Paura di me stessa,di diventare "cattiva",di fare il medico o

Gentili dottori,

qualche mese fa sull'autobus mi sono imbattuta per più volte in un tizio che mi fissava in un modo quasi ossessivo.Di conseguenza ho iniziato ad assumere un atteggiamento "paranoico":paura di essere inseguita,osservata e pedinata.Ogni volta che esco ho paura di rincontrare questa persona così evito i bus e ogni volta che cammino mi guardo le spalle. Tuttavia non finisce qui. Ogni tanto la mia mente si pone delle domande strane che prima non mi sarei mai posta,del tipo:"Cosa costa ad un essere umano far del male ad un altro essere? E se facessi del male ai miei cari?Se uccidessi qualcuno?".Adesso ho paura di me stessa,di diventare una criminale,un'assassina,una violenta.So che non lo farei mai e ogni volta che la mia mente si pone certe domande cado nell'angoscia,ma ho paura che ciò diventi un'ossessione e che,di conseguenza, si trasformi in realtà. Adesso vi chiedo se sia necessaria la psicoterapia o meno.Non ne ho parlato con nessuno ,neanche ai miei genitori e ho paura che pensino male di me. Tra l'altro il prossimo anno andrò a studiare medicina all'estero e questi pensieri mi spaventano.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente

se i pensieri che affollano la sua mente sono disturbanti e' opportuno fare riferimento ad uno psichiatra che potrà valutare complessivamente la situazione e stabilire il trattamento più adatto, eventualmente anche una psicoterapia.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Potrebbe trattarsi ad esempio di quel che si chiama "ossessione di contrasto", che poi rientra nel concetto generale di ossessione. Questi fenomeni possono essere manifestazioni dell'omonimo disturbo (ossessivo) come di altri. Il primo passo è, visto che la cosa non si è esaurita da sola e le sta dando fastidio, far porre una diagnosi da un medico, dopo le sarà indicato l'intervento più opportuno rispetto alla diagnosi.

Dr.Matteo Pacini
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie per le repentine risposte.
Tendo a specificare che questi cattivi pensieri vanno avanti da qualche giorno.Ho una possibilità che vadano via da soli? La teoria dell'"ossessione di contrasto"mi ha incuriosita.Inoltre credo che la mia mente sia suggestionata dal fatto che ho letto che molti criminali seriali siano soggetti paranoici. Così ho inziato a pensare e pensare. Ovviamente se continueranno mi rivolgerò da uno psichiatra,ma spero di non averne bisogno.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La paura di perdere il controllo domina i disturbi ossessivi caratterizzati da questo tipo di pensieri. La ricerca di rassicurazioni in genere peggiora la capacità di controllo su questi pensieri "automatici", poiché se la vuole portare su un piano razionale, la paura non sarà mai completamente assurda e dimostrabile come falsa, mentre solitamente il nostro cervello "sceglie" quali paure far passare su base intuitiva, e quindi mediante il confronto con l'esperienza, le aspettative e l'accettazione del rischio generico e dell'indefinizione.
In altre parole, cominciare a studiare i meccanismi con cui gli altri impazziscono o perdono il controllo non può che avere come unico risultato quello di sollecitare la paura di partenza.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile dottor Pacini,

cosa mi consiglia di fare?Ci sono casi in cui i pensieri vanno via da soli?
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
P.s.
Quindi la mia reazione sarebbe normale?
Mi spiace scocciare,ma sono troppo curiosa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Se (per ipotesi) si trattasse di una ossessione, è "normale" che chi ne è preda cerchi rassicurazione, invischiandosi così in un meccanismo controproducente, in cui si convince che deve trovare una spiegazione del perché non farà mai certe cose, perché qualsiasi altra approssimazione o indefinizione lascia una possibilità, per quanto piccola, che è fonte di angoscia.
Invece, in questo caso, la soluzione non passa attraverso una rassicurazione ragionata e spiegata, ma dall'estinzione del pensiero di partenza.

In alcuni casi le ossessioni sono passeggere. Quando non lo sono val la pena di curarle, sempre diagnosticando la condizione nel suo insieme, perché il sintomo in sé non equivale alla diagnosi della "malattia".