, e ancora non era stata concepita una diagnosi, finchè 4 o 5 giorni dopo dalla prima volta, ho avuto un attacco di panico molto più terribile del precedente, con tachicardia, formicolii, sensazione di mancanza d'aria ecc. Dopo aver fatto un'ecocardio e aver escluso problemi cardiaci (questo, insieme a tutte le altre analisi, indicano che sto benissimo fisicamente) ho avuto la certezza, insieme al mio medico, che si trattasse di attacchi di panico. Ora, il mio medico mi aveva dato un calmante per placare queste sensazioni sino all'incontro con uno specialista psichiatra, il frontal 0.25, ma dopo 6 o 7 pillole ho smesso di prenderlo per paura di cadere in una dipendenza più psicologica che fisica, e ho iniziato una terapia omeopatica, comprendente degli integratori ayuverdici e un rimedio omeopatico da prendere in caso di bisogno, e anche se so che sono terapie efficaci nel tempo, non nego che a volte vorrei che fossero più veloci o che abbiano un effetto quantomeno calmante, che mi permetta di riprendere il prima possibile la mia vita. Comunque, tra una settimana comincerò la psicoterapia, durante la quale, a quanto ho capito, mi faranno intraprendere, per ora, una via naturale per uscire da questa situazione, cioè senza farmaci, che non sono stati esclusi per un secondo momento della terapia. Poichè al momento soffro di sbalzi d'umore, del tipo che da stati quasi euforici dove sono fermamente convinta di voler evitare qualsiasi farmaco per evitare una dipendenza passo a stati in cui mi sento profondamente frustrata e quasi mi convinco che la terapia farmacologica sia quasi essenziale, vorrei capire se queste mie paure relative alla situazione farmacologica sono giuste o se devo accettare seneramente la decisione, qualora si presentasse, di fare utilizzo di farmaci. Insomma, vorrei un pò più di chiarezza in merito alla questione. Vi ringrazio per l'attenzione.
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Gentile utente
le terapie farmacologiche sono da considerarsi elettive nei trattamenti dei disturbi d'ansia in esattezza di diagnosi.
Ad esse possono essere associati trattamenti complementari, come ad esempio la psicoterapia.
L'utilizzo di prodotti omeopatici ad oggi non trova riscontro condiviso da tutta la comunità scientifica.
le terapie farmacologiche sono da considerarsi elettive nei trattamenti dei disturbi d'ansia in esattezza di diagnosi.
Ad esse possono essere associati trattamenti complementari, come ad esempio la psicoterapia.
L'utilizzo di prodotti omeopatici ad oggi non trova riscontro condiviso da tutta la comunità scientifica.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Gentile utente,
E' un percorso anomalo quello di evitare le terapie di nota efficacia per fare dei trattamenti che spesso non hanno alcun valore terapeutico. Termini come "naturale" non significano niente, e non sono garanzia di niente.
Il frontal è un sintomatico, ha un ruolo temporaneo e limitato.
Le terapie farmacologiche di fondo in questo tipo di disturbi sono uno degli strumenti efficaci e affidabili.
Serve una diagnosi medica precisa.
La psicoterapia (ma quale ?) può avere un ruolo, ma non perché sia naturale, è innaturale così come lo è un farmaco, e ha gli stessi obiettivi, è da vedere cosa funziona in quale disturbo e per ottenere quale tipo di effetto.
E' un percorso anomalo quello di evitare le terapie di nota efficacia per fare dei trattamenti che spesso non hanno alcun valore terapeutico. Termini come "naturale" non significano niente, e non sono garanzia di niente.
Il frontal è un sintomatico, ha un ruolo temporaneo e limitato.
Le terapie farmacologiche di fondo in questo tipo di disturbi sono uno degli strumenti efficaci e affidabili.
Serve una diagnosi medica precisa.
La psicoterapia (ma quale ?) può avere un ruolo, ma non perché sia naturale, è innaturale così come lo è un farmaco, e ha gli stessi obiettivi, è da vedere cosa funziona in quale disturbo e per ottenere quale tipo di effetto.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Ex utente
Non so ancora che tipo di psicoterapia faremo, per ora ho avuto solo un incontro preliminare con lo psicologo, ne parleremo meglio al prossimo appuntamento, ma intanto volevo cominciare a togliermi qualche dubbio e ho pensato di scrivere su questo sito, che seguo spesso ultimamente.
Ho letto un articolo sull'ansia e la psicoterapia cognitivo-comportamentale presente nel sito che ho trovato molto interessante. Comunque grazie delle risposte, entrambe mi hanno chiarito un pò di più il quadro.
Ho letto un articolo sull'ansia e la psicoterapia cognitivo-comportamentale presente nel sito che ho trovato molto interessante. Comunque grazie delle risposte, entrambe mi hanno chiarito un pò di più il quadro.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 01/06/2011.
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